Le conquiste del fo...
 
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Le conquiste del fondoschiena.


Primadellesabbie
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Questo é un brano da "L'uomo senza qualità" di Musil in cui é tratteggiata, in modo semplice e chiaro, la svolta che ha consentito di illudere i prepotenti, che credono così di poter disporre della natura con i mezzi modesti e precari di cui dispongono ed hanno, disgraziatamente, coinvolto il mondo intero in un vicolo cieco.

Geniale, secondo me, ed inaspettata, la considerazione finale, alla quale si arriva anche per altre vie stante l'attuale, malaugurata, dominazione di queste caste.

Se ci si chiede senza pregiudizi come la scienza abbia assunto il suo aspetto attuale - cosa importante di per se stessa, perché la scienza regna su di noi e neppure un analfabeta si salva dal suo dominio giacché impara a convivere con innumerevoli cose che son nate dotte - s’ottiene un’immagine alquanto diversa. Secondo tradizioni attendibili s’é incominciato nel sedicesimo secolo, un periodo di fortissimo movimento spirituale, a non più sforzarsi di penetrare i segreti della natura, com’era successo fino allora in due millenni di speculazione religiosa e filosofica, bensì ad accontentarsi di esplorarne la superficie, in un modo che non si può fare a meno di chiamare superficiale. Il grande Galileo Galilei ad esempio, il primo nome che sempre si cita a questo proposito, tolse di mezzo il problema: per quale causa intrinseca la natura abbia orrore degli spazi vuoti, così da obbligare un corpo che cade ad attraversare spazi su spazi, finché esso giunge su un terreno solido; e s’accontentò di una constatazione molto più volgare: stabilì semplicemente la velocità di quel corpo che cade, la via che percorre, il tempo che impiega, e l’accelerazione della caduta. La chiesa cattolica ha commesso un grave errore minacciando di morte un tal uomo e costringendolo alla ritrattazione invece di ammazzarlo senza tanti complimenti; perché il suo modo, e quello dei suoi simili, di considerare le cose, ha poi dato origine - in brevissimo tempo, se usiamo le misure della storia - agli orari ferroviari, alle macchine utensili, alla psicologia fisiologica e alla corruzione morale del tempo presente, e ormai non può porvi più rimedio. Probabilmente ha commesso questo errore per troppa prudenza, giacché Galileo non era soltanto lo scopritore del moto della Terra e della legge della caduta dei gravi, ma era anche un inventore al quale s’interessava, come si direbbe oggi, il gran capitale; e inoltre non era l’unico che fosse pervaso allora dallo spirito nuovo; al contrario, la storia c’insegna come il freddo positivismo che lo animava si diffondesse violento e disordinato come un’epidemia e per quanto possa essere urtante sentir dire, quasi vanto, che uno era “animato dal freddo positivismo”, mentre ci sembra di averne fin troppo, a quel tempo il risveglio della metafisica per darsi al severo esame delle cose secondo differenti testimonianze dev’essere stato addirittura un fuoco, un’ebrezza di positività!

Ma se ci si chiede come mai fosse venuto in mente all’umanità di cambiare così, ecco la risposta: l’umanità fece semplicemente quello che fanno tutti i bambini di buon senso che si sono provati troppo presto a camminare; si sedette per terra, e la toccò con una parte del corpo non molto nobile ma sicura, diciamolo pure: con quella parte su cui ci si siede. Lo strano é che la terra si sia mostrata così sensibile a quel contatto, sì da lasciarsi strappare cognizioni, scoperte e comodità in un’abbondanza che ha del miracoloso.

Dopo tali antecedenti si potrebbe sostenere non interamente a torto che ci troviamo nel bel mezzo del miracolo dell’Anticristo; perché la similitudine del contatto con la terra non si deve interpretare solo nel senso della sicurezza, ma anche in quello dell’indecoroso e dell’illecito. E in verità, prima che il mondo intellettuale scoprisse la sua passione per i fatti materiali, questa passione era propria soltanto dei guerrieri, dei cacciatori e dei mercanti, cioè dei temperamenti astuti e violenti.


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ignorans
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Interessante Musil.
In ogni caso, la lotta tra scienza e religione è lotta tra due impostazioni dualiste. Nessuno dei due ci è veramente utile. Stanno entrambi ancora lottando contro il "male", sono ambedue "primitivi". Risolvete la questione del bene e del male!!


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Primadellesabbie
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Il confronto tra scienza e religione...mi sorprendi ma hai ragione, la religione é tirata chiaramente in ballo.

A me bastava l'attitudine critica rispetto alla diffusione del pensiero scientifico ed il riferimento ai suoi limiti, la ricerca e la misurazione degli effetti, ed anche la spiegazione attraverso questi, anziché l'individuazione delle cause, delle ragioni (che riporta sempre a qualcosa di profondo e, finalmente, insondabile): é soprattutto per questo che l'ho messo, per cercare di far riflettere su come ci siamo orgogliosamente condannati a razzolare su aspetti tanto solidi, quanto secondari delle cose che ci coinvolgono, per arrivare a conclusioni apparentemente indiscutibili, ma sempre provvisorie, e spesso inoperabili sul piano esistenziale, comunque azzardate.

Un vicolo cieco, e superficialmente rassicurante, che ci impedisce di notare la strada maestra che passa, oramai invisibile, li accanto.


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PietroGE
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Interessante Musil.
In ogni caso, la lotta tra scienza e religione è lotta tra due impostazioni dualiste. Nessuno dei due ci è veramente utile. Stanno entrambi ancora lottando contro il "male", sono ambedue "primitivi". Risolvete la questione del bene e del male!!

Che la religione lotti contro il male mi sembra una cosa normale, che lo faccia la scienza mi sembra un po' tirato per i capelli, tanto per usare un eufemismo. Il confronto tra scienza e religione che c'era una volta, diciamo ai tempi di Galileo, oggi non c'è più, anche se le due impostazioni rimangono distanti l'una dall'altra.
Brutto è fare confusione tra le due, oppure pretendere da ognuna cose che strutturalmente non si possono ottenere. La fede non è un metodo e un metodo non ha niente a che vedere con la fede. Se poi uno vuol trasformare l'uno nell'altra genera solo confusione.


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comedonchisciotte
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Interessante e suggestivo Musil, però chi ha pratica di scienza sa bene la limitatezza di ciò che studia e preferisce di solito fare riferimento alla metafora (in sostanza equivalente a quella di Musil) dell'ubriaco che cerca le chiavi perse.

"Sotto un lampione c’è un ubriaco che sta cercando qualcosa. Si avvicina un poliziotto e gli chiede che cosa abbia perduto. ‘La mia chiave’, risponde l’uomo, ed entrambi si mettono a cercarla. Dopo aver guardato a lungo, il poliziotto chiede all’uomo ubriaco se è proprio sicuro di averla persa lì. L’altro risponde: ‘No, non qui, là dietro; solo che là è troppo buio’."


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ignorans
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@Primadellesabbie

Un vicolo cieco, e superficialmente rassicurante, che ci impedisce di notare la strada maestra che passa, oramai invisibile, li accanto.

La strada maestra è l'unificazione. Bisogna unificare tutto: materia e spirito, scienza e religione, corpo e anima, uno e molteplice.


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ignorans
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@PietroGE

Che la religione lotti contro il male mi sembra una cosa normale, che lo faccia la scienza mi sembra un po' tirato per i capelli

Minchia, la scienza ha miliardi di nemici e lotta con passione contro ognuno essi. Hai mai sentito dire: "la scienza vuole sconfiggere la povertà "? O il cancro, o sterminare i batteri?
Il tema del "male" è assolutamente centrale anche per la scienza. Prima avevamo solo la religione che lottava contro i demoni, ma adesso abbiamo anche la scienza che lotta contro dei "mali" molto più reali. E per farlo produce armi sempre più potenti. Armi che naturalmente si rivoltano contro chi le ha inventate, dato che "il male" e "il bene", si trasforformano l'uno nell'altro.


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ignorans
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@PietroGE

Brutto è fare confusione tra le due, oppure pretendere da ognuna cose che strutturalmente non si possono ottenere. La fede non è un metodo e un metodo non ha niente a che vedere con la fede. Se poi uno vuol trasformare l'uno nell'altra genera solo confusione

E perché dai per scontato che l'uomo sappia quello che fa?!?!?!
L'uomo NON sa quello che fa!! Egli si limita a indicare delle cose, gli da valenze, ma chi ti dice che siano vere?


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Primadellesabbie
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Interessante e suggestivo Musil, però chi ha pratica di scienza sa bene la limitatezza di ciò che studia e preferisce di solito fare riferimento alla metafora (in sostanza equivalente a quella di Musil) dell'ubriaco che cerca le chiavi perse.

"Sotto un lampione c’è un ubriaco che sta cercando qualcosa. Si avvicina un poliziotto e gli chiede che cosa abbia perduto. ‘La mia chiave’, risponde l’uomo, ed entrambi si mettono a cercarla. Dopo aver guardato a lungo, il poliziotto chiede all’uomo ubriaco se è proprio sicuro di averla persa lì. L’altro risponde: ‘No, non qui, là dietro; solo che là è troppo buio’."

Molto bella! Però verrebbe fatto di dubitare dello stato di ubriachezza (dell'ubriaco).

...chi ha pratica di scienze sa bene la limitatezza...

A volte sì! Ma la vocazione speculativa nella cultura diffusa é un fatto compiuto.

É facile constatare l'incapacità di tenersi dei dubbi, viene allontanata con sdegno, quasi con vergogna, la possibilità di lasciare in sospeso, in attesa di definizione i quesiti stessi, che si formino anch'essi man mano che, e se, si amplia la comprensione, in attesa di lumi, condizione che é stata e dovrebbe essere uno condizione 'normale' dell'avventura umana.

Mi permetto un consiglio per chi fosse interessato (sperando di non fare danni, non siamo tutti uguali):
mi sono reso conto, molti anni fa, che l'esigenza di avere in continuo un quadro 'risolto' delle cose mi impediva l'accesso a certi argomenti che mi interessavano, esposti da menti che non funzionavano come quelle uscite dalle nostre scuole. Non avevo aiuti cui rivolgermi e, una volta chiarita la natura della difficoltà, decisi di applicarmi a leggere fiabe, miti e leggende, e solo quelli, e senza cercare di spiegarli o analizzarli, leggere e basta fino a che mi fossi reso conto di qualche cambiamento. Impiegai più di un anno (sono un lettore assiduo) e, per quanto riguarda ciò che volevo indagare, funzionò.


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PietroGE
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fiabe, miti e leggende????
Proprio quelle hanno di certo un sottofondo psicologico oppure morale, o forse di verità interpretate, ricostruite e adattate alla comprensione dei contemporanei.


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Primadellesabbie
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fiabe, miti e leggende????
Proprio quelle hanno di certo un sottofondo psicologico oppure morale, o forse di verità interpretate, ricostruite e adattate alla comprensione dei contemporanei.

É vero. C'é stata una doppia falsificazione, da parte dei preti nell'ottocento e poi da parte di letali, attivissime (il femminile non é casuale) esperte di tradizioni popolari che infestano le nostre università, nel novecento.
Ricordo il caso di una fiaba, mi pare ungherese, tradotta in italiano da due di queste locuste che premettevano di aver scelto, tra le molte versioni di cui disponevano quella che (loro) avevano giudicata "più adatta"!

Il sottofondo psicologico o morale, che é nella natura di questi scritti, non influiva per l'obbiettivo che mi ero posto.

Tuttavia, con un certo impegno, sono riuscito a trovare una quantità di testi (esistono fantastiche librerie di testi usati in giro per l'Europa, e poi ci sono le biblioteche), nelle lingue originali che mi hanno consentito di evitare gli 'adattamenti' dotti che, giustamente, segnali.


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