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L'Europa che non c'è


paolodegregorio
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Certo non vi è limite alla idiozia degli intellettuali la cui attività, ben remunerata, è quella di complicare le cose semplici, andare fuori tema e, in questo caso, dare velleitari ultimatum alla politica.
L’occasione è il cinquantenario dei Trattati di Roma che misero la prima pietra della Comunità Europea e il problema è questo:
“Come osiamo noi europei celebrare quando poche miglia più a Sud i più deboli e indifesi sono uccisi in Sudan?” (fonte Corriere della Sera-24 marzo 2007). E poi la perla: “l’Europa è una eredità culturale che sostiene una fede condivisa nel valore e la dignità dell’essere umano”. Le firme sono di Umberto Eco, Gunter Grass, Dario Fo, Bernard Henry Lévy e altri.

Insieme alla Chiesa cattolica, che vuole mettere nella Costituzione europea un riferimento alle “radici cristiane dell’Europa”, questi signori ci vogliono far credere che l’Europa abbia una eredità storica e culturale da esibire come una medaglia e non già un passato colonialista di cui vergognarsi in eterno: le secolari guerre di religione, i crimini della Inquisizione, l’abbandono dei comandamenti da parte della gerarchia ecclesiale che già dalle Crociate si mise sotto i piedi il comandamento NON UCCIDERE, fino all’affermarsi del fascismo e del nazismo.
Nemmeno uno studente delle scuole medie riuscirebbe a trovare nella storia europea qualcosa che rappresenti un modello a cui ispirarsi, e anche la rivoluzione francese fu abbandonata per quel guerrafondaio di Napoleone, e la Francia moderna si distinse per prepotenze colonialiste in mezzo mondo.

L’unica cosa che ci sarebbe da dire sull’attuale situazione europea sarebbe la verità, senza retorica e senza obiettivi altisonanti, che vede i 27 paesi membri senza una politica comune che venga deliberata democraticamente, quindi senza peso politico perché ogni paese va per conto suo, senza autonomia per le perduranti servitù militari concesse alle basi USA – NATO che ci coinvolgono in una politica aggressiva che ci danneggia e ci umilia, senza una difesa europea integrata che ci liberi da “protettori” interessati solo a mantenere l’Europa subalterna alle strategie atlantiche.

Il “prestigio internazionale” a cui possiamo aspirare non è certo quello che ci deriva da essere alleati degli Usa, ma è quello che avremmo se l’Europa fosse un soggetto politico indipendente, forte della sua moneta e soprattutto pensasse alla sua sicurezza con una politica di PACE e di integrazione economica anche con Russia e Medio Oriente.
Cari intellettuali del piffero, è questa la battaglia politica da fare per l’Europa,ma credo che temiate per i vostri affari e gli editori che non vi pubblicherebbero più niente. Siete ricchi e sazi, ma non avete il coraggio di dire verità elementari,fate parte del sistema che integra gli intellettuali coprendoli di soldi e di elogi e, tutti, proprio tutti, diventate curiali, conservatori, e occultate, con i vostri giochi di parole, come va veramente il mondo.

Paolo De Gregorio
24 marzo 2007


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paolodegregorio
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cosa è cambiato dal 2007? l'Unione (termine assurdo nella realtà) è fallita


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