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lo scandalo british del gossip


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Da: www.cdt.ch/commenti-cdt/editoriale/47280/lo-scandalo-che-scuote-londra.html

Lo scandalo che scuote Londra

di Gerardo Morina - 12 luglio 2011

«All is fair in love and war», tutto è ammesso in amore e in guerra, recita un vecchio proverbio inglese.

E nel giornalismo?
No, non tutto è permesso, come dimostra il caso della chiusura del domenicale News of the World, una leggenda del giornalismo tabloid britannico con 168 anni di storia alle spalle, il cui ultimo numero è uscito domenica scorsa. All’origine di uno scandalo che sta scuotendo la Gran Bretagna vi è il fatto che il giornale collezionava scoop grazie alla trascrizione di telefonate dei protagonisti dei fatti di cronaca ottenuta col lavoro di un detective privato e attraverso mazzette ai poliziotti. Le rivelazioni sul News of the World, fatte principalmente dal Guardian, quotidiano di sinistra, stanno provocando un’indignazione popolare perché è venuta meno la fiducia dei lettori del domenicale, tradizionalmente molto avidi di gossip (una parola tanto vecchia nel vocabolario inglese da comparire già in Shakespeare) ma pur sempre entro certi limiti «umani» e leciti.

Tali limiti sono stati invece valicati più volte, come nel caso di Milly Dowler, una 13.enne scomparsa nel Surrey, poi ritrovata cadavere e il cui cellulare era stato messo sotto controllo dall’investigatore Glenn Mulcaire, assunto dalla direzione del giornale. Il cellulare della giovane aveva la casella postale piena e Mulcaire cancellò alcuni messaggi per permettere che ne arrivassero altri. Si pensò però che li avesse eliminati lei e i genitori si illusero che fosse ancora viva. Il caso, inoltre, si rivela istituzionalmente esplosivo. In primo luogo perché la ragione fondamentale per cui non c’è stata una vera indagine in proposito negli ultimi quattro anni è il fatto che anche la polizia vi sarebbe stata pesantemente coinvolta.

In secondo luogo perché lo scandalo tocca da vicino anche il premier britannico, il conservatore David Cameron. Il motivo: i legami di quest’ultimo con Andy Coulson, direttore del News of the World dal 2003 al 2007, che in tale veste aveva autorizzato pagamenti da parte dei redattori ad alcuni agenti di polizia in cambio di informazioni. Nonostante questa reputazione, Cameron l’aveva poi nominato capo della comunicazione del suo Governo, incarico mantenuto fino al gennaio scorso. Lo scandalo si presta tuttavia anche ad un’altra lettura.

Non dimentichiamoci chi è l’editore di News of the World. Non è altri che quel Rupert Murdoch, il magnate globale dell’informazione. Nel Regno Unito, oltre a News of the World, fanno parte dell’impero Murdoch i quotidiani The Sun (tabloid popolare), i giornali del gruppo Times (The Times, The Sunday Times e The Times Literary Supplement) nonchè la televisione satellitare BSkyB, di cui Murdoch detiene attualmente il 39 per cento della proprietà.
Con un’ambizione però: quella di arrivare a possedere l’intero pacchetto.

A tale scopo, Murdoch ha presentato regolare domanda, che è però soggetta ad approvazione governativa. La repentina decisione del magnate di chiudere la testata risponderebbe alla necessità di far sì che il processo negativo che ha coinvolto News of the World non arrivi a contagiare le altre testate del suo gruppo e, soprattutto, non abbia ripercussioni (come invece sembra accadere) sul «deal» di acquisizione del pacchetto BskyB. Tanto più che l’ostracismo degli inserzionisti pubblicitari che si è verificato nei confronti del domenicale appena chiuso minaccia di estendersi.

Ma c’è di più. Nel Regno Unito il nome Murdoch è associato al rischio di un graduale monopolio editoriale, soprattutto televisivo. Una scalata, per giunta, effettuata non da un cittadino britannico ma da uno come Murdoch di origine australiana e naturalizzato statunitense. La contrarietà di certi ambienti nei suoi confronti trae origine proprio da questo fatto. A cui se ne aggiunge un altro, tutt’altro che trascurabile.

Murdoch contribuì alle fortune dei laburisti (quelli del New Labour) quando abbandonò i conservatori e decise di appoggiare il giovane leader Tony Blair. Poi l’idillio s’è rotto. Alle ultime elezioni Murdoch ha cambiato bandiera e ha ritenuto, con le sue testate, di appoggiare il Governo conservatore di David Cameron.

I laburisti si trovano ora all’opposizione e hanno un nuovo leader, Ed Miliband, il quale intende non solo tagliare ogni vecchio ponte con Murdoch ma anche sbarragli il passo con una mossa ben precisa: un voto trasversale alla Camera dei Comuni che impedisca all’editore «straniero» di scalare BskyB.

Miliband non è solo: ha con sé come importanti alleati i liberaldemocratici di Nick Clegg, che coabitano con i conservatori nel governo Cameron.
Per l’opposizione lo scandalo News of the World è un’occasione unica per soffiare sul fuoco di un’avversione che ha un chiaro colore politico.


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