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Loretta Napoleoni - I pericoli della metropoli del futuro


Tao
 Tao
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Secondo uno studio della London School of Economics entro il 2050 il 75% della popolazione mondiale sarà urbanizzato. Vivremo in città grandi come province e regioni ed in alcuni casi addirittura estese tanto quanto intere nazioni. L’Onu prevede che gran parte del processo di urbanizzazione avverrà nel sud del mondo, è infatti lì che negli ultimi vent’anni sono sorte le mega-metropoli, i più grandi agglomerati urbani.

Nel 1950 le due città più popolose al mondo erano New York e Londra, entrambe con oltre 8 milioni di abitanti. Dieci anni dopo Tokyo è entrata nella rosa delle cosidette metropoli globali, agglomerati multietnici dove transitava regolarmente la ricchezza del mondo.

All’inizio del 2010 solo Tokyo ha mantenuto questo primato, Londra e New York sono state estromesse dalle capitali del sud del mondo, quelle con almeno 20 milioni di abitanti. Mumbai, Shanghai, Jakarta, Pechino, Karachi in Asia; San Paolo e Città del Messico nell’America latina; Laos in Africa, ecco i modelli urbani delle mega metropoli del presente e forse anche quelli del futuro. Ed è proprio Laos che preoccupa molti urbanisti perchè qui il cittadino è abbandonato a se stesso, senza strutture ed infrastrutture, privo di assistenza sociale, parchi ed aree pubbliche. Per molti Laos è l’incubo metropolitano del futuro.

Un gruppo di architetti ed economisti che fanno capo a Rem Koolhaas, un urbanista specializzato nelle mega-metropoli, è più ottimista e pensa invece che il modello della città futura sarà più vicino al caos di Laos che all’ordine delle città stato medievali, purchè questo caos sia in qualche modo organizzato. A tale scopo costoro offrono tre esempi di urbanizzazione su vastissima scala con gestione localizzata e poco interventista. Il primo è quello dell’Europa del nord ovest una regione densamente popolata dove le città sono collegate da un sistema di trasporti pubblici esemplare. In queste meta-metropoli, questa la definizione scelta dagli urbanisti, alla decadenza industriale è subentrata la finanza grazie alla profonda conoscenza, ed in realtà anche al primato dell’economia della regione. Si tratta quindi di una riconversione economica avvenuta in tandem con il processo di urbanizzazione.

Il secondo esempio si riferisce alla costa est degli Stati Uniti, qui il legame tra un agglomerato urbano e l’altro ad esso adiacente avviene attraverso autostrade ed aeroporti ma il risultato è lo stesso, ci troviamo di fronte ad una riconversione economica urbanizzata dove la finanza ha rimpiazzato l’industria e dove il ruolo dell’amministrazione pubblica è minore che in passato. Ciò che interessa maggiormente è però il terzo esempio, il delta del fiume delle Perle in Cina, dove vivono 40 milioni di persone. Qui siamo agli albori di una nuova rivoluzione industriale, e quindi il motore urbano è l’industria ma a differenza delle metropoli del passato questa realtà dove industria e città si fondono è intimamente legata al dinamismo finanziario e commerciale di Hong Kong. L’una è complementare all’altro. Si tratta di un modello che ritroviamo in molte città dei paesi emergenti del sud del mondo da Mumbai a Città del Messico dove passato coloniale e presente industriale si fondono. 

C’è poi un quarto modello quello della California. Da Los Angeles a San Diego si sono fusi tra di loro i sobborghi della vecchia America, quella dei film di Doris Day dove la gente viveva lontano dal centro della città in case spaziose con giardini fioriti. Si tratta di realtà urbane post-industriali. Questo serpente urbano ha una coda in Messico, oltre il confine infatti si snoda Tijuana, una mini metropoli che soltanto trent’anni fà era poco più di un villaggio. Ci troviamo in presenza di un modello di urbanizzazione poverissimo, quello delle Favelas del sud del mondo: povertà, violenza, assenza di protezione da parte delle autorità, sfruttamento e criminalità. 

Il vero pericolo per le mega-metropoli del futuro è di non riuscire a creare una sinergia positiva dall’incontro tra città vecchia e ricca e metropoli nuova ed industriale come Hong Kong ed il delta del fiume delle Perle, ma di cadere vittima delle scontro tra queste due realtà come ci ricorda l’esempio di Los Angeles - San Diego e Tijuana.

Loretta Napoleoni
Fonte: www.caffe.ch
Link: http://www.caffe.ch/news/firme/47088
11.04.2010


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