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M.Blondet - Il ns vero nemico è il grande alleato. La


Arcadia
Noble Member
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Il nostro vero nemico è il grande alleato. La prova definitiva

di Maurizio Blondet

«Per gli Stati Uniti la paura primordiale è il capitale tedesco, la tecnologia tedesca, unita con le risorse naturali russe e la manodopera russa: è la sola combinazione che ha fatto paura agli USA per secoli»: così George Friedman, il fondatore del centro di analisi strategiche Stratfor, nel discorso che ha tenuto presso il Council on Foreign Relations il 4 febbraio, e di cui pubblichiamo qui il video con la nostra traduzione integrale (dal parlato inglese). Vale la pena di mostrarlo con la dovuta attenzione, perché merita la più ampia diffusione.

Friedman, che è un ebreo nato a Budapest nel 1946, è un uomo dello ‘Stato profondo’ americano-militarista: docente all’US Army War College, studioso alla National Defense University e alla RAND (il megafono del sistema militare-industriale), esprime qui con inaudita franchezza la strategia che seguirà Washington per mantenere il predominio mondiale.

In questa strategia, l’Europa è una pedina, e uno strumento, di cui Friedman parla con infinito disprezzo. L’arma usata, sarà la destabilizzazione: in Ucraina è ciò che abbiamo già fatto in Afghanistan. Abbandoniamo ogni velleità di instaurare la democrazia; una volta destabilizzato il Paese, noi abbiamo compiuto il nostro lavoro… vale la pena di ascoltarlo. E di osservare il suo freddo sorriso, o rictus, mentre espone il programma.

Ecco quel che Friedman dice per sommi capi:

– L’Europa non esiste.

– Soltanto l’integrazione Germania-Russia può minacciarci, non lo permetteremo (1).

– Per questo sosteniamo Kiev.

– L’esercito di Kiev è il nostro esercito, tant’è vero che diamo medaglie ai loro soldati.

– Noi stiamo posizionando armi in tutti i paesi dell’Est europeo, approfittando della loro russofobia.

– Ovviamente agiamo al difuori del quadro della NATO.

– Il nostro scopo: stabilire un cordone sanitario attorno alla Russia.

– Noi possiamo invadere ogni paese del mondo, mentre nessun paese può invaderci.

– Tuttavia, non possiamo occupare l’Eurasia; la tattica è fare in modo che i paesi si dilanino tra loro.

– Per la Russia, lo status dell’Ucraina è una minaccia esistenziale.

– «È cinico, è amorale, ma funziona».

– L’obiettivo non è vincere il nemico, ma destabilizzarlo.

– La destabilizzazione è il solo scopo delle nostre azioni estere. Non instaurare la democrazia; quando abbiamo destabilizzato un Paese, dobbiamo dirci: «Missione compiuta», e tornare a casa.

– La nostra incognita è la Germania. Che cosa farà? Non lo sa nemmeno lei. Gigante economico e nano politico, come sempre nella storia.

– «L’Europa subirà la stessa sorte di tutti gli altri Paesi: avranno le loro guerre. Non ci saranno centinaia di milioni di morti, ma l’idea di una esclusività europea, a mio avviso, la porterà a delle guerre. Ci saranno dei conflitti in Europa. Ce ne sono già stati, in Iugoslavia ed ora in Ucraina.

Il sito Saker mette a confronto questo programma con ciò che ha detto Vladimir Putin nella lunghissima diretta tv del 6 aprile, a cui ha risposto alle domande del pubblico russo:

– La Russia non aggredisce nessuno, difende solo i suoi interessi.

– Noi abbiamo due basi militari fuori della Russia, essi hanno più di mille basi nel mondo: e saremmo noi gli aggressori? Dov’è il buon senso?

– Il bilancio militare del Pentagono è 10 volte maggiore del nostro, e siamo noi che conduciamo una politica aggressiva… Per caso siamo noi ad avere delle basi ai confini degli USA?

– Chi installa dei missili alla frontiera dell’altro?

– Noi vogliamo relazioni di uguaglianza con l’Occidente, in accordo coi nostri interessi nazionali.

– Le sanzioni economiche non sono il prezzo che paghiamo per aver ripreso la Crimea, ma per la nostra volontà di esistere come nazione e civiltà libera.

– Abbiamo atteso vent’anni prima che essere accettati dal WTO (Organizzazione Mondiale del Commercio), facendo molte concessioni; adesso [imponendo le sanzioni alla Russia, ndr] le norme del WTO sono violate, quelle dell’ONU, quelle del diritto internazionale.

– Noi vogliamo collaborare ai problemi dell’umanità, sicurezza, disarmo, terrorismo, droga, crimine organizzato.

– Dopo la caduta del Muro di Berlino ci avevano promesso il congelamento della NATO. Oggi la NATO è dappertutto alle nostre frontiere. Gli occidentali hanno deciso che erano i vincitori.

– Qualunque cosa facciamo per la distensione, abbiamo sempre incontrato rifiuti e resistenze dell’Occidente. Gli ultimi giochi olimpici invernali di Soci sono stati calunniati e screditati prima, durante e dopo; perché?

Una nota: la Russia s’è appellata al WTO, di cui è membro, perché le sanzioni imposte dagli USA e dalla UE ne violano le regole; il WTO è il sorvegliante, il poliziotto è il giudice del libero commercio globale, che – secondo il dogma – deve essere senza dazi né altri ostacoli di nessun genere. Per cui, nessuna sanzione commerciale deve essere imposta, a meno che non sia votata dal Consiglio di Sicurezza dell’ONU — ciò che ovviamente non è avvenuto. Non credo che il WTO darà ragione a Mosca.

Ma con ciò, Putin avrà ottenuto due risultati. Uno, dimostrare USA ed UE violano le regole stesse che si sono date ed hanno imposto al mondo; che la globalizzazione non è altro che un sistema di dominio americano; e che il WTO non è affatto l’arbitro oggettivo del libero commercio, ma un’altra arma politica in mano al sistema occidentale anglo.

Il secondo risultato è che la Russia, visto che è vittima di ingiuste ritorsioni economiche in violazione delle norme del WTO, può esentarsi dalle regole del commercio internazionale dettate dallo stesso WTO. Il primo e più gravoso di questi condizionamenti è che il WTO vieta di favorire le industrie nazionali contro la concorrenza delle merci estere. L’embargo in corso obbliga la Russia ad accrescere la parte di produzione nazionale nelle proprie industrie e altre attività economiche; se ben usata, può essere l’occasione insperata per rinforzare il proprio sistema industriale al parziale riparo dalla competizione estera, con misure di protezione che non sarebbero state accettate dalla «comunità internazionale» né dalla propria popolazione. Le sanzioni stanno provocando difficoltà; ritardano i rammodernamenti che erano già in corso (grazie alle industrie tedesche), per cui in pochi anni Mosca avrebbe potuto cominciare a produrre per il mercato merci «di qualità tedesca» nei settori dove ha prodotti di punta (nati per motivi militari) che è incapace di imporre globalmente: chimica, farmaceutica, turbine, chips, opto-elettronica e micro-elettronica, software indipendente (dalla porte posteriori NSA) eccetera (per un’esposizione dei progetti e delle possibilità di eccellenza della Russia si veda qui).

Insomma ha l’occasione di attivare quelle politiche industriali di cui noi europei – vassalli vili e stupidi – ci siamo lasciati spogliare totalmente: dalla svalutazione resa impossibile dall’euro, fino al controllo dei cambi e di opporsi alla fuga dei capitali, misure tradizionali per secoli di qualunque Governo sovrano, ed oggi proibite dal Trattato di Lisbona, come il WTO ci proibisce di difendere le nostre industrie invase e devastate da merci sottocosto. Mentre noi ci lasciamo annodare al collo l’ultimo nodo scorsoio: il TAFTA, il trattato transatlantico, con cui ci assoggetteremo alle normative statunitensi persino per quel che mangiamo.

L’Europa dunque affonda nella crisi (provocata dalla finanza USA e dal suo capitalismo te
rminale) affondando nel vassallaggio a Washington; complice servile delle sanzioni, perde la grande occasione di sviluppo dell’economia russa – che è un compito immenso, che avrà bisogno di enormi finanziamenti e dunque di investimenti esteri colossali, a cui ahimè provvederà la Cina. E in compenso, da Washington cosa ottiene? Progetti di destabilizzazione e di guerre al suo interno, come promette Friedman.

Vale per noi il detto di Plotino: «Che i vili sian governati dai malvagi – è giusto».

Quanto all’America, e al suo destino storico e metastorico, dovrebbe paventare un altro detto: se sono detti «Beati i costruttori di pace», quale maledizione incombe su tali anticristici seminatori di discordie e suscitatori geopolitici di odi e violenze?

1) Nel 1939 il Council on Foreign Relations di Rockefeller, diretto allora da Isaiah Bowman, raggiunse la stessa conclusione: dopo un accurato studio dei rapporti commerciali dell’intero pianeta, stabilì che l’Europa continentale (con la Russia integrata alla Germania) avrebbe costituito un «blocco autosufficiente», ciò che era contrario all’interesse nazionale, in quanto mega-corporations americane avevano bisogno di «libero accesso ai mercati e alle materie prime» di quella parte del mondo. Fu costituito un War and Peace Studies Project (con un centinaio di avvocati, industriali, politici, diplomatici, banchieri) che con forti finanziamenti (la sola Rockefeller Foundation diede 300 mila dollari di allora), delineò un intero progetto per far entrare in guerra gli USA, e costituire nel dopoguerra un nuovo ordine mondiale: il FMI, la Banca Mondiale furono già concepiti allora. Presentati a Roosevelt, i risultati dello studio lo convinsero ad entrare nel conflitto contro la Germania e il Giappone.

Tratto da Arianna Editrice
http://www.controinformazione.info/il-nostro-vero-nemico-e-il-grande-alleato-la-prova-definitiva/

Nella foto sopra: il presidente degli USA Barack Obama

Nella foto centrale: George Friedman presidente del Stratfor Center


Citazione
Giovina
Noble Member
Registrato: 3 anni fa
Post: 2001
 

C' e' da crederci che l' Europa non fa paura all'America, l'ha gia' assoggettata totalmente, specialmente nella mentalita'. L'europa agisce e pensa anglo-americano. E le menti aperte d'Europa ci sono ma sono poche - quelle che sanno leggere nei segni dei tempi, non solo ravvisare gli effetti nefasti - e vengono bastonate e irrise dalla propria gente americanizzata.


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PietroGE
Famed Member
Registrato: 3 anni fa
Post: 4113
 

-Gli USA sono i nostro nemico perché sono il punto di riferimento per una società, quella multiculturale, che sta destabilizzando l'Europa intera. Una civiltà in declino economico, culturale e morale.
-L'articolo sopravvaluta il peso della Germania e sottovaluta quello della Cina e dell'Asia in generale.
-Per la Russia l'Ucraina non è una minaccia, tanto meno una minaccia esistenziale.
-Fatico a vedere quale vantaggio possano avere avuto gli USA dalla destabilizzazione del Medio Oriente. L'unico che ne ha tratto vantaggio è stato Israele perché sono stati eliminati uno ad uno i suoi nemici più importanti.
-I conflitti che ci saranno in Europa saranno di tipo etnico- culturale-religioso e non è detto che non facciano milioni di morti.
-Le vittime più importanti del WTO siamo noi europei, con la possibile eccezione ( ci sarebbe da discutere) della Germania. Sono spariti interi settori , specialmente nella manifattura.

In sostanza l'articolo è troppo eurocentrico e privilegia una visione del mondo tipo nuova guerra fredda, che non mi sembra attuale.
Quello che io vedo è un mondo multipolare con una grande componente asiatica (non solo la Cina), dove, finite le ideologie, le dinamiche più importanti sono causate da fattori etnico- religiosi da una parte e dalla ricerca di energia e materie prime dall'atra.


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