Make Peace, Not War
 
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Make Peace, Not War


Tao
 Tao
Illustrious Member
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1. Mafia Capitale, Buzzi: “Con immigrati si fanno molti più soldi che con la droga”
2. Frontex: “Il traffico più redditizio che ci sia”
3. Allarme dell'Europol: 30mila persone coinvolte nel traffico di migranti
4. Berlino stanzia sei miliardi per l’accoglienza
5. Profughi, volontari in auto da Vienna all’Ungheria per accompagnarli.
Ciò che dice Buzzi, intercettato, lo confermano sia Frontex che Europol, quindi Buzzi non è il solo a sapere che il business dei migranti "paga".
Sempre Europol, cita poi l'esempio di una banda, formata da 16 membri, recentemente scoperta in Grecia. Composto da 2 romeni, 2 egiziani, 2 pakistani, 7 siriani, 1 indiano, 1 filippino e 1 iracheno, questo gruppo, da solo, ha fatto giungere in Europa via mare, aria e terra, centinaia di siriani fornendo loro anche falsi documenti, e realizzando fino a 7,5 milioni di guadagni in pochi mesi di attività.
Se secondo il Pentagono il fenomeno della migrazione durerà almeno altri 20 anni, c'é da chiedersi chi altri si metterà in affari sul lucroso business (7milioni e mezzo in pochi mesi sono un gran buon incentivo per chiunque).
Berlino intanto, investe sei miliardi.
Conoscendo la pignoleria di Frau Merkel sui conti, mi pare poco probabile investa senza aver prima considerato quanto renderà alla Germania il capitale oggi investito.
Perfino i volontari viennesi, pare poco probabile vadano su e giù dall'Austria all'Ungheria investendo in benzina, gomme e beni di primo soccorso, per prelevare migranti gratis et amore dei.
Poi se li portano a casa? O con questi migranti riforniscono i centri di accoglienza austriaci per cui lavorano?

Pare che la "rotta" migratoria più lucrosa sia quella dei Balcani, non quella lato Mediterraneo.
Così vien da compiangere il "povero" Buzzi: ha insegnato all'Europa intera come si fanno i soldi e ora lo mollano in galera soffiandogli l'affare da sotto il culo.

La brutta storia è che, chi non serve come "carne da macello" (tributo di ogni guerra che serve a far salire le azioni dell'industria bellica), si sia arrivati a vederli come merce da cui ricavar profitto. La mera movimentazione di carne umana, dopo averla sapientemente messa in fuga con le bombe, rende oggi più della vecchia movimentazione di bovini fra gli ex confini dei paesi europei.
Tempo fa si vedevano quelle scene terribili di animali trasportati in gabbia dai paesi dell'est alle macellerie del nord, ora si assiste alla transumanza e/o trasporto di umani da dislocare un po' di qua e un po' di là dal sud al nord d'Europa, così che ogni paese abbia la sua razione di bontà e reddito.
Basta che il denaro giri, no?
E per farlo girare c'è sempre solo un modo: la cara vecchia guerra.
Leggevo che, nella logica del Pil come misura della ricchezza e del benessere economico, le disgrazie umane equivalgono il prodotto di più alto ingegno.
Quindi, sia le guerre sia il traffico dei migranti che le fuggono, se gestiti con piglio imprenditoriale, contribuiscono all'aumento dei vari Pil internazionali.
Quanto conta nel rialzo trimestrale di Grecia e Italia?
Spartirseli, di conseguenza, aumenta il Pil europeo ma anche quello dei paesi di transito.
Con tanti saluti al buon cuore e alla generosità d'animo per cui il migrante costa.
Costa sì, ma solo a chi paga senza averne in cambio che la soddisfazione di sentirsi buono.
Eccoli infatti, tutti, i democratici paesi europei, a spendere abbondantemente in armi e soldati da una parte, ma anche in assistenza e accoglienza migranti (o profughi, che non sempre le cose coincidono), dall'altra.
Tutto gira e si alza il Pil.
No?

La cosa banale è che, investire gli stessi capitali che si investono in armi e accoglienza, per creare un mondo dove il benessere sia più equamente distribuito così che il minimo ci sia per tutti, pare a tutti brutto.
Che farebbero poi le industrie belliche?
E le ong?
E le cooperative dell'accoglienza?
E quelle dell'assistenza?
E quelli che campano fornendo pasti e servizi vari al business dell'accoglienza ai profughi?
Niente: gli toccherebbe diventare persone normali, con un normale lavoro qualsiasi, niente più finanziamenti da stato, o da fondi europei, o regionali, o comunali.
Insomma, vuoi mettere fare i buoni per contratto ricavandosi di che vivere sulle disgrazie altrui?
Così fingiamo di credere che sia doverosamente umano accogliere i migranti (umano lo è, ma rimane carne umana da danno collaterale su cui lucrare), ma mai che si senta qualche riservista rivoluzionario riproporre il vecchio slogan pacifista anni '60: Make peace, Not War.
Che a qualcuno potrà anche sembrare datato e obsoleto, troppo figli dei fiori, ma per me continua a essere uno slogan valido.
Oggi perfino più di quanto lo fosse allora, ai tempi del Vietnam.
Le guerre, infatti, sono oggi molte di più, e sono perfino più ciniche, secondo me (ammesso si possano fare le classifiche sul tasso di cinismo delle guerre).
Non usano (forse) più l'agente Orange, ma non so se dobbiamo star qui a disquisire se era meglio o peggio l'agente Orange dell'attuale uranio impoverito o se le bombe intelligenti, fatte cadere sul nemico da un asettico drone che salva sempre il nemico, che solo per questo salvarsi e poter dire la sua si tramuta automaticamente in salvatore democratico, siano meno dannose di un esfoliante.
Sempre di morti si tratta, alla fine. Poco importa come uno muoia quando viene ucciso.

E' un mondo così, tutto in superficie.
Pacchi di lacrime per una foto (prevedibilmente taroccata), e pronti a far da spalla ai trafficanti accogliendo a braccia aperte il frutto dei loro traffici illegali.
Illegali?
E chi può dirlo con certezza?
Oggi è così, domani chissà.
Potrebbe diventare talmente lucroso il traffico carne umana da divenire perfino strutturale perché funzionale al capitale.
E quando si arriva lì, alla catena di montaggio della produzione ricchezza da capitale, le legge arriva a rendere norma anche ciò che fino a ieri era considerato abnorme.
La vera miseria umana è quando, di fronte alle ristrettezze (imposte ad arte), ci si consola dicendosi che si salva il mondo salvando gli scarti di produzione da guerre.
Ciò che produce gli scarti, invece, non va indagato a fondo né va posto in cima ai ragionamenti sul tema: c'è l'emergenza, e tanto basta a sedare ogni coscienza.
E, se mai, va accantonato subito come pensiero molesto il pensiero sulle origini del traffico.
Perché, contrastando lo scomodo pensiero quell'immediato piatto di minestra che dallo scarto si può ricavare, va subito a essere declassificato come ragionamento "fantasioso, romantico, irrealistico".
D'accordo: W i soldi!
E W le guerre che dan da mangiare a così tanta brava gente...

Fonte: http://rossland.blogspot.it
Link: http://rossland.blogspot.it/2015/09/make-peace-not-war.html
8.09.2015


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