Marx risponde a Bri...
 
Notifiche
Cancella tutti

Marx risponde a Briatore


MatteoV
Reputable Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 251
Topic starter  

Con la legge di bilancio è stata approvata la cosiddetta "flat tax", l’imposta fissa per i grandi patrimoni per attrarre ricchi nel nostro paese. A quale scopo? Per comprendere il modo di pensare che ispira questa norma bisogna ascoltare le parole di Flavio Briatore, il quale ha commentato “Finalmente una legge che serve a fare arrivare in Italia un po' di gente ricca. Farà girare soldi e lavoro”. Il milionario aggiunge sprezzantemente: “in Italia di poveri ce ne sono già abbastanza e a quanto mi risulta non hanno mai creato lavoro”. Ovviamente egli non è certo un giudice imparziale sul tema, tuttavia non ha fatto che esprimere in modo forse un po’ più urtante ciò che viene spacciato dagli opinionisti dei quotidiani e dai media come verità indiscutibile. L’idea, cioè, che il capitalista “crei lavoro”. È un’idea che ha avuto particolare successo in Italia dall’inizio della carriera politica di Berlusconi, i cui sostenitori, per giustificarla, solevano dire: “ha creato milioni di posti di lavoro” in contrapposizione a una “casta” politica descritta come parassitaria. Questa idea era alla base anche delle privatizzazioni dei governi di centrosinistra e della precarizzazione del lavoro, che avrebbe dovuto, a loro dire, indurre ad assumere e attrarre i capitali esteri. Eppure, nonostante tutte queste norme a favore dei “creatori di lavoro”, la disoccupazione in questi anni è aumentata, registrando il suo massimo storico per quella giovanile.
Certo, pensare al lavoro come a un “posto”, quasi si trattasse di una poltroncina di un teatro, non aiuta un corretto modo di intenderlo. Induce a credere, quasi inconsciamente, che il lavoro sia un luogo fisico, che quindi possa essere “costruito” come una cosa: eppure il lavoro non è una cosa, ma una attività umana, ovvero una relazione tra cose; però non una relazione qualsiasi, bensì tale da essere predisposta secondo scopi umani. È una differenza ontologica non secondaria. Perché se il lavoro è una relazione e non una cosa la sua esistenza dipende da un certo contesto preordinato e da un certo interagire tra gli individui prolungato nel tempo. Se uno di questi fattori muta o scompare è possibile che il lavoro come attività cessi di esistere, mentre le cose una volta create continuano ad esserci indipendentemente da tutto il resto (a meno che un agente esterno deliberatamente non le distrugga)... [CONTINUA]


Citazione
Condividi: