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Masters of Universe: I padroni del mondo


ilnatta
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FONTE: http://icebergfinanza.finanza.com/2011/12/26/masters-of-the-universe-i-padroni-del-mondo/

Recentemente Nial Ferguson ha scritto che gli americani amano la rivoluzione.
” Dato che la loro grande nazione è nata da una dichiarazione rivoluzionaria e forgiata da una guerra rivoluzionaria, istintivamente si schierano con i rivoluzionari di altri paesi e altre terre, a prescindere dalle differenti circostanze nelle quali quei paesi si trovano e da quanto disastrosi possano esserne gli esiti.Questa cronica riluttanza a trarre i debiti insegnamenti dalla storia potrebbe comportare un prezzo alquanto oneroso da pagare, se l’ondata rivoluzionaria che sta spazzando l’Africa del Nord e il Medio Oriente si dovesse infrangere con lo stesso impatto devastante della maggior parte delle ondate rivoluzionarie. Benjamin Franklin e Thomas Jefferson plaudirono alla rivoluzione francese. Il primo scrisse che «i francesi avevano fatto pratica di libertà in questo paese, e … adesso l’hanno procurata a loro stessi». Jefferson arrivò a difendere i giacobini, responsabili del sanguinario Regno del Terrore. «La libertà della terra intera dipendeva dalla riuscita di questa sfida – scrisse nel 1793 – ma si è mai vinto un premio senza pagare un prezzo così esiguo in termini di sangue degli innocenti? Avrei preferito vedere desolata metà della terra, che fallita la rivoluzione». ( Sole24Ore)
Franklin, Madison, Jefferson, tutti uomini che firmarono l’indipendenza americana, padri fondatori del sogno americano, uomini ai quali in una maniera e nell’altra sono state attribuite parole di fuoco contro le banche e il loro potere, uomini che conoscevano i rischi di una Democrazia.
In una citazione di cui non si conosce l’autenticità , James Madison, quarto presidente degli Stati Uniti suggerische che … “We are free to-day substantially, but the day
will come when our Republic will be an impossibility. It will be an impossibility because wealth will be concentrated in the hands of a few. A republic cannot stand upon bayonets, and when that day comes, when the wealth of the nation will be in the hands of a few, then we must rely upon the wisdom of the best elements in the country to readjust the laws of the nation to the changed conditions… ovvero “Siamo sostanzialmente liberi, ma verrà il giorno in cui la nostra Repubblica diverrà impossibile, perché la ricchezza sarà concentrata nelle mani di pochi. Una repubblica non può appoggiarsi sulle baionette, e quando quel giorno arriverà, quando la ricchezza della nazione sarà nelle mani di pochi, allora dovremo fare affidamento sulla saggezza dei migliori elementi nel paese per riaggiustare le leggi della nazione alle mutate condizioni “.
Se l’affermazione di Madison fosse vera sarebbe drammaticamente attuale oggi , non solo in America ma in tutto il mondo, dove la classe media è stata devastata da un manipolo di dementi esaltati che sta distrugendo la Democrazia, un’oscura oligarchia politico-finanziaria, che ha sequestrato le nazioni e il futuro delle Giovani Generazioni…ma si è mai vinto un premio senza pagare un prezzo così esiguo in termini di sangue degli innocenti? Avrei preferito vedere desolata metà della terra, che fallita la rivoluzione».
E’ tempo di rivoluzione! Non ho assolutamente idea di come avverrà, ma quello che è assolutamente chiaro è che oggi abbiamo ormai superato il limite di non ritorno, il limite che separa un’immensa crisi antropologica da alcune leggende metropolitane ad uso e consumo di un popolo tenuto all’oscuro di tutto, un popolo ingenuo, un popolo inconsapevole, spesso e volentieri connivente.
Recentemente il banchiere più pagato al mondo Jamie Dimon, di JPMorgan ha dichiarato che … “Acting like everyone who’s been successful is bad and because you’re rich
you’re bad, I don’t understand it…” Agire come tutti coloro che hanno avuto successo è male e se sei ricco tu sei cattivo, io non lo capisco… a volte ci sono le mele marce ma non comprendo perchè bisogna denigrare tutti ha aggiunto l’immacolato Dimon.
Milioni di dollari per questi uomini d’oro che non sono cattivi ma che hanno un unico problema ovvero quello di guadagnare miliardi solo ed esclusivamente attraverso frodi e manipolazioni, manipolazioni quotidiane che permettono di truffare e rubare ogni giorno quello che attraverso normali operazioni di intermediazione del credito non sarebbero mai in grado di ottenere.
Un manipolo di avvoltoi e sciacalli che opera nella più assoluta opacità, spesso e volentieri in paradisi fiscali, eludendo ed evadendo il fisco, reciclando denaro sporco, transando quotidianamente armi e sangue, tradando la morte di milioni di esseri umani, eccoli i “Masters of the Universe” un manipolo di cocainomani che ritiene di meritare miliardi di dollari creati da nulla, un mondo di carta che deve essere incendiato nella sua versione demenziale, un rogo che riporti alla luce una finanza responsabile.
Questa è gente che deve finire dietro le sbarre, abbiamo bisogno di una nuova Norimberga prima che il mondo si incendi, abbiamo bisogno di Giustizia, di fermare questo manipolo di esaltati, colpirne uno per educarne cento!
Si le persone li odiano perchè sono invidiose del loro successo, dicono loro, ma come si fa ad essere invidiosi di un parassita, di parassiti che basano i loro successi su frodi quotidiane e manipolazioni dei mercati.
Come dice Matt Taibbi bisognerebbe chiederlo alla gente della contea di Jefferson in Alabama cosa ne pensano di questi poveri ragazzi.
Una contea in fallimento anche grazie a JPMorgan, la banca di Dimon, che ha utilizzano intermediari, per corrompere funzionari locali, si corrompere con denaro contante, orologi e vestiti, per accendere degli “innocenti” e onerosi interest-rate swap che nel 90 % dei casi sono a vantaggio della banca che gli emette.
Vi ricorda nulla la situazione di alcune amministrazioni locale italiane, la vicenda di alcune innocenti banche italiane tutt’ora in corso!
Ora gli abitanti della Contea di Jefferson hanno il futuro ipotecato da JPMorgan, il mondo intero è ipotecato da questo gruppo di falliti incompetenti che hanno avuto successo manipolando e frodando il mondo con l’aiuto di alcuni ingenui ed avidi politici e amministratori locali.
In questi anni ho fatto fatica a non vomitare indagando e osservando quello che stava accadendo nel mondo finanziario, ma ancora oggi mi chiedo come è possibile che un gruppo di esaltati pericolosi criminali siano ancora tutti ai loro rispettivi posti e ci stiano trascinando giorno dopo giorno in un autentico inferno, speculando contro le Nazioni con i soldi che le Nazioni hanno messo a loro disposizione, evitando il fallimento di un branco di poveri incompetenti criminali, probabilmente gli unici che razionalmente in questa crisi hanno perseguito sino in fondo il loro interesse aiutati da una classe politica connivente e a sua volta impresentabile.
Sono gli stessi sciacalli ed avvoltoi che stanno scommettendo sulla fine dell’Euro grazie ad un demenziale progetto europeo, impresentabile politicamente e finanziariamente, costruito su un fallimento, il fallimento dell’Europa delle monete e dei capitali prima che dei suoi popoli, un branco di lupi affamati di sangue e denaro, avidi nell’anima, che terrorizzano quotidianamente la fantasia e la realtà di milioni di cittadini, manipolando quotidianamente spread, CDS e derivati, accompagnati in questo compito dal qualche idiota, figlio del libero mercato, non importa se economista o pseudoanalista, che sussurra l’essenza della speculazione, la sua parte edificante.
Sono poveri esaltati che si proclamano messaggeri di dio in terra, mani di dio, come ho scritto nel mio libro… ” In un intervento a una tavola rotonda presso la St. Paul’s Cathedral di Londra, un consigliere della maggiore banca d’investimento mondiale, la Goldman Sachs International, difese i bonus che la stessa banca distribuiva ai suoi di
pendenti, in un anno di profitti record, ritenendo che avrebbero contribuito a sostenere l’economia. Queste furono le sue emblematiche parole: «L’ingiunzione di Gesù di amare gli altri come se stessi è l’estensione stessa del fare il proprio interesse. Noi dobbiamo tollerare le disuguaglianze in quanto mezzo per raggiungere maggiori prosperità e opportunità per tutti […]. Qual è il prezzo della moralità?» (Brian Griffiths, già consigliere speciale dell’ex primo ministro britannico Margaret Thatcher).
Qual è il prezzo della moralità nel mercato? Gran bella filosofia, non c’è che dire: nella finanza, l’etica sarebbe un inutile ostacolo sulla via che conduce alla felicità per tutti. Viene da pensare anche alle parole dell’amministratore delegato di un’altra grande banca inglese, John Varley, che, addirittura dal pulpito di una chiesa di Londra, affermò che il cristianesimo è compatibile con una giusta ricompensa e che il profitto non è affatto satanico. Sarebbe interessante chiedere al signor Varley dentro a quale cruna dell’ago pensa di far passare i bonus miliardari del sistema finanziario mondiale.
Ma ascoltate cosa ci racconta Bloomberg… At a lunch in New York, Stemberg and Allison shared their disdain for Section 953(b) of the Dodd-Frank Act, which requires public companies to disclose the ratio between the compensation of their CEOs and employee medians, according to Allison.
Durante un pranzo a New York, Stemberg e Allison hanno condiviso il loro disprezzo per la sezione 953 (b) del Dodd-Frank Act, che richiede alle aziende pubbliche di rivelare il rapporto tra i compensi dei loro amministratori delegati e il salari medi dell’impresa una regola folle la definiscono questi poveri ragazzi.
Ormai vi sono manager che guadagnano almeno dalle 350 alle 450 volte il salari medio dei propri collaboratori e questi illuminati parlano di attacco distruttivo “Instead of an attack on the 1 percent, let’s call it an attack on the very productive,” “This attack is destructive.”… idioti!
Alla domanda se era disposto a pagare più tasse in un intervista 30 novembre con Bloomberg Television, il Ceo di Blackstone Group,Schwarzman ha ricordato che le famiglie a basso reddito in America non pagano imposte!
Attaccare il sistema finanziario è un errore perchè contribuisce ad un’economia più sana ha detto il capo di questo gruppo di sciacalli che depreda da anni l’economia con una leva demenziale.
Affascinante no, quando sostengono queste cose statene certi ne sono convinti, diversamente sarebbero tutti da rinchiudere in un manicomio e invece sono a piede libero che quotidianemente decidono le sorti dell’economia, la nostra sorte.
Private Equity che supportati dalle banche d’affari distruggono spesso e volentieri aziende supportati da qualche povero ingenuo che quotidianamente racconta come questi innocenti strumenti finanziari servono a stimolare la parte migliore di un’impresa altrimenti fallita!
Il ceo di Blackstone è il simbolo degli eccessi di un manipolo di dementi che ha giocato con i soldi dei contribuenti e dei risparmiatori gentilmente messi a disposizione dai banchieri, uno che mentre nel 2008 la crisi esplodeva ha speso 5 milioni di dollari per festeggiare un quotazione in borsa che ha reso oltre 670 milioni di dollari alla sua società distruggendo nel giro di un anno più del 75 % del capitale di un numero imprecisato di ingenui e fessi investitori che avevano contribuito all’IPO Blackstone.
Come dice Taibbi ora questo illuminato ci dice che l’America è in crisi perchè i poveri non hanno investito abbastanza nel futuro della società a differenza dei miliardari come lui, perchè i poveri non hanno le stesse motivazioni dei ricchi, la motivazione per rendere l’America un posto migliore.
Anche Paulson, il manager di un hedge fund che ha fatto miliardi scommettendo contro il mercato immobiliare, uno di quelli che insieme a Goldman Sachs e alle altre banche d’affari con frodi e manipolazioni, prodotti strutturati ad hoc ha provocato scientificamente il collasso del mercato, piazzando immondizia e scommettendoci contro. Ma leggetevelo questo pezzo di Bloomberg c’è abbastanza per riuscire a vomitare ascoltando alcuni parassiti di questo sistema!
Bank of America ha accettato di pagare 335 milioni di dollari per risolvere una causa intentata contro la divisione Countrywide Financial, accusata di aver fatto pagare tassi più alti sui mutui ad afroamericani e ispanici. E’ il più grosso pagamento extragiudiziale per discriminazione nel settore mutui mai avvenuto.
La cifra sarà versata a oltre 200.000 mutuatari che si sono visti affibbiare tassi più alti della media su prestiti sia prime che subprime, oppure che avrebbero potuto avere un mutuo prime ma sono stati indirizzati verso un più costoso subprime, tra il 2004 e il 2008
America24
Ma stiamo scherzando una multa e via, una transazione qualunque e tutto si cancella! No si vanno a prendere i responsabili a tutti i livelli, dai manager ai dipendenti di Countrywide e si processano e devono essere costretti a pagare in prima persona, per crimini contro l’ Umanità.
Lo so state ridendo, non cambierà mai nulla ma solo perchè ognuno di Voi ormai è anestetizzato, disilluso, vi hanno abituato a considerare routine ogni tipo di frode, manipolazione, inganno.
Si lo so è meglio sorridere, sino a quando non toccherà a Voi!
Vi lascio con un pezzo di Federico Rampini apparso su Repubblica alcuni passaggi davvero interessanti, sparsi qua e la, mai in prima pagina per non dare fastidio, per non disturbare, si per non disturbare! In fondo è solo un sogno, un lungo e fastidioso sogno…
La contraddizione del nostro tempo viene catturata nella vignetta satirica del New York Post, il giorno in cui Barack Obama crea un maxi-ingorgo nel traffico di Manhattan per una visita che coincide con l’inaugurazione delle spettacolari decorazioni natalizie al Rockefeller Center. Nel disegno il presidente si affaccia dalla limousine blindata per rispondere ai manifestanti di Occupy Wall Street: “Mi spiace, sono qui per incontrare l’1%”.
Ed è vero, quella sera Obama partecipa a una delle cene più esclusive per la raccolta di finanziamenti della sua campagna elettorale, con dovizia di banchieri di Wall Street. Non si amano molto fra loro, ma la politica è la politica, e quando si approssimano le elezioni le manovre di avvicinamento tra i poteri forti del governo e della finanza sono inevitabili.
Eccoli i “Masters of the Universe”, guardateli in queste foto i padroni dell’universo: svizzeri o americani, il pianeta è sempre nelle loro mani. Da noi entrano al governo (Corrado Passera) o si candidano come politici di sinistra (Alessandro Profumo).
Altrove continuano a fare il loro mestiere: distruggere ricchezze collettive. La fanno franca, sistematicamente, nonostante l’ondata di sdegno sollevata dalle loro malefatte a partire dal 2008, l’origine della Grande Contrazione in cui viviamo.
I banchieri si salvano sempre, come Kevin Davies di Mf Global: questa banca ha fatto crac un mese fa, il più grosso disastro dopo la Lehman, eppure lui è stato “promosso”: assunto addirittura come consulente speciale della città di New York… per la gestione dei suoi fondi pensione.
Capito ragazzi nella città di New York hanno assunto un pedofilo per gestire l’asilo dei fondi pensioni…
Non così fortunati sono i dipendenti di questa oligarchia. (…) È toccato a 1.066 dipendenti di Mf Global ricevere il temuto “foglio rosa” (che qui è la lettera di licenziamento), con obbligo immediato di sgombrare gli uffici.
Li hanno visti uscire alla spicciolata, ripresi dalle telecamere, per poi rifugiarsi in qualche bar lì vicino: il più gettonato è Papillon, Midtown Manhattan, che quel giorno ha fatto il record di vodke e martini. Il destino dei dipendenti di Mf Global ha fatto più notizia di altri licenziamenti di massa – che pure continuano – per due ragioni.
Ora fors
e alcuni dei suoi ex dipendenti licenziati prestano un’attenzione diversa agli slogan di Occupy Wall Street. L’altra ragione d’interesse per Mf Global, è la meccanica del fallimento: questa società di broker, che sotto Corzine si era allargata fino a diventare una vera investment bank, è stata la prima vittima eccellente della sfiducia verso il debito italiano. Ottava bancarotta per dimensioni nella storia Usa, la Mf Global è stata affondata da 6,3 miliardi di dollari di investimenti in bond dell’eurozona, la metà dei quali in titoli pubblici italiani.
E questa storia degli investimenti in titoli di Stato dalla dubbia solidità, apre un’altra finestra sul mondo ovattato, privilegiato, arrogante e onnipotente dei banchieri. Sui loro errori, persistenti e recidivi. Sulla loro impunità. Da sempre. Soffermatevi sul termine “bancarotte sovrane”, e sul sinonimo default. Si sente parlare di questi eventi come se fossero delle catastrofi abbastanza eccezionali, in particolare per ciò che riguarda i paesi sviluppati.
Il default della Grecia viene evocato come un evento drammatico anche perché inusuale. Eppure da quando esiste lo Stato greco moderno, cioè dall’indipendenza del 1829, “questo paese ha passato la maggior parte della sua storia in una situazione di default, o nei postumi di un default”. È quel che leggo nel testo che dovrebbe essere la Bibbia di questa crisi, Questa volta è diverso di Kenneth Rogoff e Carmen Reinhart (pubblicato in Italia dal Saggiatore). L’illuminante analisi di Rogoff e Reinhart è nota soprattutto per altre conclusioni a cui giungono.
Per esempio la constatazione che le recessioni scatenate da crisi bancarie sono molto più gravi e più lunghe delle altre, i loro effetti stentano a essere riassorbiti, sicché la durata media arriva a sette anni. Il che significa che non possiamo aspettarci di essere fuori dal tunnel prima del 2015.dke e martini. Il destino dei dipendenti di Mf Global ha fatto più notizia di altri licenziamenti di massa – che pure continuano – per due ragioni.
La prima è che a pochi isolati di distanza dalla sede della Mf Global c’è Zuccotti Park, epicentro di Occupy Wall Street, il movimento che protesta proprio contro le malefatte dei banchieri: come quel Jon Corzine che si credeva un genio sia della finanza che della politica, fu numero uno di Goldman Sachs e governatore del New Jersey, prima di trascinare nel crac la Mf Global per i suoi investimenti sbagliati

I lettori di Icebergfinanza sanno di cosa si parla, la loro Consapevolezza va al di la di giornali e televisioni, al di là di cieli blu infiniti politicamente corretti!
Ma l’aspetto fondamentale del lavoro compiuto dai due economisti è lo spessore storico. L’ignoranza della storia, che accomuna molti economisti e la quasi totalità dei banchieri, spiega la facilità con cui di fronte a ogni bolla speculativa, follìa finanziaria, eccesso di “hubris” capitalistica ci si convince che “questa volta è diverso” e la catastrofe non ci colpirà. In fatto di bancarotte sovrane, la Grecia non è un caso a parte.
In “otto secoli di follie finanziarie” il default degli Stati è un comportamento talmente diffuso e frequente da rappresentare la normalità, non l’anomalia. E non è affatto vero che sia prerogativa dei paesi emergenti. Questo è un pregiudizio del nostro Occidente-centrismo. In realtà i default hanno colpito con frequenza anche nel cuore del capitalismo.
Dunque perché i banchieri non studiano la storia, anziché raccontarci favole sulla crisi greca come fosse un evento imprevisto?
La chiave sta nel fatto che, malgrado la normalità dei default, non sono mai i banchieri a pagarne le conseguenze di tasca propria. Non è un caso se il movimento di protesta mondiale ha guardato a Wall Street come al centro di ogni male. Wall Street, la stretta e buia via riconoscibile per la statua del toro, e quei pochi isolati circostanti sulla punta meridionale di Manhattan dove hanno sede le principali banche e società di trading, quello è il luogo per eccellenza dove l’1% (o forse molto meno) della società si è arricchito grazie a un meccanismo infernale e distruttivo, la speculazione finanziaria che ha trascinato il mondo nella più grave crisi dagli anni Venti.
Il richiamo al 1929 è inevitabile: anche allora tutto ebbe inizio da un crac di Wall Street. Forse in omaggio alla “leggenda” del 1929, quando Oliver Stone ha girato il secondo film Wall Street ha sentito bisogno di inserirci il suicidio di un banchiere. Nella realtà, nessun chief executive di Wall Street si è tolto la vita. Se è per questo “nessun banchiere è finito in galera per la crisi del 2008″. come ha ricordato il produttore di un altro film, il documentario Inside Job, dedicato al disastro del capitalismo finanziario.
Si nessuno è finito in galera per questa devastazione, Icebergfinanza è qui che lo ripete da oltre tre anni, innascoltato, quanto tempo manca ad una nuova rivoluzione, quanto tempo ad una nuova Norimberga, quanto tempo prima che la rabbia esploda e ripercorra la storia?
In carcere è finito solo Bernie Madoff, un truffatore ingegnoso ma minuscolo rispetto ai veri potentati della finanza. Wall Street ha licenziato molto: decine di migliaia di bancari, in ondate successive di ristrutturazioni, nel 2009 e ancora nel 2011. Pochi banchieri invece hanno perso il posto, tra le rare eccezioni quelli che hanno fatto crac senza riuscire ad aggrapparsi ai paracadute degli aiuti di Stato: Dick Fuld alla Lehman e Corzine alla Mf Global sono i due unici chief executive ad aver pagato.
Sempre però dopo avere intascato anni di superstipendi, garanzia di una vecchiaia opulenta. Se Wall Street è riuscita ad evitare un processo alle sue colpe, una vera resa dei conti con l’establishment della finanza, è perché il suo peso politico resta formidabile. Quando Obama ha voluto mettere alla testa della nuova authority per la protezione del risparmiatore la giurista Elizabeth Warren, avversaria implacabile dei banchieri, la sua nomina è stata affossata al Senato di Washington dai repubblicani legati a doppio filo con Wall Street.
Quando il presidente a inizio mandato osò stigmatizzare pubblicamente i superstipendi dei banchieri, fu accusato di essere “anti-economia di mercato, quindi antiamericano”.
La forza nascosta di Wall Street sta proprio lì, ancora più che negli assegni staccati per finanziare i politici: la piazza finanziaria più importante del pianeta è diventata anche il simbolo di un’ideologia, un deposito di valori non solo pecuniari ma culturali.
Io personalmente aggiungerei solo che loro sono dappertutto, loro sono nelle accademie, nelle università, nelle scuole di manager, questo branco di falliti parassiti, sono nel cervello dei Vostri figli, dei Vostri nipoti. Loro controllano ogni respiro di questo sistema fallito e Voi non ve ne accorgete, gregge che segue il loro pastore, il libero mercato, la crescita, la flessibilità, la deregulation, tutti dogmi o idoli che quotidianamente vi vengono somministrati a piccole gocce, soprattutto oggi che siete shockati o terrorizzati dalle urla del fallimento del nostro Paese.
In una crudele ambiguità i banchieri parlano di “creazione di valore” quando ristrutturano, licenziano, per far lievitare il corso delle azioni. Il primato del capitale: Wall Street significa questo. È la sindrome del bambino della porta accanto, quello che ha sempre i giocattoli più belli, la spiegazione scientifica per lo scandalo delle loro superpaghe.
In questi tempi di crisi economica acuta, con 25 milioni di disoccupati, c’è un’America dove qualcuno viene licenziato per scarso rendimento e si ritrova con milioni di dollari in tasca. Nell’America dove gli operai di Gm e Chrysler si son visti dimezzare lo stipendio e decurtare le pensioni, l’unica categoria che ha dei “diritti acquisiti” rigidissimi è l’oligarchia manageriale. Com’è possibile?
Del tema scottante si sono occupate tre équipe di ricercatori, guidate
rispettivamente da Michael Faulkender (University of Maryland), Jun Yang (Indiana University) e John Bizjak (Texas Christian University). Usando la documentazione raccolta dalla Sec, l’organo di vigilanza sulle società quotate in Borsa, gli studiosi hanno raggiunto la stessa conclusione. Il 90% dei consigli d’amministrazione delle banche al momento di assumere un nuovo amministratore delegato fissano la sua paga guardando alle paghe dei suoi simili.
E con una regola precisa: invocando il pretesto che bisogna “attirare i migliori”, le paghe dei neoassunti devono essere “superiori al compenso mediano”. Quindi la spirale perversa che spinge sempre più su le paghe dei top manager ha una causa semplice: il tuo chief executive va pagato più di quello della porta accanto. È così che dagli anni 70 i compensi dei top manager sono più che quadruplicati (in potere d’acquisto reale) mentre lo stipendio medio dei dipendenti è arretrato del 10%.
L’hanno battezzata anche la “sindrome del Lago Wobegon”, dal luogo immaginario inventato dall’animatore radiofonico Garrison Keillor, “dove tutti i bambini sono superiori alla media”. Peccato che non possa dirsi altrettanto per la maggioranza degli americani. Robert Sutton, stimato docente di Stanford, ora costringe i suoi studenti a rileggere Il principio di Peter.
Magnifica caricatura del mondo delle aziende scritto da Laurence Peter e Raymond Hull ben 40 anni fa, quel piccolo capolavoro torna a essere di attualità esplosiva. Il teorema di base, detto appunto il principio di Peter, è questo:
“In una gerarchia, ognuno tende a salire fino a raggiungere il proprio livello di incompetenza”.
Secondo Sutton serve a illustrare l’ascesa al potere della Superclasse che governa il capitalismo mondiale. “Avendo conquistato posizioni nelle quali sono destinati a fallire – sostiene Sutton – cominciano a usare un arsenale di tattiche per dissimulare la loro incompetenza.
Distraggono l’attenzione dai loro errori spostando sistematicamente la colpa su altri.
L’inganno diventa lo strumento per creare l’illusione di un progresso.
Oggi noi siamo sommersi da una marea di imposture, create da quel modo di pensare e di agire”.
Chiedo scusa se ho violentato qualche sogno o qualche speranza, qualche sindrome di Peter Pan. Niente paura, un’articolo come tanti altri da leggere e dimenticare, un’articolo di un visionario qualunque, nascosto su un veliero fantasma.
Mi raccomando non fatelo girare troppo, non condividetelo, non raccontate quello che avete letto, nessuno vi crederebbe, in fondo si tratta solo di un sogno, un brutto sogno, un incubo, uno di quelli incubi che non dovranno mai raggiungere la Consapevolezza degli italiani.


Citazione
illupodeicieli
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Occorre distinguere la crisi di nazioni come la nostra ad esempio, e cosa è successo e succede negli Usa, cosa avviene in queste banche o pseudo banche. Che poi le cose si possano collegare o influenzare è diverso. Nel primo caso non è stato volutamente coinvolto l'elettorato, il cittadino: non gli è stato chiesto che cosa voler fare, che suggerimenti adottare tra quelli che un valido gruppo di "saggi", di esperti, avrebbe dovuto proporre. Nel secondo caso, quello dei mutui fasulli, lì concordo con il fatto che i responsabili ci sono e sono stati individuati: non comprendo perchè non vengano puniti come dovrebbero.E mi viene il dubbio che siano ,alcuni di questi, come quelli promossi sul campo, a conoscenza di segrete cose per cui è meglio lasciarli stare: al contrario della manovalanza che può essere sacrificata ed è,come in ogni dove, sacrificabile. Tuttavia anche in questo caso potrebbero essere utilizzati alcuni di questi manovali per evitare che sciagure di questo tipo, che riguardano non dobbiamo dimenticarlo esseri umani, persone come noi, e che forse nella sfiga che impera potrebbero davvero arrivare fino in casa nostra, proprio per monitorare e verificare se ci sono intrecci, cose nascoste che a primo acchito non si vedono e non si possono vedere.


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dana74
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eh già, considerazioni del tutto condivisibili solo che saremmo punto e a capo se

"E’ tempo di rivoluzione! Non ho assolutamente idea di come avverrà, ma quello che è assolutamente chiaro è che oggi abbiamo ormai superato il limite di non ritorno,"

a fare tale rivoluzione fosse chi ha fino ad oggi SOSTENUTO AVALLATO INCORAGGIATO E PROMOSSO i fautori dell'arricchimento di pochi.

Basta vedere le piazze deserte di coloro che se ne ritengono i titolari per capire le loro intenzioni collaborazioniste e vendute.

Sempre costoro sono inoltre il megafono della soppressione degli altri popoli voluta da Washington, costoro che si definiscono antirazzisti che hanno tifato per la distruzione della Libia ed ora della Siria.

Se a capitanare una rivoluzione fossero sti soggetti, meglio scappare su un'isola deserta.


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