Ogm e lungo periodo
 
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Ogm e lungo periodo


Tao
 Tao
Illustrious Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 33516
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Da una mia iniziale contrarietà pressoché assoluta agli ogm sono passato a un atteggiamento più flessibile quando mi sono accorto che paesi come Francia e Italia sono fieri avversari di queste colture perché vedono in esse una minaccia alla propria posizione di leader nel settore agroindustriale. Un po’ come quando l’Italia dice che il latte prodotto a sud delle Alpi è il migliore del mondo solo per proteggersi dalla devastante concorrenza francese e olandese, che non è possibile arrestare neanche con il sistema delle quote (voluto praticamente solo da noi).

Il discorso sugli ogm è molto complesso e ora vorrei discuterne un solo aspetto. Avendo raccolto informazioni in merito sono giunto alla conclusione che i suoi avversari hanno un solo valido argomento da opporre: quello degli effetti nel lungo periodo.

Secondo questo argomento organismi che hanno impiegato migliaia di anni (o centinaia, nelle varietà animali e vegetali domestiche) per sviluppare determinate caratteristiche genetiche, hanno interagito per tutto il tempo con un ambiente che rimandava indietro un feedback capace di certificare il potenziale adattativo dei nuovi geni. Di conseguenza la nuova varietà si inseriva nell’ambiente capace di sopravvivere, e soprattutto capace di non alterare in modo troppo pernicioso l’equilibrio ecologico preesistente.

Con il Dna ricombinante tutto ciò viene a mancare. L’alterazione genetica avviene non più in un habitat naturale ma in laboratorio, e in tempi immediati. Se introduciamo questo organismo nell’ambiente siamo in grado di cogliere solo conseguenze contigue in termini spazio-temporali — e forse neanche tutte — ma non vediamo le ripercussioni più remote.

L’argomento mi pare sensato. Una buona analogia è quella dell’instabilità che può provocare al nostro computer l’installazione di una nuova add-on che lì per lì sembra funzionare bene, ma che prima o poi dà problemi per via di conflitti di memoria che qualche parte del suo codice produce nell’interazione con il sistema operativo o altre applicazioni. Con una differenza: che mentre sul nostro Pc possiamo fare operazioni guidate di disinstallazione che rimuovano in modo netto il problema, l’immissione di nuovi geni nell’ambiente può essere irreversibile.

L’unico problema che ho con questo argomento è che esso viene spesso invocato come pietra tombale sull’intero discorso ogm, e contiene sottotoni apocalittici che sottintendono una visione mistica della natura: “Madre Natura non vuole che giochiamo agli apprendisti stregoni”.

Se pensiamo all’enorme posta in gioco — ad esempio la possibilità di coltivare specie vegetali nelle aree desertiche o nelle tundre polari — mi sembrerebbe più ragionevole sviluppare strumenti di monitoraggio e controllo che estendano nel lungo periodo la nostra capacità di intervento per risolvere i problemi.

Gianluca Bifolchi
Fonte: http://subecumene.wordpress.com
Link: http://subecumene.wordpress.com/2010/02/09/ogm-e-lungo-periodo/
10.02.2010


Citazione
SempreIo
Trusted Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 65
 

la possibilità di coltivare specie vegetali nelle aree desertiche o nelle tundre polari

L'autore dice bene. E allora, che Zaia conceda il patrocinio del suo Ministero per un gruppo di esperti, ricercatori e scienziati da inviare in quelle zone per effettuare esperimenti e monitoraggi sul campo.

I campi italiani - e possibilmente quelli europei - che tririno avanti ancora un po' con le sementi selezionate naturalmente: un metodo che sembra abbia fatto bene il suo lavoro da parecchi anni a questa parte.


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