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Pace-Convegno del 25 aprile a Verona:tra silenzi,omissioni..


marcopa
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da www.sibialiria.org

IL CONVEGNO DEL 25 APRILE ALL’ARENA DI VERONA: TRA SILENZI ED OMISSIONI, CONTRADDIZIONI E CONFLITTI DI INTERESSE.

29 APRILE 2014

I risultati del convegno che si è svolto nel giorno della Liberazione all’Arena di Verona, per quanto emerge dai resoconti di “arenadipaceedisarmo.org”, sono caratterizzati, come purtroppo ampiamente previsto, da parole d’ordine ispirate ad un pacifismo generico e da una proposta concreta che entra in evidente contraddizione con la realtà dei fatti che avvengono nel mondo, che anzi vengono sempre sistematicamente ignorati.

Naturalmente è certamente condivisibile la richiesta di annullamento dell’acquisto delle costose macchine di morte chiamate F-35 e sono apprezzabili gli inviti, peraltro generici, a sostenere campagne per un disarmo generale, che pure sono stati presentati nell’ambito del convegno.

Ma perché gli organizzatori ed i partecipanti non sono scesi sul terreno dei fatti concreti che stanno avvenendo nel mondo e che dimostrano un pericoloso e tragico scivolamento verso scenari di guerra totale? Perché non denunciare il chiaro coinvolgimento dello stesso governo italiano in questi fatti?

Per ricordare solo i fatti più importanti:

Da più di 12 anni le nostre truppe sono impegnate, insieme ad altre truppe della NATO, in una sanguinosa guerra in Afghanistan che sta finendo di distruggere quel martoriato paese.

Negli anni ’90 le nostre truppe hanno partecipato, insieme ad altre truppe della NATO, alle guerre contro la Yugoslavia che hanno portato al definitivo smembramento di quel paese.

Nel 1999 il nostro governo ha aderito ad un rinnovamento dei trattati NATO che hanno trasformato l’alleanza da organizzazione difensiva in un’alleanza offensiva. In seguito l’alleanza è stata aggressivamente spostata verso l’Est Europa inglobando paesi dell’ex-Patto di Varsavia, dell’ex-Yugoslavia e dell’ex-Unione Sovietica, arrivando a schierare basi e batterie di missili quasi ai confini della Russia in Polonia, Repubblica Ceca, ecc.

Nel 2003 le basi militari italiane sono servite a lanciare un micidiale attacco distruttivo contro l’Iraq sulla base di bugie evidenti (le famose armi di distruzione di massa).

Nel 2011 l’esercito italiano ha partecipato direttamente all’attacco della NATO contro la Libia che ha ridotto quel paese, un tempo il più ricco dell’Africa, nel caos totale.

Dal 2011 ad oggi il governo italiano partecipa alle riunioni del gruppo “amici della Siria” dove vengono programmati finanziamenti ed aiuti militari alle bande di fanatici che stanno devastando e tentando di destabilizzare il paese.

Il governo italiano appoggia attualmente il tentativo degli USA e di alcuni paesi europei di estendere l’influenza della NATO anche sull’Ucraina, dove un colpo di stato di estrema destra, ispirato direttamente dagli USA, ha abbattuto il presidente Janucovitch eletto in regolari elezioni. Ricordiamo che l’azione statunitense era stata apertamente rivendicata, già prima dell’inizio dei disordini a Kiev, dalla vice-ministra degli Esteri statunitense, Sig.ra Nuland, che aveva anche indicato il nome del nuovo presidente Yaseniuch, poi effettivamente imposto dai golpisti.

Nel meeting di Verona, invece di esaminare questi concreti problemi e denunciare le eventuali responsabilità, la proposta principale è stata quella di spostare fondi nell’ambito del Ministero della Difesa italiano dalle spese militari ad un Dipartimento di Difesa Civile. Lo scopo sarebbe quello di finanziare dei Corpi Civili di Pace che dovrebbero, ad esempio, fare azioni di interposizione in caso di guerre. Ci risulta tra l’altro che già circa 9 milioni di Euro siano stati forniti dal governo italiano per attività già svolte da organizzazioni presenti al meeting.

Ma gli organizzatori del convegno non si sono resi conto dell’inestricabile groviglio di contraddizioni e conflitti di interesse che questa proposta creerebbe in assenza di un’analisi concreta della situazione esistente.

Visto che in concreto tutte le ultime guerre scatenate negli ultimi 20 anni hanno visto la partecipazione della NATO e dello stesso governo italiano, i Corpi di Pace dovrebbero essere finanziati da quello stesso governo che scatena guerre violando l’art. 11 della nostra Costituzione? Forse i membri dei Corpi di Pace dovrebbero fare azione di interposizione tra due schieramenti di cui uno è finanziato dal medesimo governo che dovrebbe finanziare i Corpi stessi?

Ci si può anche chiedere: i costosi e sofisticatissimi F-35 della Lockeed contro chi dovrebbero essere schierati? Contro i prossimi nemici della NATO come sembra debbano essere considerati Russia e Cina, potenze emergenti che fanno ombra agli USA? E se invece degli F-35 fossero schierati gli Eurofighters di fabbricazione europea, questo sarebbe più accettabile?

Si può ritenere che i silenzi e le evidenti omissioni degli organizzatori e partecipanti di Verona su ciò che sta concretamente avvenendo nel mondo di fatto servano a coprire le contraddizioni cui le loro proposte ed il loro pacifismo generico vanno inesorabilmente incontro.

Vincenzo Brandi (della Rete No War Roma)

http://www.sibialiria.org/wordpress/?p=2361


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marcopa
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Di pace e disarmo

Note a margine dell'Arena di Pace del 25 Aprile

di Gianmarco Pisa

Alla vigilia della kermesse della “Arena di Pace e Disarmo” (arenapacedisarmo.org) si moltiplicano le riflessioni destinate ad accompagnare i diversi profili tematici di quella che si annuncia come la manifestazione più importante del movimento italiano per la pace, almeno insieme alla prossima Marcia della Pace Perugia-Assisi (www.perlapace.it) in programma per il 19 Ottobre, di quest'anno.

Certo, non hanno mancato di destare sconcerto alcune presenze, diciamo così, controverse, in primo luogo quella di Simone Cristicchi, già coinvolto in una lunga polemica (ilmanifesto.it/magazzino-18-cristicchi-e-la-storia-secondo-un-archivista-distratto) per il carattere neo-revisionistico del suo ultimo spettacolo sul fronte orientale (“Magazzino 18”), polemiche che pure, per altro verso, hanno avuto il “merito” di rimettere attenzione sulla controversa vicenda del fronte orientale, degli episodi di guerra, della pulizia etnica fascista, delle “foibe” e delle eredità del conflitto e della liberazione.

Le vicende di guerra, dunque, tracimano, precipitando quotidianamente nel nostro presente. Intanto, le vicende del passato, che non riguardano solo il secondo, quanto oggi soprattutto il primo conflitto mondiale: basti considerare la pubblicistica, eminentemente occidentale, su cause e responsabilità dello scoppio del conflitto, le ambiguità delle kermesse internazionali che “celebrano” il centenario tra sponsor non esattamente di pace (non solo USAID) e partecipazioni non esattamente bilanciate (i serbi ampiamente esclusi), come nel caso, assai controverso, del Sarajevo Peace Event di Giugno 2014 (firstlinepress.org/sarajevo-2014-commemorazioni-di-pace-commemorazioni-di-guerra).

E poi le vicende del presente, che evidentemente continuano ad imbarazzare, anche tra le forze più consapevoli a sinistra, analisi a volte superficiali e sbrigative. Basti considerare una recente presa di posizione, in merito all'invio di “forze di pace” in Ucraina, da parte di Francuccio Gesualdi (listatsipras.eu/blog/item/2338-aiutiamo-l-ucraina-con-forze-di-pace.html), alla quale sarebbe bene ricordare, almeno, che l'intervento dei Corpi Civili di Pace può avvenire solo su una, comunque leggibile, richiesta locale; deve muoversi in una cornice di legittimità e indipendenza dalle formazioni militari sul campo; e non può e non deve prestarsi a manipolazioni ed a strumentalizzazioni di sorta.

Nel caso ucraino, è bene ricordare che la “controparte” dei movimenti che si sono sollevati nelle regioni russofone è un governo illegittimo, salito al potere con un golpe, in cui una parte preponderante hanno avuta formazioni fasciste e naziste ( http://2.226.142.193/reset/content/guerra-alla-jugoslavia-quindici-anni-dopo). Forse, non è del tutto inutile ricordare che l'azione, civile, disarmata e nonviolenta, dei Corpi Civili di Pace, si sviluppa, al tempo stesso, “sopra” e “dentro” il conflitto, e, pertanto, non può prescindere da un'attenta analisi del conflitto stesso, dai suoi presupposti e le sue motivazioni, dalle sue evoluzioni e i suoi svolgimenti, sino alla dinamica e alle conseguenze, sempre dolorose, che produce.

Anche per questo, a dispetto di quanto sbrigativamente scritto in un recente documento di alcuni enti di pace per il Servizio Civile (reteccp.org/primepage/2014/ccp14/DocCCPxUNSC.pdf), i Corpi Civili di Pace svolgono una «azione civile, non armata e nonviolenta di operatori professionali e volontari che, come terze parti, sostengono gli attori locali nella prevenzione e nella trasformazione dei conflitti. L'obiettivo degli interventi è infatti la promozione di una pace positiva, intesa come cessazione della violenza ma anche come piena affermazione di diritti umani e di benessere sociale».

Di conseguenza, lungi dal «partecipare a briefing periodici sulla sicurezza con missioni militari ONU e italiane nella zona di intervento» come prescrive il - talvolta strampalato - documento per il Servizio Civile, andrebbe piuttosto ricordato che «con gli attori armati - regolari e non regolari - non sono ammesse forme di collaborazione o sinergia né scorta armata; può esserci dialogo finalizzato alla gestione nonviolenta del conflitto o scambio di informazioni sulla sicurezza, ove ciò non pregiudichi la legittimità nonviolenta della missione, in termini di modalità d’azione e di ricezione presso le parti».

Diciamo che anche stravolgere contenuti faticosamente condivisi (www.interventicivilidipace.org/wp/criteri-degli-interventi-civili-di-pace-italiani) per qualche fine altro non è esattamente un bel segnale. I CCP sono uno strumento importante, che parla di un altro modello di difesa civile, popolare, nonviolenta, di cui è bene e necessario avere cura, senza gettarlo nella mischia delle occasioni perdute. Anche per questo siamo tutti, al di là dei limiti e delle contraddizioni, fiduciosi negli sviluppi della Arena di Pace e Disarmo, «per essere parte del cambiamento che vogliamo vedere nel mondo».

Martedì 22 Aprile,2014 Ore: 19:12

http://www.ildialogo.org/cEv.php?f=http://www.ildialogo.org/pacedalbasso/AppelliNoti_1398186873.htm


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