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Pallante - Una vita da criceti


Tao
 Tao
Illustrious Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 33516
Topic starter  

Fino all'età di quattordici anni sono vissuto in una casa senza frigorifero.
Eppure, nonostante possa sembrare incredibile, il mio sviluppo psico-fisico
non ne ha risentito.

Erano gli anni Cinquanta e abitavamo in città. Nonostante ciò, non ricordo
che ce ne derivassero particolari disagi, anche se eravamo in quattro
bambini da crescere. E la nostra famiglia non era un'eccezione. Tra quelle
che frequentavamo non c'era nessuna che avesse questo elettrodomestico. All'inizio degli anni Sessanta, improvvisamente e in perfetta sincronia con i nostri conoscenti, abbiamo scoperto di sentirne la mancanza. Come in una sorta di disvelamento collettivo ci siamo resi conto che non potevamo più farne a meno per vivere dignitosamente. Da allora, chiunque mette su casa, lo considera uno dei pochi oggetti dal quale non si può prescindere, oltre al letto, la cucina, il tavo lo, un armadio e la televisione.

Ma qual è l'utilità del frigorifero? Beh, ti consente di conservare più a
lungo i cibi deperibili, per cui puoi andarli a comprare una volta alla
settimana e non ogni giorno. Tutti in fila con i carrelli davanti alle casse
dei supermercati. Senza dubbio una bella comodità. Si risparmia un sacco di tempo. E di tempo ne hai sempre così poco. Sì, ma perché ne hai poco? Perché lavori tutto il giorno e in più ti ci vuole un'ora per andare e un'ora per tornare. Nel poco che ti resta, c'è il bambino da portare a nuoto, le
commissioni, la casa da tenere in ordine. Sì, ma perché devi lavorare tutto
il giorno? Per avere i soldi necessari a pagare il frigorifero che ti fa risparmiare tempo a fare la spesa, tutti gli altri elettrodomestici che ti
fanno risparmiare altro tempo e le bollette dell'energia elettrica che consumi per farli funzionare.

Li guardi, chiusi nelle loro automobili con lo sguardo perso nel vuoto,
mentre affiancano la tua automobile ogni mattina negli interminabili
intasamenti sulle tangenziali e sulle vie cittadine. Li rivedi ogni sera al
ritorno, chiusi nelle lo automobili con lo sguardo spento, negli interminabili intasamenti sulle tangenziali e sulle vie cittadine. Se provassi a chiedere perché sono lì, a respirare fiotti di gas di scarico, ti direbbero che farebbero volentieri a meno di usare la loro automobile
tutti i giorni sul tragitto casa-lavoro-casa, ma sono costretti a farlo. Non
si rendono nemmeno conto che vanno a lavorare per avere i soldi necessari a comprare l'automobile di cui hanno bisogno per andare a lavorare. Se sommassero la svalutazione del capitale con i costi di gestione e manutenzione ordinaria, si accorgerebbero che assorbono cinque stipendi ogni anno. Se non hanno incidenti. E se non tengono conto di quella parte di tasse che vengono usate per costruire e manutenere le infrastrutture necessarie a far circolare le automobili, nonché per pagar e le spese ospedaliere degli incidenti automobilistici: 250.000 ogni anno, con una mortalità di 8.000 persone.

Lavorare per la crescita del Pil? Per produrre sempre più cose sempre meno utili e sempre più dannose? Per avere i soldi necessari a comprarle? Hai presenti i criceti che corrono dentro la ruota? Con l'aggravante che questo fare fine a se stesso, oltre a distruggerti la vita, comporta una
progressiva devastazione del territorio, un aumento crescente dell'inquinamento, un progressivo esaurimento delle risorse, una sottrazione di ciò che è necessario a quattro quinti dell'umanità per seppellire sotto quantità crescenti di rifiuti il restante quinto di cui fai parte.
Vale la pena rileggere un passo del "Piccolo principe" di Antoine De
Saint-Exupéry. "Buongiorno", disse il piccolo principe. "Buongiorno", disse
il mercante. Era un mercante di pillole perfezionate che tolgono la sete. Se
ne inghiotte una a settimana e non si prova più il bisogno di bere. "Perché
le vendi?",! disse i l piccolo principe. "È una grande economia di tempo",
disse il mercante. Gli esperti hanno fatto dei calcoli. Si risparmiano
cinquantatre minuti alla settimana. "E cosa si può fare in questi
cinquantatre minuti?". "Si fa ciò che si vuole…". "Io - disse il piccolo
principe - se avessi 53 minuti a disposizione, camminerei lentamente verso
una fontana…".

Maurizio Pallante
Fonte: www.carta.org
Carta settimanale numero 35
9.10.06


Citazione
canopus
Active Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 9
 

Apprezzo il concetto espresso da questo articolo, ma prendersela col frigorifero... fa un po' ridere. Vogliamo tornare ai tempi in cui si mettevano le spezie nelle carni per nascondere il sapore di marcio? No grazie, preferisco il frigorifero.


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NoOne
New Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 1
 

Sono profondamente daccordo con te... se uno guarda bene le azioni che compie giornalmente senza farci piu caso, molte sono inutili o ancora peggio indotte da bisogni artificialmente indotti dai media.
Non parlo di cose eclatanti... ma di piccole cose... è li che ti fregano: mi riferisco all'acqua in bottiglia, al telefonino (ormai tanto in simbiosi che c'è gente che sta male se non ce l'ha accanto), al navigatore satellitare, al frigorifero, alla televisione.... e ancora ai medicinali che curano tutto (compresa la depressione che adesso fa parte delle malattie e non degli stati d'animo), alle macchine per fare 5 km in città, ai computer ecc...
Sono davvero troppe le cose di cui non abbiamo per niente bisogno ma dalle quali non sappiamo separarci...


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vraie
Eminent Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 27
 

sono del tutto d'accordo
l'autore ha avuto anche la delicatezza di farci capire senza dirlo che nel frattempo ci siamo anche bevuti il cervello
(infatti qualcuno non ha capito bene il suo concetto).


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