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Parlare al popolo fa guadagnare


Tibidabo
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Nelle classifiche di Amazon Brasile il libro del professor Jessé Souza, titolare della cattedra di scienze politiche alla Universidade Federal Fluminense (ossia di Rio de Janeiro), "A elite do atraso", vince il titolo di primo libro preferito dai lettori nella sezione "non fiction".

https://www.amazon.com.br/b/ref=s9_acss_bw_cg_grid_1a1_w?node=17515023011&pf_rd_m=A3RN7G7QC5MWSZ&pf_rd_s=merchandised-search-3&pf_rd_r=8HH239KA80F38QFDWGCJ&pf_rd_t=101&pf_rd_p=6f3c2632-88c2-4de2-ad4c-4391c88dbfd7&pf_rd_i=6740748011

Il libro è un lungo appello al popolo brasiliano a prendere coscienza della sua situazione con una spiegazione molto discorsiva di concetti sociologici anche complessi.
Souza denuncia il ruolo di utile idiota delle oligarchie ricoperto dalle classi medie brasiliane che dopo aver collaborato a deporre Dilma sulla base di accuse risibili si trovano adesso sotto l'attacco di quelle stesse oligarchie che avevano aiutato, con il premier Michel Temer che li sta bastonando su tutti i fronti.
Souza descrive la mentalità delle classi medie brasiliane, la stessa identica di quelle italiane, e il loro odio per il "povero", il loro razzismo, in particolare la loro stupidità (nel libro e nelle varie conferenze su youtube li chiama ripetutamente tolos [stupidi] e "imbecis", cosa che manda in sollucchero i lettori nel suo paese) per il fatto di pensare sempre a corto termine mentre le élite sanno pensare a lungo termine ossia hanno la maturità di sacrificare gli obiettivi secondari immediati per quelli veramente importanti che si raggiungono solo rinunciando ai primi.
Si scrive che esistono due corruzioni, la "corrupçao dos tolos" (corruzione degli stupidi) e la corruzione vera che è quella intrinseca al sistema neoliberista di cui però nessuno parla. L'unico che può essere corrotto è lo Stato mentre la corruzione del mercato non può esistere perché dai media di regime il mercato viene sempre rappresentato come "innocente". Inoltre rigetta energicamente la vulgata secondo la quale il brasiliano è costituzionalmente corrotto in quanto familista amorale latino per costruzione (patrimonialista).
Souza è di sinistra ma afferma con molta chiarezza che in Brasile la sinistra si è volontariamente assoggettata al potere rinunciando a elaborare una analisi autonoma consegnandosi mani e piedi alla weltanschauung e al linguaggio delle oligarchie (che sono quella internazionale e quella paulistana).
Indica chiaramente un nemico nel clan de Marinho proprietari di Rede Globo e richiama alle sue responsabilità quella parte della media borghesia che è rimasta capace di conservare quel senso critico consentitogli dalla sua superiore cultura (burguesia critica).
Le altre borghesie sono quella protofascista, quella liberale e quella "expressivista" che l'autore chiama "burguesia de Oslo" perché ragiona come se il Brasile fosse la Norvegia cioè un paese in cui tutto funziona perfettamente da secoli in cui non esistono le drammatiche disuguaglianze che rendono il Brasile e tutto il Sudamerica un inferno in terra per lo meno per il 70% della popolazione che ci vive.
Secondo Souza solo questa borghesia consapevole e indipendente può salvare il paese ma sarà necessario da parte sua (della b.c.) un forte senso dell'autocritica per non ricadere negli stessi errori che si cerca di correggere.
Infine in tutta l'opera esprime un forte sostegno al PT di Lula (e in generale al populismo che considera una valida espressione dell'iniziale presa di coscienza della propria soggettività da parte del popolo) cosa che da noi non succede mai dato che le prime donne dell'intellighenzia nostrana non prendono in nessun caso una posizione chiara, se non a pagamento, instillando così nella gente la sfiducia, lo scetticismo e di conseguenza spingendola all'astensionismo.

E' stato molto criticato dai suoi colleghi per aver semplificato alcuni concetti della sociologia ma la risposta del pubblico è stata travolgente con commenti sempre entusiasti sul sito di Amazon, di Youtube e dei giornali su cui ha scritto articoli.

Se questo significa davvero che la media borghesia sta aprendo gli occhi sulla impossibilità di continuare a ricoprire il ruolo di cane da guardia delle oligarchie (Souza li chiama "cangaceiros" delle élite) per allearsi con il popolo, si tratterebbe di un segnale importantissimo.

In effetti qualcosa si sta muovendo in tutta l'America Latina come testimoniano le proteste in Argentina (725 morti in due anni sotto il regime di Macri, di cui non parla nessuno) con un noto osservatore locale, Claudio Katz che intanto rileva come la sinistra nel suo paese sia molto più forte che nel 2001 e poi aggiunge:

"La izquierda afronta otros desafíos. A diferencia del 2001 es una fuerza relevante [...] Es también prioritario el debate con el “progresismo equidistante”, que pretende colocar en un mismo plano la violencia ejercida por el estado, con la bronca [rissosità] o los errores cometidos por los manifestantes."

Il "progresismo equidistante" è appunto la media borghesia e Katz afferma che è importante che la sinistra parli con questa classe sociale tradizionalmente avversaria che però oggi si trova dalla stessa parte della barricata delle classi inferiori, anche lei sotto l'attacco continuo delle oligarchie.

https://katz.lahaine.org/b2-img/OTRODICIEMBREDEGRANVIRAJE.pdf

In Honduras dopo la frode elettorale da parte del presidente uscente Juan Orlando Hernandez e la violentissima repressione dei manifestanti che chiedono un riconteggio dei voti o la ripetizione delle elezioni (con Trump che appoggia Hernandez il quale in cambio ha votato all'ONU a favore degli USA nella risoluzione su Gerusalemme) la polizia a un certo punto ha dichiarato che si rifiutava di picchiare il proprio popolo e il noto Padre Melo, il sacerdote Ismael Moreno, ha detto in un'intervista che si sta formando una nuova e inedita coscienza politica:

"Siamo di fronte a un movimento sociale cui sta stretto l'ambito dei partiti, mi sembra sia qualcosa di più profondo che si è mosso"

http://eastwest.eu/it/opinioni/open-doors/honduras-elezioni-brogli-proteste-repressione-intervista-padre-melo

Perché questo si realizzi è necessario che siano gli intellettuali, ossia quella burguesia critica di cui parla Jessé Souza, a guidare il popolo nella presa di coscienza e nell'azione, sulla base di un nuovo patto sociale.

Magari gli si spiega che ci possono guadagnare bei soldoni e il posto d'onore su Amazon, come ha fatto il professore brasiliano, e può essere che si convincano.

PS. Padre Melo alla fine dell'intervista accenna alla (non) posizione della Chiesa sulla questione hondurena:

"La Chiesa qui è cauta ma non è stata all'altezza di una parola ferma e critica. Io spero che papa Francesco rivolga gli occhi sull'Honduras, prima che sia troppo tardi"

Figurati se il facondo Papa argentino (homem de muita falada, in portoghese brasiliano) dirà mai una parola che possa anche lontanamente incitare il popolo alla disobbedienza, fosse anche contro i suoi carnefici.


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