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PD ?


paolodegregorio
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Da una intervista al neo sindaco di Bari, Michele Emiliano, che ricopre anche la carica di segretario regionale del PD, leggo testualmente: il PD deve sventolare la bandiera americana, deve essere un partito europeo, occidentale, anticomunista. Il discorso più anticomunista l’ha fatto Enrico Berlinguer a Mosca. Se cerchiamo italiani che non sono mai esistiti non toglieremo l’egemonia culturale a Berlusconi. Berlusconi legge ed interpreta il paese. Con l’UDC si può ragionare se il PD torna ad occupare il centro, ad attrarre i voti moderati.

Questa intervista, pubblicata interamente sull’ultimo “Espresso”, è riferita al dibattito pre-congressuale all’interno del PD e, come si può facilmente capire, aggiunge confusione a confusione.
Siccome Berlusconi ha vinto facendo dell’anticomunismo la sua bandiera (anche se i comunisti non esistono più) e siccome gli italiani sono quello che sono dopo 20 anni di indottrinamento televisivo, la pensata geniale è fare un partito di centro, rassicurante, in modo che i moderati abbiano una alternativa a Berlusconi. Come se il vero potere che tiene agganciato tutto il sistema capitalistico, ossia le banche, la Confindustria, la proprietà mediatica ed editoriale, i professionisti, i commercianti, il Vaticano, avessero un qualsivoglia interesse a cambiare cavallo politico.
Il vero “centro” già c’è, Berlusconi non ha fatto altro che ricompattare la destra in Italia, ha preso i voti della vecchia DC e dei piduisti socialisti, che erano insieme da 30 anni al governo e, nella sostanza, l’elettorato di centro destra ha oggi la stessa consistenza che aveva nel dopoguerra, dove il referendum repubblica-monarchia fu quasi un pareggio.

La sola novità è che a questa vecchissima “destra”, con la sua secolare identità e prepotenza benedetta dai preti, non si contrappone più nulla di credibile, perché il PD di oggi è una astrazione costituita da persone ormai avulse dalla realtà, generali senza eserciti, esponenti di una casta di politicanti di professione, subalterni al modello capitalista, divisi fra loro da appartenenze religiose ed ideologiche, senza un programma antagonista che possa compattare tutte le componenti progressiste ed ambientaliste della nostra società.
Questo gruppo dirigente del PD, proprio quello che ha portato alla perdita di identità e alle sconfitte elettorali, non si è dimesso e pervicacemente è impegnato a dividersi ancora in una lotta interna che riguarda i vari personaggi e le varie correnti, invece di parlare di una nuova opposizione, di programmi, e di nuove regole elettorali che ci riportino in democrazia, della necessità di mettere l’ambiente e la sostenibilità dell’economia al primo posto.

Credo che Grillo sbagli a proporsi come interlocutore all’interno del dibattito congressuale di un partito in decomposizione che lascia un vuoto politico molto grande, che andrebbe seriamente occupato da programmi e protagonisti nuovi.
Bisogna avere il coraggio di imboccare questa strada, magari facendone un tratto con Di Pietro, e liberarsi per sempre dai baciapile, dai falsi comunisti, dalle ideologie, dai parolai di professione, e incominciare ad occuparci di respingere il ritorno al nucleare, di fare il referendum sul “lodo Alfano”, di ottenere una nuova legge elettorale con le preferenze, di strappare la RAI ai partiti per farne un vero “servizio pubblico”.

Paolo De Gregorio
21.07.2009


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