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Pennarola - La dolce vita di Bertolaso


Tao
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A giugno 2007, quando Guido Bertolaso viene nominato commissario straordinario per l'emergenza rifiuti in Campania, la Voce delle Voci ne pubblica un ritratto fuori dal coro, comprese le auree frequentazioni romane di Mister Protezione Civile, fra i Parioli e l'Olgiata. Un quadro che oggi, alla luce della clamorosa inchiesta di Firenze, puo' offrire una chiave di lettura inedita. Lo riproponiamo ai nostri lettori.

E' diventato, malgre' soi, l'uomo del giorno, tutte le sante mattine sbattuto in prima pagina sui quotidiani o nelle aperture allarmate dei tg nazionali. Eppure lui, Guido Bertolaso, catapultato alla guida dell'emergenza rifiuti in Campania (e riconfermato pochi giorni fa dal premier Romano Prodi, dopo l'ennesimo tentativo di dimissioni), di questo puzzolente pasticcio della munnezza targata Napoli avrebbe preferito sicuramente fare a meno. Ben piu' nobili le gesta immortalate dalle cronache nel passato, dallo tsunami 2005 al conflitto irakeno, che lo avevano visto in campo nei panni dell'eroe.
E invece eccolo qui, alle prese con montagne di ecoballe e cariche della polizia contro le popolazioni mobilitare per impedire che i loro comuni diventino sversatoi delle tonnellate di liquami che ostruiscono le strade di Napoli e provincia.

E dire che lui, il supercommissario per l'emergenza straordinaria ai rifiuti in Campania, nonche' capo del Dipartimento per la Protezione civile, proviene da ambienti assai meno turbolenti ed “inquinati”: quelli della Roma bene, dai Parioli all'Olgiata. Proprio intorno a quell'esclusivo quartiere residenziale nascevano, a fine anni ottanta, le sue ambizioni da immobiliarista. Si chiamava infatti Immobiliare Olgiata di Francisco Papio la societa' in accomandita semplice messa su da Guido Bertolaso (socio accomandatario) con un nutrito manipolo di vip della capitale. A cominciare dalla consorte, Gloria Piermarini, apprezzata studiosa del paesaggio, e poi numerosi membri della famiglia di lei: i fratelli Francesco e Marilena Piermarini, il padre Guido Piermarini, la di lui consorte Dalis Papio, di origine colombiana, e suo fratello Francisco Papio, socio accomandatario dell'azienda, nato a Panama.

Della compagine societaria facevano parte inoltre il romano Giovanni Provenzano, classe 1953, e la quarantacinquenne Federica Messa, nota per essere stata protagonista di numerosi fotoromanzi della mitica Lancio, da “E se domani” a “Peccati d'amore” e “I sentieri della luna”, senza contare la particina in un film di Natale dei fratelli Vanzina.
Nel mondo del cinema si e' mosso per qualche tempo anche Francesco Piermarini, che nel 2004 ha firmato - con la casa di produzione Le Grand Bleu - le pellicole “Il servo ungherese” e “Ladri di barzellette”. Ma cio' che ancora oggi unisce strettamente Piermarini al cognato Guido Bertolaso e' l'irrefrenabile passione per il golf. Entrambi frequentano infatti l'elitario Olgiata Golf Club, disputando tornei (sponsorizzati dalla Banca Akros) che solo lo scorso 16 aprile li hanno visti salire sul podio per un meritato terzo posto.
Altro feeling di vecchia data per Francesco Piermarini e' quello con Giovanni Provenzano, gia' suo socio dell'Immobiliare Olgiata. Allo stesso indirizzo del quartier generale di Provenzano, in Lungotevere Flaminio 80, ha sede una delle piu' recenti creature societarie messe su negli ultimi anni da Piermarini, la srl Flumen Urbis, dedita ad attivita' turistiche, organizzazione di convegni, ma anche noleggio di imbarcazioni.

E' un'autentico pallino, quello per i corsi d'acqua, che ricorre in quasi tutte le societa' dell'arcipelago Piermarini: tre immobiliari (Adige ‘88, Piave ‘88 e Volturno ‘88, tutte oggi cessate) e la recentissima Mystic River, oltre all'impresa individuale Francesco Piermarini Sportfishing e alla gia' citata Flumen Urbis. Provenzano, dal canto suo, insieme alla sorella Carla Provenzano, aveva messo su un'altra immobiliare, la Torcola Decima, ora cessata.
Bei tempi, bel mondo, soprattutto se confrontato con le croci quotidiane dell'emergenza “munnezza”. Per ritemprarsi, appena puo' l'uomo della provvidenza Guido Bertolaso scappa a Roma dove, oltre al circolo del golf, frequenta anche il Rotary Club Parioli in compagnia dei suoceri Guido e Delis Piermarini. Le cronache mondane lo hanno immortalato l'ultima volta il 27 gennaio scorso quando, accompagnato dalla moglie, «nella splendida cornice di Palazzo Rospigliosi» ha tenuto una prolusione sull'originale tema “Esperienze della protezione civile in Italia e all'estero”, durante una “conviviale con signore” organizzata da diversi circoli rotariani della capitale.
Ben piu' prestigioso l'incarico ricevuto da Bertolaso di entrare nella rosa di esperti che, con il loro prezioso insegnamento, promuoveranno la nascita del Partito Democratico: una vera e propria «chiamata alle armi», la definiscono i promotori, che vedra' scendere in campo fra i superesperti, oltre a Bertolaso (che e' laureato in medicina), big della sanita' come Umberto Veronesi e Alessandro Nanni Costa, entrambi esponenti di primo piano nel delicato (e lucroso) settore degli espianti di organi.

Ma spostiamoci nuovamente all'ombra del Vesuvio perche' e' qui che il commissario Bertolaso, dopo il meritato riposo romano dei week end, deve tornare a combattere la sua battaglia ogni giorno. E proprio sulle pendici del vulcano si sarebbero dovute trovare le antenne radar collegate ai sommergibili nucleari che, secondo il sedicente 007 Mario Scaramella, si troverebbero nei fondali del porto di Napoli. Bum. Assai prima che ad esplodere fosse il caso Scaramella, portando alla luce l'inquietante curriculum del megalomane “agente segreto” vomerese, il dossier contenente notizie su sommergibili nucleari di fabbricazione sovietiva inabissati fra Coroglio e Nisida era stato consegnato dallo stesso Scaramella nelle mani di Bertolaso.
«Nella nota che Mario Scaramella ha consegnato a Guido Bertolaso - specificava a marzo 2005 il settimanale l'Espresso - si da' notizia di un accordo biennale tra l'International maritime organization e l'Environmental crime prevention program per individuare quanto prima gli eventuali siluri radioattivi disseminati nel golfo di Napoli. O perlomeno, per negare a ragion veduta la loro presenza. Intanto gli stati membri della Convenzione di Londra hanno chiesto che l'Ecpp e l'Organizzazione atomica internazionale sviluppino ulteriori indagini nel mediterraneo per verificare lo stato di salute radiologica del nostro mare». C'e' di peggio: «lo stesso Ecpp sta monitorando in questo periodo l'area davanti al golfo di Napoli non soggetta a sovranita' italiana, ovvero oltre le 12 miglia. E la protezione civile italiana? L'Ecpp ha chiesto a Guido Bertolaso la “definizione di un programma congiunto di monitoraggio e studi”. Attende risposta».
Le risposte, a distanza di oltre due anni, le attendiamo anche noi. Tanto per cominciare: perche' perfino un vertice del sistema italiano di protezione come Bertolaso non avanzo', anche in quella delicata circostanza, il minimo dubbio sulla credibilita' di Scaramella e della sua fantomatica Ecpp, considerata dai magistrati italiani la sigla al centro delle attivita' criminose di cui l'ex consulente di Paolo Guzzanti e' accusato?

E come mai nessun dubbio venne a Bertolaso (che, dopo aver consegnato il dossier ai servizi segreti e alle forze armate, escluse qualsiasi rischio per la popolazione) sul fatto che la “perlustrazione” di Scaramella e dei suoi alla ricerca delle antenne nucleari era finita al centro di una cruenta sparatoria con uomini dei clan camorristici locali?
Sara' che in quel periodo, nella primavera del 2005, la Protezione civile era impegnata piu' che altro nel botta e risposta fra Bertolaso e l'allora commissario straordinario della Croce Rossa Italiana Maurizio Scelli sull'utilizzo dei 25 milioni di euro generosamente inviati via sms dagli italiani in favore delle popolazioni colpite dalla catastrofe tsunami. A comporre la disputa arriv
o' provvidenziale l'intervento dell'allora ministro della Sanita' del governo Berlusconi Girolamo Sirchia. Lo stesso uomo che due anni prima, nel 2003, aveva investito Bertolaso del compito di coordinatore generale per l'emergenza Sars, rivelatasi poi - almeno nel nostro Paese - una dispendiosa “bufala”, non meno di quella piu' recente dell'aviaria.
Il primo a volare in Indonesia per conto della Protezione civile era stato il medico che da sempre rappresenta l'alter ego di Bertolaso, Agostino Miozzo, tuttora responsabile delle relazioni internazionali al dipartimento. Il nome di Miozzo era rimbalzato nel corso di due audizioni del 2004 tenute dalla commissione parlamentare sull'assassinio di Ilaria Alpi e Milan Hrovatin, presieduta da Carlo Taormina. Ad Enrico Fregonara, tra ‘93 e ‘94 capoprogetto di Africa 70, una ong operante in Somalia, Taormina chiese dettagli sui fondi della cooperazione. «Il progetto d'emergenza - risponde - era gia' stato finanziato dalla direzione generale per la cooperazione allo sviluppo, per cui i fondi erano stati allocati. Il tecnico era il dottor Miozzo».
Dal sud est asiatico all'emergenza discariche nel napoletano e' passata invece Marta Di Gennaro, altro camice bianco dello stretto entourage di Bertolaso, dislocata nell'epicentro di via Medina col ruolo di sub commissario.

«Da giovane il mio idolo era Albert Schweitzer», ricordava qualche anno fa con un groppo in gola Bertolaso in un'intervista concessa per rispondere alle contestazioni sulla nomina di un medico a capo della protezione civile. Cosa direbbe oggi “il suo idolo” se potesse vederlo in trincea a combattere la spazzatura? Sentite come lo tratta il giornalista Massimo Falcioni pochi giorni fa sul visitatissimo sito di Libero: «Bertolaso, l'ex camice bianco con il "phisique du role", il romano che deve tutto a Berlusconi premier per i grandi eventi dalla spesa facile, e' l'inutile portavoce di se stesso. Ieri sera, rimasto col cerino in mano dopo l'ok di Prodi, il Batman arrogante e litigioso dei cataclismi, strofinando la lampada come Aladino, ha sentenziato: “in dieci giorni l'emergenza rifiuti e' acqua passata”. Napolitano ha parlato di "situazione tragica". Ci pensa Bertolaso-San Gennaro».

Gia', ci sarebbe anche quell'antico feeling col Cavaliere che, pochi mesi dopo l'insediamento a Palazzo Chigi, prescelse a sorpresa l'allora oscuro medico inviato dalla Farnesina sui territori di guerra come successore di Franco Barberi sulla poltrona piu' alta della Protezione civile. L'intesa fu suggellata quasi subito sulle macerie del sisma che nel 2002 stravolse San Giuliano di Puglia, seppellendo 27 bambini della scuola elementare e la loro maestra. In quell'occasione Berlusconi conferi' ampi poteri per la gestione del disastro non ad un esponente locale della politica o a un prefetto, come era accaduto fino ad allora, ma al dottor Guido Bertolaso. Sono passati quasi cinque anni. E non e' stata ancora consegnata nemmeno la nuova scuola.

Rita Pennarola
Fonte: www.lavocedellevoci.it
Link: http://www.lavocedellevoci.it/inchieste1.php?id=263
11.02.2010

VEDI ANCHE: GUIDO BERTOLASO - L'UOMO DALLA MANO D'ORO
http://www.comedonchisciotte.org/site/modules.php?name=News&file=article&sid=462


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