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Per contrastare in Europa la jihad sunnita


Tao
 Tao
Illustrious Member
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Quella di Parigi non è forse una dichiarazione di guerra? Lo sterminio in piena Europa è una tragica novità, ma è accaduto ed era prevedibile. Siete ancora favorevoli all’”accoglienza” in Europa, spinta dai grandi interessi privati neocapitalisti, dai servi mediatici e subpolitici e da Soros?

Non tutti gli immigrati sono uguali, come ho scritto in un post di maggio, dal titolo “Religione e immigrazione. Proposta per risolvere un problema italiano”, pubblicato su Pauperclass e che nessuno ha avuto il coraggio di riprendere, se ricordo bene.
Link al post in parola: http://pauperclass.myblog.it/2015/05/16/religione-immigrazione-proposta-risolvere-problema-italiano-eugenio-orso/

Il mio discorso era rivolto all’Italia, ma è valido per tutta l’Europa. Conviene riportare di seguito alcuni passaggi di quel post, per chiarire come si dovrebbe agire, riducendo al minimo i rischi di una sanguinosa jihad in casa, di cui Parigi ha avuto un primo assaggio.

Non tutte le religioni e non tutti gli immigrati sono buoni. Questa è la semplice considerazione dalla quale partire, ma che deve essere spiegata. Di recente, mentre i combattimenti e le stragi continuano in Medio Oriente e in Africa per opera delle bande armate di tagliagole islamosunniti, il “califfo” del terrore Al Baghdadi (o chi per lui, se è vero che è gravemente ferito) ha dichiarato che l’islam è religione di guerra. S’intende, com’è facile supporre, l’islam più ortodosso e intollerante, praticato da quelli che definiamo genericamente sunniti, da sunnah, parola che dovrebbe significare la linea di condotta o di comportamento.

La selezione degli immigrati, da ammettere o non ammettere sul territorio nazionale, dovrebbe prendere in considerazione sistematicamente anche la loro appartenenza religiosa. Propongo di rispedire indietro in massa i musulmani sunniti, di qualsiasi provenienza, eccezion fatta per i Curdi – che combattono coraggiosamente dall’Iraq alla Siria il fanatismo sunnita e la “religione di guerra” – e le popolazioni della Palestina e Gaza vessate dagli israeliani. Gli sciiti di tutte le confessioni e di varia provenienza devono essere ammessi, se hanno i requisiti, perché costoro, in quanto considerati eretici che esprimono il rifiuto, sono fra le prime vittime della sanguinaria “religione di guerra” sunnita. I musulmani sunniti – eccezion fatta per tutti i Curdi e i Palestinesi – mai come oggi rappresentano un pericolo reale per tutti quelli che vivono nella penisola, italiani e immigrati di altra religione. Attenzione! Non sto parlando di sbarrare gli accessi al paese solo ai sunniti asiatici (arabi, pakistani e altri) e africani (arabi e neri, ma il colore della pelle qui non c’entra), ma anche a quelli europei ad esempio di provenienza balcanica (bosniaci, macedoni albanesi, etc.).

Per ragioni di sicurezza delle popolazioni italiane e degli immigrati non sunniti presenti sul nostro territorio nazionale, si dovrebbe andare verso l’espulsione di tutti i sunniti ivi presenti, pur in possesso di regolare permesso di soggiorno o addirittura già della cittadinanza. Eccezion fatta, ovviamente, per Curdi e Palestinesi, gli sciiti non essendo in discussione. Il provvedimento dovrebbe riguardare anche gli autoctoni italiani convertiti all’islam sunnita. Come sappiamo, la cittadinanza si può legalmente revocare e questa sarà una nuova causa di revoca. Si dovrà a tale proposito modificare la costituzione, per evitare che simili provvedimenti rischino l’incostituzionalità con sentenza della consulta, ma la cosa si potrà fare, in tempi brevi e in presenza della volontà politica di risolvere la questione. A tutti dovrà essere concesso un tempo congruo per vendere (e non svendere) i beni patrimoniali sul territorio nazionale e, naturalmente, per individuare il paese in cui sceglieranno di stabilirsi. Lo stato italiano dovrà proteggere questi soggetti da truffe e ricatti che potrebbero subire, in relazione al patrimonio da monetizzare, da parte di accaparratori e organizzazioni non legali. Gli saranno concessi un tempo sufficientemente lungo e tutta la protezione necessaria per prepararsi a lasciare il paese. Ci saranno, ovviamente, costi che lo stato dovrà sostenere per queste espulsioni decisamente “soft”. I costi di trasporto, ad esempio, dovranno essere a carico delle finanze dello stato che li espelle.

Gli accordi con i paesi di destinazione degli espulsi. I sunniti appena arrivati dovranno essere rispediti indietro, riportandoli se necessario nel luogo dal quale sono partiti (spiagge libiche o altro), ma quelli già presenti in Italia a vario titolo dovranno scegliere un paese di destinazione, che potrà essere diverso da quello di origine. Sarà di vitale importanza, allora, stabilire preventivamente degli accordi con i potenziali e principali paesi di destinazione degli espulsi, accordi che dovrebbero invogliare, per la loro generosità, i paesi di arrivo ad accettare questi soggetti.

Questo è un modo per “togliere l’acqua al pesce” jihadista che sta nuotando nelle acque europee, come Parigi dimostra con chiarezza. Il prossimo obiettivo potrà essere Roma, prima o durante il Giubileo papalino.

L’altro intervento necessario, di natura militare, dovrebbe portare ad accordi chiari con chi combatte, in Medio Oriente e nell’Africa del nord, lo jiahadismo sunnita, alimentato da Arabia saudita, Qatar, Turchia, Usa e Israele. Questi accordi dovrebbero esser fatti in primis con la Russia di Putin, unico paese europeo seriamente in campo contro le orde integraliste sunnite. Poi con la Siria di Assad, l’Iraq, la galassia curda (anche con il benemerito PKK, per far cadere Erdogan e destabilizzare la Turchia, protettori della jihad sunnita), il generale al-Sisi in Egitto, il generale Haftar in Libia, l’Iran sciita, naturalmente, e … Hezbollah in Libano, alle porte di Israele che sostiene nei fatti al-nusra. Si renderebbe necessario appoggiare i ribelli sciiti Huti nello Yemen, mettendoli in condizioni di vincere la guerra contro l’invasore e di portare una seria minaccia alla tirannia saudita, gran padrino dei terroristi tagliagole. Rifornimenti massici di armi, logistica e brigate sul terreno, non soltanto aerei in volo, con l’uso mirato, se necessario, di armi non convenzionali (chimiche, nucleari). Il pericolo è reale e Parigi ne è la prova. Davanti a un problema così grave si rendono necessarie soluzioni importanti, se del caso estreme.

Purtroppo quanto precede fa parte di un libro dei sogni che poco ha a che vedere con la realtà. L’Europa è prigioniera di istituzioni sopranazionali (Unione) controllate da chi usa per i propri scopi lo jihadismo ed è imprigionata nella cosiddetta alleanza atlantica, che addestra e arma (Usa) i tagliagole. L’obiettivo delle forze neocapitaliste è ancora far cadere Assad, in Siria, e spezzettare l’Iraq.

Perciò, quanto accaduto a Parigi si ripeterà, con violenza ancora maggiore e forse un più alto numero di vittime, in alcune grandi città europee. La loro religione è una religione di guerra, come hanno affermato (al-Baghdadi), e quindi bisogna rispondere almeno come fanno i russi, se non con maggior forza e determinazione. Sappiamo, però, che il tremebondo socialistoide Hollande è euroservo e filo-atlantista, legato mani e piedi alle aristocrazie del denaro e della finanza, succube della Nato, esattamente come Matteo Renzi in Italia, e quindi non adotterà le contromisure necessarie.

Mi chiedo quali reazioni avranno gli italiani – intesi come popolo e non come governo piddino, sottomesso agli Usa e alla troika – quando Roma sarà sconvolta dalle esplosioni e inondata di sangue … Si sveglieranno, almeno in quelle circostanze? Capiranno, in quei drammatici frangenti, che la loro stessa esistenza in vita è minacciata? Riusciranno a vedere, con più chiarezza, il vero nemico?

Eugenio Orso
Fonte: http://pauperclass.myblog.it
Link: http://paup
erclass.myblog.it/2015/11/14/contrastare-europa-la-jihad-sunnita-eugenio-orso/
14.11.2015


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