Notifiche
Cancella tutti

Perche' (IMHO) dovremmo definirci (moderatamente) obamisti


Tao
 Tao
Illustrious Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 33516
Topic starter  

E' ovvio che la elezione di Barak Hossein Obama alla presidenza degli
US costituisce un evento di impressionante novita', il problema e' che
tipo di effetti produrra' questo evento nella storia a venire.
Giovanni Dursi nel suo messaggio prevede che si tratti di un evento
anestetico e non posso escluderlo. Non so quale sia il programma di
Obama, ma quello che penso e' che non lo sappia neppure Obama stesso.
La sua vittoria e' un segno privo per il momento di una connotazione
precisa per la semplice ragione che gli eventi che stiamo vivendo non
rientrano in nessuna delle categorie che la storia moderna ci
consegna.
Questa mattina a Mexico city, dove per caso mi trovo sfilano
trecentomila persone gridando
"Questa crisi la paghino coloro che l'hanno provocata."
Gli studenti italiani gridano
"Noi questa crisi non la pagheremo."
Il problema e' che nessuno sa come potremo imporre cio' che sta
crescendo nella coscienza di centinaia di milioni di persone nel
mondo. Come riusciremo a far pagare la crisi a coloro che la hanno
provocata?
Come riusciremo a far crescere l'autonomia della societa´dal destino
(catastrofico) del capitalismo moderno declinante?
Capite, cio' di cui stiamo parlando e' -ne' piu' ne' meno che la
rivoluzione mondiale.
Proprio cosi', il sogno che quelli come me coltivavano da ragazzini e'
l'unica via d'uscita possibile da questa situazione.
E che c'entra Obama con tutto questo? Forse niente, forse moltissimo,
ma a mio parere dipende da noi. Centinaia di milioni di persone nel
mondo vogliono por fine alle politiche liberiste del capitalismo
globalista.

Obama sara' con loro o contro di loro? Non possiamo saperlo perche'
secondo me non lo sa neppure lui. L'espressione postpartisan
pragmatism con la quale si e' presentato al mondo significa proprio
questo, che non si possono compiere scelte sulla base della
partisanship novecentesca, cioe sulla base delle ideologie del
passato. L'alternativa su cui si dividono destra e sinistra, ovvero
l'alternativa tra chi dice lo stato intervenga a salvare la finanza
poi lasci nuovamente il campo al mercato - e chi invece dice che lo
stato deve nazionalizzare le banche o le grandi aziende, non coglie
assolutamene il punto.
L'alternativa a mio avviso sta interamente nella capacita' sociale di
produrre una nuova cultura del bisogno e del consumo, nella capacita'
culturale di deprivatizzare la vita quotidiana, i servizi sociali e i
consumi.

A me pare che la retorica di Obama non tocchi finora questo punto,
anche se per il momento alcune cose condivisibili le ha gia' dette
(per esempio a proposito delle scelte energetiche di cui l'industria
deve farsi carico se vuole accedere ai finanziamenti statali).
A mio parere a proposito di quel che occorre fare, Obama ne sa quanto
ogni altro mortale, cioe' quasi niente.
Quel che fara' sara' quel che la societa' lo spingera' a fare. Non la
societa' americana ma quella dell'intero pianeta.
Io credo che noi abbiamo il compito di abbandonare rapidamente il
modello novecentesco della transizione come superamento e abolizione
del capitalismo. Il capitalismo non si abolisce perche' nella societa'
come in ogni altro dominio dell'universo nulla si crea e nulla si
distrugge. Tutto si ricombina.
La direzione della ricombinazione dipendera' molto dalla cultura che
noi sapremo produrre.
Per tutto questo io non sono ne' obamista ne' antiobamista.
Ma se debbo scegliere sono obamista.
Sono pronto ad essere deluso fra sei mesi o fra sei anni, ma non
voglio perdere questa che e' forse l'ultima occasione di sottrarre il
pianeta alla devastazione.
Inoltre mi permetto una considerazione politica di piccolo cabotaggio.

In Italia non esiste nessuna traduzione dell'obamismo. Non e' certo il
viso pallido Veltroni a interpretare quel simbolo e quella novita'
radicale. Noi dobbiamo assumere quel simbolo senza tanti distinguo non
per cio' che esso e' ma per cio' che potrebbe divenire. Faremmo bene
ad assumerlo perche' dipende da noi (e da milioni di lavoratori e di
militanti in tutto il mondo) quale connotazione prendera' l'epoca
obamista che si apre, ed e' un regalo imprevisto che ci ha fatto
l'onnipotente caso.

Franco Beradi “Bifo”
Fonte: www.rekombinant.org/
Link: http://liste.rekombinant.org/wws/arc/rekombinant/2009-02/msg00001.html
2.02.2009


Citazione
Condividi: