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5 Dicembre 2018 19:15
Il caso di Giulio Regeni, come in parte quello dell’omicidio del giornalista saudita Jamal Khashoggi, è irresolubile. A meno che non si accettino verità di comodo che non mettano in discussione il potere assoluto dei dittatori alleati dell’Occidente. Nel caso di Khashoggi è quello della casa regnante saudita, in quello di Regeni l’autorità dittatoriale del generale Al Sisi, che per altro abbiamo ricevuto con tutti gli onori alla conferenza libica di Palermo perché, insieme ai buoni uffici dei russi, ci ha portato come omaggio la visita del generale Khalifa Haftar nemico del governo Sarraj di Tripoli sostenuto da Italia, Turchia e Qatar.
Al Cairo sono andati in visita Salvini, Moavero, Di Maio e cosa hanno portato a casa? Un bel nulla. Anzi, l’impressione è che i loro viaggi abbiano seppellito il caso Regeni come del resto intendeva fare il governo precedente quando ha rimandato al Cairo l’ambasciatore: è servito agli affari bilaterali e ma non a sapere la verità. Ora il presidente della Camera Roberto Fico sospende le relazioni con il Parlamento egiziano: si tratta ovviamente di un atto puramente simbolico, come lo sono le indagini della procura sugli agenti egiziani che resteranno al loro posto e mai il generale Al Sisi ce li consegnerà.
6 Dicembre 2018 19:50
Non vedo cosa ci sia di tanto misterioso nel caso-Regeni. E’ stato mandato come agente provocatore in un Paese che aveva avuto migliaia di morti per Tharir e altro. La vita in quei Paesi non vale un fico, specie dopo un rivoluzione fallita. Lui è stato un volontario ingenuo mandato a morte certa dai suoi superiori anglosassoni. Di che stupirsi ? Negli anni di piombo in Italia se facevi troppe domande rischiavi anche qui la pelle.
8 Dicembre 2018 21:07
Dal paese che ha permesso sequestro di persona e traduzione in altro paese per essere torturato e che poi ha graziato i sequestratori che ti vuoi aspettare?....