Pubblicato su piemo...
 
Notifiche
Cancella tutti

Pubblicato su piemonte.indymedia ...

Pagina 1 / 2

radisol
Illustrious Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 8261
Topic starter  

Non so quanto sia effettivamente una "rivendicazione" condivisa ... o quanto sia invece esercizio letterario di un singolo ...

Comunque mi sembra utile per capire una mentalità ed un fenomeno sociale ...

-------------------------------------------

“Un po’ di possibile, altrimenti soffochiamo…”

Milano, corteo no-expo del 1 maggio.

Benvenuti nel deserto del reale… o meglio, benvenuti nella desertica realtà che viviamo ogni giorno. Qualche tempo fa in giro per l’Europa, e ieri a Milano vi abbiamo fatto assaggiare un po’ di quella devastazione con cui la maggior parte di noi è costretta a convivere ogni giorno. Vi abbiamo fatto vedere un po’ di quella rabbia che molto probabilmente anche molti e molte di voi covano sotto la coltre di una vita da miseria. Vi abbiamo sbattuto in faccia quella guerra in cui siamo ingaggiati ogni giorno nei nostri quartieri e nelle città in cui viviamo. Quella guerra che vi ostinate a non voler vedere, quella guerra nascosta sotto i veli mediatici della pace occidentale, minacciata, a quanto ci dicono, solo dai cataclismi e dai cosiddetti terrorismi…

E ora di nuovo riascolteremo il coro dell’indignazione civica: la violenza degli antagonisti, la cieca follia dei devastatori. Ma siete davvero così rincoglioniti? Fermatevi un secondo e provate a guardare con più attenzione tutto quello che la stampa e la tv hanno prodotto in questi giorni… poi scendete in strada e confrontatelo con quello che vedono i vostri occhi, con quello che sentono le vostre orecchie e la vostra pancia, con la paura che avete di perdere tutto, con quella voglia di farvi gli affari vostri che vi assale perché vi sentite ridotti all’impotenza e pensate che qualsiasi cosa facciate tanto tutto resta uguale. Provate a mettervi in gioco e all’ascolto e forse riuscirete a capire…

Riuscirete a capire che vivete davvero una vita di merda. E che molto spesso dite che non c’è niente da fare. Ma così parlano solo i cadaveri. E forse visto che intorno a voi c’è solo morte parlate proprio come dei vecchi che stanno per morire. E questo è il paese di merda in cui vivete, un paese di vecchi. Vecchio nella mente, vecchio nelle ossa. Qui da noi i “giovani politicizzati” sono più vecchi dei vecchi e la politica è l’abitudine più vecchia di sempre. Ecco perché non ci stupiremo nell’ascoltare, ancora una volta, le litanie di “movimento”: si dirà che giornate come queste possono dividerlo, il “movimento”, che i riot fini a se stessi non sono valorizzabili su un piano politico, e che gli obiettivi colpiti erano casuali e “capisco la banca ma le macchine non bisognava toccarle”… Chi utilizza questi argomenti come critica forse dovrebbe cominciare a chiedersi veramente cosa vogliono dire giornate come queste.

Cominciamo dal “movimento”…quella strana cosa che collega l’impolitico del popolo con il politico dello stato. Quella malattia tutta italiana che spesso affossa e ha affossato la spinta rivoluzionaria. E forse risentiremo anche i suoi teorici avventurarsi in complesse analisi politiche, parlare del ’77, dell’autonomia, diffusa, operaia e stronzate varie. Vi siete mai chiesti perché la figlia di uno dei peggiori partiti comunisti d’Europa abbia fallito così miseramente? Perché la grande spinta rivoluzionaria degli anni ‘70 si sia frammentata in cosi tante sigle e siglette, lasciandoci in eredità tante teorie e troppa rassegnazione?

Ecco, questa “internazionale” di compagni e compagne che lottano quotidianamente sui territori, che si incontrano in giro per l’Europa e sulle barricate, vuole sbarazzarsi proprio di tutta questa melma politica. E speriamo dunque che la giornata di Milano metta a tacere anche tutti quegli scazzi che finché restano su questioni di principio e non si misurano con la lotta nelle strade, con il respiro del compagno e della compagna che ti è accanto e rischia con te, fa il gioco di tutti quei politicanti che si nascondono più o meno dietro le loro pre-confezionate identità.

E così, tutti quelli che erano in piazza a Milano, determinati ad abbellire un degradato arredo urbano e pronti a scontrarsi con la polizia dovrebbero aver capito di essere in questo momento l’unica forza reale, radicale e dirompente in questo paese di fascisti, infami, delatori e democristiani. E non parliamo delle aree, quelle resteranno sempre separate, ma dei compagni e delle compagne che per l’ennesima volta si sono ritrovati insieme per le strade. E le relazioni, che in questa “internazionale” sono tutto, condensano anni e anni di lotte comuni. Lotte in cui la posta in gioco è la vita, lotte che combattano quel capitalismo che ha devastato e saccheggiato il pianeta e i suoi abitanti umani e non umani.

E così quello che è successo ieri a Milano era davvero l’unica opzione possibile. Di fronte ai salamelecchi dei soliti noti, di fronte alla paura dei soliti gruppetti e di fronte alla clamorosa ed evidente presa per il culo che rappresenta l’expo non si poteva fare diversamente. Anzi non si poteva non fare. Sarebbe disonesto dire che non ci piace infierire su un mondo di vetro e acciaio ma questa volta l’occasione richiedeva proprio una bella spallata distruttiva. E a chi cercherà di dare un significato politico al corteo no expo risponderemo con un ghigno. La verità è che giornate così non possono essere capitalizzate politicamente, non esprimono la rabbia dei precari o della plebe (o come la si voglia chiamare), non esibiscono nessuna potenza, non producono e non vengono da un preciso soggetto politico. Per noi, giornate come queste esprimono solo un possibile, sono, per chi combatte tutti i giorni e in diverse forme una guerra sotterranea al capitalismo, una boccata d’aria fresca.

E chi ci verrà a parlare dei motivi della protesta contro expo diciamo solo una cosa: a noi di expo ce ne frega poco o niente. Dovremmo davvero interessarci ad una pagliacciata di tali dimensioni? Una esposizione universale del nulla, che parla di fame nel mondo, di capitalismo verde dal volto umano? Il corteo no expo era un’occasione, domani sarà un’altra. Ma solo se sapremo o proveremo a ritentare la magia. Perché è vero, anche con tutta l’organizzazione del mondo ci sono troppe varianti impossibili da prevedere e solo insieme, tutti e tutte insieme si può tentare, ogni volta, l’impossibile. Quella magica alchimia di coraggio, determinazione e, perché no, di incoscienza che ci fa sentire vivi. Proprio così, come si leggeva sui muri di Roma il 15 Ottobre 2011, a Milano “abbiamo vissuto”.

E cosi Milano è uguale a Francoforte, alla valle di Susa o alla Zad, le sue strade sono quelle di Barcellona come quelle di Atene o di Istanbul. E i riot inglesi, di Baltimora, di Stoccolma, del mediterraneo risuonano come melodie di una stessa musica. Una musica che dice senza mezzi termini che ci avete stufato. Che non smetteremo di disturbare i vostri sonni pieni di incubi, di sabotare le vostre misere vite piene di fragilissime sicurezze, di rovesciare le vostre paure da cittadino attivo. Siamo tanti e tante, e forse è il caso di iniziare a capire da che parte stare.

E poche cose in questo mondo ci fanno ridere così tanto come la scena di tutti quei cittadini milanesi che scendono in strada per ripulire, o come una ragazza che si fa un selfie con una macchina bruciata… ma ogni epoca ha il suo ridicolo, questo il nostro…

Insomma avete voluto la vostra festa? La vostra bella inaugurazione? Beh…anche noi.

Alla faccia di tutti quelli che si riempiono la bocca di democrazia, infiltrati e violenza. E qui non serve entrare nello specifico. Ancora credete che ci siano gli infiltrati? Ancora credete che questo mondo vada solo sistemato? La democrazia è questa, e prima o poi ci soffocherete dentro.

E chi crede che ce ne sia una migliore è ancora più sognatore di chi invece vuole l’insurrezione.

Ci vediamo sulle prossime barricate…

Dom, 03/05/2015 – 22:56

http://piemonte.puscii.nl/articolo/22901/milano-1-maggio-no-expo-un-po-di-possibile-altrimenti-soffochiamo


Citazione
sickboy
Eminent Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 35
 

E quando avrete distrutto tutte le macchine cosa direte a quel papà che, nonostante tutto e stringendo i denti, sorride perché nella sua miseria sta portando suo figlio a prendere a calci un pallone? Che è un misero borghese?

Io li ho frequentati per un po' centri sociali, le feste dell'unità ecc...e ho sempre trovato gli stessi tipi umani, finti alternativi, capre a scuola, legittimati a lamentarsi di tutto perché senza soldi in tasca (e quindi intrisi di nobilissima invidia sociale) e impreparati alla radice. Avrei voluto discutere, dibattere, formulare idee...qualsiasi cosa assomigliasse anche solo vagamente ad una attività intellettuale. Ma erano, sono e resteranno capre. E il post di cui sopra è solo lontanamente lirico, emotivo, ma non dice nulla, assolutamente nulla.

In tutto questo, organizzata o no, lasciati fare o no, il perché si debbano distruggere macchine e negozi a caso mi sfugge. Ma, a occhio, è da codardi.


RispondiCitazione
[Utente Cancellato]
Noble Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 2066
 

Avrei voluto discutere, dibattere, formulare idee...qualsiasi cosa assomigliasse anche solo vagamente ad una attività intellettuale. Ma erano, sono e resteranno capre. E il post di cui sopra è solo lontanamente lirico, emotivo, ma non dice nulla, assolutamente nulla.

Esattamente, però devi chiamarle capre anarchiche, se no si offendono ...


RispondiCitazione
Truman
Membro Moderator
Registrato: 2 anni fa
Post: 4113
 

Benvenuti nel deserto del reale…

Giusto una chiosa sull'incipit. E' una citazione da Matrix, ripresa anche in un testo di Zizek. Neo si sveglia in un mondo brutto, squallido, ma reale ed esce dal sogno, per cominciare a combattere.
Notevole l'immagine del deserto del reale come spazio della battaglia, essa colpisce l'immaginario collettivo e supera i tentativi edulcorati dei media.
Tutti percepiamo in qualche modo subliminale la sensazione che una realtà senza conflitti non è davvero reale. Questa percezione diffusa è stata massicciamente sfruttata dai mezzi di distrazione di massa per dare una parvenza di realtà a una rappresentazione.
Il sindacato simula (virtualizza) un conflitto con il suo lavoro quotidiano. Sappiamo bene che è una recita in cui i sindacalisti fanno il proprio interesse vendendo i lavoratori, ma la finzione del conflitto dà una parvenza di realtà.
Il calcio fornisce un altro potente conflitto simulato, dove si tifa per la propria squadra.
I talk show televisivi forniscono parvenze di conflitto mostrando punti di vista opposti in cui i teatranti recitano con energia il loro ruolo di parte. Mi torna in mente il fatto che i teatranti più combattivi (es. Sgarbi, omen nomen) vengono invitati regolarmente.

Ma resta la percezione che quello è un conflitto simulato, bromuro per le masse. Il conflitto vero è un'altra cosa.

Nel conflitto simulato non si vince mai, nel conflitto vero si potrebbe anche vincere.


RispondiCitazione
sickboy
Eminent Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 35
 

Truman,

quale sarebbe per te il conflitto vero? Perché per me l'unica soluzione, oltre all'etica personale e al prendersi cura del prossimo, è lavorare meglio e di più, essere più bravi, più furbi, più intelligenti, meno scomposti. Insomma essere organizzati. Ma organizzarsi vuole dire tornare a dividersi.
So what?

Una volta andai a vedere il bildergberg (in svizzera) e restai desolato dello spettacolo che si presentava, un mucchio di scappati di casa dall'aria freak e poco raccomandabile (pur non obiettando sulla eventuale purezza del loro cuore). Non è forse la strategia migliore.

Presentarsi in giacca e cravatta, competenti ognuno per propria parte, scevri da ogni progressismo (che se non si fosse capito, è "cosa loro") e con un'unica idea in testa: giustizia. Ecco qual è il conflitto secondo me. E non lo vinci usando la violenza contro chi è molto più forte di te e non ti mena solo per evitare brutte figure (a meno che non si voglia fare la fine dei poveri palestinesi).


RispondiCitazione
radisol
Illustrious Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 8261
Topic starter  

Ovviamente non condivido il testo del comunicato iniziale che ho pubblicato solo nel senso, dichiarato, di cercare di far capire una mentalità alla base del fenomeno ...

Che ormai non è più roba di importazione che si materializza in Italia solo nelle grandi occasioni ma è appunto un qualcosa di ancora estemporaneo che però vive in alcuni settori, "carne viva", di disagio giovanile .... che in genere si materializza negli stadi, mischiandosi in quel caso fumosamente anche ad altre sub-culture giovanili di segno diverso e persino a tratti opposto, ma che ormai sempre più spesso irrompe anche nelle piazze della protesta sociale ...

Anche per me rimane nel fenomeno, sia pure in forma "extra-dura", quel concetto di "conflitto simulato" di cui parla Truman.

Un flash-mob fatto con i martelli e le molotov ma sempre un flash-mob e, almeno al momento, niente di più ...

Ma in una situazione comunicativa dove tutto è ormai flash mob, la stessa Expo e la stessa azione di governo, anche tutto questo fa parte comunque del gioco ...

Volevo saggiare eventuali reazioni, francamente ne ho viste di serie solo da Truman ... il resto è la solita roba moralistica e perbenistica, in qualche caso pure oggettivamente fascistica ... per non parlare dei classici commenti estemporanei ... "tutti in giacca e cravatta ?" .... come si leggono un pò dovunque sul web ma che raramente aggiungono qualcosa, non dico alla soluzione ma nemmeno alla più semplice comprensione dei problemi ...

Problemi che però "bussano" lo stesso alle porte del potere ma anche alle nostre privatissime di porte .... e non trovando sbocchi nè sponde di nessun genere in una situazione in cui è ormai in via di abolizione pure la classica mediazione sociale e /o politica di tipo tradizionale .... e pure la normale dialettica parlamentare ... quando bussano non lo fanno certo con eleganza e cortesia ... e non sempre, credo, sarà semplice flash-mob, conflitto simulato per quanto in salsa "violenta" ... e non sempre la "violenza" sarà solo simbolicamente contro le cose ...

Anche perchè quel 40% di disoccupazione giovanile ... e il quasi altrettanto di precariato ... purtroppo non sono un flash-mob o un twitter di Renzi ... sono dati reali certificati dall'Istat ....

Benvenuti nel deserto del reale ... dove il sonno della ragione genera fatalmente mostri ... ma la domanda vera è, a mio giudizio, "quali sono i veri mostri ?" ...

Almeno, evitiamo di confondere le conseguenze con le cause scatenanti ...


RispondiCitazione
Anonymous
Illustrious Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 30947
 

dopo aver letto Radisol: Volevo saggiare eventuali reazioni", ho riletto “Un po’ di possibile, altrimenti soffochiamo…” e mi sembra, alla seconda lettura, se non un proclama politico, almeno un apprezzabile proclama esistenziale.


RispondiCitazione
Anonymous
Illustrious Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 30947
 

Ovviamente non condivido il testo del comunicato iniziale che ho pubblicato solo nel senso, dichiarato, di cercare di far capire una mentalità alla base del fenomeno ...

Che ormai non è più roba di importazione che si materializza in Italia solo nelle grandi occasioni ma è appunto un qualcosa di ancora estemporaneo che però vive in alcuni settori, "carne viva", di disagio giovanile .... che in genere si materializza negli stadi, mischiandosi in quel caso fumosamente anche ad altre sub-culture giovanili di segno diverso e persino a tratti opposto, ma che ormai sempre più spesso irrompe anche nelle piazze della protesta sociale ...

Anche per me rimane nel fenomeno, sia pure in forma "extra-dura", quel concetto di "conflitto simulato" di cui parla Truman.

Un flash-mob fatto con i martelli e le molotov ma sempre un flash-mob e, almeno al momento, niente di più ...

Ma in una situazione comunicativa dove tutto è ormai flash mob, la stessa Expo e la stessa azione di governo, anche tutto questo fa parte comunque del gioco ...

Volevo saggiare eventuali reazioni, francamente ne ho viste di serie solo da Truman ... il resto è la solita roba moralistica e perbenistica, in qualche caso pure oggettivamente fascistica ... per non parlare dei classici commenti estemporanei ... "tutti in giacca e cravatta ?" .... come si leggono un pò dovunque sul web ma che raramente aggiungono qualcosa, non dico alla soluzione ma nemmeno alla più semplice comprensione dei problemi ...

Problemi che però "bussano" lo stesso alle porte del potere ma anche alle nostre privatissime di porte .... e non trovando sbocchi nè sponde di nessun genere in una situazione in cui è ormai in via di abolizione pure la classica mediazione sociale e /o politica di tipo tradizionale .... e pure la normale dialettica parlamentare ... quando bussano non lo fanno certo con eleganza e cortesia ... e non sempre, credo, sarà semplice flash-mob, conflitto simulato per quanto in salsa "violenta" ... e non sempre la "violenza" sarà solo simbolicamente contro le cose ...

Anche perchè quel 40% di disoccupazione giovanile ... e il quasi altrettanto di precariato ... purtroppo non sono un flash-mob o un twitter di Renzi ... sono dati reali certificati dall'Istat ....

Benvenuti nel deserto del reale ... dove il sonno della ragione genera fatalmente mostri ... ma la domanda vera è, a mio giudizio, "quali sono i veri mostri ?" ...

Almeno, evitiamo di confondere le conseguenze con le cause scatenanti ...

Bisognerebbe quantificare il fenomeno come si è presentato a Milano, o a Francoforte, ecc... Quanti erano i "blockers" ? Cosa rappresentavano ? Sono l'esatto riflesso della rabbia espressa nei riots delle grandi metropoli ? C'è una sottile logica militare e paramilitare ravvisabile nelle loro azioni e come si concilia con la spontaneità ribellistica ?

Ma immagino che queste domande non significhino nulla per l'estensore del documento per il quale io posso essere solo un emerito rincoglionito che non tenta di capire... Peccato che le nostre "tutine nere" facciano le stesse cose, con le stesse medesime dinamiche e obiettivi da sedici anni senza farsi capire veramente...

Naturale che per lui bisogna fare un "fascio" di "banchi", "rossi" e "neri" - il disprezzo per il movimento è palese - e anche i "reduci"dei movimenti degli anni Sessanta e Settanta fanno parte dello stesso mazzo...

Immagino sarà soddisfatto e contento lui ! Perchè in questo grande teatro neanche lui può dirsi estraneo... Anzi...


RispondiCitazione
yakoviev
Noble Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 1671
 

Quando le "mode", anche politiche, ma non solo, arrivano qua hanno sempre un sapore di posticcio, di scimmiottatura, di gioco di ruolo semiserio. Così abbiamo avuto anche noi gli "zapatisti", gli "occupy-qualcosa", gli "idignados" italiani, quelli che vogliono fare la "Syriza italiana", ora ci sono i "Riots" (non più gli "scontri"). A breve vedremo a qualche sfilata di moda J.P. Gaultier o qualche stilista emergente che ci presentano la tuta-body integrale antracite con maschera antigas trendy, da portarsi con la giannetta di bambù come accessorio.


RispondiCitazione
Anonymous
Illustrious Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 30947
 

Quando le "mode", anche politiche, ma non solo, arrivano qua hanno sempre un sapore di posticcio, di scimmiottatura, di gioco di ruolo semiserio. Così abbiamo avuto anche noi gli "zapatisti", gli "occupy-qualcosa", gli "idignados" italiani, quelli che vogliono fare la "Syriza italiana", ora ci sono i "Riots" (non più gli "scontri"). A breve vedremo a qualche sfilata di moda J.P. Gaultier o qualche stilista emergente che ci presentano la tuta-body integrale antracite con maschera antigas trendy, da portarsi con la giannetta di bambù come accessorio.

E sì che pensavo che la ribellione fosse qualcosa di ben più serio di una moda... Ma questa componente potrebbe non essere estranea... Soprattutto fra giovani e giovanissimi.


RispondiCitazione
Anonymous
Illustrious Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 30947
 

E' strano che l'estensore della rivendicazione faccia riferimento a un paese di "fascisti" - e va bene per un "radicale" -, ma di democristiani ??? Mi sembra un riferimento strano per un "giovanissimo" che, della DC, gli dovrebbe importare poco o punto...

E' una mia idea o l'autore ha una certa età alle spalle e non dovrebbe figurare fra coloro che scendono in piazza ?

Semplice sensazione...


RispondiCitazione
Truman
Membro Moderator
Registrato: 2 anni fa
Post: 4113
 

Nel mondo realmente rovesciato, il vero è un momento del falso. (Guy Debord, La società dello spettacolo)
Al giorno d'oggi, anche la realtà deve apparire artificiale. (James Ballard, Regno a venire, p.73)


RispondiCitazione
Truman
Membro Moderator
Registrato: 2 anni fa
Post: 4113
 

Truman,
quale sarebbe per te il conflitto vero?

Ognuno si trova il suo conflitto vero. (Ma poi, cosa è vero?).
Per cui potrebbe essere giusto il tuo punto di vista.
Scusami ma vado di fretta. Domani vorrei vedere se c'è un modo di foxxxe i tedeschi.


RispondiCitazione
radisol
Illustrious Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 8261
Topic starter  

Quando le "mode", anche politiche, ma non solo, arrivano qua hanno sempre un sapore di posticcio, di scimmiottatura, di gioco di ruolo semiserio. Così abbiamo avuto anche noi gli "zapatisti", gli "occupy-qualcosa", gli "idignados" italiani, quelli che vogliono fare la "Syriza italiana", ora ci sono i "Riots" (non più gli "scontri"). A breve vedremo a qualche sfilata di moda J.P. Gaultier o qualche stilista emergente che ci presentano la tuta-body integrale antracite con maschera antigas trendy, da portarsi con la giannetta di bambù come accessorio.

E sì che pensavo che la ribellione fosse qualcosa di ben più serio di una moda... Ma questa componente potrebbe non essere estranea... Soprattutto fra giovani e giovanissimi.

Molte ribellioni sono state legate anche a "mode", oggettiva parte di sub-culture giovanili ...

Cito a memoria le "magliette a strisce" ed i "teddy boys" per il Luglio 1960 ... i "blusons noirs" per il Maggio Francese ... gli hippies ed in generale i capelloni per il movimento negli Usa contro la guerra in Vietnam ed in parte anche per i settanta nostrani ... il punk ed il red-skins per quanto attiene la battaglia antinucleare negli ottanta e nei novanta, soprattutto in Germania ... ma in parte significativa anche qui da noi ... gli scontri durissimi di Montalto di Castro e di Trino Vercellese ...

Nessuna particolare novità sotto il sole ...

Credo sia quindi riduttivo il fermarsi agli aspetti "estetici" ... ed anche molto fuorviante ...

C'è invece un profondo disagio sociale ... che non vuol dire solo disagio strettamente economico ... ma che riguarda ormai largamente anche quello che una volta era considerato il ceto medio .... e quindi non solo i lumpen delle borgate ma anche i figli di questo ex ceto medio ... è la sensazione del "no future" per una quasi intera generazione di cui parla persino il Papa ...

Naturalmente non penso che i 1.000 ( o i 3.000 che dice Bifo) del 1 Maggio a Milano siano rappresentativi tout court di questo disagio ... ma non perchè erano "solo" 1.000 o 3.000 .. lo dicevo ieri, a Valle Giulia eravamo "solo" 1.500 e con noi c'erano pure molti fascisti ... nei primi giorni del 1977 romano, tipo a Piazza Indipendenza, eravamo anche meno ... eppure da quegli episodi di pochi sono poi nate situazioni topiche, nel bene e nel male .... non è un problema quindi di numeri, del resto che la storia la fanno pressochè sempre esigue minoranze è un dato universalmente riconosciuto ... ma credo invece che non siano tout court rappresentativi soprattutto perchè l'universo giovanile di oggi è molto più composito e complesso di quello del dopoguerra o del 1968 o del 1977 ... ma se l'universo è composito credo lo sia molto meno il disagio, anche esistenziale, di cui sopra ...

Però è sbagliato anche il paragone con Genova 2001 ... lì il "blocco nero", al netto delle provocazioni sbirresche messe in piedi usando in parte il logo appunto "nero", io parlo dei "neri" veri, erano al 99% stranieri ...

Poi però c'è stato il 14 Dicembre 2010 a Roma, lì vestito di nero non c'era nessuno ma gli stessi militanti dell'ala dura del movimento studentesco furono travolti a Piazza del Popolo da una immensa torma di studenti/giovinetti che, in una chiara dinamica mutuata soprattutto dalle curve degli stadi, andarono come cavallette all'assalto di polizia e finanza in Via del Corso e in Via del Babuino, bruciando mezzi delle forze dell'ordine ed anche una macchina sportiva privata e sfasciando, anche allora, un pò di banche ... e quelli erano tutti italianissimi ...

Poi c'è stato il 15 Ottobre 2011 con la ricomparsa ufficiale del "blocco nero" ... pochi, non più di 150-170, quasi tutti romani pur con una rappresentanza significativa di teramani, napoletani e veneti ... equamente divisi tra anarchici del versante cosiddetto insurrezionalista/sharp/skins ed ultras delle curve, soprattutto di quella romanista/giallorossa ... con atteggiamenti di classica "coatteria" borgatara che nè l'anno precedente a Roma e meno che mai a Genova nel 2001 si erano minimamente visti ...

Qualcosa di simile, pur senza "iconografia nera", si è poi visto a Torino nella "tre giorni" dei Forconi del dicembre 2013 ... con l'assalto a mattonate alla Regione e poi ad Equitalia ... e con i picchetti duri e pesanti davanti ai centri commerciali, compresa la Eataly di Farinetti ... lì, a parte qualche autonomo, erano dichiaratamente protagonisti e senza nascondersi minimamente i gruppi ultras sia della Juventus che del Torino ... con tanto di sciarpe di ordinanza ... ma comunque con l'enorme novità di partecipare, proprio in quanto ultras ed a partire proprio dalle dinamiche organizzative di curva, ad una protesta invece dichiaratamente politico/sociale ...

Una breve apparizione di nuovo a Roma il 12 Aprile 2014 alla manifestazione in Via Veneto contro il Jobs Act .. lì già il servizio d'ordine ufficiale della manifestazione, coi spolverini celesti, quindi "blue blok", stava tempestando da venti minuti la sede del Ministero del Lavoro e la polizia che ci stava davanti con frutta e ortaggi e già c'era stato qualche accenno di carica e scaramucce ... ad un certo punto sono sbucati dalla fine del corteo qualche decina di "neri" ed hanno cominciato invece a tirare bottiglie vuote, bulloni tirati con la fionda e bombe carta ... con conseguente carica con un pò di pestaggi che però si è poi fermata a Piazza Barberini ed il corteo è poi potuto riprendere .. e già lì la scena della "svestizione", poi vista anche a Milano, con gli spolverini sia celesti che neri e con i relativi armamentari abbandonati in gran quantità e nello stesso momento alla fine di Via Veneto ..

Poi, dopo un'altra significativa pausa, il "blocco nero" si è ri-materializzato a Cremona nel gennaio scorso alla manifestazione contro Casa Pound in seguito al fatto che un militante cremonese cinquantenne era stato ridotto in coma qualche giorno prima appunto dai fascisti di Casa Pound ... e lì per la prima volta l'hanno fatta proprio da padroni, prendendo da subito la testa del corteo, con una tattica molto simile a quella usata a Milano il 1 Maggio ... prima l'assalto, lanciando fuochi di artificio ma tenendosi ben lontano dai contatti diretti, allo schieramento di polizia che difendeva la sede di Casa Pound e che rispondeva coi lacrimogeni... e poi dopo un lungo fronteggiamento a distanza con la pula, dimenticando in fretta Casa Pound e la sua sede, sono tornati indietro sfasciando sistematicamente tutte le banche di Cremona che stanno praticamente tutte in quel pezzo di centro cittadino ...

Vista anche l'estrema vicinanza geografica e temporale, ad occhio e croce credo che una parte significativa di quelli di Cremona siano gli stessi poi di Milano ... ed infatti anche a Cremona, al di là di un vago sloganismo anarchico però più simile al ritmare delle curve che non alle grida classiche dei cortei ... l'atteggiamento più evidente ed anche molto esibito era quello classico della "coatteria" in questo caso in versione ovviamente lumbard ... con anche lo slogan "Vallanzasca libero", per capirci ...

A me , con tutti gli oggettivi limiti della cosa ... ma limiti enormi ne vedo anche in tutti gli altri fenomeni, più classici, di opposizione sociale e politica .... non sembra un fenomeno momentaneo ... tuttaltro ...

E soprattutto ormai è un fenomeno al 99% nostrano e non più di semplice episodica importazione ... anche se pure a Milano qualche tedesco, francese e greco c'era .... ed anche qualche romano, veneto o napoletano ... ma la stragrande maggioranza erano pischelli di due precisi quartieri popolari di Milano, il Lorenteggio ed il Giambellino, dove già nei mesi scorsi c'erano stati scontri contro sfratti e sgomberi, nonchè di una serie di paesoni dell'hinterland o di altre province lombarde, soprattutto la vicinissima Lodi ... i fermati alla fine dei casini, 5 giovanissimi, rispondono tutti a queste precise caratteristiche ... ed anche la romana, meno giovanissima, arrestata prima dei casini perchè pare avesse un martello nella borsa ... nel filmato dell'arresto parla e sembra veramente una uscita da un film di Pasolini ... o forse più precisamente di Verdone ...

Insomma ... il "mostro" ... se il "mostro" è questo o è solo una delle conseguenze del mostro vero ... è ormai in casa .... non è un alieno che viene da fuori ....


RispondiCitazione
Anonymous
Illustrious Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 30947
 

E io direi, se mi è permesso, che questa società del Mercato, massificata e "liquida", dominata dai linguaggi e dai modelli comunicativi spettacolari, mediatici, pubblicitari e da marketing ha sviluppato un sistema in grado di assimilare e amalgamare i poli "opposti" e a farli convivere.

Per questo la metropoli è un grande teatro...

E allora lo "sbirro" e il blocker si ritrovano sulla stessa scena a recitare su un copione previsto e prevedibile, ma il vero Potere li guarda alla distanza, con il cannocchiale, e se la ride...

Il partito dell'ordine e il partito del caos recano in sè un'essenza sistemica insopprimibile.

Il difficile è uscire dal teatro del Sistema e rovesciarlo effettivamente...


RispondiCitazione
Pagina 1 / 2
Condividi: