Quale cultura? Qual...
 
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Quale cultura? Quale Individualismo?


Giovina
Noble Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 2001
Topic starter  

Per quanto riguarda Pizzarotti ( http://www.comedonchisciotte.org/site/modules.php?name=Forums&file=viewtopic&t=52384 ) ...:

Il suo programma rilancia la questione etica, enuncia il rispetto della particolarita' dell'individuo ma nella sua spinta alle aggregazioni per il bene comune, almeno per quanto mi riguarda, mostra molte falle, molte debolezze.
Si dovrebbe cioe' secondo lui dapprima considerare l'individuo ma poi misurarne l'egoismo, trovare il punto critico e arrestarlo, controllarlo con cosa, coercizione dall'esterno? E come si potrebbe chiamare la misurazione dell'individualismo di ognuno? Giusta e sana ingerenza nella singola vita privata, psichica interiore di ognuno? Con quali mezzi?

Ecco dunque l'ennesimo discorso senza fondamenta concrete. L'ennesimo discorso demagogico.

La pastura dei politici o degli illusi che cercano di imbonire, attirare le masse alle loro urne truccate.

Quale cultura? Quale Individualismo?

Che la cultura sia asservita e redistribuita ad hoc lo ripetiamo ogni giorno. L'uomo infatti e' bombardato da messaggi ogni microsecondo. Nella sua cacofonia e miscellanea egli paralizza il suo pensare e la sua volonta', per reagire esattamente, ossia pensare e agire, come "qualcuno" vuole.
La dispersione delle masse, dei cuori e delle menti, il frammentare e il disorientare, ......sono i mezzi principali che vengono usati per tenere le coscienze nel sogno dove tutto sembra procedere normalmente ma dove anche in realta' chi dorme e' assente, ovviamente nella realta' vera.

Anche la' dove dei gruppi animano le piazze, gli occhi dei manovratori asserviti al potere inverso non vedono pericolo, essendo tutto gia previsto, e pronto anche per questa logica eventualita'. Senza contare che la maggior parte degli incazzati aspetta sempre che qualcun altro prenda l'iniziativa.....che trovi la soluzione unica risolutrice.....pur ritenendosi anch' essi oggetto dell'ingiustizia.

Ecco perche' lo sviluppo, e non l'arresto del processo dell'individualismo, puo' portare alla comprensione e alla necessita' di operare per salvare la civilta', la quale evolverebbe insieme all'uomo stesso. I rischi sono insiti nel progetto di liberta' individuale.

Ci sono dei compiti che la societa' e nessuna politica possono assumersi proprio per impossibilita' insita nel concetto stesso di individualismo etico e liberta' dell'uomo. Piu' giusta che sia una morale, una legge esterna, senza la mia adesione totale, non sarebbe liberta' della scelta del bene e del giusto, sebbene l'obbedienza e il senso civico possano soccorrere e cosi' garantire l'ordine sociale.
In realta' pero' e' costrizione in se', e il controllo puo' degenerare anche nelle mani di chi lo esercita, perche' anche qui, si dovrebbe dare per dato fisso e incontestabile l'incorruttibilita' loro e dei governanti. Percio' alla coincidenza formale esteriore necessaria per il bene comune deve conquistarsi la coincidenza libera, voluta, interiore.

Dando per scontato la buona fede di tutti coloro che propongono non c'e' soluzione che esaminata non porti ad un punto di stallo, come un gancio appeso in mezzo al cielo......a cosa si aggrappa?
Come garantire, anche a trovarsi unanimi riguardo alle soluzioni, la loro adesione e applicazione nel tempo? A chi affidare la cura del rispetto dell'uguaglianza di tutti?
Torna l'eterno dilemma che ognuno puo' rivolgere solo a se' stesso.

"Ora che hai capito cosa accade e come accade, anima mia, troviamo Io e Te la forza di svegliarci da questo sonno lucido per uscire dalla paralisi"

Perche' non posso guarire ne' me ne' nessuno permanendo nel luogo dei miei sogni.

Cosi' risalire il clamore, il caos, le parole, il mare di questa mia dialettica interiore che vuole affascinare, per risalire al puro concetto delle idee oggi svuotate e sterili, e' superare l'egoismo piu' gretto e incolpevole perche' nell'ignoranza della luce; e' dare possibilita' all'uomo di sperimentare la sua vigliaccheria e la sua arroganza, il disprezzo per gli altri e la paura per se', conoscere tutto questo per superarlo, tornare nel mondo senza essersene mai allontanati, per avere condiviso la miseria propria e l'impotenza propria, la propria paura e il proprio dolore, con gli altri.

I grandi uomini, quelli come coloro che Modigliani ha nominato nel suo articolo
( http://www.comedonchisciotte.org/site/modules.php?name=News&file=article&sid=10868&mode=nested&order=0&thold=0 ), hanno attraversato la loro notte oscura, sperimentato giudizio e disprezzo, e pur avendo tanta paura e consapevolezza della propria imperfezione, hanno avuto un coraggio super umano, che solo un sacrificio interiore individuale puo' trovare, per poi restituirlo, donarlo per il bene degli altri.

Divenire veri Individui significa porsi il grande dilemma che si pose Arijuna, all'alba della battaglia che doveva intraprendere per guidare il suo esercito contro la gente del suo stesso sangue, la sua anima domando' con tutta la sua sofferenza al fine di trovare una vera risposta, e il Suo Spirito gli venne in soccorso.

Ci sono battaglie e Battaglie.
Cosi come ci sono individui e Individui.
Per distinguere e poi scegliere ci vuole discernimento e forza.

Se guerra deve essere, facciamo che sia, di ognuno, prima la nostra battaglia, e non quella di "qualcun" altro o di "qualcos" altro.
Ma intanto, nella vera operazione interiore possono liberarsi molte probabilita' di evitare l'ennesima catastrofe e sofferenza umana, perche' credere infatti che l'unica soluzione sia sempre la rivolta?
E' capace l'uomo di questa epoca di capire ed operare affinche si possa uscire da questo antico circolo vizioso, sub-umano, quasi animale, della sopraffazione e della rivolta?

La risposta e' solo nella Liberta'.
Che liberta' sarebbe se conoscessimo prima le risposte, la fine della ......storia?

Non perdersi nel dato, non farsi ammaliare e dominare, condurre da quella che crediamo unica realta' sara' sperimentare la conoscenza di un nuovo potere fin ora operante nella inconsapevolezza.
Si potrebbe scoprire allora che questo potere potrebbe essere della stessa natura di quello che crea la realta' che conosciamo:
Conoscere e comprendere la realta' per dominarla e non per esserne sopraffatti.

E' questa la sfida vera che la situazione sociale di oggi pone all'uomo: liberarsi dentro per liberarsi realmente fuori. E individuata ed esercitata l'operazione a cio' sufficiente, li' fedelmente persistere nel quotidiano: questa e' la vera Permanenza, nella Coscienza.

Il desiderio di giustizia e benessere visibili e' lecito ma quanto paga e paghera' ancora?

"Fino a quando"?

Siamo davvero cosi' poco ambiziosi?
Abbiamo davvero cosi' tanta paura da sotterrare e nascondere ai nostri stessi occhi i talenti che abbiamo e affidarci ai nostri soli istinti e reazioni che trovano alimento cosi come lo trovano le zampette amputate della rana morta che ancora si muovono?

Una Societa' vera puo' essere composta solo da Individui veri.


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