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Quell’elogio del nazifascismo nelle lettere del ventenne JFK


helios
Illustrious Member
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Cultura
16/05/2013 - il caso
Quell’elogio del nazifascismo
nelle lettere del ventenne JFK
AP

Nei suoi diari di viaggio, il ventenne John F. Kennedy annotava: «Il fascismo è la cosa giusta per la Germania e per l’Italia, il comunismo per la Russia e la democrazia per l’America e l’Inghilterra»

In un libro le annotazioni choc
del futuro presidente degli Usa
in viaggio in Italia e Germania
«Hitler? È fatto della stoffa
con cui si fanno le leggende»

Per il ventenne John Fitzgerald Kennedy, in viaggio di piacere in Italia e Germania nel 1937, il fascismo faceva bene ai due Paesi e ancora nell’agosto 1945 sul suolo tedesco si diceva convinto che Hitler sarebbe entrato nella leggenda. Queste ed altre sorprendenti affermazioni sono contenute nei diari e nelle lettere del defunto presidente americano, il cui contenuto viene pubblicato in Germania in un libro dal titolo «John F. Kennedy. In mezzo ai tedeschi. Diari e lettere 1937-1945».

La Frankfurter Allgemeine Zeitung (Faz) ha pubblicato un’ampia anticipazione della casa editrice Aufbau Verlag. Lo storico tedesco Oliver Lubrich, che ne è il curatore, definisce in un’intervista «sconcertante» l’affermazione di quello che sarebbe diventato il mito dell’America liberal, secondo cui il Fuehrer «era fatto della stoffa con cui si fanno le leggende».

Il 3 agosto 1937, mentre girava l’Italia da turista, Jfk annotava nel suo diario a Milano di essere «giunto alla conclusione che il fascismo è la cosa giusta per la Germania e per l’Italia, il comunismo per la Russia e la democrazia per l’America e l’Inghilterra. Che sono i mali del fascismo al confronto del comunismo?».

Qualche settimana più tardi, dopo aver risalito entusiasta per il paesaggio la valle del Reno, Kennedy annotava il 21 agosto a Colonia un passaggio in cui descriveva la superiorità della razza di stampo germanico rispetto ai popoli di origine latina. «Abbiamo risalito il Reno. Bellissimo, anche per i molti castelli lungo il percorso. Le città sono tutte deliziose, ciò che mostra come le razze nordiche sembrano essere certamente superiori a quelle romaniche. I tedeschi sono davvero troppo in gamba, per questo ci si mette tutti insieme contro di loro, per proteggersi».

L’annotazione che lascia più esterrefatti è però quella del primo agosto 1945, meno di tre mesi dopo il crollo del Terzo Reich, quando Kennedy aveva visitato il cosiddetto «Adlerhorst», il nido dell’aquila, la residenza alpina del Fuehrer sulle montagne di Berchtesgaden. Dopo aver fumato una sera dopo cena «i sigari ritrovati nell’auto blindata di Goering», l’ormai ventottenne Kennedy si lasciava andare a questa affermazione che lascia a dir poco perplessi. «Chi ha visto questi luoghi può senz’altro immaginare come Hitler, dall’odio che adesso lo circonda, tra alcuni anni emergerà come una delle personalità più importanti che siano mai vissute. La sua ambizione sconfinata per il suo Paese ne ha fatto una minaccia per la pace nel mondo, ma lui aveva qualcosa di misterioso nel suo modo di vivere e nella sua maniera di morire, che gli sopravviverà e continuerà a crescere. Era fatto della stoffa con cui si fanno le leggende».

Nell’intervista alla Faz lo storico tedesco che ha scoperto e pubblicato per la prima volta questi documenti parla del ventenne Kennedy in visita in Germania come di «un turista ingenuo e un osservatore partecipe». Drastico è il suo commento sul giudizio del presidente relativo a Hitler come un personaggio da leggenda. «Il fatto che Kennedy non si sia quasi occupato dell’Olocausto, ma della tecnologia militare dei tedeschi è dal punto di vista odierno come minimo discutibile», spiega Lubrich, mentre «l’affermazione che Adolf Hitler fosse “della stoffa delle leggende” appare sconcertante».

Lo storico si dice convinto che l’uomo che sarebbe diventato uno dei popolari presidenti degli Stati Uniti prima di essere assassinato nel 1963 a Dallas non ammirasse né Hitler, né la sua politica, e cerca di spiegare le annotazioni contenute nei diari del futuro presidente americano appoggiandosi sulla tesi di Susan Sontag riguardante «l’incredibile fascino esercitato dal fascismo»

http://www.lastampa.it/2013/05/16/cultura/quell-elogio-del-nazifascismo-nelle-lettere-del-ventenne-jfk-Q5YIGrf5LC2tPuGPxDuQ7H/pagina.html


Citazione
Gattonerosso
Honorable Member Redazione
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E tutto ciò dovrebbe finalmente fare comprendere, una volta per tutte, come dietro alla morte di John Fitzgerald Kennedy vi furono i servizi segreti di una entità situata in Medio Oriente...


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mincuo
Illustrious Member
Registrato: 3 anni fa
Post: 6059
 

Mi fa ridere questo della "Stampa" che fa "Oooohhh" e casca dal pero per una cosa conosciuta, e come se quella di JFK fosse stata all'epoca chissà che stramberia. Ma perchè invece non va a prendersi i giornali Inglesi, Francesi, Spagnoli, Svedesi, Danesi, Olandesi, Belgi ecc.. del 1935 o 36 o 37.... ESISTONO, basta leggerseli.
O si prenda quelli Americani, a cominciare da TIME che uscì col Man of The Year in copertina nel '38
O se vuole una valanga di dichiarazioni dell'epoca gliele posso fornire.
O vada a vedere chi fu candidato per il Nobel per la pace nel '39 (anche se poi hanno cercato di girare la frittata).

Ma lo stesso può valere per Stalin, Pol Pot, Mao Zedong....
E di Saddam Hussein troverà per anni la versione "prima della cura" inneggiante a lui come baluardo della laicità e della democrazia e la versione "dopo la cura" invece dipinto come mostro.
E di Gheddafi non ci sono le foto di baci e abbracci a lui di Capi di Stato e Ministri degli Esteri di Londra, Parigi, Roma, Washington solo pochi mesi prima che lo facessero a pezzi?

L'unica domanda è: ma questo bel tomo qui della Stampa è pagato per fare l'ingenuo o è proprio imbecille di suo?


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Georgejefferson
Famed Member
Registrato: 3 anni fa
Post: 4401
 

Circa una settimana fa,al quiz serale " l'eredita' " di Rai 1,ci fu la domanda :"chi fu designato al Nobel per la Pace nel 39?"

Delle Quattro risposte quella di Hitler passo per scontata come NON presa in considerazione.

Quando si giunse alla risposta il commentatore disse che si tratto "evidentemente" di una provocazione.

Ricordo un libro di storia delle medie.Ricordo il passaggio e la versione fu che fu un tentativo della diplomazia inglese di dare un segno di spronamento alla pace verso la germania che "preoccupava"molto con le rivendicazioni dei territori allora occupati.


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Matt-e-Tatty
Noble Member
Registrato: 3 anni fa
Post: 2484
 

Se fossi andato io in giro per la Germania nel 1937, certamente avrei affermato piu o meno le stesse cose... erano all'apice del progresso economico e tecnologico, la disoccupazione dilagante di pochi anni prima era un ricordo, non era ancora scoppiata la guerra, c'era il consenso popolare, che cazzo doveva dire Kennedy?


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Erwin
Noble Member
Registrato: 3 anni fa
Post: 1162

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