Siamo gli unici, con la Grecia, a non avere questa misura elementare di civiltà. Viene confuso con il “reddito di cittadinanza”, ma in realtà è tutt’altra cosa. Oggi è tornato d’attualità grazie alla campagna di Libera e alle proposte dei Cinque Stelle, Sel e Pd
Reddito minimo garantito, questo sconosciuto. Lo si confonde con il reddito di cittadinanza, oppure con il salario minimo. In Italia, in realtà, non si sa ancora cos’è. Anche questo è il segno dell’arretratezza sociale in cui affoga questo paese, mentre questa misura elementare di lotta contro la povertà e la precarietà esiste in tutta Europa, tranne che in Grecia. E da noi. Negli ultimi mesi l’infosfera si è fatta trarre in inganno dalla confusione concettuale creata dai Cinque Stelle. Per il movimento, infatti, la sua proposta di 600 euro mensili (e non i mille promessi da Grillo) sarebbero un «reddito di cittadinanza». Si tratta invece di un reddito minimo che corrisponde al 60% del reddito mediano previsto dalla risoluzione del Parlamento europeo del 10 ottobre 2010. Non è una misura incondizionata e universale – come il reddito di cittadinanza che viene erogato a tutti i residenti – ma è condizionata e selettiva, per di più poco garantista della libertà dell’individuo e non del tutto congruente con i parametri europei sul rispetto della dignità personale.
Nella commissione lavoro al Senato sono in corso le audizioni sulle tre proposte di legge presentate da M5S, dal Pd e da Sel. Quest’ultima ha raccolto l’eredità della proposta di legge di iniziativa popolare che ha raccolto più di 50 mila firme grazie allo sforzo di più di 170 associazioni e movimenti da tempo impegnati nella lotta per il reddito minimo garantito. Nel frattempo Libera, il Basic Income Network-Italia e il Cilap hanno promosso la campagna «reddito per la dignità». La petizione ha raccolto fino ad oggi 75 mila firme e punta a raggiungerne 100 mila. Chiede che il parlamento discuta e approvi una legge sul reddito minimo (e non di cittadinanza) entro 100 giorni. La petizione è stata firmata anche da esponenti dei Cinque Stelle come Luigi Di Majo, oltre che dalla Fiom di Maurizio Landini. Si tratta di una proposta di mediazione, considerata anche la dicitura “reddito minimo o di cittadinanza”.
L’espressione è destinata a produrre altri equivoci. In compenso propone quattro principi per un accordo tra le parti in causa: il reddito dev’essere individuale, sufficiente, congruo e riservato a tutti i residenti. Per queste ragioni non va considerato come una misura alternativa al sussidio di disoccupazione (la «Naspi» o il «Dis-Coll» nel Jobs Act). Non è un sussidio contro la povertà assoluta e non è un salario minimo, cioè la paga oraria più bassa, giornaliera o mensile, che i datori di lavoro corrispondono agli impiegati o agli operai. Il reddito minimo non va ristretto ad un periodo entro il quale un lavoro «purché sia» dev’essere accettato, ma al miglioramento complessivo della situazione individuale. Come dimostrano le esperienze europee, si rischia sempre di adottare misure vessatorie che danneggiano i beneficiari.
Roberto Ciccarelli
Fonte: www.ilmanifesto.it
1.04.2015
Leggi: Per essere degni ci vuole come minimo un reddito
http://ilmanifesto.info/storia/per-essere-degni-ci-vuole-come-minimo-un-reddito/
Condivisibile ed interessante l'articolo, mi sorge però sempre la stessa domanda: con che soldi?....AAAHHHH quelli presi in prestito dalla BCE, giusto....
Negli ultimi mesi l’infosfera si è fatta trarre in inganno dalla confusione concettuale creata dai Cinque Stelle. Per il movimento, infatti, la sua proposta di 600 euro mensili (e non i mille promessi da Grillo) sarebbero un «reddito di cittadinanza». Si tratta invece di un reddito minimo che corrisponde al 60% del reddito mediano previsto dalla risoluzione del Parlamento europeo del 10 ottobre 2010.
Ok. Detto in altri termini un gruppo dirigente o non sa di che parla, o imbroglia la gente nè più nè meno degli altri (tanto la gente non sa praticamente quasi mai, vista l'educazione comminata, di che si parla, nè fa mai lo sforzo di informarsi da una fonte decente, e invece "crede" sempre a qualunque bubbola gli propina la su "parte" politica).
Non è una misura incondizionata e universale – come il reddito di cittadinanza che viene erogato a tutti i residenti –
No signor Tao, o meglio signor Roberto Ciccarelli, il reddito di cittadinanza, da cui il nome, viene erogato non ai "residenti", ma a quelli dotati appunto di cittadinanza. Che è cosa diversa da residenza, e configura uno status e un rapporto sociale ben preciso, e da cui conseguono diritti e doveri altrettanto ben precisi, come si può rilevare in primis dalla Costituzione Italiana.
Che poi si tiri in tutte le maniere a fare confusione, fin dalla scuola, con un obiettivo neanche tanto difficile da comprendere, quello è un altro discorso. Sempre sul tema che tanto la gente è ignorante, si beve la qualunque, e poi la assorbe e la ripete.
Viviamo nell'era del trapasso dal "chi non lavora non mangia" al "chi non consuma non mangia". E' inevitabile che si debba arrivare all'erogazione di un reddito slegato dal lavoro per una discreta fetta della forza lavoro in esubero, l'importante è arrivarci in modo che gli oneri siano a carico dei contribuenti e che il sistema alla fine escogitato produca dei profitti per le banche, il tutto sotto il naso di un corpo elettorale opportunamente distratto e rimpinzato di balle (ma quello non è un problema, perché è la sua condizione naturale). Un mix tra sussidio, credito e lavoretti super-sottopagati secondo me è la soluzione più gettonata. Questo comporterà ulteriori limitazioni nelle libertà dell'individuo e cambiamenti in peggio nel welfare, perché molte elle risorse destinate a sanità e istruzione saranno spostate nella mera erogazione di sussidi. Al sol pensarci mi deprimo. Ma sarò io che son diventato pessimista.
Viviamo nell'era del trapasso dal "chi non lavora non mangia" al "chi non consuma non mangia". E' inevitabile che si debba arrivare all'erogazione di un reddito slegato dal lavoro per una discreta fetta della forza lavoro in esubero, l'importante è arrivarci in modo che gli oneri siano a carico dei contribuenti e che il sistema alla fine escogitato produca dei profitti per le banche, il tutto sotto il naso di un corpo elettorale opportunamente distratto e rimpinzato di balle (ma quello non è un problema, perché è la sua condizione naturale). Un mix tra sussidio, credito e lavoretti super-sottopagati secondo me è la soluzione più gettonata. Questo comporterà ulteriori limitazioni nelle libertà dell'individuo e cambiamenti in peggio nel welfare, perché molte elle risorse destinate a sanità e istruzione saranno spostate nella mera erogazione di sussidi. Al sol pensarci mi deprimo. Ma sarò io che son diventato pessimista.
Al di là delle notazioni o motivazioni politico-ideologiche ci sono dei fatti.
Continua la concentrazione (merger ed acquisition). Sempre a parte le ideologie una determinante è comunque l'informatica e la rivoluzione nella distribuzione. Per fare un esempio banale non hai più i fruttivendoli rionali, che sono man mano spariti, ma il supermercato. Che peraltro non è nemmeno che abbia minore scelta o peggiore qualità. Portano però una netta diminuzione degli addetti, cioè disoccupazione.
Questo avverà (avviene già, per quanto poco) anche nei servizi. Faccio presente che i servizi fanno l'80% del PIL anche se alcuni continuano a trombonare su sistemi industriali di 200 anni fa quando non dei tempi del telaio meccanico, nelle loro analisi. (Analisi si fa per dire).
Continuerà comunque anche sfasciando man mano quei sistemi industriali che poggiano sulla piccola impresa (vedi Italia) che vesseranno sempre più favorendo legislazioni favorevoli a grande impresa e dannose per la piccola e non incentivando alcuna integrazione con ricerca, sostegno sui mercati ecc... (Già iniziato da molto tempo, vedi qui Prodi).
Continua e accelera la globalizzazione. Che sempre sotto un'ottica fattuale porta a una diminuzione dei salari verso i più bassi disponibili.
Continua la denazionalizzazione che ne è conseguenza, per cui gli Stati Nazionali (“Nazionale” è fatto percepire all'ebete come: Nazionale--->Nazionalismo---->Fascismo (o Nazismo)----> Demonio) possono (anche volendo) far poco e anzi gli viene scippata man mano per intero la Sovranità e inoltre pur se hanno già alta disoccupazione viene favorita invece ulteriore immigrazione, in modo da accelerare la concorrenza al ribasso sui salari oltre al debasement che è l'obiettivo primario.
(In Europa nel silenzio generale è previsto un accordo di massima per l'ingresso di altri 60 milioni di immigrati nei prossimi anni).
Continua la crescita della popolazione mondiale, già di gran lunga fuori ogni parametro rispetto alle risorse in funzione di uno standard sociale decente, ma di questo non si può nemmeno parlare.
Si configura quindi una società futura in cui la segmentazione precedente (classe media) diminuisce progressivamente perchè quei lavori e quelle specializzazioni medie non serviranno più come prima.
Saranno sostituite da grandi gruppi internazionali che possono fare lo stesso lavoro con pochi addetti, molto qualificati. Questi gruppi avranno man mano prevalenza anche legislativa sugli Stati e il TTIP ecc...sono già un passetto avanti, come lo sono anche altre cose (culturali soprattutto, e sociali, di costume ecc.. su cui è meglio tacere).
Non c'è più bisogno perciò nemmeno di una scuola decente, ma invece di una che insegni poco e soprattutto a non ragionare e quella è già in atto da anni e anni, e mi sembra con ottimi esiti.
Inoltre la gente deve essere più standardizzata possibile, come gusti, mentalità, mode, opinioni ecc..e anche quello fatalmente lo si può (oltre che si vuole) fare solo verso il basso.
Il lavoro perciò così come lo concepiamo oggi non ci sarà progressivamente più.
Piuttosto ci sarà un reddito assistenziale, poi quanto buono dipende da vari fattori e inizialmente anche dalle segmentazioni dei target di consumo sia per geografia che in ragione del pregresso.
Ma successivamente avremo un mezzo proletariato indistinto, senza tradizioni, costumi propri, diversità, radici, cultura, lingua, forse anche sessualità definita ecc...e poi una minoranza più ampia (outside-ring cioè burocrazia, polizia, ecc..) e infine una iper-minoranza (inner-ring).
Più o meno l'URSS.
Solo che questo “liberista”, mondiale e quindi nemmeno delimitato geograficamente o politicamente. E inoltre inafferrabile e inimputabile..
Molti movimenti che parlano oggi di salari minimi ecc... anche con le migliori intenzioni sono più o meno consapevolmente degli apripista, anche ideologici, per la realizzazione di questo futuro. Infatti non sono per nulla osteggiati, salvo che di facciata per l'ebete medio che così si sente “anti-sistema”...
Gli osteggiati sono altri. Da sempre.
Quelli mica parlano o gli è permesso di parlare e se per caso parlano gli si scagliano addosso tutti all'unisono, guarda caso.
Beh, se il tuo intento era tirarmi su di morale...
Non ti preoccupare mincuo. Vedrai che adesso, grazie al compagno Alexis, si sistemerà tutto 8)
Beh, se il tuo intento era tirarmi su di morale...
Mi dispiace. Vabbè dai diciamo che sarà un po' così ovunque ma non da noi, perchè qui in Italia noi abbiamo Renzi....va bene così?
A parte questo volevo collegare un po' meglio col mio primo commento su "residente" e "cittadino".
Roberto Ciccarelli forse è solo un ignorante, o, il che è lo stesso, un prodotto tipico e riuscito della scuola di cui accennavo. O forse invece è un propagandista consapevole, cioè un farabutto, ma io non lo credo, leggendo il pezzo.
Ripeterà o copia-incollerà quel che ha letto da qualche altra parte. Che a sua volta avrà copia-incollato da un'altra parte ancora....fino ad arrivare alla provenienza primaria.
Ma la provenienza primaria, quella invece è più che consapevole e perciò farabutta, nel far confusione tra residente e cittadino. Ha un obiettivo.
I cittadini, cioè la società naturale, devono sparire.
Compresa la società naturale più semplice, immediata e ancestrale, che è la famiglia.
Grz mincuo per qst accenni di "visioni" di futuro che ci propini dove penso anch'io siamo diretti.
Non so se è lecito chiederti di aprire un post al riguardo per approfondire meglio la cosa secondo le tue aspettative/visioni.
So, forse, che è chiedere troppo, ma nn tanto se penso che fra nn molto ci lascerai orfano come 2 anni fa e chissà poi qnd ritornerai.
N'altra cosa prima che qst accada, sempre a tua discrezione, ovviamente.
Mi piacerebbe che si approfondisse il concetto relativo alla scuola, qnd parli di :
<< Non c'è più bisogno perciò nemmeno di una scuola decente, ma invece di una che insegni poco e soprattutto a non ragionare e quella è già in atto da anni e anni, e mi sembra con ottimi esiti. >>
relativamente al concetto del ragionare; del come sia stato possibile averla avuta vinta sulla logica. Ecco, spiegare attraverso quali "meccanismi, fasi" sia stato possibile arrivare a ciò. Se dipende dalle materie, dai prof. o da cos'altro.
Con stima
Con stima Mincuo, fatta anche oggi la pappardella di propaganda ideologica? Si vede molto, anzi io lo do a vedere meglio.
Molto ideologico, quasi fanatico, ma non in senso binario (cioe tutto) avro modo di spiegarlo meglio, mi ritaglio il tempo, questo riassuntino e' ottimo, non modificarlo se puoi (tanto lo salvo).
Intanto ti lascio alle disquisizioni in stile nonna papera e gnomi e super cazzole e minestroni come accuse.
Non bollire troppo e', io argomento, e parecchio vedrai (cioe non tu so che "non ti interessa").
A intanto accendi la candelina "naturale", cosi si vedra meglio la differenza tra una invenzione artificiale e l'altra (sai quella bella storia del dono divino residente / cittadino ius sanquinis e luoghi comuni vari)
Infatti non mi interessa. Con uno sgrammaticato ignorante e in malafede meno ancora.
E con un idiota integrale capace perfino di scrivere
questo riassuntino e' ottimo, non modificarlo se puoi (tanto lo salvo).
proprio zero assoluto.
E come farei poi "a modificarlo" ammesso anche che volessi modificare una sequela di stupidaggini sconnesse che parlano da sole?
Infatti non rispondo neanche più. Questa è l'ultima.
Grz mincuo per qst accenni di "visioni" di futuro che ci propini dove penso anch'io siamo diretti.
Non so se è lecito chiederti di aprire un post al riguardo per approfondire meglio la cosa secondo le tue aspettative/visioni.
So, forse, che è chiedere troppo, ma nn tanto se penso che fra nn molto ci lascerai orfano come 2 anni fa e chissà poi qnd ritornerai.
Non so, forse. E' un argomento abbastanza complesso e interdisciplinare se si vuol trattare bene.
Il che significa anche lungo. Il che significa anche non molto adatto a un forum.
N'altra cosa prima che qst accada, sempre a tua discrezione, ovviamente.
Mi piacerebbe che si approfondisse il concetto relativo alla scuola, qnd parli di :<< Non c'è più bisogno perciò nemmeno di una scuola decente, ma invece di una che insegni poco e soprattutto a non ragionare e quella è già in atto da anni e anni, e mi sembra con ottimi esiti. >>
relativamente al concetto del ragionare; del come sia stato possibile averla avuta vinta sulla logica. Ecco, spiegare attraverso quali "meccanismi, fasi" sia stato possibile arrivare a ciò. Se dipende dalle materie, dai prof. o da cos'altro.
Con stima
Anche qui è lo stesso, è un argomento complesso, però io sono abituato a rispondere e quindi pur in modo molto carente provo a risponderti.
E' iniziata con l'accusa di nozionismo nel '68 che da un lato poteva essere anche giusta per correggere un'eccessiva pedanteria che c'era nei programmi ma in realtà serviva, come spesso avviene per gli scopi apparentemente “buoni”, a dequalificarla e appiattirla.
In quel caso fu abolire il piu possibile i testi cioè le fonti, sostituendoli coi commenti, le analisi, “i concetti”, gentilmente già confezionati e pronti per l'uso.
Ad abundantiam anche quel poco che uno era tenuto a imparare si cercò di esentarlo da una verifica individuale, sostituendola per quanto fu possibile da invenzioni che in parte durano tutt'oggi.
Come l'esperienza “formativa collettiva”,“l'esame di gruppo” e il “voto politico” tuttora vigenti in talune Facoltà, l'abolizione dei voti e la sostituzione coi giudizi, i “crediti formativi” che si ottengono talvolta per i motivi piu svariati ecc..
Sono tutte perle che avevano in realtà un solo e unico scopo: l'appiattimento, la deindividualizzazione e la creazione del soggetto ignorante, acritico e perciò particolarmente sensibile a suggestioni, slogan, fallacie logiche, simmetrie, analogie, sillogismi e parole d'ordine di ogni tipo.
La stessa denuncia del precedente ”imparare a memoria le poesie, o la geografia ecc..” aveva un connotato apparente giusto, in realtà ha indebolito l'esercizio della memoria stesso, che è fondamentale per la rapidità e consuetudine a pescare nella memoria e a collegare.
Oggi i test sono molto desolanti su questo punto.
Ancora: ci sono indicazioni presenti anche in Ministero a ridurre il vocabolario, e infatti se guardi gli studi di Mauro de Mauro di qualche anno fa trovi che si è ridotto di più del 50% e non solo, che una discreta percentuale di persone è incapace di comprendere anche un articolo di giornale.
Ti invito a leggerlo quello studio.
Ancora: l'utilizzo progressivo di audiovisivi fin da piccoli. Che sono passivi, e dettano cioè loro i tuoi tempi mentre un libro è un processo attivo, cioè tu ti fermi, riguardi, ci pensi, o prosegui...
Inoltre l'audiovisivo da un lato instilla la fiducia cieca in un'autorità, e dall'altro deprime la fantasia perchè non devi immaginare niente, c'è già l'immagine pronta, e inoltre non ti lascia tempo di riflettere, va avanti coi suoi tempi, che sono sempre più rapidi.
Se leggi un libro devi invece sempre immaginare, che è fondamentale nel processo ideativo.
Anche qui i test odierni sono desolanti.
Ancora: man mano filosofia, filologia ecc.. sono state indebolite o fatte scomparire dai programmi (ad esempio in USA) o sostituite anche lì a malapena da storia della filosofia, che è un'altra cosa però.
Ma la scuola è solo una parte del discorso.
Un'altra tecnica utile allo stesso fine fu ad esempio quella di ridurre progressivamente nell'inconscio della gente la percezione tra pareri generici e pareri qualificati, promuovendo ogni situazione di equivalenza.
E' stato il trionfo degli opinionisti, dei tuttologi e soprattutto dei talk show e poi dei social network ed è in sostanza la promozione dell'idea che l'uomo della strada “sa” più e meglio o almeno tanto quanto uno competente. E infatti troverai sempre, come si voleva, qualcuno che poi la ripete questa cosa.
Che è poi che studiare in sostanza non serve.
Questa però è esattamente anche l'idea di alcuni gruppi suprematisti che cioè pensano di essere predestinati a condurre il volgo ed erano pertanto interessati a diffonderla, poichè cosi aumenterà ancor di piu la distanza tra loro e una massa indifferenziata e acritica. Quei gruppi invece quanto a studio (e non solo) sono attentissimi (per loro) a che sia di qualità, ovviamente.
Ho fatto solo qualche accenno, è come ho detto una questione complicata, ma ti ho voluto provare lo stesso a rispondere.
Eccerto, e' l'unica cosa che sai dire di fronte ad argomentazioni che portano in luce le contraddizioni e non il solito elogio acritico e fatalista, pupu cacca piscio all'interlocutore, tra l'altro mostrando grande valore miserevole che ad altri si stigmatizza.
Non e' per te Mincuo, come ami sempre ripetere, chi legge trae le sue conclusioni.
Stai tranquillo pero, io non ho troppo tempo e devo ritagliarmi almeno 2 ore per i primi due manifestini ideologici di propaganda, figurati il resto, capisco che e' un metodo sempre forte quello di inondare di altri contenuti. Ma io parto dall'inizio, con calma, vediamo insieme (chi vuole) quanto ci sia "fuor di ideologia" e "naturale"
A, per me e' un piacere, sono esercizi dialettici (quando argomento) se poi si scivola nel gossip, non sono di certo io a introdurlo con bambinesche offese stizzite, al piu rispondo con grasse risate,ed ognuno lo decidera con la sua testa chi comincia cosa.
Difatti argomentare contraddizioni, non significa (lo ripeto non mi stanchero mai di ripeterlo) approcciarsi bipolarmente, cioe' criticando TUTTO e apologendo il contrario.
Quello e' per i bambini incapaci di capire la validita dell'insieme di apparenti contrari.