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Regno a venire (un frammento) - di JG Ballard


Eurasia
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…”Mio padre e l’incubo consumistico? Credo che ci sia un legame. Un sacco di gente sta impazzendo senza rendersene conto.”

“Tutti questi centri commerciali, la cultura degli aeroporti e delle autostrade. È una nuova forma di inferno…” Sangster si alzò e si portò le manone alle guance, come se cercasse di sgonfiarsele. “Questa è la prospettiva di Hampstead, il punto di vista della Tavistock Clinic. L’ombra della statua di Freud che si staglia sulla terra e funge da agente arancio dell’anima. Mi creda, qui lecose sono diverse. Dobbiamo preparare i nostri ragazzi a un nuovo tipo di società. Non ha senso parlare loro della democrazia parlamentare, della chiesa e della monarchia. I vecchi ideali di educazione civica che erano alla base della nosrta istruzione sono concetti alquanto egoistici. Tutta quell’enfasi sui diritti dell’individuo, sull’habeas corpus, sulla libertà del singolo contrapposto alla massa…”

“E la libertà di parola, il diritto alla privacy?”

“Che senso ha avere libertà di parola se non si ha nulla da dire? Ammettiamolo: la maggior parte delle persone non ha proprio nnulla da dire, e lo sanno anche loro. E la privacy che senso ha se è soltanto una prigione personalizzata? Il consumismo è un’impresa collettiva. Le persone hanno voglia di condividere, di celebrare, vogliono sentirsi unite. Quando andiamo a fare shopping partecipiamo ad una cerimonia collettiva di affermazione.”

“Quindi essere moderni al giorno d’oggi significa essere passivi?”

Sangster diede una manata sulla scrivania, facendo cadere il portapenne. Si sporse verso di me, e l’enorme soprabito lo avvolse in tutta la sua grandezza.

“Lasci stare la modernità. Si rassegni, Richard. La missione a favore della modernità è sempre stata profondamente controversa. I fautori della modernità ci hanno insegnato a non fidarci di noi stessi e a non amarci. Tutte quelle storie sulla coscienza individuale, sul dolore solitario. La modernità si basava sulla nevrosi e sull’alienazione. Basta guardare l’arte, l’architettura che hanno espresso. Hanno qualcosa di molto freddo.”

“E il consumismo invece?”

“Celebra la possibilità di consumare insieme. I sogni e i valori sono condivisi, come le speranze e i piaceri. Il consumismo è un atteggiamento ottimista e lungimirante. Naturalmente ci chiede di imparare a rispettare la regola del più forte. Il consumismo è una nuova forma di politica di massa. È qualcosa di molto teatrale, ma in fondo ci piace. È spinto dalle emozioni, ma le sue promesse sono raggiungibili, e non si tratta solo di ampollosa retorica. Una macchina nuova, un nuovo lettore cd.”

“E la razionalità? Non c’è posto per la razionalità, immagino.”

“La ragione, be’…” Sangster tornò dietro la scrivania, portandosi sulle labbra le dita con le unghie rosicchiate. “È parente stretta della matematica. E la maggior parte delle persone se la cava male in aritmetica e, comunque, in generale il mio consiglio è quello di stare alla larga dalla razionalità. Il consumismo celebra il lato positivo dell’equazione. Quando compriamo qualcosa inconsciamente crediamo che ci sia stato fatto un regalo.”

“E la politica richiede che ci sia un costante flusso di regali? Un altro ospedale, un’altra scuola, un’autostrada?…”

“Proprio così. E sappiamo cosa succede ai bambini che non ricevono mai giocattoli. Oggi siamo tutti come bambini. Che ci piaccia o no, soltanto il consumismo può tenere unita la società moderna perché muove le giuste corde emotive.”

“Ma allora… il liberalismo, la libertà, la ragione?”

“Hanno fallito! La gente non vuole più che le si parli in nome della razionalità.” Sangster si piegò in avanti e fece scivolare il bicchiere di sherry sulla scrivania, come se aspettasse che si potesse alzare da solo. ” Il liberalismo e l’umanitarismo sono dei grossi freni per la società. Fanno leva sul senso di colpa e sulla paura. Le società sono più felici quando la gente può spendere e non risparmiare. Adesso abbiamo bisogno di un consumismo delirante, quel genere di comportamento che si vede in occasione dei motorshow. Spettacoli visivamente entusiasmanti, una specie di eterna campagna elettorale. Il consumismo riempie quel vuoto che è alla base delle società secolari. La gente ha un enorme bisogno di autorità che soltanto il consumismo può soddisfare.”

“Compra un nuovo profumo, un nuovo paio di scarpe e sarai una persona migliore, più felice? E come riesce a comunicare tutto questo ai suoi adolescenti?”

“Non ce n’è bisogno. È nell’aria che respirano. Non lo dimentichi mai, Richard: il consumismo è un’ideologia di redenzione. Quando funziona cerca di estetizzare la violenza, anche se spesso non ci riesce…”…

https://neuroneproteso.wordpress.com/2011/11/07/regno-a-venire-un-frammento-j-g-ballard/#comments


Citazione
Truman
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Sul tema c'è anche un'intervista a Ballard qui:

www.comedonchisciotte.org/site/modules.php?name=Forums&file=viewtopic&t=34214


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