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Riflessioni a freddo sui risultati della tornata elettorale


BRAURONIOS
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Bilancio 5S e prospettive. Riflessioni a freddo sui risultati dell’ultima tornata elettorale

Da più parti si è fatto notare che ignorare come niente fosse tutto il peso dell’astensionismo tende in qualche modo a falsare la valutazione del “consenso”. E questo è molto vero. Indubbiamente “dimenticare” gli astenuti, nonché le schede bianche oppure nulle, è una distorsione sistematica che vizia i commenti elettorali. A reintrodurre anche quei numeri, il discorso cambia di parecchio.
Tuttavia ci sono altre distorsioni di cui tenere conto. La valutazione delle percentuali non è un fatto di calcolo e basta. Per una riflessione più ‘politica’ ossia più ragionata sui dati numerici e non solo, per la verità due contributi quanto mai sensati ha offerto il sempre ottimo Giannuli ( http://www.aldogiannuli.it/2014/05/risultato-chiaro-ma-non-definitivo/) + ( http://www.aldogiannuli.it/2014/05/dimissioni-grillo/). E qualche riflessione interessante ha proposto Nique la police ( http://www.comedonchisciotte.org/site/modules.php?name=Forums&file=viewtopic&t=71417). Ma in realtà non basta. Ci sono da aggiungere almeno due ulteriori considerazioni. Che in estrema sintesi potrebbero esprimersi così.

Come valutare la sconfitta del M5S? Checché se ne sia detto, il risultato è tutto meno che un fallimento. Attesta una difficoltà a sfondare. Ma nello stesso tempo manifesta una solidità di quel consenso che il M5S aveva aggregato attorno a sé negli ultimi anni. Le maestrine dalla penna rossa, che hanno preso a pontificare, rinfacciando al povero Grillo errori di tono e nefandezze, non sanno quel che dicono. Trascurano il fatto che in ultima analisi, proprio grazie al suo linguaggio duro e alla sua sostanziale intransigenza verso il malcostume dei partiti, lui è riuscito in pochi anni a creare una forza politica seria e motivata. Con cui siamo in debito, perché ha battagliato con vigore contro scelte inique e soprattutto ha creato una trasparenza senza precedenti, recuperando uno spazio di legalità e meglio ancora di azione politica a beneficio di noi tutti. Chi pretende che si dovesse usare un linguaggio assai più bonario e conciliante, per non spaventare e non creare scompiglio a destra e a manca, professa un’emerita sciocchezza. In cui non è chiaro se ci sia più stupidità o meschinità. Una forza politica che abbia una sua rigorosa identità non si prefigge di piacere a tutti. Dà fastidio a molti, si fa dei nemici, e comunque non parla “urbi et orbi”. Chi si ingegna di piacere a tutti, manco a dirlo, è il partito ecumenico: e cioè il partito-zoccola, l’inclassificabile PD. Che poi l’ideologo di turno accigliato e trinariciuto monti in cattedra, per farci notare quanto fragile e superficiale sia la linea politica di Grillo, lascia il tempo che trova. Ma dove sta scritto, dopotutto, che lui debba fornirci “chiavi in mano” il partito dei nostri sogni? E del resto quale mai sarebbe IL partito dei nostri sogni? Grillo ha aperto una breccia e ha costruito una testa di ponte. C’è qualcuno che ha fatto più e meglio? Non mi pare proprio.

Ovviamente è poco. Non ci basta. Ed è giusto così. Non è abbastanza. Ma oggi intanto questa nuova forza, pur con i suoi limiti, se regge, se mantiene il suo zoccolo duro e conserva la sua dirittura, la sua intransigenza, è una difesa e un patrimonio per tutti quanti noi. Se possa andare oltre questa soglia del 20-25% e aspirare ad altri traguardi, è un altro discorso e resta da vedere. Il dubbio è lecito. E questo non per nulla ma perché pregi e difetti insieme del M5S si collegano al suo tratto più originale, al suo radicalismo democratico. L’idea portante è una fascinosa utopia. Ma quanto può attecchire, e quanto può riuscire produttiva, rimane controverso. Il problema teorico della democrazia, delle sue possibilità e delle sue impossibilità, è tutto da discutere. E naturalmente non si può farlo qui. Ma di sicuro il discorso sulle potenzialità del M5S, ossia su un’ipotetica sua crescita, ruota interamente intorno a questo punto: il radicalismo democratico. L’ipotesi che possa conquistare una maggioranza nel paese, e sia pure una maggioranza soltanto relativa, implica poco meno che una palingenesi del popolo italiano e una sua conversione alle bellezze di una democrazia radicale. Molto più realistico pensare che un movimento come questo possa prosperare e irrobustirsi, ma niente di più; auspicabilmente preservando la sua carica di integrità. Ma nello spazio aperto dai 5S si potrebbero oggi, e si dovrebbero, inserire altre forze politiche. Che sappiano farsi portatrici di istanze più avanzate e più specifiche, ma che innanzitutto sappiano radicarsi nella società. Come hanno saputo farlo loro.

In ogni caso, se il 21% conquistato dal M5S è stato troppo sottovalutato, il 40% ottenuto dal partito in salsa fiorentina è grottescamente sopravvalutato. La dissoluzione in corso della destra e il disfacimento inarrestabile del cosiddetto centro hanno riversato sul PD una marea di voti che non gli appartenevano. E che beninteso non si possono considerare, in alcun modo, un investimento a lungo termine. Sono voti solo parcheggiati, temporaneamente, nel vasto cortile del PD: un piazzale comodo e accogliente, proprio e soprattutto in quanto desolatamente vuoto, sgombro da impedimenti di qualunque sorta. Ma una tale ricollocazione è assolutamente provvisoria, perché una vera “identificazione” di quei tali elettori col PD è ancor lungi dall’essere avvenuta. Quello che nessuno ha rilevato adeguatamente è che queste elezioni europee, in quanto per l’appunto europee, hanno garantito ai votanti un ampio margine di sperimentazione. Di cui tanti elettori a quanto pare hanno prontamente, disinibitamente, approfittato. Su Renzi hanno finito per puntare sia i tanti voti in libera uscita dal centro e dalla destra, sia gli innumerevoli indecisi alla ricerca di una speranza a cui aggrapparsi. Ma la puntata era, sia ben chiaro, solo per questa mano. Rispetto ad altre volte la scelta elettorale ha avuto insomma, si potrebbe dire, un carattere estremamente libero ossia sperimentale; e in questo senso, dunque, estremamente artificiale. Di conseguenza pensare che il PD e Renzi abbiano fatto un pieno di consenso vero, genuino, sostanziale, è una castroneria sesquipedale. Se si fosse trattato di politiche e il voto avesse avuto una portata non solo simbolica, col cazzo che un tale cialtroncello si portava via quel risultato. E col cazzo che potrà ottenerlo quando, a tempo debito, si avranno di nuovo le politiche. Perché nel frattempo alcune delle carte la gente dovrà andargliele a vedere. E si farà un’idea un po’ più precisa della direzione in cui si muove. Invocare un tasso elevato di stupidità tra gli elettori è una spiegazione che ha pursempre molteplici ragioni dalla sua. Ma non spiega tutto. Riconoscere che quest’occasione aveva anche un tasso limitato di politicità e consentiva o incoraggiava uno sbilanciamento inusuale, preventivamente connotato come semiserio, può aiutarci a misurare meglio la portata non proprio epocale degli eventi.


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spadaccinonero
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Appena ho letto circa il plauso a giannuli ho iniziato a perdere interesse nell articolo...
Il mio intuito non ha sbagliato


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Nyarlathotep
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Appena ho letto circa il plauso a giannuli ho iniziato a perdere interesse nell articolo...
Il mio intuito non ha sbagliato

oh ma sei l'amico di antares?


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spadaccinonero
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Appena ho letto circa il plauso a giannuli ho iniziato a perdere interesse nell articolo...
Il mio intuito non ha sbagliato

oh ma sei l'amico di antares?

Nn sn amico di alcun antares, al massimo ho lasciato qlk commento in un blog cn un nomepiù o meno simile


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MariaFrancesca57
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Post: 3
 

Un altro spunto di riflessione ignorato dai più sarebbe analizzare le amministrative, per le quali, ad esempio qui a Ferrara, l'astensione è stata minore. Addirittura, inaspettatamente, il candidato sindaco appoggiato da FdI e Lega ha avuto più voti rispetto a quella del M5S. Inutile dire che il sindaco piddino come sempre ha vinto con il 55% dei voti. E non si schioda....
Secondo me hanno molta più importanza le elezioni amministrative che non quelle europee, dato lo scarso spazio di manovra e possibilità di influire dei parlamentari europei. Per le amministyrative, occhio ai ballottaggi. Come mai nessuno ne parla? Cosa faranno i 5S?


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spadaccinonero
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Un altro spunto di riflessione ignorato dai più sarebbe analizzare le amministrative, per le quali, ad esempio qui a Ferrara, l'astensione è stata minore. Addirittura, inaspettatamente, il candidato sindaco appoggiato da FdI e Lega ha avuto più voti rispetto a quella del M5S. Inutile dire che il sindaco piddino come sempre ha vinto con il 55% dei voti. E non si schioda....
Secondo me hanno molta più importanza le elezioni amministrative che non quelle europee, dato lo scarso spazio di manovra e possibilità di influire dei parlamentari europei. Per le amministyrative, occhio ai ballottaggi. Come mai nessuno ne parla? Cosa faranno i 5S?

non sono nemmeno in grado di chiudere un inceneritore, sono solo buoni a nulla


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