Riflessioni su Melfi
E' inutile che gli operai di Melfi piangano lacrime amare e si disperino sulla fabbrica che chiude o che gli operai dell'Alcoa reclamino investimenti per l'alluminio in Sardegna. Fino a quando le fabbriche o le miniere lavorano per fare merci e per il mercato l'occupazione il lavoro la vita dei lavoratori e delle loro città sono legati al ciclo delle vendite e dei profitti. Pretendere magari chiudendosi dentro un pozzo o salendo come gli stiliti su una torre che le aziende continuino comunque a produrre è inutile ed insensato.
Per questo bisogna creare un sistema economico in cui si produca non per fare merci ma beni e servizi necessari alla società. Un sistema che non metta in competizione i prodotti ma soltanto li assegni ai bisogni della popolazione. Insomma ci vuole la produzione socialista ed una società finalmente calma non agitata dall'ansia e dalla frenesia della competizione della velocità del profitto. Una società serena che è capace di vivere con poche ore di lavoro in cui la popolazione si dedichi alla cultura agli svagli alla conoscenza al sapere. Non è utopia ma un bisogno urgente!
http://www.ilmessaggero.it/economia/fiat_marchionne_melfi_ris
Riflessioni su Melfi
E' inutile che gli operai di Melfi piangano lacrime amare e si disperino sulla fabbrica che chiude o che gli operai dell'Alcoa reclamino investimenti per l'alluminio in Sardegna. Fino a quando le fabbriche o le miniere lavorano per fare merci e per il mercato l'occupazione il lavoro la vita dei lavoratori e delle loro città sono legati al ciclo delle vendite e dei profitti. Pretendere magari chiudendosi dentro un pozzo o salendo come gli stiliti su una torre che le aziende continuino comunque a produrre è inutile ed insensato.
Per questo bisogna creare un sistema economico in cui si produca non per fare merci ma beni e servizi necessari alla società. Un sistema che non metta in competizione i prodotti ma soltanto li assegni ai bisogni della popolazione. Insomma ci vuole la produzione socialista ed una società finalmente calma non agitata dall'ansia e dalla frenesia della competizione della velocità del profitto. Una società serena che è capace di vivere con poche ore di lavoro in cui la popolazione si dedichi alla cultura agli svagli alla conoscenza al sapere. Non è utopia ma un bisogno urgente!http://www.ilmessaggero.it/economia/fiat_marchionne_melfi_ris
Sante parole! Ma questo significa fare la rivoluzione armata, fare una guerra, perchè i signori della società delle merci non molleranno mai. Significa organizzarsi in 10, 1000, 100.000, trovare le armi, sparare, essere bombardati, morire e veder morire i nostri figli.
Ma convengo, non c'è alternativa.
Andrea Breda