Se Bersani capisse ...
 
Notifiche
Cancella tutti

Se Bersani capisse un paio di cosette


Tao
 Tao
Illustrious Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 33516
Topic starter  

Bersani fa molto bene a denunciare il mercato delle vacche parlamentari che Berlusconi ha condotto in questi giorni, e che è stato documentato da Repubblica. Ma mi chiedo se lui comprenda l’importanza politica del tema. Per farlo dovrebbe aver riflettuto molto alla telenovela di questi ultimi mesi sulla compravendita dell’appartamento monegasco. Se lo avesse fatto avrebbe di sicuro notato che l’essenza di tutta la questione è la capacità di Berlusconi di sollevare il tema dedlla moralità pubblica e privata nella posizione dell’accusatore, e non di chi è chiamato a rendere conto delle sue azioni, come sarebbe normale in un universo retto dalla logica.

E’ troppo presto per dire, anche in questa giornata cruciale, quanto il manganello mediatico in questa vicenda abbia neutralizzato la fronda finiana. Se ha avuto successo, credo, lo vedremo nelle fratture interne al nuovo gruppo, in cui casi come quello di Souad Sbai — umilmente rientrata all’ovile del Pdl — dimostrano il conflitto che c’è tra personali aspettative di carriera e lo spirito di gruppo che è necessario a ogni minoranza per sopravvivere e incidere.

Ma se Berlusconi l’avesse spuntata la portata della sua vittoria sarebbe notevole. Se la simpatia popolare per i finiani rilevata nei sondaggi (attorno all’8,5%) fosse reale e destinata a conservarsi anche alle urne, il pericolo corso da Berlusconi sarebbe notevole, da un punto di vista quantitativo e qualitativo. Quantitativo, perché in caso vittoria nella prossima legislatura il suo potere sarebbe notevolmente ridimensionato per le trattative che gli verrebbero imposte da una inevitabile politica di coalizione con partner non compiacenti. Qualitativo, perché quelle cifre rivelano che valori di legalità, costituzionalità, laicità e diritti civili sono sopravvissuti alla lunga notte berlusconiana e sono in cerca di rappresentanza anche tra i ceti moderati e conservatori del nostro paese. Ma una simile minaccia per Berlusconi sarebbe resa inoperante da un Fini circondato da compagni di fronda intimiditi e resi insicuri dal manganello mediatico.

Se Bersani capisce tutto questo forse capisce anche il grosso problema di comunicazione che il PD ha avuto in tutti questi anni. Il Berlusconi corruttore di parlamentari non è semplicemente il tema di una denuncia da fare secondo le forme paludate dell’etichetta di Palazzo, che il PD ha praticato finora, e alla cui adesione ha affidato la sua immagine di serietà. La denuncia della deriva corruttiva ai più alti piani delle nostre istituzioni è uno dei temi con cui il PD deve tornare a parlare alla gente. Un test sicuro per capire che la lezione NON è stata appresa è se tra qualche giorno Bersani farà cadere il tema per tornare a occuparsi delle cose “serie”. Magari — certo per il bene del paese — esprimendo l’auspicio che il corruttore di parlamentari si decida a varare un governo tecnico in cui lo stesso PD potrebbe entrare.

La possibile vittoria di Berlusconi su Fini è la vittoria della sua capacità di manipolare i simboli della nostra coscienza pubblica (per cui la vicenda dell’appartamento monegasco farebbe apparire Fini e non lui come il mascalzone). Viceversa, la “serietà” del PD (rilevabile in sentenze come “Berlusconi si sconfigge con la politica e non con le vicende giudiziarie”) rappresenta proprio la rinuncia a operare sul terreno dei simboli e delle retoriche che costituscono il nostro discorso politico.

Se il manganello mediatico funziona è perché presso tanti elettori l’idea che Berlusconi sia una vittima della malagiustizia ha messo radici. Si tratta di un’idea assurda, priva di fondamento, e tuttavia accettata da tanta gente grazie alla ripetizione e alla coralità del messaggio da parte dell’imponente apparato mediatico che Berlusconi possiede o controlla. Il PD non ha gli stessi mezzi ma dovrebbe almeno fare buon uso delle sue risorse. Attaccare a fondo Berlusconi sul tema della corruzione di parlamentari, facendone parte di una campagna il cui destinatario non sono gli altri inquilini del Palazzo ma la gente comune, crea un elemento di contrasto con il manganello mediatico, ed erode la credibilità del mandante. I manganellatori costretti sulla difensiva perdono parecchio del loro smalto e della loro capacità di convincere.

Non sto suggerendo che il PD dovrebbe trasformarsi nell’equivalente partitico del Fatto quotidiano: un giornale da battaglia può anche essere definito dai suoi nemici, ma un partito no. Un partito ha bisogno di una identità e di una piattaforma positiva e costruttiva perché la gente si identifichi con ciò che esso vuole e non solo con ciò che combatte. Ma Bersani deve capire che il vero scontro politico e democratico in Italia non riguarda i programmi ma un’idea del paese in cui vogliamo vivere. E deve capire che per tanta gente Berlusconi e il berlusconismo, con le loro pratiche corruttive ed eversive, sono la negazione della propria idea di paese civile. Questa gente ha tutte le ragioni per credere che l’immagine di saggia, pacata e assennata tecnocrazia che il PD vuole diffondere è in realtà una diserzione dalla lotta per valori fondamentali.

Gianluca Bifolchi
Fonte: http://subecumene.wordpress.com
Link: http://subecumene.wordpress.com/2010/09/29/se-bersani-capisse-un-paio-di-cosette/
29.09.2010


Citazione
Condividi: