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Sfiducia: l’inventario dei danni


Tao
 Tao
Illustrious Member
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I giornali dell’opposizione si rallegrano che Berlusconi abbia vinto per soli tre voti: fanno molto male: a questo giro, quello che contava era vincere, anche per un solo voto dato per sbaglio. Dopo si apre un’altra pagina, nella quale il Cavaliere può sbattere sul tavolo dieci posti da ministro e sottosegretario (aumentabili ad libitum ) più posti di sottogoverno. Ma quello che più conta, ha a suo favore il vantaggio psicologico della vittoria: ha dimostrato di venirne fuori ancora una volta, mentre i suoi oppositori, una volta di più, hanno dimostrato la loro inconsistenza: un’armata variopinta ed inconcludente di cui si può parlare solo per ridere. Il più sconfitto di tutti è Fini, il cui peso risulta ininfluente e il cui partito evapora prima ancora di prender forma, candidato a fare la fine di Democrazia Nazionale: quattro voti e nessun deputato alle prime elezioni. Anche sulla sua permanenza sullo scranno più alto di Montecitorio non ci sentiremmo di giurare e, d’altra parte, la difesa del suo doppio ruolo di arbitro e di centrattacco non è cosa che possa infiammare nessuno, salvo i suoi più stretti sodali. Siamo arrivati al punto che Schifani (con decenza parlando), al confronto, sembra il chairman della Camera dei Lords.

Fini è il primo cadavere che resta sul campo di battaglia ed i prossimi sondaggi già lo diranno. In caso di elezioni che fa? Si allea in un listone anche con la sinistra? Non lo vota più neanche la mamma. Si allea con il solo Casini (posto che Casini ce lo voglia ancora)? Prende quattro voti e forse rientra in Parlamento ma nella nuova coppia i pantaloni in casa li porta Casini. Si presenta in splendido isolamento contro tutto e tutti? Sarà stritolato dalla logica del voto utile e (stante questa legge elettorale) rischia di non prendere il 4% e restare fuori del Parlamento.

Insomma di prospettive non pare ne abbia molte.
Di riflesso, nei guai è anche Casini: il suo progetto di Grande Centro si allontana di nuovo, per sfumare nelle brume di un domani lontanissimo e nebuloso. Rutelli ha portato si e no il voto suo, della moglie e della Binetti (e di quello della moglie non sono certo), Fini non pare portare molto di più; gli eventuali interlocutori nel Pdl (Formigoni, Pisanu, Galan, Scajola) a questo punto si guardano bene dal lasciare il sicuro porto belusconiano per l’incerta navigazione del grande centro. E gli eventuali interlocutori nel Pd (Fioroni ecc.) sono anche essi indotti a un colpo di freno. Per bene che vada, raggranellando Fini e qualche transuga sulle due ali, oggi il “Grande centro” può aspirare al massimo ad un 9-11% che sarebbe decisivo se ci fosse un sistema alla tedesca, ma resta assolutamente sottomaggioritario ed ininfluente in questo sistema.

Un generale non può pensare solo alle mete lontane, deve pensare anche al vettovagliamento quotidiano della truppa e la sua truppa è fatta da democristiani: gente di forte appetito, che mangia… quanto mangia!
A questo punto deve decidere se restare dove è, in attesa di insperati sviluppi che rendano nuovamente attuale il suo progetto o pensare al foraggio ed alle salmerie e fare il salto della quaglia. Va da sè che questo coinciderebbe con la sostanziale messa in naftalina del progetto di grande centro. Certo ci saranno molti rospi da buttar giù, ma se la salsa è buona ed il contorno abbondante, anche i rospi posso diventare vivande accettabili ed i democristiani sono di bocca buona. D’alta parte, se il Capo dovesse essere di gusti più difficili, non è detto che lo debba essere anche la truppa. Ed anche di questo dovrà tener conto il generalissimo.

Dopo di che, magari non se ne fa nulla perchè Bossi si mette per traverso o il rancio è davvero troppo scarso o magari qualche fatto nuovo può rilanciare le speranze di un domani più radioso. Può darsi, ma non ci scommetteremmo.
Insomma Casini non sta nel migliore dei modi, ma pur sempre meglio di Fini.

Un’altro che, invece, sta messo proprio male è Di Pietro: Berlusconi si è salvato per due voti, perchè, se sue deputati avessero votato si alla sfiducia, questa sarebbe passata per 313 voi contro 312. Questi due voti sono stati di Scilipoti e Razzi, due deputati di Idv. Di Pietro mette insieme i suoi voti proprio sull’appeal dell’antiberlusconismo intransigente, che è la specialità della ditta. Ora si scopre che quei voti eleggono deputati che –secondo le dichiarazioni dello stesso di Pietro- sono dei mercenari “privi di strumenti culturali “ (Corriere della Sera 15 dic 2010 p. 13) che salvano proprio Berlusconi. Passiamo pure la mano leggera sul quel “privi di strumenti culturali” detto dal fine intellettuale Di Pietro, ma resta un problema: se quelli sono due poveracci, sprovveduti accattoni in libera vendita, tu perchè li hai scelti? Lo stesso Di Pietro accetta qualche timida autocritica (stessa intervista) ma ci vuole altro e De Magistris è già partito all’attacco. Ipotizzare un rapido declino della stella dipietrista non pare cosa del tutto irrealistica. Vedremo anche qui i prossimi sondaggi.

Nei guai è anche Bersani che potrebbe ritrovarsi con una Udc nel Governo, un’Idv in declino ed un Fini squagliato; cioè senza l’ombra di un alleato che non sia Vendola che, più che altro, è uno che gli sta mangiando la sedia su cui sta seduto.

Dunque, il Cavaliere si trova con la coalizione avversaria in rotta, i suoi galvanizzati e, soprattutto, potendo giocare a piacimento la carta di nuove elezioni che, a questo punto, avrebbe ottime possibilità di vincere.
Qualche rischio potrebbe correrlo al Senato, dove ci sono troppe regioni in bilico, e sarebbe un brutto affare per lui se venisse fuori un risultato da “anatra zoppa”. Anche per questo preferirà la carta della prosecuzione della legislatura, se gli sarà appena possibile. Semmai qualche scherzo glielo può fare Bossi o gli amici di oltreatlantico, ma non c’è dubbio che, per ora, ha ottenuto una vittoria che va molto oltre quei tre voti di margine.

La politica è la scienza della tempestività, dove è importante piazzare i propri colpi non troppo prima e non troppo dopo, Berlusconi, sin qui, ha dimostrato di essere un grande tempista e gli altri il contrario. Tutto qui.

Aldo Giannulii
Fonte: www.aldogiannuli.it/
Link; http://www.aldogiannuli.it/2010/12/sfiducia-l’inventario-dei-danni/
17.12.2010


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