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si' al salario minimo


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http://www.liberatv.ch/cms/articolo/13285/franco-ambrosetti-si-ho-firmato-liniziativa-dei-verdi-sui-salari-minimi-e-adesso-vi

Franco Ambrosetti: "Sì, ho firmato l'iniziativa dei Verdi sui salari minimi. E adesso vi spiego perché"
Il presidente della Camera di commercio: “Il divario tra ricchezza e povertà che si sta allargando. Un salario dignitoso risolverebbe anche alcuni problemi al dumping e ai frontalieri"

di Marco Bazzi - 16 maggio 2013

LUGANO – “Sì, è vero: ho firmato l’iniziativa ‘Salviamo il lavoro in Ticino’ lanciata dai Verdi che chiede di introdurre salari minimi. Ma per categoria e non 4'000 franchi per tutti come vorrebbero i socialisti”.

Quella di Franco Ambrosetti, presidente della Camera di commercio, è una “firma pesante”. Che non passa inosservata e che probabilmente farà discutere. Farà storcere il naso a diversi affiliati all’associazione padronale. E potrebbe essere anche uno scossone, una spallata agli squali che vogliono fare impresa in Ticino pagando i collaboratori 2'000 franchi al mese.

“Regole sui salari sono state introdotte anche in America, in Francia e in altri paesi – dice Ambrosetti -. Mi pare che quella dei Verdi sia una proposta giusta e in linea con lo spirito liberale che garantisce i diritti sociali. Ma c’è un’altra cosa che mi interessa: il reddito di base. Il reddito di cittadinanza, insomma, che assegna una certa somma a tutti i cittadini, poveri e ricchi. Anche se è complicato il meccanismo di finanziamento mi sembra una proposta che va approfondita. Se ne sta discutendo in Germania. Non sono invece d’accordo sull’iniziativa dei socialisti perché non credo che la cameriera di Zurigo debba guadagnare gli stessi soldi di una cameriera che lavora in un grotto della Riviera”.

L’iniziativa dei Verdi ha raccolto finora circa 6'000 firme sulle 10'000 necessarie e chiede di introdurre nella Costituzione ticinese il diritto a un salario dignitoso indicando, in applicazione di questo diritto, la via seguita dal Giura, cioè l'obbligo di un contratto collettivo di lavoro con salario minimo fissato dal Consiglio di Stato sulla base del valore mediano nazionale.

Così verrà a cadere, secondo i Verdi, la principale motivazione per assumere frontalieri: vale a dire pagare salari più basso.

Prosegue Ambrosetti: “Il divario tra ricchezza e povertà che si sta allargando – lo scrive anche l’Economist che ha dedicato molto spazio al tema –. Non dobbiamo fare gli struzzi e nascondere la testa sotto la sabbia. Un salario dignitoso isolverebbe anche alcuni problemi legati al dumping e ai frontalieri, che creano poi reazioni politiche smodate da parte dell’UDC, con quei manifesti che fanno ridere i polli. Ho sempre creduto nell’economia liberale, con meno interventi possibili da parte dello stato, ma ci sono anche princìpi di socialità che devono essere salvaguardati. E mi pare che oggi bisogna andare in questa direzione. Un salario dignitoso non vuol dire quattromila franchi al mese per tutti in tutta la Svizzera come chiedono i socialisti. Ma quella dei Verdi mi pare una proposta sostenibile. E ha il vantaggio di essere cantonale, di essere una proposta che tiene conto non solo delle categorie professionali, ma anche del costo della vita e della realtà locale”.

L’iniziativa dei Verdi ha raccolto consensi “trasversali”, da Marco Borradori a Pietro Martinelli, fino al presidente del PS Saverio Lurati. Ma quella di Ambrosetti è sicuramente la firma più significativa. Per quanto il presidente della Camera di commercio abbia firmato a titolo personale, il suo atto potrebbe preludere a una posizione meno oltranzista sul tema dei salari minimi da parte delle associazioni economiche.


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