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sindaci con pochi poteri


paolodegregorio
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- Sindaci con pochi poteri -
di Paolo De Gregorio, 23 giugno 2016

Se si vuole cambiare in profondità il ruolo dei sindaci e far emergere quelli che sommano onestà, capacità, passione civile per la “polis”, bisogna affrontare la questione della attribuzione dei poteri senza i quali anche i migliori degli eletti restano impantanati nei debiti pregressi, nei funzionari corrotti e piazzati da partiti e sindacati, nei dirigenti delle municipalizzate, nei tagli finanziari del governo ai comuni, che rendono sempre più bassa la possibilità di dare servizi ai cittadini.

La prima cosa da fare è la prevenzione: la magistratura della Corte dei Conti deve avere il potere diretto, esecutivo e immediato, di commissariare i comuni che non rispettano il pareggio di bilancio, al fine di dare ai nuovi sindaci una reale possibilità amministrativa, per non passare il tempo della sindacatura a ripianare conti, sprechi e ruberie di cui devono venire fuori i reali responsabili.
Si deve anche considerare il fatto che i sindaci, non disponendo del gettito delle tasse, sono soggetti alle decisioni del governo che dal 2011 al 2015 ha ridotto i fondi dovuti ai comuni del 66% a Milano, del 40% a Roma, del 36% a Torino, del 24% a Napoli, del 70% a Bologna (fonte: il Fatto Quotidiano del 22 giugno), quindi espropriati da decisioni governative, impossibilitati a qualunque programmazione di spesa, costretti ad aumentare i vari tributi comunali, spremendo i cittadini.
Se non cambia questo metodo, affidando la totale riscossione delle tasse ai comuni, stabilendo una percentuale fissa, uguale per tutta l’Italia, da consegnare allo stato centrale, i sindaci saranno sempre in balia dei ricatti politici e i territori saranno sempre male amministrati.

Sono consapevole di invocare riforme di difficile attuazione e che ci vuole una maggioranza politica legittimata da un passaggio elettorale, ma vi sono nodi che vanno sciolti se vogliamo che i sindaci a 5 stelle appena eletti non siano stritolati da una burocrazia soffocante e corrotta, da veti e lungaggini provenienti da province e regioni, e da debiti da ripianare.

A proposito delle regioni: spesso un governo regionale di colore è diverso da quello dei comuni e ciò degenera in boicottaggio dei programmi urbanistici, ambientali, energetici, al punto da essere necessario che i poteri comunali siano molto più estesi e le regioni abbiano sempre meno importanza nella vita amministrativa italiana, fino alla loro soppressione come si farà per le province.

Ai sindaci la popolazione chiede sicurezza e lavoro, ma se non decidiamo (come negli USA) che la polizia (non solo quella urbana) sia comandata dal sindaco, difficilmente si può avere una svolta contro la criminalità. Quanto al lavoro, solo un reddito di cittadinanza, in cambio di 4 ore di lavoro giornaliere (5 gg a settimana) in lavori socialmente utili, organizzati dal Comune può eliminare quelle sacche di disperazione dovute alla disoccupazione.
Ai sindaci bisogna dare molti più poteri e, per quanto riguarda il peso dei debiti pregressi (a Roma la Raggi ha trovato dai 12 ai 16 miliardi di euro da pagare a banche e privati), si deve affiancare al sindaco una figura commissariale che tratti la materia, senza che il nuovo sindaco sia coinvolto nel ripianamento dei debiti fatti dai suoi predecessori che per questo vanno perseguiti.

Il contrappeso di cui devono godere i cittadini è il recall, la sfiducia, e cioè la possibilità di revocare il mandato al sindaco, se non rispetta gli impegni presi, su richiesta del 50% più uno dei voti ricevuti.
Paolo De Gregorio


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rossland
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"Quanto al lavoro, solo un reddito di cittadinanza, in cambio di 4 ore di lavoro giornaliere (5 gg a settimana) in lavori socialmente utili, organizzati dal Comune può eliminare quelle sacche di disperazione dovute alla disoccupazione."

Come si possa chiamare "reddito di cittadinanza" un reddito per avere il quale si chiede a un cittadino disperato di accettare qualunque "lavoro socialmente utile", l'utilità del quale è inversamente proporzionale alla necessità del comune di risparmiare sui costi ammistrativi reperendo manodopera per lavori fino a ieri affidati a imprese del territorio (giardinaggio, pulizia spazi pubblici, personale aggiuntivo nelle case di riposo per anziani, ecc), è per me un mistero.
Chiunque lavora 4 ore al giorno per 5 giorni alla settimana è un lavoratore part-time a tutti gli effetti. E il reddito che da questo lavoro percepisce è un reddito da lavoro dovuto, né più né meno, non un "reddito di cittadinanza".

Che è altra cosa...
https://it.wikipedia.org/wiki/Reddito_di_base


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spadaccinonero
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@Ross

quoto

il termine esatto sarebbe LAVORO di cittadinanza e non reddito...

due cose ben diverse


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rossland
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@Ross

quoto

il termine esatto sarebbe LAVORO di cittadinanza e non reddito...

due cose ben diverse

Eh...ma se continuiamo a giocare con le parole finiamo tutti su Papalla!
Chi lavora per una pubblica amministrazione è un lavoratore pubblico a tutti gli effetti. Può avere contratti part-time, full time, a progetto, in somministrazione, a chiamata o quel che vuoi, ma sempre di un lavoratore impiegato nella pubblica amministrazione si tratta.
Ché qui, a forza di rintronarci con lavori socialmente utili, di fatto assimilati a volontariato sociale e/o cooperativo, prima licenziano e delocalizzano o favoriscono con incentivi la delocalizzazione delle aziende, così creano disoccupati; poi, si ergono a benefattori offrendoti un lavoro (lavoro che evidentemente c'é), passandotelo per beneficenza e benevolenza di cui essere grati.


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paolodegregorio perché non rivolge queste sue richieste ad Umberto Bossi? 😯


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spadaccinonero
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@Ross

quoto

il termine esatto sarebbe LAVORO di cittadinanza e non reddito...

due cose ben diverse

Eh...ma se continuiamo a giocare con le parole finiamo tutti su Papalla!
Chi lavora per una pubblica amministrazione è un lavoratore pubblico a tutti gli effetti. Può avere contratti part-time, full time, a progetto, in somministrazione, a chiamata o quel che vuoi, ma sempre di un lavoratore impiegato nella pubblica amministrazione si tratta.
Ché qui, a forza di rintronarci con lavori socialmente utili, di fatto assimilati a volontariato sociale e/o cooperativo, prima licenziano e delocalizzano o favoriscono con incentivi la delocalizzazione delle aziende, così creano disoccupati; poi, si ergono a benefattori offrendoti un lavoro (lavoro che evidentemente c'é), passandotelo per beneficenza e benevolenza di cui essere grati.

eh no, Ross

le parole e i loro significati non devono essere storpiati, infatti qui si fa passare per diritto ciò che invece non lo è...


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rossland
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"spadaccinonero" wrote:

@Ross

eh no, Ross

le parole e i loro significati non devono essere storpiati, infatti qui si fa passare per diritto ciò che invece non lo è...

Qual è "il diritto che invece non lo è" cui ti riferisci?
Non mi è chiaro cosa tu intenda dire...


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spadaccinonero
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"rossland" wrote:

@Ross

eh no, Ross

le parole e i loro significati non devono essere storpiati, infatti qui si fa passare per diritto ciò che invece non lo è...

Qual è "il diritto che invece non lo è" cui ti riferisci?
Non mi è chiaro cosa tu intenda dire...

il lavoro di cittadinanza che viene spacciato per reddito di cittadinanza non è un diritto o una grazia piovuta dal cielo come vogliono farci credere bensì un favore, in quanto anziché utilizzare dei lavoratori veri che costerebbero di più si avvalgono dell'utilizzo di indigenti con meno pretese


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paolodegregorio
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caro spada,

non è questo lo spirito del reddito di cittadinanza come lo vedo io, anzi io lo chiamerei reddito di sopravvivenza. Quanto ai lavori da svolgere non mi riferisco affatto agli ordinari lavori presso i comuni. Per me lavori socialmente utili vanno intesi in senso stretto proprio come quei lavori che sono utili alla collettività per renderla più umana, ma che nella maggioranza dei casi i comuni non prevedono: assistenza agli anziani, non come sostituzione dell'assistenza sanitaria, ma come sostegno morale facendo loro compagnia, facendogli la spesa o portandogli pasti caldi se sono soli o allettati, insomma un'assistenza domiciliare che un comune "umano" dovrebbe prevedere. Altro lavoro utile ma oggi non realizzato è la segnalazione di discariche abusive, di abusi ambientali. Anche qui c'è carenza dei comuni. Insomma non un lavoro produttivo, ma comunque socialmente utile. Non lo sfruttamento di lavoratori a pochi euro, ma il tentativo di rendere più umano e giusto l'ambiente in cui si è inseriti, e se 4 ore al dì per 5 giorni a settimana sono troppi parliamone vediamo. L'obiettivo principale resta la lotta alla povertà,
E su tutta quella parte del disegno di legge del M5S che si riferisce ai centri per l'impiego e alle regole fisse da osservare, sono critico perchè non vorrei che anche in Italia il reddito di cittadinanza fosse strozzato da regole che lo rendono ipoco applicato come in Germania dove ho letto che si presenta come disumano, umiliante e inefficace.
E infine, ovviamente, o è rivolto a tutti i cittadini e allora è un'altra cosa (come lo pensavano in Svizzera) oppure deve essere veramente uno strumento contro la povertà, per non lasciare nessuno nella indigenza assoluta.


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paolodegregorio
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tra l'altro penso che avrebbe un effetto reale sull'economia per l'ovvio aumento dei consumi. Un effetto di molto maggiore di quello dei famosi 80 euro dati a chi un reddito da lavoro lo ha già ed escludendo cittadini privi di reddito o con reddito INFERIORE ad un limite fissato,


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spadaccinonero
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pdg

sono più o meno d'accordo con te, in quanto occorrerebbe dare un tot minimo a quelle persone che vivono ai margini e che questa cifra sia SCOLLEGATA da vincoli lavorativi altrimenti stiamo sempre là, ovvero, il RDC (o come cavolo lo vogliamo chiamare) sarebbe comunque una risorsa per i prenditori che potrebbero utilizzarla per i loro ricatti ai danni della persona che sta subendo un periodo di esclusione economica e quindi sociale

se tale risorsa deve essere UNIVERSALE andrebbe comunque fissato un tetto agli stranieri che possono stare sul territorio, in modo da evitare vere e proprie invasioni di immigrati in cerca di assegni facili (quello che sta avvenendo ora)


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