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Sono tre le grandi bufale dell'osceno servizio nel programma #poverapatria su Rai2


Davide
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1. La prima bufala è l'affermazione che oggi lo Stato non beneficia più del signoraggio perchè esso sarebbe stato
ceduto ad una banca privata, la BCE. La realtà è che i profitti della BCE, in gran parte derivanti dal signoraggio ossia dal potere di emettere moneta, vengono distribuiti alle banche centrali nazionali in funzione della loro quota nel
capitale della BCE. E queste ultime, tolti i costi, girano i
proventi ai rispettivi stati. Non è stato privattizzato nulla. La BCE è una banca pubblica, come lo sono tutte le banche centrali nazionali.

2. La seconda grande bufala è l'omissione della parola inflazione. Qualcuno si è dimenticato che all'inizio degli anni ottanta l'inflazione superava il 20% e questo creava instabilità economica e minava la coesione sociale. Il divorzio fra la Banca d'Italia e il Tesoro fu un dei tanti strumenti che furono utilizzati per ridurre l'inflazione: in quegli stessi anni, l'adesione allo Sme, il lodo Scotti e il cosidetto decreto di san Valentino avevano tutti lo scopo di combattere l'inflazione.

3. La terza grande bufala è l'omissione della parola tassa: la tassa da inflazione. Quando l'inflazione è al 20%, se hai 100 lire in moneta o in titoli all'inizio dell'anno alla fine dell'anno ti trovi con 80 lire in termini di potere d'acquisto. Anche se il titolo, poniamo il BOT, ti rende il 15%, con l'inflazione al 20%, il risparmiatore ci perde e lo Stato ci guadagna. E' come se il Bot rendesse un tasso negativo del 5%. E la tassa da inflazione è una tassa sommamanete iniqua perchè i ricchi sanno come evitarla investendo nel mattone o all'estero; la povera gente, con i soldi in banca o in BOT, è invece quella che viene tassata.

Conclusione: i sovranisti dicono falsità e rimpiangono una tassa. Parlano contro le tasse, ma invocano una tassa che era fra le più inique perchè colpiva i ceti più deboli.

Ps. È anche falso che i cambiamenti istituzionali che hanno sancito una maggiore indipendenza delle banche centrali non siano stati approvati democraticamente. Il trattato di Maastricht è stato approvato dai Parlamenti nazionali e in alcuni paesi direttamente dal popolo, tramite referendum. Anche i cambiamenti che hanno avuto luogo in Italia sono stati approvati secondo le procedure previste dalla nostra democrazia. Il cambiamento più importante fu il passaggio alla Banca d’Italia del potere di fissare il tasso di sconto: questa innovazione fu approvata con il DPR 18.7.1992, emanato in attuazione della legge 7.2.1992.
Non vi fu alcuna modifica normativa per il divorzio, nel 1981, perché l’acquisto da parte della Banca d’Italia dei titoli invenduti all’asta dei titoli di stato non era previsto da una norma, ma era una semplice prassi che si era instaurata solo a metà degli anni settanta.

GIampaolo Galli
Fonte: www.facebook.com
LInk: https://www.facebook.com/giampaolo.galli.7/posts/565684790565237
27.01.2019


Citazione
comedonchisciotte
Honorable Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 634
 

Davide;100634 wrote:
È anche falso che i cambiamenti istituzionali che hanno sancito una maggiore indipendenza delle banche centrali non siano stati approvati democraticamente. Il trattato di Maastricht è stato approvato dai Parlamenti nazionali e in alcuni paesi direttamente dal popolo, tramite referendum.

Non so chi sia questo Galli, ma racconta balle spaziali. I cambiamenti furono così democratici che furono adottati di soppiatto ogni volta possibile ("come ladro di notte" è un colorito termine che rende l'idea) e quando ci furono dei referendum, essi vennero annullati quando non davano il risultato voluto. Da ricordare poi che, quando la cosiddetta "costituzione europea" fu rifiutata dai popoli, le stesse regole vennero imposte tramite trattato.

E anche questa infinita balla del cosiddetto "divorzio tra Tesoro e Bankitalia" mi ha stufato. Non c'è mai stato alcun divorzio, perchè i due enti non sono mai stati sposati, ma hanno sempre lavorato, prima e dopo il "divorzio" in cooperazione.
Il legame tra Tesoro e Bankitalia è caso mai simile al legame tra due maschi in una coppia omosessuale. Prima quello attivo era il Tesoro e la parte passiva spettava a Bankitalia, dopo la parte attiva spetta a Bankitalia e quella passiva al Tesoro.


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azul
 azul
Estimable Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 157
 

Vediamo adesso le bufale e le cialtronate galliche:

Nel 1980 i Bot rendevano il 16% lordo. Inflazione: 19,55
Nel 1981 i Bot rendevano il 20% lordo. 18,11
Nel 1982 i Bot rendevano il 19% lordo. 16,44
Nel 1983 i Bot rendevano il 18% lordo. 12,29
Nel 1984 i Bot rendevano il 17% lordo. 9,37
Nel 1985 i Bot rendevano il 14% lordo. 8,89
Nel 1986 i Bot rendevano il 13% lordo. 4,15
Nel 1987 i Bot rendevano il 10% lordo. 5,19
Nel 1988 i Bot rendevano l'11% lordo. 5,38
Nel 1989 i Bot rendevano il 13% lordo. 6,28
Nel 1990 i Bot rendevano il 13% lordo. 6,61

Come potete notare solo nel 1980 i rendimenti reali furono effettivamente negativi per un 3,45, leggermente positivi nel 1981 e poi via via sempre più alti fino a sfiorare il 9% ed è giustamente in questi anni che si verifica la grande esplosione del debito pubblico italiano. I galli dovrebbero sapere che anteriormente al 1981 (data del divorzio Bankitalia e Tesoro) la funzione dei titoli di stato era quella stabilita in costituzione: difendere e proteggere il rsparmio, quindi anche rendimenti reali a 0 o a 1% erano sufficienti e legittimi. A proteggere i salari provvedeva invece la scala mobile. Quando invece vai a premiare titoli come i bot (per non parlare dei btp) con rendimenti reali al 8/9%, finisci per premiare e proteggere non il risparmio e i risparmiatori, ma la rendita e i rentiers; Il che non mi risulta essere un principio costituzionale o democratico, senza contare l'aumento del rapporto debito/pil.

Oggi, in un momento storico di rendimenti bassissimi, se offri rendimenti dei btp superiori al 3% e inflazione al 1%, paradossalmente, produci un aggravamento della manutenzione del debito pubblico assai maggiore che non negli anni 70 con inflazione a 2 cifre e crisi petrolifera.


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