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SS MESSA IN LATINO SENZA IL PERMESSO DEL VESCOVO !


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Passi avanti per la celebrazione della Messa secondo il messale di S. Pio V

Intervista al Superiore dell’Istituto del Buon Pastore ROMA, venerdì, 15 dicembre 2006 (ZENIT.org).- Martedì 12 dicembre la Commissione "Ecclesia Dei", presieduta dal Cardinale Darío Castrillón Hoyos, si è riunita a Roma in una prima Sessione plenaria per discutere di come rendere disponibile e libera la celebrazione liturgica secondo il messale di S. Pio V, popolarmente conosciuta come “Messa in latino”. Con il Decreto n° 118/2006 datato 8 settembre, la Pontificia Commissione "Ecclesia Dei” aveva eretto “come Società di Vita Apostolica di diritto pontificio, nella città di Bordeaux, e più esattamente nella chiesa di Saint-Éloi: l’Istituto del Buon Pastore” composta da sacerdoti legati alle forme della liturgia in vigore nel 1962. La maggior parte dei membri dell’Istituto hanno fatto parte della Fraternità San Pio X di monsignor Marcel Lefevre , ma, come ha sottolineato il Cardinale Jean-Pierre Ricard, Arcivescovo di Bordeaux , “hanno desiderato vivere in piena comunione con la Sede di Roma”. In un comunicato diffuso l’8 settembre scorso l’Arcivescovo di Bordeaux aveva spiegato che “questo Istituto raggruppa dei sacerdoti che vogliono esercitare il loro sacerdozio nella Tradizione dottrinale e liturgica della Santa Chiesa Cattolica Romana”. Il Cardinale Ricard ha scritto che “fin dall’inizio del suo pontificato, il Papa Benedetto XVI si è preoccupato di un ritorno di coloro che hanno seguito Monsignor Lefebvre, ed ha desiderato compiere dei gesti di accoglienza nei loro confronti. È in questo senso che egli ha manifestamente preso la decisione di erigere questo nuovo Istituto”. A questo proposito l’Arcivescovo ha affermato: “Noi condividiamo profondamente questa preoccupazione di riconciliazione e di comunione del Papa e accogliamo filialmente la sua decisione”. Il Decreto della Pontificia Commissione "Ecclesia Dei” ha precisato inoltre che “la Commissione approva per cinque anni, ad experimentum, le costituzioni di detto Istituto”, così come riportate nel testo annesso al decreto e conferisce ai membri di questo Istituto, “il diritto di celebrare la liturgia sacra utilizzando propriamente come loro proprio rito i libri liturgici in vigore nel 1962, e cioè il Messale Romano, il Rituale Romano, e il Pontificale Romano per il conferimento degli Ordini, nonché il diritto di recitare l’Ufficio Divino secondo il Breviario Romano edito nella stesso anno”. Infine, la Commissione ha nominato il reverendo don Philippe Laguérie primo Superiore di questo Istituto. Per meglio conoscere sviluppi e prospettive dell’Istituto del Buon Pastore, ZENIT ha intervistato il Superiore don Philippe Laguérie. Quali sono stati gli argomenti che vi hanno convinto a rientrare nella Chiesa Cattolica? Laguérie: In realtà noi che siamo tra i più vecchi sacerdoti ordinati della Fraternità di San Pio X, non abbiamo mai pensato di stare al di fuori della Chiesa. E poi l’ascesa del Cardinal Joseph Ratzinger al Soglio di Pietro ci ha persuasi a sostenere il Pontefice Benedetto XVI nella sua opera pastorale. Ci è parso evidente che il nostro dovere era quello di aiutarlo con i nostri poveri mezzi ma in maniera risoluta. Noi sempre preghiamo Iddio perché il Papa Benedetto XVI possa portare a termine questa magnifica missione. Perché la celebrazione della liturgia sacra secondo il messale di San Pio V è per voi così importante? Laguérie: Il rito gregoriano del VI secolo è una pratica continua della Chiesa ed è certamente uno dei depositi più sacri della Chiesa cattolica. Riproporne la pratica dopo la sua prescrizione negli anni Settanta è una Resurrezione per la Chiesa. La messa gregoriana è il rito proprio dell’Istituto e il decreto di erezione precisa anche che è una missione dei sacerdoti dell’Istituto diffonderla per la Gloria di Cristo. In una parte del mondo cattolico circolano leggende nere che vi descrivono come chiusi tradizionalisti, strenui oppositori del Concilio Vaticano II, lontani dal Papa e da Roma...... Come rispondete a queste dicerie? Laguérie: E’ vero che i fondatori dell’Istituto hanno una solida reputazione di combattenti, nel senso alto, ma anche San Paolo considerava Timoteo come un soldato di Cristo. Il Pontefice Benedetto XVI ha detto in una Udienza del mercoledì che “la testimonianza della fede richiedeva forza, chiarezza e l’audacia della provocazione”. E’ giunto il momento che soprattutto i sacerdoti ritrovino una grande fierezza. Bernanos parlava di una certa timidezza: “sono la luce del mondo e rasentano i muri”. A questo proposito il Papa ci dà l’esempio, seguiamolo. L’Arcidiocesi di Bordeaux vi ha affidato la cura pastorale di Saint-Éloi. Siete pronti a prendere la cura di altre parrocchie, nel caso ve l’affidassero? Laguérie: Grazie alla intelligenza e alla bontà del Cardinale Jean-Pierre Ricard la parrocchia di Saint-Eloi è già la sede dell’Istituto del Buon Pastore ed è la prima del genere affidata ad un Istituto di rito proprio. Noi siamo grati al Pontefice, al Cardinale Castrillon e al Cardinale Ricard e speriamo che altri Vescovi ci offrano le stesse possibilità. In conclusione credo che la Chiesa sia in pieno cambiamento, essa torna a se stessa, ritrova la propria fierezza e la tradizione sotto la guida di un Papa tanto atteso. Non è il momento di restare fuori a piangere e gemere. Come il figlio primogenito della parabola del figliol prodigo festeggiamo e rallegriamoci perché ciò che era perduto è ritrovato, ciò che era morto rivive.


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