Notifiche
Cancella tutti

Sul credito


ilnatta
Reputable Member
Registrato: 3 anni fa
Post: 314
Topic starter  

A metà gennaio , commentando i dati del bollettino mensile Bce sull'andamento disaggregato di M3 http://archeo-finanza.blogspot.it/2013/01/nuove-dalla-bce.html , osservavamo che , seppure il valore fosse in miglioramento : " Non solo il credito al settore privato è in rosso , rosso che non era stato toccato nemmeno durante l'apice della crisi del 2009 , ma è sostanzialmente la principale componente che modera la crescita di M3.
Ovviamente credito al settore privato in rosso vuol dire che le imprese non hanno accesso alla liquidità bancaria per investire .
Ecco spiegata la recessione attuale ed ecco spiegato perchè nonostante tutto quello che è stato fatto per allentare la recessione , la crisi permane ."

Ecco che a conferma di quanto scrivevamo il centro studi confindustria dice :" Le banche sono sempre più selettive, i prestiti calano, i tassi salgono, molte imprese rinunciano a chiedere crediti. Un terzo delle aziende ha liquidità insufficiente e molte con progetti validi vanno in crisi per carenza di fondi. Così, anziché lasciare il posto a una timida ripresa, la recessione può di nuovo aggravarsi."
Qui il link all'articolo http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2013-03-08/confindustria-rischia-terza-ondata-161155.shtml?uuid=Ab6fcDcH
Confindustria continua :" le banche sono caute nell'erogare prestiti per timore del contesto recessivo che fa crescere le perdite su crediti, erodendo il capitale; la scarsità di credito frena il recupero della domanda interna, anzi la affossa ulteriormente. Così i timori delle banche si autorealizzano ".

La paura di Confindustria è che si inneschi un nuovo credit crunch e chiede l'intervento da un lato della Bce , dall'altro lo sblocco di 48 miliardi di euro di fondi statali per le imprese , fondi che poi non sono altro che crediti che le imprese vantano con la pubblica amministrazione.

Come abbiamo mostrato la paura di Confindustria è reale , anche se riteniamo che un vero e proprio credit crunch sia non in vista a meno di catastrofi dovute ad esempio alla turbolenza politica interna al paese.
Purtroppo non c'è da sperare nemmeno in grandi possibilità di intervento da parte del governo : sperare che i 48 miliardi vengano sbloccati è molto arduo , a meno che non siano frutto sostanzialmente di emissione di nuovo debito , come proposto da più fronti . Ma la fattibilità è tutta da verificare a livello europeo.

E allora ?
Allora ripetiamo quanto scrivevamo a gennaio consci però che anche questo non è nell'onero delle possibilità , purtroppo per noi :" Nel 2009 gli Usa per sbloccare questa situazione hanno fatto un quantitative easing ad hoc per le banche . La Bce ha fatto invece il Ltro , questo però ha alleviato il problema sul debito pubblico , ma ha lasciato sostanzialmente inalterato quello delle banche , anche se la Bce ritiene che comunque ci sia stato un effetto positivo anche sul fronte bancario."
Quindi in questa situazione sarebbe utile un quantitative easing sul modello del primo QE americano , ovvero dedicato unicamente alle banche .
Con un simile intervento si pulirebbero definitivamente i bilanci bancari , si sbloccherebbe il credito bancario , gli impatti inflattivi ci sarebbero ma di livello contenuto e last but not least si sosterrebbe la domanda aggregata senza creare debito e tensioni inflattive .
Ma come detto nulla di simile è all'orizzonte .

Alla fine cosa rimane di fattibile ?
Direi la proposta sui 48 miliardi di euro di crediti delle imprese allo stato . Ma bisogna essere consci di un fatto : prima di parecchi mesi nulla si muoverà su quel fronte . E tutto deve andare per il verso giusto . Se infatti non si dovesse riuscire a formare un governo stabile tutto verrà procrastinato a dopo l'estate . Come minimo .

http://archeo-finanza.blogspot.it/2013/03/sul-credito.html?m=1


Citazione
Condividi: