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TI: accordo fiscale Italia-CH e' assurdo


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Zali: "Con l'accordo con l'Italia Berna guadagnera' piu' soldi e il Ticino invece ne perdera' altri: e' semplicemente assurdo"

di MOL - 13 marzo 2015

"L'accordo, a dispetto dei primi altisonanti comunicati, e' in realta' assai deludente anche dal punto di vista economico per il Cantone e i Comuni ticinesi sulla base dei dati seguenti:

1 - Nel 2014 il Ticino ha versato all'Italia un ristorno di 61 milioni, pari al 38.8% del gettito complessivo delle imposte federale, cantonale e comunali a carico dei frontalieri di circa 150 milioni. La parte che rimane in Svizzera di queste imposte e' percio', al netto dei ristorni, di circa 90 milioni.

2 - Secondo il nuovo accordo, il Ticino potra' prelevare al massimo il 70% delle imposte sui frontalieri, quindi 105 milioni (70% di 150). Di conseguenza l'aumento delle imposte federale, cantonale e comunali e' di 15 milioni (105 - 90). Il Cantone avrebbe un vantaggio di 6 milioni circa, i Comuni di 5 milioni e la Confederazione di 4. Una prima valutazione mi fa dire che questo risultato non costituisce un reale successo sul piano politico.

3 - L'Italia nell'ambito delle trattative ha pero' chiesto che il Ticino rinunci all'applicazione della legge recentemente votata quasi all'unanimita' dal Gran Consiglio (*) che ha portato il moltiplicatore comunale a carico dei frontalieri dall'80% al 100%. La Confederazione sembra propensa a dar seguito a questa imposizione proveniente da uno Stato estero e a rendere in tal modo inefficace questa nostra legge. Anche dal profilo economico si tratta di una brutta notizia, poiche' in tal caso vi sara' una diminuzione di gettito dell'imposta cantonale di 4 milioni e dell'imposta comunale di 9 milioni circa. In Svizzera, in base alle cifre del 2014, rimarranno percio' solo 92 milioni.

Il risultato complessivo dell'operazione e' quindi il seguente:
- Il gettito dell'imposta cantonale aumenta di 2 milioni (+6 - 4),
- Il gettito dell'imposta comunale diminuisce di 4 milioni (+5 - 9),
- Il gettito dell'imposta federale aumenta di 4 milioni".

Secondo Zali "il risultato e' in definitiva quello di una perdita complessiva per il Ticino e i suoi Comuni di 2 milioni. La Confederazione invece, ironia della sorte, incamera 4 milioni supplementari. A conti fatti, parlare di successo e di accordi vantaggiosi mi sembra fuori luogo. Siamo al punto di dover rimpiangere perfino l'Accordo del 1974 attualmente in vigore, benche' esso oggi non si giustifichi piu' in alcun modo. All'epoca infatti esso costituiva il prezzo da pagare all'Italia per il segreto bancario, ora sparito; l'Italia non aveva la base legale per tassare i propri residenti che esercitavano un'attivita' lucrativa dipendente all'estero, introdotta nel 2003, mentre che la nozione di frontaliere e' stata modificata dall'Accordo sulla libera circolazione pattuito tra Svizzera ed Unione europea nel giugno 2007".

Il Consigliere di Stato (**) leghista fa poi riferimento agli accordi fiscali firmati con gli altri paesi europei confinanti: "Per capire quanto sia deludente la situazione va ricordato che la Svizzera ha concluso cinque accordi su questo tema con gli Stati confinanti: Francia, Germania, Italia, Liechtenstein e l'Austria. L'unico stipulato dopo l'entrata in vigore degli Accordi bilaterali sulla libera circolazione e' quello con l'Austria e prevede un ristorno delle imposte sui frontalieri del 12.5%. Se si applicasse questa percentuale nei rapporti con l'Italia, il ristorno sarebbe soltanto di 19 milioni (12.5% di 150 milioni), per cui il gettito complessivo dell'imposta federale, cantonale e comunale, al netto dei ristorni, ammonterebbe a 131 milioni (150 - 19). Sulla base del nuovo accordo con l'Italia si raccoglieranno soltanto 92 milioni. Dopo infinite discussioni e alla vigilia di una trattativa con l'Italia si puo' purtroppo gia' annunciare che il Ticino esce nuovamente sconfitto politicamente e finanziariamente".

--
(*) parlamento
(**) membro del governo cantonale

-- NB --
Conviene precisare un paio di cose.
Primo: l'accordo e' un accordo parziale, in quanto che molti temi sono tutt'ora in discussione lungo una cosiddetta road map concordata.

La Svizzera non e' affatto stralciata da tutte le black list italiane.
Ne' le sue banche hanno accesso al mercato italiano, in barba al tanto proclamato libero passaggio di questo e di quello.

Fatto allucinante, nella parte dell'accordo firmato, c'e' un paragrafetto ghigliottina democraticamente scandaloso: ovverossia vi si dice che nel caso in cui la Svizzera attuasse la modifica costituzionale approvata dal popolo il 9 febbraio 2014 sul controllo della libera circolazione, allora ritornerebbe in vigore il vecchio trattato del 1974, quello desueto e finora vigente. Insomma un paese senza vergogna politica come l'Italia si permette di sindacare la volonta' popolare altrui. Questo il modus operandi dell'UE, diktat su diktat, lo si sa. Cio' non assolve comunque ne' l'Italia ne' l'insulsa Widmer-Schlumpf, cofirmatari di simili oscenita'.

Anche queste quisquilie indicano di come la 5a colonna UE sia ormai infiltrata dentro al governo svizzero. Se non fosse cosi', certi paragrafi non li avrebbe mai accettati. Il fatto che sia stata una nullita' come la Widmer-Schlumpf a trattare non e' una scusa. Anzi.

I ristorni per l'Italia sono briciole. Infatti spende una somma suppergiu' equivalente ogni giorno solo per attivita' connesse con la Nato. Altro che black list: Libia, Afghanistan, ex-Yugoslavia, e mi fermo qui. Cara Italia, fai pena!


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