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TI: Armani segue la moda del dumping


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http://www.gdp.ch/cronache/mendrisiotto/armani-tutti-stipendi-1500-euro-id109076.html

Mendrisiotto - Ristrutturazione aziendale
Armani, per tutti stipendi da 1.500 euro
Conclusa l'assemblea a Mendrisio per discutere gli scenari prospettati dalla casa di moda. L'OCST ha ricevuto mandato per chiedere chiarimenti. Fonio: "Ci e' sembrata una presa in giro per tutti".

AFIN - 4 febbraio 2016

E' terminata da poco l'assemblea dell'OCST (*) e della Sic (**) a Mendrisio per i ventilati licenziamenti alla Armani di via Penate, ma da quel che e' emerso, anche molti aspetti restano poco chiari, e' evidente che lo scenario sia peggiore del previsto. Alla presenza di Giuliano Butti segretario Ocst, Giorgio Fonio, Marcello Specchietti, vicesegretario Ocst e Valerio Agustoni della Sic Ticino, una settantina circa di dipendenti si sono radunati nella sede regionale, dove - forse per la prima volta - hanno avuto la possibilita' di confrontarsi anche gli uni con gli altri su quanto stia accadendo nella loro azienda.

I preoccupati dipendenti, prevedibilmente restii a parlare, hanno pero' deciso di affidare il mandato al sindacato affinche' tratti con la dirigenza. Un'assemblea, ha spiegato il segretario regionale Butti, che giunge comunque dopo mesi di voci di corridoio.

"Per mesi vi e' un tam tam di cui non si riusciva a capire la reale portata di questa situazione, con ventilate ipotesi di un ritrasferimento in Italia", ha detto Butti.

"Negli ultimi giorni le richieste di interventi da parte dei dipendenti sono aumentate, pertanto abbiamo convocato l'assemblea per capire i reali dettagli della situazione ed e' stato confermato quello che si sussurrava: informazioni inesistenti ai dipendenti, senza alcun tipo di coinvolgimento del personale o alcun tipo di intervento per tranquillizzare. Sappiamo che un certo numero di lavoratori e' stato avvicinato dal responsabile delle risorse umane e invitato a trasferirsi in Italia, ma non sappiamo quanti. Nessuno o pochi sanno quale sia la situazione del proprio collega di lavoro. Abbiamo chiesto nozioni per sapere quanti hanno firmato per il trasferimento a Milano, ma non sanno quanti sono. Abbiamo desunto che la maggioranza di coloro che hanno firmato siano presumibilmente 30".

Una cifra che non e' stata negata, ha detto ancora Butti, ma non vi sono certezze, soprattutto per i dipendenti a cui nulla e' stato detto delle ragioni. "Quello che va sottolineato - e' stato ribadito piu' volte al termine dell'assemblea, davanti ai giornalisti e' che tutte queste persone si trovano nell'incertezza piu' assoluta.

Oggi ci sono ancorra datori di lavoro che procedono con questo sistema di dividere e imperare, come dicevano i latini, per far sottoscrivere ad alcuni il trasferimento e lasciare altri nell'incertezza".

Ora comunque all'OCST e' stato dato il mandato per chiedere chiarimenti e per chiedere se gli accordi gia' sottoscritti siano vincolanti, anche perche' "evidentemente molti hanno firmato come soluziona alternativa alla perdita del posto di lavoro".
Una alternativa che prevede di passare da uno stipendio di 4.500 franchi ad un contratto in Italia di 1.500 euro, anche per una ventina di ticinesi che lavorano alla Armani.

"Ci e' sembrata una presa in giro per tutti, - e' intervenuto Giorgio Fonio - indipendentemente dal fatto che siano residenti o frontalieri. Questa e' la modalita': non e' che vengono ancora fatti dei veri e propri licenziamenti, se accetti il lavoro a Milano bene, altriementi piu' o meno velatamente si parla della perdita del posto di lavoro. La voci parlano anche di chiusura dello stabilimento".

Quello che sta succedendo comunque non restera' senza conseguenze, e' stato fatto capire, perche' basta che 13 dipendenti non accettino e vengano quindi licenziati (sul totale di 130) che scattano le procedure per licenziamento collettivo. "Qui non abbiamo a che fare con una piccola azienda, - ha aggiunto Fonio -, ma con una ditta di una certa grandezza, il che vorra' dire che dovra' assumersi anche una certa responsabilita' ".

Ora l'OCST e la Sic intendono fare chiarezza, attraverso le verifiche del caso e muovendosi nel modo piu' rispettoso, ma eventualmente anche procedendo nel rispetto della legge.
"E' emblematico - e' stato detto in conclusione - che qualcuno ci ha detto "io devo dare una risposta, come devo procedere? Perche' se dovessi rispondere negativamente rischio di perdere quel poco che ho". Queste persone stanno vivendo un dramma personale di dover prendere una decisione sofferta. A noi non risulta che qualcuno si sia rifiutato e, senza nulla di scritto, tutto diventa piu' fumoso"

Questo il mandato ricevuto dall'Ocst, articolato in tre punti:

1) Ottenere tutte le informazioni necessarie presso la direzione alfine di chiarire la situazione che si e' venuta a creare, riguardo la continuazione del contratto di lavoro.
2) Verificare la possibilita' di evitare o ridurre i provvedimenti di licenziamenti collettivi, nell'ipotesi in cui si dovessero prospettare delle disdette di contratto di lavoro.
3) Nell'ipotesi prevista al punto 2, proporre un piano sociale e relativa trattativa con gli organi responsabili della societa'.

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(*) Organizzazione Cristiano-Sociale Ticinese, e' il sindacato vicino al PPD
(**) Societa' degli impiegati di commercio


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