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TI: creati 30mila posti di lavoro in 10a


vic
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http://www.gdp.ch/cronache/ticino/creati-dieci-anni-30mila-posti-di-lavoro-id116553.html

Ticino - Gli impieghi in piu' sono stati assorbiti dai servizi
Creati in dieci anni 30mila posti di lavoro
Le persone occupate sono invece aumentate di 40mila unita'. Secondo gli ultimi dati dell'Ufficio di statistica, il 77% degli impieghi e' nel Terziario (servizi), solo il 23% nel Secondario (industria ed edilizia). La crescita ha visto protagoniste soprattutto le donne.

di Nicola Mazzi - 4 aprile 2016

In Ticino, negli ultimi 10 anni (e cioe' dalla fine del 2005 al termine del 2015), sono piu' di 40mila le nuove persone che hanno avuto accesso al mercato del lavoro. E, soprattutto, se si trasforma questo dato in impieghi a tempo pieno, si puo' notare come questi siano cresciuti di 29.800 unita' (circa 3mila impieghi ogni anno) che a livello percentuale significa il 19% in piu'.

Rapporto 77%-23%

Infatti, stando agli ultimi dati riportati dall'Ufficio di statistica, gli addetti (e cioe' le persone impiegate in Svizzera con un reddito sottoposto ai contributi AVS, di almeno 2.300 franchi annui) sono passati da 185mila a 225.700. Con una crescita importante soprattutto nel settore Terziario (quello dei servizi) dove gli impiegati sono passati da 138.800 a 173.900. Mentre nel settore Secondario (che comprende edilizia e industria) in questo lasso di tempo vi e' stato solo un leggero incremento passando da 46.200 a 51.800. Queste cifre portano al 77% gli impieghi attivi nel settore Terziario rispetto al 23% nel Secondario.

Tutti nei servizi

La prima conferma che il Ticino e' sempre piu' un Cantone legato ai servizi arriva dal confronto con i dati nazionali. La media svizzera, infatti, indica che alla fine dello scorso anno il 25,8% era attivo nel Secondario rispetto al 74,2% nel Terziario.

La seconda conferma di questa tendenza la si puo' evincere dal confronto sulla trasformazione del lavoro in Ticino nel corso del tempo. Basta guardare i dati di dieci anni or sono quando il Secondario occupava il 33,3% degli impieghi e il Terziario il 66,6%. Oggi, come detto, questo divario e' aumentato arrivando al rapporto 77-23%.

Ultimo anno

E' altresi' interessante osservare l'andamento del lavoro nell'ultimo anno. Stando ai dati forniti dall'Ustat gli addetti, nell'ultimo trimestre del 2014, rispetto all'ultimo trimestre del 2015, sono passati da 218.600 a 225.700. L'aumento e' quindi stato di ben 7.100 unita'. Praticamente tutti nel Terziario che e' passato da 165.900 a 173.900 unita'. Ha invece conosciuto una flessione il Secondario con gli addetti che sono passati da 52.600 a 51.800.

Le donne crescono

Un'altra importante tendenza registrata in questo decennio riguarda la presenza delle donne nel mondo del lavoro. Dal 2005 al 2015 le addette sono passate da 73.600 a 98.700 con una crescita del 34,1%. Anche gli uomini sono aumentati, ma solo del 14.1% passando da 111.400 a 127.000. Una tendenza che e' stata avvertita anche nell'ultimo anno. Le donne infatti hanno visto una crescita di ben 8.700 addette, mentre gli uomini sono addirittura diminuiti di 1.600 unita'.

Impieghi a tempo pieno

Per quanto riguarda il corrispondente di queste cifre (legate agli addetti) in impieghi a tempo pieno (ETP), osserviamo che dal 2005 al 2015 essi sono passati da 157.900 a 187.700 con un incremento di ben 18.9 punti percentuali. In sostanza sono stati creati, in Ticino negli ultimi 10 anni, 29.800 nuovi impieghi. Nello stesso arco di tempo quelli che sono stati destinati al settore Terziario sono passati da 114.300 a 138.500 e i posti di lavoro nel Secondario da 43.700 a 49.300. Anche nell'ultimo anno la tendenza si e' confermata con un aumento di posti di lavoro totali che e' passato da 185.500 a 187.700. Quindi 1.800 posti di lavoro in piu' in un anno. Tutti da addebitare al Terziario cresciuto da 135.900 a 138.500 rispetto a una flessione del Secondario che invece e' sceso da 49.600 posti di lavoro a 49.300 impieghi.

E i frontalieri?

Se l'ultimo anno ha visto un calo (nel 2015 erano circa 600 le persone in meno rispetto al 2014) ed era da diversi anni che questa inversione di tendenza non veniva registrata, osservando il decennio il loro numero e' comunque cresciuto. I frontalieri sono passati da 35.841 a 62.472 persone con un incremento di 26.637 lavoratori.

-- ergo --
Se sono stati creati 30mila posti di lavoro e se i frontalieri sono aumentati di ca. 27mila unita', chi avra' mai approfittato, direttamente o indirettamente, dei nuovi posti? Guai a tirare la conclusione, vero Mazzi? Fare 1 + 1 e' cosi' difficile?


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AlbertoConti
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chi avra' mai approfittato, direttamente o indirettamente, dei nuovi posti?

Direttamente i nuovi frontalieri italiani, ma, molto di più, indirettamente?


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vic
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@AlbertoConti

Se intendi dire che il Ticino ne ha approfittato, le cose non sono affatto ovvie.
Forse si', forse no.

Si dovrebbero vedere le entrati fiscali dovute a questi nuovi posti di lavoro.
Se le ditte hanno versato piu' o meno imposte.

E poi occorre tener conto degli innumerevoli problemi che il traffico dei frontalieri comporta. Alcune infrastrutture, come la rete viaria nel Mendrisiotto e Luganese sono spesso al limite.
La qualita' dell'aria del Mendrisiotto non e' un gran che, proprio a causa di questo traffico intenso.

Ed infine, a dirla tutta, l'Italia non collabora, anzi ci prende a pesci in faccia.
Quando dovrebbe ringraziarci da mane a sera per il lavoro creato a favore di cittadini italiani. I treni dall'Italia sono regolarmente in ritardo non di qualche minuto ma di mezz'ora-40 minuti. E partono da Milano, mica da Palermo.

La ferrovia Stabio-Arcisate e' sempre in alto mare.

E pure i paeselli appena oltre il confine ci mettono del loro: Porto Ceresio sono anni ed annorum che butta liquami direttamente nel lago. Con il miliardo di ristorni fiscali che abbiamo versato ai comuni della fascia di confine, un qualcosa avrebbero potuto realizzare. Nel vecchio accordo bilaterale veniva citato chiaramente lo scopo cui andavano devoluti questi soldi. I depuratori a lago, per esempio.

Invece che fanno: inquinano le nostre e loro acque; non contenti hanno sequestrato il bus che circolava un misero centinaio di metri oltre il confine, con il beneplacito di Roma e Berna, notabene. Ci sono voluti due anni per farlo tornare in circolazione. E chi guida questi bus? Autisti frontalieri gia'! Il Ticino in pratica mantiene economicamente tutta la gente che abita le zone della fascia di confine.

Quindi chi ha veramente approfittato? I frontalieri. E le ditte mordi e fuggi tipo Armani o Pramac.

L'ufficio di statistica si guarda bene dal dire un cip sul degrado del mercato del lavoro, dovuto proprio alla presenza di questo numero strabordante di frontalieri.


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AlbertoConti
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@AlbertoConti

Se intendi dire che il Ticino ne ha approfittato, le cose non sono affatto ovvie.
Forse si', forse no.

Si dovrebbero vedere le entrati fiscali dovute a questi nuovi posti di lavoro.
Se le ditte hanno versato piu' o meno imposte.

E poi occorre tener conto degli innumerevoli problemi che il traffico dei frontalieri comporta. Alcune infrastrutture, come la rete viaria nel Mendrisiotto e Luganese sono spesso al limite.
La qualita' dell'aria del Mendrisiotto non e' un gran che, proprio a causa di questo traffico intenso.

Ed infine, a dirla tutta, l'Italia non collabora, anzi ci prende a pesci in faccia.
Quando dovrebbe ringraziarci da mane a sera per il lavoro creato a favore di cittadini italiani. I treni dall'Italia sono regolarmente in ritardo non di qualche minuto ma di mezz'ora-40 minuti. E partono da Milano, mica da Palermo.

La ferrovia Stabio-Arcisate e' sempre in alto mare.

E pure i paeselli appena oltre il confine ci mettono del loro: Porto Ceresio sono anni ed annorum che butta liquami direttamente nel lago. Con il miliardo di ristorni fiscali che abbiamo versato ai comuni della fascia di confine, un qualcosa avrebbero potuto realizzare. Nel vecchio accordo bilaterale veniva citato chiaramente lo scopo cui andavano devoluti questi soldi. I depuratori a lago, per esempio.

Invece che fanno: inquinano le nostre e loro acque; non contenti hanno sequestrato il bus che circolava un misero centinaio di metri oltre il confine, con il beneplacito di Roma e Berna, notabene. Ci sono voluti due anni per farlo tornare in circolazione. E chi guida questi bus? Autisti frontalieri gia'! Il Ticino in pratica mantiene economicamente tutta la gente che abita le zone della fascia di confine.

Quindi chi ha veramente approfittato? I frontalieri. E le ditte mordi e fuggi tipo Armani o Pramac.

L'ufficio di statistica si guarda bene dal dire un cip sul degrado del mercato del lavoro, dovuto proprio alla presenza di questo numero strabordante di frontalieri.

Grazie della risposta.
Pensavo invece all'aspetto macroeconomico della questione. Posti di lavoro in più fanno pensare che chi li ha creati abbia il suo tornaconto.


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vic
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C'e' un altro aspetto, che salta fuori ogni tanto: la faccenda della perequazione intercantonale. E' un meccanismo piuttosto complicato per cui i cantoni ricchi versano a quelli poveri. La formula per stabilire l'entita' dell'indennizzo tiene conto di vari fattori anche non direttamente economici, come la conformazione del territorio.

Fatto sta che per il Ticino un parametro importante e' quello delle risorse proprie. E qui casca l'asino: i frontalieri vengono conteggiati al 100% come risorse proprie. Benche', lo sanno tutti, i soldi che guadagnano li spendano in Italia e non in Ticino. Il governo cantonale ha gia' piu' volte proposto una revisione di questo parametro, revisione che porterebbe nelle casse cantonali parecchi milioni. Di sicuro farebbe sparire l'emergenza finanziaria.

Questo argomento e' riemerso per la tangente. Il governo svizzero ha promesso al Ticino 20 Mio in piu' all'anno se... abolisce la richiesta del casellario giudiziale per gli stranieri che intendono lavorare qui. Richiesta che emana in realta' da Roma. Uno piuttosto sobrio nei giudizi come il senatore PLR Fabio Abate ha gia' dichiarato che questo modo di procedere non va. La questione dei parametri per il calcolo della perequazione va risolta senza ricatti e ricattini. Non va nemmeno mischiarci dentro le misure di sicurezza, che sono di pertinenza cantonale. La somma in gioco sarebbe come ordine di grandezza di 100 milioni annui suppergiu'.

Anche questo e' un prezzo che il cantone deve pagare, proprio per via dei frontalieri. Indubbiamente sono una risorsa lavorativa. E' sempre stato cosi'.
Ma ora le cose stanno prendendo una piega deleteria: ambiente, infrastrutture e mercato del lavoro sono fortemente peggiorati.

Infine ribadisco cio' che ripeto spesso qui su CDC: il Ticino non e' ormai piu' popolato da ticinesi (voi svizzeri), ma (in prima approssimazione) da italiani, che qui hanno messo radici e si sono integrati. I frontalieri sono non residenti che fanno avanti e indietro giornalmente, varcando il confine due volte al giorno. A loro conviene. A chi li assume (altri italiani), evidentemente pure. Alla societa' in generale conviene solo finche' il fenomeno non degenera.

Per questo dicevo che e' difficile dire se il Cantone, come Stato, ci guadagni o ci perda. Sul piatto della bilancia non c'e' solo il PIL locale, che appunto coi frontalieri e' semi-locale. Loro fanno girare anche il PIL della fascia di confine. A Berna e Roma nicchiano su questo importante dato di fatto.

Sarebbe un miracolo, se sedendosi attorno ad un tavolo comune (la Regio Insubrica?), venisse fuori una strategia economica comune per la fascia di frontiera. Sarebbe la cosa piu' logica. Ma il fatto che Roma e' lontana, Berna pure, che i due paesi siano gestiti in modo diverso, non aiuta.

In questo senso c'e' l'esempio della Regio Basilensis, che e' la regione attorno a Basilea a cavallo del confine fra tre stati: Svizzera, Francia e Germania. Li' il tavolo comune funziona piuttosto bene. Anche perche' quella e' gente piu' pragmatica degli italici.


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