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Bellinzonese e valli - Dopo il Parc Adula
Parchi del Locarnese e del Moesano?

28.11.2016 - aggiornato: 28.11.2016 - 08:10
Dopo il no popolare al Parc Adula, la presidente del Parco del Locarnese Tiziana Zaninelli e quello del Parc Adula Fabrizio Keller rilanciano.

di Mauro Giacometti - 28 novembre 2016

Zaninelli: «Faremo tesoro di questo voto»

Calma e sangue freddo. È questo, in soldoni, il senso della reazioni del gruppo di lavoro del previsto Parco Nazionale nel Locarnese. Tiziana Zaninelli, presidente del Consiglio del Candidato Parco Nazionale del Locarnese, fa sapere attraverso un comunicato: «La votazione del Parc Adula ha dimostrato quanto la democrazia sia uno dei pilastri dei parchi di nuova generazione. Quale che sia il risultato uscito dalle urne, faremo tesoro della loro esperienza continuando a percorrere la nostra strada. In nessun caso, infatti, l’esito negativo del Parc Adula pregiudica la nascita del futuro Parco Nazionale del Locarnese. Un passo alla volta, continueremo a essere sul territorio, lavorando con i Comuni e i Patriziati in vista della votazione popolare che, al più presto, si terrà alla fine del 2017».
Dunque un anno di tempo per continuare a lavorare come si sta facendo dal 2012, sostenendo, si legge sul sito del “Candidato Parco Nazionale del Locarnese”, «Comuni, Patriziati (*), enti, associazioni e altri attori locali che con concretezza, professionalità e passione, realizzano progetti pilota di valorizzazione del territorio, con l’obiettivo di promuovere lo sviluppo socio-economico sostenibile dell’intera regione. Una sessantina finora, scaturiti dalle comunità locali o da appositi bandi di concorso».
Nel lungo iter c’è già stato una passaggio democratico, seppure parziale. Ricordiamo infatti che il progetto locarnese è stato modificato e rilanciato dopo che nel 2008 rinunciarono, tramite voto dei Legislativi, i Comuni di Campo Vallemaggia, Cevio e Cerentino. Per sopperire alla perdita di questi territori dell’alta Vallemaggia il progetto si è allargato verso sud, incontrando l’interesse di nuovi Comuni. Sono 12 quelli in cui si voterà tra un anno. Come per il Parc Adula, anche sul Verbano lavorano all’iniziativa una trentina di persone (compresi i delegati dei Comuni) molti dei quali titolo gratuito.

Keller: «Parco del Moesano? Magari»

C’è tanta delusione dall’esito di urne e assemblee comunali. Ma per il presidente del Parc Adula Fabrizio Keller non è un voto da buttare. Da calanchino ha apprezzato il Sì unanime che ha dato la sua valle e anche la Mesolcina, tanto che è pronto a ripartire con l’idea di un parco regionale del Moesano. Un progetto meno ambizioso ma forse con più probabilità di riuscita. «Il fatto che il Moesano (65% sì e 33% no) e la Viamala (56% sì e 42% no) abbiano accolto la filosofia alla base del Parc Adula lascia spazio alla possibilità di un parco regionale. Senza zona centrale. Ossia privo di quei vincoli che hanno affossato il progetto generale», spiega. E poi sollecitato dalla stampa precisa: «È un’alternativa. Nei prossimi giorni la sottoporrò ai presidenti delle due regioni, Moesa e Viamala», precisa, sottolineando di averne già informalmente parlato telefonicamente con Samuele Censi, ai vertici della Regione Moesa, che s’è detto disponibile ad esaminare questa possibilità. L’idea buttata lì a caldo, anche per attenuare la delusione appena maturata, di un parco regionale potrebbe essere allargata anche oltre San Bernardino, nella regione della Viamala, che non ha del tutto bocciato il Parc Adula.

Su un piano B rispetto alla bocciatura del Parc Adula si mostra possibilista anche il sindaco di Mesocco, Christian De Tann, presente alla proclamazione dei risultati nella Casa del Circolo e rimasto anch’egli piuttosto deluso dal voto. «Premesso che non mi aspettavo che tanti Comuni della zona centrale respingessero il progetto, ma sono ovviamente soddisfatto che Mesocco si sia schierato compatto in favore del Parc Adula. Una grande maggioranza dei cittadini di Mesocco e Rossa, i due Comuni del Moesano coinvolti più direttamente nel Parc Adula, si sono dichiarati favorevoli, quindi è da questo consenso che si deve partire per un progetto di parco regionale», conclude De Tann.

-- NB --
Qui il sito dell'ormai defunto Parc Adula:
http://www.parcadula.ch/it/Home?sl=it

(*) il patriziato e' un ente pubblico parallelo al comune. Comprende le famiglie con profonde radici nel comune e solitamente e' proprietario di un bel pezzo di territorio comunale, tipicamente pascoli e boschi. I patrizi hanno diritto ad usufruire di cio' sotto forma di diritti: di pascolo, di poter raccogliere un tot quantitativo di legna, di strame e di frutti di bosco. La sfida per i patriziati, importantissimi nell'epoca della civilta' contadina, e' oggi quella di adeguarsi all'epoca moderna. Bisogna dire che se molti comuni si sono fusi amministrativamente, i loro patriziati sono generalmente rimasti quelli di prima. Non in tutti i comuni tuttavia il patriziato e' sopravvissuto.

L'80% del territorio del Canton Ticino e' boschivo. E' ovvio che i patriziati, in quanto proprietari di buona parte del territorio, fungono da baluardo contro la globalizzazione, ovverossia sono loro (e non il fondo monetario internazionale, ne' i burocrati di Bruxelles) che in votazione popolare (dei patrizi) devono eventualmente decidere se svendere un bosco, un pascolo, una montagna al primo miliardario che passa. Insomma l'idea che il territorio sia di proprieta' comune non e' morta del tutto.
Va da se' che l'immigrato dal Marocco non e' un patrizio e quindi non ha voce in capitolo sulle questioni patriziali. Ma nemmeno un patrizio di Cevio ha voce in capitolo nel patriziato di Olivone.


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l'articolo succitato e' tratto dal sito del Giornale del Popolo:
http://www.gdp.ch/ticino-e-regioni/bellinzonese-e-valli/parchi-del-locarnese-e-del-moesano-id146966.html


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