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TI: l'appello dell'uscente


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Illustrious Member
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Laura Sadis e' il membro PLR uscente dal governo cantonale ticinese. Se ne va per dissapori col presidente del partito e per ambizione personale. Non e' difficile indovinare che mira a diventare Consigliera federale. Tenendo presente che in Consiglio federale tradizionalmente ci finiscono i mediocri, assai raramente i migliori, e' il posto che farebbe per lei. Membra di una certa casta dalla puzza sotto il naso. Feeling con la gente qualunque zero. Iniziativa pure quasi zero. Molto forte nel ripetere il mantra "non si puo' fare". E molto brava nel dar di se' un'immagine da direttrice di pompe funebri. Il Nano, geniale nell'invenzione di epiteti, definiva la Sadis "gne'-gne' " e pure "contabile mezzemaniche".

Qualche ulteriore appunto sulla "gne'-gne' " Sadis lo metto piu' sotto.

Da:
http://www.caffe.ch/stories/inchieste/49473_dobbiamo_sentirci_parte_della_svizzera/

L'appello del ministro delle Finanze, Laura Sadis
"Dobbiamo sentirci parte della Svizzera"

di Libero d'Agostino - 25 gennaio 2015

Non e' stato un inizio anno rilassante per Laura Sadis. L'intesa fiscale, di massima, con l'Italia e la decisione della Banca nazionale di abbandonare il cambio fisso con l'euro, hanno suscitato forti timori in Ticino, sollevando l'immancabile grido di dolore contro Berna "che ha svenduto" il cantone. "Certo, i problemi ci sono ed e' doveroso segnalarli al Consiglio federale, ma dovremmo anche sforzarci di ricordare che non ci siamo solo noi, che facciamo parte di un Paese piu' grande", dice il ministro delle Finanze.

Il tono del confronto politico, insomma, non e' cambiato. Queste ultime novita', hanno rinfocolato il risentimento contro il governo centrale. E' mai possibile che il dibattito cantonale non riesca ad uscire dal recinto della Berna cattiva, dell'Italia arrogante e dei suoi frontalieri, con tutti gli annessi e connessi, del solito lamentoso rivendicazionismo?
"Indubbiamente ci sono delle difficolta', delle tensioni sul mercato del lavoro e l'apprezzamento del franco crea dei nuovi problemi nell'area dell'eurozona che e' il mercato di riferimento per le nostre esportazioni. Giusto essere consapevoli di questo e denunciarne gli effetti, ma poi bisogna darsi da fare. Per il negoziato con l'Italia, il Ticino e' stato ascoltato a Berna (*). Molti punti per noi importanti nell'interesse del cantone sono entrati a pieno titolo in questa trattativa. E' questo che conta. Tutt'altro discorso e' un certo rivendicazionismo, che facendo leva anche su legittimi timori, inasprisce i toni per salvaguardare un bacino elettorale. Ma la politica seria ha il compito di trovare delle soluzioni". (**)

A volte si ha l'impressione che il Ticino politico non si senta parte della Svizzera, che di fronte a grandi scelte nazionali o internazionali, si antepongano gli interessi del cantone, caso particolare e problematica regione di frontiera. Non crede che si sia un po' perso il senso del federalismo?
"La Svizzera non e' una realta' omogena, ci sono cantoni con problemi diversi, economie differenti, difficolta' che giustamente vanno sottolineate e sottoposte all'attenzione di Berna. Ma si deve pure capire che bisogna trovare soluzioni comuni, nazionali, che non ci siamo solo noi. Servono questo giusto equilibrio e la consapevoleza che viviamo in un mondo sempre piu' interdipendente".

Dunque cosa fare?
Bisogna partire dal senso di appartenenza alla Svizzera, dalla nostra storia comune e dal sentimento federalista che e' assai vivo, per capire che facciamo parte di qualcosa di piu' grande. Solo muovendo da un denominatore comune possiamo trovare una sintesi equilibrata nella ponderazione di interessi differenti. Da una parte serve, quindi, l'ascolto delle nostre ragioni, ma e' altrettanto importante che noi capiamo che ci sono pure altri cantoni con i loro interessi e i loro problemi da risolvere. La consapevolezza di vivere in un Paese molto diversificato deve essere sempre viva in ogni livello di discussione e confronto, in ogni organismo e gruppo di lavoro, sia sul piano intercantonale che federale".

Concretamente qual e' la giusta linea di condotta con Berna?
"Un'informazione completa e corretta sulla realta' cantonale, sui nostri problemi. Non basta semplicemente lamentarsi, serve anche la capacita' di proporre delle soluzioni fattibili in tutte le sedi di discussione. Allora si' che si e' ascoltati". (***)

Si e' di nuovo ventilato un possibile blocco dei ristorni dei frontalieri come mezzo di pressione su Berna e l'Italia. Lei che pensa?
"Quello che pensavo gia' anni fa, comunque la valutazione di questa scelta spettera' al prossimo governo. Io posso solo dire che fino a quando non ci sara' un accordo definitivo con l'Italia, resta in vigore quello attuale. (+) Ribadisco, comunque, che se si vogliono mostrare i muscoli bisogna essere coscienti delle possibili reazioni della controparte, che non possono che essere negative". (++)

Il Ticino sta vivendo anni di populismo ruggente. Ritiene che un'alleanza di centro tra Plrt e Ppd possa spostare il baricentro della politica verso una prospettiva di maggiore responsabilita' a favore degli interessi veri del cantone?
"Questo discorso va al di la' degli steccati dei partiti, anche se la storia stessa del Plrt e del Ppd dovebbe richiamarsi ad esso, investe l'interpretazione individuale della politica, quindi il rifiuto del cinismo, il linguaggio che si usa, la corretta informazione dei cittadini. Bisogna domandarsi quale ruolo deve avere un politico, come approcciarsi all'opinione pubblica. Cio' comporta una scelta etica. E' molto piu' facile, pero', manipolare, cavalcando i timori dei cittadini e soffiare sul fuoco dei risentimenti".

--
Il messaggio globale e' chiaro, lo si legge fra le righe: voglio diventare Consigliera federale.

(*) Quella che blatera di informazione corretta, perche' tace sulla clausola-ghigliottina, voluta dall'Italia e accettata dai negoziatori?

(**) Che menata con questo discorso della serieta'! E' la solita solfa delle figlie di papa'. L'inventiva non e' necessariamente seria. La Sadis che parla di soluzioni! Lei che le ha sempre schivate dicendo "non si puo' fare". La Sadis responsabile anche del promovimento economico che non ha la piu' pallida idea di cosa siano le LENR. Lei che e' di Lugano non sa nemmeno cosa sia il Lugano report. Tutto il mondo lo conosce, solo lei no. Che razza di serieta'! Serieta' da pori mort.
E' serio far parte del consiglio di amministrazione della BNS, sapere che non verranno versati dalla BNS per l'anno corrente ai cantoni gli usuali bonus finanziari, eppure mettere ugualmente l'importo nel preventivo finanziario cantonale? E' serio Sadis? Serieta' a mezza tacca.

(***) Il suo partito, il PLR, aveva proposto di disdire unilateralmente l'accordo con l'Italia, in quanto quest'ultima e' stata non ottemperante allo spirito dello stesso, soprattutto con le famose black lists. Era una soluzione o no? Cosa ha proposto lei, di grazia si puo' sapere?

(+) E' seria e corretta informazione ai cittadini sottacere che le black lists vanno contro lo spirito dell'accordo attualmente in vigore?

(++) Eh, ma e' proprio un vizio il mantra del "non si puo' fare". Cara Sadis la controparte ha gia' fatto fin troppo e di piu': tu dunque accetti l'imposizione delle black lists senza fiatare, perche' sono una cosa seria le black lists. E' informazione corretta ai cittadini non ricordare loro che sono misure fascistoidi?

E' definitivamente una mezze maniche questa Sadis. Fara' molta strada.

Povera Svizzera, chi ti ritroverai a rappresentarti
domani. Dai, datti un guizzo, mandale a quel paese ste figlie di papa', o nazione figlia del Gruetli.


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