a piccoli passi ver...
 
Notifiche
Cancella tutti

a piccoli passi verso il Colle


helios
Illustrious Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 16537
Topic starter  

A piccoli passi verso il Colle
Di Pierfrancesco Freré

23-01-2015

Sullo sfondo della manovra-bazooka della Bce per riavviare l'economia europea, che lo aiuterà a fronteggiare meglio la crisi del mercato interno, Matteo Renzi prosegue a piccoli passi nel cammino di avvicinamento alle votazioni per il Quirinale.

Il problema principale del premier è quello di tenere coperte le sue carte fino all'ultimo momento utile: visto ciò che è accaduto alle sue bandiere, l'Italicum e la riforma del Senato, sforacchiate dal fuoco amico della sinistra dem, si può capire l'accoglienza che avrebbe da parte dei suoi avversari una rosa di nomi, o peggio un nome secco, se condiviso con Berlusconi ed Alfano.

A questo punto è chiaro infatti che l'obiettivo è il Patto del Nazareno, già trasformato da sinistra dem e fittiani nel "partito del Nazareno". Che l'intesa politica esista da più di un anno (la "profonda sintonia" con il Cav di cui parlò il Rottamatore nel gennaio 2014) è chiaro a tutti: non a caso, è stato chiesto più volte ai due contraenti se esistesse qualcosa di scritto o comunque in che cosa consistesse esattamente l'accordo (ormai chiaramente allargato ad Alfano). Dal momento che si è sempre ripetuto che esso verteva sulle riforme, gli antirenziani hanno tentato in tutti i modi di bloccarne il cammino. Ma adesso il sospetto è che ne abbia fatto parte fin dall'inizio anche la successione a Napolitano, in qualunque momento essa si fosse prospettata.

Ma se così fosse, è evidente che la famosa "carta coperta" di Renzi sarebbe in realtà a conoscenza anche del leader azzurro e del ministro dell'Interno. Questo è il motivo per cui la fronda di sinistra e di destra ha reclamato che fosse presentata una rosa di "papabili", convinta che in fondo il triumvirato stesse interpretando una parte in commedia e che in realtà al suo interno non ci sia nessuna divisione di fondo.

Beppe Grillo si è spinto a chiedere che il Rottamatore faccia finalmente i suoi nomi in modo che la rete dei 5 stelle si possa esprimere su di essi. In modo da cassarli più facilmente, ironizza il renziano Giachetti; ma soprattutto contraddicendo l'ispirazione iniziale delle "quirinarie" M5S, secondo Paolo Becchi che ha polemizzato duramente con il fondatore.

Non è facile dire se ciò sia vero, se esista in altre parole un'intesa implicita e riservata tra Renzi, Berlusconi ed Alfano per garantire con un relativo margine di sicurezza l'elezione del nuovo capo dello Stato già dalla quarta votazione (allorché sarà necessaria la maggioranza semplice dei grandi elettori, cioè 505 voti).

Ma si può osservare come il premier si sia detto più volte ottimista sulla possibilità di tagliare questo traguardo senza grandi contraccolpi, addirittura scontando quasi 200 franchi tiratori. E anche Pierluigi Bersani si è convinto che sia un errore attardarsi in battaglie di retroguardia all'insegna dell'antiberlusconismo: Bersani derubrica ad opinione personale l'accusa di Stefano Fassina a Renzi di essere stato il capo dei 101 che affossarono la candidatura di Prodi al Colle.

Per l'ex segretario del Pd bisogna lasciar perdere le "scorie" del passato perché "il Quirinale è un'altra partita" che merita lealtà: la situazione a suo avviso è migliore del 2013 e al segretario-premier si deve chiedere di tenere unito il Pd coinvolgendo tutte le sue anime nella scelta del futuro "arbitro" (identikit sufficientemente generico per accontentare tutti).

Insomma, Bersani chiede indirettamente di stare nel gioco e di non espellere la sinistra interna dalle trattative. Riconosce così l'errore di quanti, dividendo la "Ditta", rischiano di rafforzare involontariamente un centrodestra in crisi di suo e molto più frammentato del Pd.

Diversa la posizione di Fitto che parla di un azzeramento della storia di Fi e rifiuta l'idea del "soccorso azzurro" a Renzi ma allo stesso tempo, come Bersani, esclude l'idea di dare vita a scissioni che sarebbero perdenti in partenza. C'è della realpolitik in tali ragionamenti. Dissidenti di sinistra e di destra mancano infatti di un regista e di un piano comune che non sia quello della pura opposizione.

Colpisce l'analisi di Stefano Rodotà che accusa Grillo di aver deluso le aspettative, e boccia l'idea di ricostruire la sinistra attorno a soggetti come Sel e sinistra pd che hanno alle spalle altri fallimenti. A suo giudizio bisognerebbe piuttosto ripartire da una "coalizione sociale" con le forze "'vive" della sinistra, come Fiom, Libera, Emergency.
Insomma, anche Rodotà è critico sulla strategia fin qui messa in campo dagli antirenziani: stavolta il "toto-Quirinale" è un giochino che non funziona e rischia di dover fare i conti ben presto con un colpo a sorpresa. E ultimativo.

http://www.americaoggi.info/2015/01/23/43258-piccoli-passi-verso-il-colle


Citazione
Stopgun
Prominent Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 920
 

Al popolo non è neanche concesso di sapere i nomi di coloro che verranno indicati come Capi probabili dello Stato.

Atteggiamento veramente democratico da parte di chi poi all'ultimo momento tenterà di risolvere la scena con un "deus ex machina" , in altre parole con un colpo di ....Stato.


RispondiCitazione
helios
Illustrious Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 16537
Topic starter  

Al popolo non è neanche concesso di sapere i nomi di coloro che verranno indicati come Capi probabili dello Stato.

Atteggiamento veramente democratico da parte di chi poi all'ultimo momento tenterà di risolvere la scena con un "deus ex machina" , in altre parole con un colpo di ....Stato.

eh si Stopgun, non per nulla questo lo ha scritto americaoggi.info.(stavolta il "toto-Quirinale" è un giochino che non funziona e rischia di dover fare i conti ben presto con un colpo a sorpresa. E ultimativo.)

Il colpo a sorpresa e ultimativo da noi si chiama colpo di stato.


RispondiCitazione
Condividi: