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TI: perche' no al raddoppio del Gottardo


vic
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http://www.liberatv.ch/articolo/32015/il-raddoppio-del-gottardo-e-lazzardo-da-roulette-russa-che-il-mendrisiotto-non-puo

Il raddoppio del Gottardo e l'azzardo da roulette russa che il Mendrisiotto non puo' permettersi
L'ANALISI - Il diritto alla sicurezza non e' solo quello di attraversare indenni il tubo, ma anche quello di non morire di cancro a causa di quel che obbligatoriamente respiriamo

di Andrea Leoni - 23 febbraio 2016

Una premessa: non credo che chi e' favorevole al raddoppio del Gottardo desideri la distruzione del Ticino, voglia assassinare le future generazioni sotto una coltre di polveri e sia mosso da ideali poco nobili. Come in ogni buona disputa si confrontano due visioni che entrambe le parti credono migliori e nell'interesse del Paese. Sia il fronte del "no" che il fronte del "si' ", o almeno la stragrande maggioranza di chi compone i due schieramenti, punta a fare il bene, e non il male, del proprio Cantone e di chi ci vive, perorando con ardore la propria causa. Personalmente ne conosco diversi per cui sarei pronto a mettere la mano sul fuoco.

Quella che va a concludersi e' stata una campagna politica tipicamente ticinese (latina): con le sue esagerazioni, i suoi colpi sotto la cintura, i buoni argomenti e le balle. Fa parte del nostro modo di essere e di vivere la politica e non bisogna scandalizzarsi. Non sempre lo spettacolo e' stato piacevole ma c'e' anche tanto di buono in questa passione civica e popolare. A tratti e' sembrato un po' di vivere come nei film di Don Camillo e Peppone. E nei racconti di Giovanni Guareschi le battaglie tra cattolici e comunisti si combattevano senza esclusione di randellate, ma poi a risultato acquisito tutto andava a ricomporsi nell'interesse comune. Sara' cosi' anche da noi: siamo tutti ticinesi.

C'e' un motivo che piu' degli altri che mi convince a votare di "no" al raddoppio e ad invitare gli altri a fare altrettanto: il fattore rischio per la mia regione, il Mendrisiotto. Chi ci vive lo sa: siamo, e non da oggi, al collasso della rete viaria e molte volte all'anno ampiamente oltre i limiti della legge che dovrebbe tutelarci dall'inquinamento. In pochi anni, cinque o sei, ci siamo ritrovati fermi su strade che prima percorrevamo in una manciata di minuti. E le patologie legate all'aria avvelenata sono indiscutibilmente in crescita. Purtroppo un morto (o 1'000) di smog non si vede. Non c'e' la fotografia sul giornale e l'articolo che racconta la sua fine straziante: e' come se non esistesse. Mentre chi muore in un incidente si': la puoi osservare tutta la sua tragica fine.

Ha gioco facile su questo punto il fronte dei favorevoli a mostrare i pericoli che vi sono nel percorrere la galleria del Gottardo. Ma il diritto alla sicurezza non e' solo quello di attraversare indenni il tubo, ma anche quello di non morire di cancro a causa di quel che obbligatoriamente respiriamo. Tuttavia questo secondo diritto viene dimenticano, per dire disconosciuto. E questo anche a causa di un meccanismo mediatico che annulla la percezione della morte e influisce sull'opinione pubblica. Ma i morti e gli ammalati ci sono lo stesso, anche se non si vedono. E sono di piu' dei troppi che ancora muoiono su tutte le strade, purtroppo.

Mi si ribattera' che questa tragica situazione - e, credete, e' una vera tragedia - che vive la mia regione e la sua gente non e' causata in larga misura dalla galleria del Gottardo. Sono d'accordo, assolutamente: il traffico transfrontaliero ha un'incidenza pesantissima che si vede ad occhio nudo. Anche per questo il 9 febbraio abbiamo votato di si'. Ma proprio qui sta il rischio che non possiamo permetterci di correre e che chiediamo ai nostri concittadini ticinesi e svizzeri di risparmiarci. Nessuno e' in grado di dire con certezza che tipo di aumento di transiti (o di pressione) portera' un eventuale raddoppio del Gottardo, ma quel che e' certo e nessuno puo' negare, e' che un incremento (piccolo, medio, grande, non importa), ci sara'.

E' anche il contesto internazionale a suggerircelo con evidenza: il nuovo canale di Suez raddoppiera' le navi cariche di merci verso le Europa e questo nuovo importante afflusso dovra' essere assorbito da ogni via di transito. Quindi anche dal Gottardo, con uno o due tubi.

Ebbene il Mendrisiotto non puo' assolutamente permettersi questo autentico azzardo da roulette russa. Anche se il rischio fosse minimo. Non c'e' piu' spazio, e lo scrive un che ama l'auto e detesta i treni e gli autobus, per aggiungere nulla sulla strada, almeno sugli assi principali. Si puo' solo limitare, togliere possibilmente. Non e' bello, non e' comodo e neanche facile: a tutti piacerebbe che non fosse cosi' e che si potesse continuare come prima e come adesso. Ma non si puo': bisogna entrare nell'ottica del sacrificio e della rinuncia per correggere un modello non solo insostenibile ma sempre piu' pericoloso.

Nel corso di questa campagna abbiamo inoltre scoperto di poter dire di "no" a un secondo tubo con grande serenita'. In poche settimane abbiamo infatti guadagnato dieci anni per valutare meglio che cosa e' giusto fare. E nell'era della tecnologia dieci anni sono come un'era geologica. Se prima l'ipotesi presentata diceva imperativamente che bisognava chiudere baracca e burattini per tre anni a partire dal 2025, ora sappiamo con certezza che si puo' tirar la' fino al 2035 senza inconvenienti rilevanti. Da oggi sono quasi venti anni... la vita di un giovane.

E sono anni preziosissimi che ci consentiranno ad esempio di capire l'impatto e le potenzialita' di Alptransit: un'opera che nascera' incompiuta a sud di Lugano e che da vettore ideato per trasportare le merci sara' inizialmente soltanto una metropolitana per il centro del Ticino e un'alta velocita' per i passeggeri verso il resto della Svizzera. Un po' cara, se solo per questo sara' utilizzata. Ma comunque la sua entrata in funzione potrebbe convincerci ed aiutare a convincere chi tiene i cordoni della borsa, della necessita' che piu' utile potrebbe essere investire li' altre risorse. O in opere "minori" che potrebbero pero' migliorare davvero la quotidianita' delle persone: pensiamo al collegamento autostradale con il Locarnese. I soldi per far tutto non ci sono e non ci saranno.

Ma in questi anni "guadagnati" potrebbero soprattutto prendere piede (in Gran Bretagna gia' si sperimentano) le strade su cui i mezzi di trasporto su gomma vengono guidati, almeno nelle tratte piu' pericolose e sensibili, tramite wireless, riducendo al minimo il rischio di incidenti e lo stress dei viaggiatori. Anni in cui capiremo l'impatto reale che le grandi opere (Suez ed altre) avranno sui transiti. Un tempo importante da sfruttare anche per valutare l'evoluzione dei nostri rapporti con l'Unione Europea, ammesso e non concesso che l'UE ci sia ancora come la conosciamo oggi.

Anche da questo punto di vista essere prudenti e' saggio. In un batter d'occhio sotto le pressioni internazionali abbiamo visto sgretolarsi un totem svizzero come il segreto bancario, senza che il nostro Governo, il nostro Parlamento e la nostra tanto richiamata Costituzione potesse fare minimamente da argine. Dubitare della promessa che i due nuovi tubi resteranno monodirezionali accada quel che accada, non e' quindi irrispettoso verso le istituzioni. E' solo il minimo, in un Mondo in cui, lo vediamo ogni giorno, gli interessi economici e finanziari peggiori, le sovrastrutture senza democrazia, le burocrazie autoreferenziali, comandano a bacchetta la politica. O quel che ne resta.


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mago
 mago
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Possono fare 4 tubi ma poi usciti dal Gottardo verso Zurigo si percorre una mulattiera.. 😳 😳


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vic
 vic
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Per me stanno ponendo la domanda sbagliata, ma ormai e' posta cosi'.

In realta' dovrebbero chiedere: volete il transito dei camion da 60t?

Farli passare in un unico tubo e' da pazzi.
In due tubi da semipazzi.


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