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TI: PS si sveglia l'anima euroscettica


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http://www.liberatv.ch/articolo/29624/ghisletta-che-schiaffi-bertoli-manuele-ma-chi-sei-dare-simili-giudizi-e-diciamolo

Ghisletta, che schiaffi a Bertoli: "Manuele ma chi sei per dare simili giudizi? E diciamolo chiaramente: sui Bilaterali abbiamo sbagliato"
Intervista al presidente del PS di Lugano che ribatte al ministro: "Un vero socialista dovrebbe mettersi nei panni della gente che fatica ad arrivare a fine mese. Altrimenti vada a fare altro, dove fa meno danni: che so, l'ambasciatore a Bruxelles"

di AELLE - 13 maggio 2015

Rispetto alle posizioni che ha recentemente espresso su Bilaterali e Unione Europea, Manuele Bertoli ha detto sostanzialmente che lei usa le parole della destra proponendo la stessa ricetta (leggi articolo correlato). Cosa risponde?
"Se non parlassimo di questioni drammatiche come il mercato del lavoro in Ticino, si potrebbe anche ridere di gusto. Ma chi e' Manuele per dare simili giudizi? Un sociolinguista? Un politologo di fama europea? Gli ricordo le prese di posizioni sui Bilaterali del nostro presidente PS Saverio Lurati, che, a nome del Sindacato UNIA Ticino, nel 2004 scrisse un articolo chiarissimo intitolato: "La libera circolazione equivale allo sfruttamento: Si' al referendum". Purtroppo per il Paese devo ammettere che aveva ragione Lurati nel 2004 e che Bertoli non se n'e' ancora accorto a distanza di 10 anni. Il consigliere di Stato (*) nemmeno e' in grado di dire con quali maggioranze politiche vuole attuare le sue quattro misure d'accompagnamento (ce ne sono anche altre importanti), che ne' i partiti di centro, ne' il Consiglio federale (**) vogliono concretizzare. E neppure sono in grado di disegnare una strategia la Direzione del Partito socialista svizzero e i vertici dell'Unione sindacale svizzera, che hanno solo l'attenuante di vivere in grande maggioranza Oltr'Alpe, in un contesto lavorativo non ancora degradato come quello del Ticino".

Nelle ore successive al risultato elettorale lei disse che le posizioni di Bertoli sul 9 febbraio avevano inciso negativamente sulla performance del partito. Pensa che possa accadere anche per le Federali?
"Sicuramente non giovano al Partito queste uscite, in buona fede per carita', ma lontane dalla realta' di sofferenza e di paura, in cui si trovano i lavoratori, residenti e non, e le loro famiglie. Ripeto, sofferenza e paura. Un vero socialista dovrebbe mettersi nei panni della gente normale, che fatica ad arrivare alla fine del mese perche' e' senza lavoro o e' pagata poco o ancora teme di essere lasciata a casa e sostituita da un altro lavoratore. Dovrebbe farlo in ogni caso prima di parlare pubblicamente su certi temi. Altrimenti vada a fare altro, dove fa meno danni: che so, l'ambasciatore a Bruxelles o il ricercatore universitario pagato dai fondi pubblici".

Qual e' la sua posizione rispetto al voto del 9 febbraio 2014? Va applicata la volonta' popolare oppure serve una nuova votazione?
"Bisogna andare fino in fondo ai tre anni di tempo per l'applicazione dell'articolo e poi si vedra'. Io resto contrario al sistema dei contingenti, perche' e' troppo favorevole ai datori di lavoro, soprattutto se vengono concretizzati senza l'applicazione obbligatoria di contratti collettivi di lavoro, che garantiscano condizioni decenti di lavoro in Svizzera (e non condizioni portoghesi o polacche). Mi fanno paura i contingenti che vorrebbero certi datori di lavoro e politici di destra per soddisfare le esigenze di lavoro stagionale o annuale. Non si migliora il mercato del lavoro per i residenti in questo modo".

Le posizioni euroscettiche da lei espresse in queste settimane che riscontro hanno all'interno del partito? Insomma, quanti siete a pensarla cosi'?
"Penso che dobbiamo assolutamente ripartire dal basso nel Partito socialista, ma ovviamente non e' semplice, viste le fucilate di certi personaggi di spicco e il silenzio di altri. Ci tengo al Partito socialista, e ho la pelle dura, altrimenti me ne sarei andato. Il Partito socialista deve assolutamente ripartire dai problemi della popolazione, dobbiamo essere in empatia con i ceti medio-bassi. Per fare questo nuovo percorso occorre perlomeno dichiarare di partenza che sui Bilaterali abbiamo sbagliato, in buona fede ma abbiamo sbagliato, e che non si va piu' avanti con la libera circolazione delle persone in un mercato del lavoro all'insegna dello sfruttamento. Stop alla libera circolazione, perche' diciamo stop allo sfruttamento. Non per sempre, ma il tempo necessario per rimettere a posto le cose. Dobbiamo ripartire da questa posizione e, con l'appoggio dei ceti medio-bassi, imporre al centro-destra misure d'accompagnamento in grado di combattere efficacemente lo scandaloso degrado del mercato del lavoro ticinese".

Come crede che debba procedere il dibattito interno al PS sulla "questione europea"? A che risultato politico punta?
"Ovviamente punto in primo luogo a rimettere in questione il dogma liberista dei vertici socialisti ticinesi, da 15 anni rivestito di belle intenzioni, che purtroppo si infrangono contro la strapotere dei partiti di centrodestra. Ci saranno varie occasioni di dibattere. E soprattutto auspico e spero veramente di lavorare ancora abbastanza a lungo politicamente, per riavvicinare le persone che sono deluse e che sono ai margini o fuori del PS, per fare un percorso politico di lotta con loro. Sicuramente a Lugano, sicuramente a Bellinzona e spero anche a Berna."

Le sue posizioni, almeno nello spirito e a livello generale, assomigliano a quelle espressa dai Verdi negli ultimi anni, tanto e' vero che Sergio Savoia ha mostrato pubblico apprezzamento per quanto da lei scritto e detto in queste settimane. Cosa ne pensa di questo parallelismo politico: puo' essere questo un punto su cui costruire le congiunzioni?
"Ho letto il libro di Sergio Savoia, La grande bugia, e consiglio la lettura della parte centrale, che fa una disamina del mercato del lavoro ticinese sottoscrivibile da un sindacalista che lavora sul terreno. Io penso che chi legge certi dati "viene giu' dal mirtillo" e si interroga su cosa fare per cambiare le cose. La verita' e' rivoluzionaria, come diceva Gramsci. Sulla parte propositiva del libro di Savoia non condivido la posizione sui contingenti, come detto prima. Ma sarebbe veramente ora di parlare e lavorare assieme ai Verdi, superando il tafazzismo reciproco. Possiamo fare cose importanti e utili in Ticino, assieme, per il nostro Paese".

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(*) membro del governo cantonale
(**) governo nazionale


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