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TI: RSI come la Costa Concordia


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http://www.liberatv.ch/articolo/31851/la-corazzata-rsi-ora-e-una-costa-concordia-con-una-falla-nella-carena-dopo-lo

Quarto Potere
La corazzata RSI ora e' una Costa Concordia, con una falla nella carena dopo lo spericolato "inchino" dei licenziamenti. E in prospettiva c'e' il rischio del "canone zero"
L'ANALISI - La tempesta passera' ma non bastera' un po' di pece per riportare in rotta una nave che ha troppo sbandato. L'azienda va riformata ma sara' possibile farlo?

di Marco Bazzi (*) - 1 febbraio 2016

La RSI e' un po' come il Festival di Sanremo, che tutti lo criticano ma, alla fine, in un modo o nell'altro, tutti ne parlano, anche se non lo guardano. Sanremo e' nel cuore e nelle corde degli italiani come la RSI e' nel cuore e nelle corde dei ticinesi. Adesso pero' la corazzata di Comano e Besso ha un grosso buco nella carena e sta imbarcando acqua.

Non finira' come il Titanic o, per usare una metafora dei giorni nostri, come la Costa Concordia. Maurizio Canetta non e' Francesco Schettino, ma come ogni capitano si porta la responsabilita' finale di quello spericolato "inchino" che e' stato il "metodo" pianificato e utilizzato per la gestione dei licenziamenti. Un metodo che qualcuno ha definito da Lehman Brothers.

Due cose hanno suscitato sconcerto e in alcuni casi indignazione, fuori e dentro il transatlantico di Comano. E non solo tra i dipendenti licenziati.
Prima cosa: i "securini" che nei giorni in cui la RSI - per la prima volta nella sua storia - ha dovuto procedere a un licenziamento collettivo, presidiavano uffici dirigenziali e corridoi.
Seconda cosa: il fatto che i collaboratori licenziati siano stati "messi alla porta" seduta stante, pur con diversi mesi di stipendio garantito e con "paracadute" sociali (concordati con i sindacati) che in altre aziende chi perde il posto se li sogna.

Si puo' sostenere che il "metodo" sia stato adottato per preservare la serenita' del clima aziendale ed evitare il rischio di qualche, seppur remota, reazione inconsulta.
Ma il risultato e' stato esattamente il contrario: oggi il clima aziendale e' avvelenato e affatto sereno. Ora bisogna capire chi ha pianificato i dettagli di questa operazione, che in ogni caso ha ottenuto il benestare dell'intera direzione della RSI, e non soltanto di Canetta, che ora fa, come si conviene ai capi, da capro espiatorio.

E queste cose, la RSI, che e' la radiotelevisione di servizio pubblico per eccellenza, deve spiegarle al suo pubblico. Non puo' bastare la lettera ai telespettatori del presidente della CORSI Luigi Pedrazzini (leggi qui: ), che sorvola peraltro sui metodi di licenziamento: sono i vertici dell'azienda che devono raccontare l'accaduto, con le relative motivazioni delle scelte di metodo e gli eventuali "mea culpa", che Canetta ha fatto dopo due giorni di imbarazzo.

Detto questo, la procedura corretta, sarebbe stata quella di proporre ai dipendenti licenziali la possibilita' di essere esonerati il giorno stesso dal lavoro, convincendoli che si trattava della soluzione migliore. Proporre, ma non imporre.

Oggi, per tentare di turare la falla, sul transatlantico e' salito anche il direttore della SSR Roger de Weck, che qualcuno a Comano ha soprannominato "il Parigino", per il fatto che ha scelto di vivere nella Ville Lumiere.

La tempesta passera', come tutte le tempeste, ma non basteranno un po' di pece o una toppa d'acciaio per riportare in rotta una nave che negli ultimi mesi ha troppo sbandato. Non vanno sottovalutate, in questo quadro, le due ultime prese di posizione del Consiglio del pubblico della CORSI (l'ultima di oggi) sui ritardi nella copertura televisiva dei fatti di Parigi e di Colonia.
La tempesta passera', ma bisognera' vedere cosa si lascera' alle spalle in termini di danni e distruzione. Il momento per la RSI e' delicato: la votazione sul canone generalizzato, bocciato in Ticino dal 52% degli elettori, era gia' stato un chiaro segnale all'indirizzo di Comano e Besso. E lo avevamo scritto nel giugno scorso (leggi qui: ). Prossimamente andremo a votare invece sull'iniziativa "No Billag", vale a dire sul canone come principio: si' o no. E senza canone la SSR dovra' procedere a ben altri tagli rispetto a quelli messi in atto in questi mesi.

Sullo sfondo del malumore e dell'indignazione che hanno investito la dirigenza della RSI si stagliano inoltre le critiche di ambienti, editoriali e politici (o politico-editoriali) che da anni criticano l'elefantiasi della corazzata. E' bene quindi, quando si leggono certi articoli sopra le righe porsi la domanda che si facevano i latini: "Cui prodest?", a chi giova?

Non c'e' chi non veda che in Ticino e' in atto una battaglia editoriale - nella quale la RSI e' un obiettivo - tesa a conquistare spazi di mercato. Ma conviene davvero indebolire la corazzata? Conviene davvero spingere l'opinione pubblica verso la convinzione che e' meglio abolire il canone? Non sara' solo la RSI a trovarsi in braghe di tela: le emittenti radiotelevisive private ne condivideranno la sorte (**), e a catena tutto il sistema mediatico, che si troverebbe confrontato con un competitor titanico costretto a vivere di sola pubblicita'.

Subire pesanti critiche e' probabilmente destino delle grandi emittenti pubbliche, dirette per anni con la logica della lottizzazione (che si concretizza platealmente nelle liti da cortile per spartirsi le poltrone nella CORSI) e tenute sotto stretta osservazione dai partiti, che vogliono garantirsi voce e visibilita' e "acculare" grandi ex, giovani promesse e trombati.

Ma le critiche al sovradimensionamento della RSI, a certi sprechi inaccettabili, ai privilegi di cui godono molti dipendenti, a certe nomine poco comprensibili, non vengono solo dalla politica: sono ormai diffuse in larga parte dell'opinione pubblica. E i vertici dell'azienda (non solo gli attuali) hanno commesso l'errore di aver snobbato queste lamentele. Di essere stati sordi alle lagnanze, sentendosi intoccabili sulla plancia della corazzata.
Su una cosa Pedrazzini ha ragione, quando scrive: "Chi lavora alla RSI, chi la dirige, chi la sostiene deve sapere che le rendite di posizione sono ormai esaurite e che il pubblico andra' conquistato giorno dopo giorno con atteggiamenti propositivi, mai arroganti, e con scelte convincenti".

Ma sara' possibile inaugurare una nuova era senza riformare profondamente un'azienda che ha miriadi di capi e sottocapi (una sorta di piramide rovesciata, un po' come l'Amministrazione cantonale), e senza partire dalla testa, cioe' spoliticizzando la CORSI?

--
(*) gia' capo dell'informazione di TeleTicino, che ha fatto crescere, con altri pionieri, dal nulla. Ma un bel di' arrivarono i "conquistadores", ossia il gruppo che oggi si chiama MediaTI, insomma la fregata Corriere del Ticino, che mando' a spasso Bazzi e Leoni. I quali, da veri moschettieri, invece di frignare e di sdraiarsi per terra davanti all'entrata, si costruirono e poi misero in acqua la scialuppa LiberaTV, un sito web d'informazione apartitico. E tutt'oggi continuano a remare gagliardi con le loro forze nel piccolo mare locale dove incrociano corazzate, fregate, pirati, barchette e barchini, barche a vela (quelle che sfruttano il vento) e pure qualche cadavere galleggiante, oltre a pescatori, nuotatori e la tipica fauna sia locale che d'importazione. La globalizzazione ormai ha investito anche i piccoli mari d'acqua dolce, noti come laghi. Spariscono le alborelle, ma imperversano i gardon, sott'acqua; sopra arrivano i cormorani che fanno sfracelli sotto, ingordi come sono. E' una descrizione letterale ma anche in senso lato.

(**) una parte minuscola del canone va alle radiotv private, a determinate condizioni

-- W i pionieri --
Caro
Bazzi,

fosse solo questione di spoliticizzare la RSI!

Non e' cosi', e lo sai bene, suvvia. La verita' e' che chi lavora in televisione crede di essere chissa' chi. La mette giu' cosi' dura che nemmeno a martellate ce la fai a romperla. Certo hanno delle responsabilita', ma non paragonabili con quelle di altre professioni. Alla fin dei conti che fanno? Intrattengono, anche il circo intrattiene, e piuttosto bene. Smistano notizie, riconfenzionandole un po'. Non sara' da tutti, ma sostengo che chiunque con un minimo d'istruzione, cioe' che sappia leggere e scrivere alla fine ce la fa.
Tant'e' che conosco una vera sfilza di gente che a scuola era un disastro solenne ed alla RSI hanno trovato la gallina dalle uova d'oro. Oro rosso per la precisione. Se a scuola non ce la fai a mettere in fila un ragionamento e' ben difficile che ce la farai quando i neuroni cominciano a rallentare. Per contro la rana fondamentalmlente sciocca pensa di essere la piu' furba dello stagno solo perche' s'e infilata dentro la RSI. Dove si gonfia e si gonfia e si gonfia.
Le notizie locali? Anche Teleticino le produce senza tanto cancan. Anzi i dibattiti di Teleticino sono piu' spontanei di quelli RSI.

All'opinione pubblica danno un grandissimo fastidio tutti i privilegi di cui godono gli impiegati della RSI, soprattutto i quadri. Privilegi che al giorno d'oggi non hanno piu' nessun motivo d'esistere, anzi sono un po' come sputare in faccia al cosiddetto utente della RSI, quello che paga il canone. Perche' e' bene che si sappia, lorsignori il canone non lo pagano. Non si tratta solo dei salari, ma anche di privilegi d'altro genere, pensione stellare, addirittura in eta' lavorativa.

Non contenti di tutto cio' c'hanno pure la puzza al naso. Se la tirano manco fossero chissa' chi. Non sono minimamente chissa' chi. Sono la mediocrita' pura e semplice. Dovrebbero avere l'allure del gregario. Invece no, si pongono come fossero Cassius Clay (Mohammed Ali'). Percio' suscitano solo misericordia.

Un po' di media me ne intendo anch'io, care le mie rane gonfie e tronfie. Personalmente sono cresciuto ascoltando radio Monteceneri, e anche un pochino la RAI. Captavo la tele con la radio per ascoltare topo Gigio. Oppure rotolavo per terra ascoltando la famosa Corrida radiofonica di Corrado, trasmissione improponibile da noi, da tanto erano ingessati. Arrivo' la tele, quella in b/n. Si andava al bar o da qualche vicino per vederla. Specialmente le partite di Coppa dei campioni. Che erano una vera rarita'.
L'hockey me lo ascoltavo alla radio. Era un misto di realta' e d'immaginazione. I cronisti erano pionieri, anche molto folcloristici, uno come Vico Rigassi non nasce piu'. Dicono che gli capito' anche di trasmettere una radiocronaca di hockey dalla cabina telefonica: s'era inventato la partita, letteralmente. Era l'era dei pionieri.

Alla RSI oggi manca totalmente lo spirito pionieristico. Il modo di porsi del pioniere. Il pioniere non ha paura degli immani problemi che deve affrontare, non la mette giu' dura per quello, anzi ci da' dentro con un entusiasmo un po' goliardico, senza richiedere mezzi spropositati. E cosi' nasce anche un bel spirito di squadra: tutti remano. Magari c'e' il capovoga che da' il ritmo, ma pure lui rema. E l'utente si immedesima coi rematori.

Alla RSI e' tutto il contrario, un'infinita' di dirigenti, ultimamente pure un'infinita' di ripetizioni, super o meno super. Che sostanzialmente sono una presa in giro per chi paga il canone: ma io quella trasmissione li' l'ho gia' pagata tot anni fa'. Uno alla fin fine si chiede, ma chi rema?

Immedesimazione. Funziona per via del territorio. Come fai ad immedesimarti con un/a giornalista che si capisce lontano un km che del territorio non sa nulla? Quindi non si tratta solo di spoliticizzare, c'e' ben altro da fare: cambiare l'attitudine.

Per non dire poi di quei giornalisti che fanno carriera interna solo perche' sono carini, anzi carine, e hanno fatto qualche corrispondenza dagli USA, peraltro banale. Quelli invece che hanno passato mezza vita come corrispondente vero, non mordi e fuggi, invece no, hanno la carriera bloccata li'.

Il direttore Canetta? Non mi piace affatto, proprio per quell'aria da buon compagno con metodo. A me applico' il seguente metodo: una volta lo incontrai al bar, percio' presi lo spunto per farlo ragionare sulle LENR. Non sapeva manco cosa fossero, che e' gia' tutto dire per un professionista dell'informazione. Comunque mise velocemente in atto il "metodo telefonino", che e' il metodo da asilo infantile per schivare l'oliva, fai finta di ricevere chissa' quale telefonata urgentissima ed eviti il discorso. Infatti non parlava nemmeno ne' ascoltava, scriveva messaggini dentro al telefonino. Giochetti cosi' puo' farli coi fessi, ma il sottoscritto non ci casca, caro, carissimo (visto lo stipendio stellare) Canetta.

Percio' sto con quelli che alla RSI dicono: cala do' dida!

Con tutta la buona volonta', non mi riesce di immedesimarmi in voialtri .. che sapete far televisione.[/i]


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