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TI: tassazione dei frontalieri


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http://www.gdp.ch/cronache/ticino/con-il-nuovo-accordo-chi-ci-guadagna-id106027.html

Ticino - Tassazione frontalieri
"Con il nuovo accordo chi ci guadagna?"
Sulla tassazione dei frontalieri, un punto di intesa tra Italia e Svizzera e' stato trovato a fine dicembre. Il Ticino incassera' l'8% in piu', mentre i frontalieri, insieme ai Comuni di confine, pagheranno il prezzo maggiore. Tiriamo le somme con Andrea Puglia dell'OCST.

di Martina Salvini - 13 gennaio 2016

Dopo trattative durate anni, a fine dicembre e' stato trovato un accordo tra Italia e Svizzera sull'imposizione fiscale dei lavoratori frontalieri. Un documento che sostituira' il precedente accordo, ormai vecchio di 40 anni. Per capire cosa cambia e chi ci guadagna tra i numerosi attori coinvolti (Comuni di frontiera, Cantone e Roma), abbiamo contattato Andrea Puglia dell'OCST (*).

Cosa cambia per i frontalieri?
Innanzitutto l'accordo diventera' ufficiale solo quando ci sara' la firma politica, probabilmente nel prossimo mese di aprile. Dopo la firma, i due Parlamenti dovranno approvare l'accordo con la Legge di recepimento dell'accordo. Solo a quel punto l'accordo entrera' in vigore.

In base alle dichiarazioni dei due Governi e ai documenti tecnici che in questi mesi sono stati resi noti, il nuovo documento si applichera' unicamente ai frontalieri di fascia, (coloro che risiedono entro la fascia di 20 km dal confine, ndr.), mentre per i fuori fascia non cambiera' nulla, continueranno a pagare le imposte in Italia, come gia' avviene oggi. I frontalieri di fascia, gradualmente, verranno equiparati ai fuori fascia.

La Svizzera applichera' sul reddito dei frontalieri un'imposta preventiva, pari al 70% di quella applicata oggi. Per fare un esempio semplice: se oggi vengono trattenuti 1.000 franchi di imposta alla fonte, in futuro ne verranno trattenuti 700 come imposta preventiva.

Il frontaliere dovra' poi pagare le imposte anche in Italia, un'aliquota che verra' calcolata sull'intero reddito, sottraendo l'imposta preventiva gia' pagata in Svizzera.

Sara' un processo graduale, che dovrebbe essere adottato in un arco di tempo di 10 anni, a partire dal 2018.

Per la Svizzera invece quali vantaggi si profilano?
Oggi il Ticino rigira all'Italia il 38% dell'imposta trattenuta ai frontalieri. Un domani invece il Cantone potra' applicare il 70% dell'imposta alla fonte attuale. A conti fatti, si tratta quindi di un guadagno pari all'8%. In realta' sara' un po' meno, perche' oggi l'imposta alla fonte e' calcolata per i frontalieri tenendo conto del moltiplicatore comunale al 100%. Con il nuovo accordo, pero', si tornera' ad applicare il moltiplicatore medio, rispondendo cosi' al vincolo della parita' di trattamento. Infatti bisogna ricordare che i frontalieri svizzeri pagano in Italia unicamente l'imposta del Comune in cui lavorano.

In questo accordo i grandi scontenti sembrano essere i Comuni di confine italiani...
Certamente. Nell'accordo del 1974 l'Italia era vincolata a redistribuire i ristorni delle imposte ai Comuni di confine in maniera proporzionale al numero di frontalieri che accolgono nel proprio territorio. Il nuovo accordo cancella i ristorni.

L'Italia ha gia' anticipato che continuera' a rimborsare i Comuni, e nella Legge di stabilita' verra' inserita ogni anno una quota da versare loro. Chiaramente, se i fondi dovessero mancare o se il Governo italiano decidesse di investirli altrove, sarebbe libero di farlo. E' bene sottolineare comunque che per i Comuni di frontiera la Svizzera restera' una fonte di ricchezza, sia per questione di ricchezza geografica (i frontalieri che vi risiedono e che spenderanno li' i loro guadagni), sia perche', come sappiamo, il commercio al dettaglio italiano vince sui costi di quello svizzero.

Tirando le somme, chi ci guadagna di piu'?
Sicuramente l'Italia e' molto contenta: incassera' di piu' e potra' individuare i frontalieri. Non dimentichiamo infatti che l'accordo prevede uno scambio di informazioni tra i due Paesi. Un grosso passo avanti per l'Italia, che fino ad oggi non poteva sapere chi fosse frontaliere, poiche' ufficialmente rientrava nel dato della disoccupazione. Non dichiarando il reddito da lavoro, infatti, dal profilo fiscale era un fantasma.

Da oggi, con un elenco fiscale dei frontalieri, avverra' un passaggio automatico di informazioni tra Svizzera e fisco italiano.

Anche per il Canton Ticino questo accordo rappresenta un vantaggio rispetto al passato, anche se resta una certa sproporzione tra il guadagno dell'Italia e quello della Svizzera. Non bisogna dimenticare che questo accordo e' legato ai bilaterali contro la doppia imposizione, un secondo capitolo in cui e' la Svizzera a guadagnarci di piu'.

Bisogna anche aggiungere un elemento importante: la doppia imposizione non risolvera' il problema del dumping salariale perche' ai frontalieri l'Italia riconoscera' una franchigia di 7.500 euro di reddito, entro i quali Roma non tassera' il lavoratore.

Cosi' un frontaliere che guadagna 2mila franchi lordi al mese paghera' pochissimo di imposte in Italia. Il salasso riguardera' invece quei lavoratori il cui reddito non crea alcun problema di dumping.

Questo accordo e' pero' vincolato alla rinuncia di ogni azione discriminatoria nei confronti dei frontalieri, come l'obbligo di presentare il casellario giudiziale...
Per l'Italia l'abolizione di questo obbligo e' sempre stato prioritario, ma un altro dei vincoli e' che la Svizzera raggiunga un'intesa con l'UE sulla libera circolazione e sui contingenti. Se la Svizzera dovesse decidere di disdire gli accordi sulla libera circolazione delle persone, anche questo nuovo accordo decadra'.

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(*) Organizzazione Cristiano-Sociale Ticinese, e' il sindacato vicino al PPD


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