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TI&GR: cosa si pensa della RSI


vic
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http://www.liberatv.ch/articolo/32063/studio-di-oscar-mazzoleni-ecco-quel-che-pensano-i-ticinesi-della-rsi-un-bilancio

Quarto Potere
Studio di Oscar Mazzoleni: "Ecco quel che pensano i ticinesi della RSI: un bilancio in chiaro scuro"
Alcuni dati: l'82,5% concorda con l'opinione "bisogna tutelare e difendere la RSI come secondo datore di lavoro" ma il 67,6% si dice abbastanza o molto d'accordo con l'opinione secondo cui "la politica e' spesso presentata in modo tendenzioso"

1 marzo 2016

COMANO - L'Osservatorio della vita politica regionale (OVPR) dell'Universita' di Losanna ha presentato uno studio per meglio capire il voto sulla modifica della LRTV e per analizzare il grado di sostegno dei cittadini e utenti svizzero italiani verso la Radiotelevisione svizzera (RSI).

L"Osservatorio della vita politica regionale dell'Universita' di Losanna ha presentato oggi a Comano i risultati di uno studio realizzato su mandato CORSI e RSI per capire le ragioni del voto del 14 giugno 2015 sulla modifica della legge federale sulla radiotelevisione (LRTV) e, piu' in generale, per analizzare le opinioni dei cittadini verso la RSI e il servizio pubblico. Lo studio si e' avvalso di un'inchiesta d'opinione rappresentativa realizzata nel settembre 2015 presso 1'790 cittadini del cantone Ticino e del Grigioni italiano.

Secondo l'inchiesta OVPR, le tendenze emerse nella Svizzera italiana sono in parte simili a quelle identificate dall'analisi VOX sul piano nazionale. Fra le motivazioni addotte dai sostenitori della modifica ha prevalso il principio secondo cui "ognuno deve pagare, perche' ognuno puo' utilizzare la RTV". Tra gli oppositori alla riforma, nella Svizzera italiana e' prevalso l'orientamento secondo cui "non tutti utilizzano la RTV, quindi non tutti devono pagare", piu' di quanto rilevato dall'analisi VOX nazionale (41% vs 32%). I votanti vicini alla Lega e all'UDC tendono ad avere rifiutato la modifica della LRTV, mentre i votanti vicini al PLR e al PPD, e in misura ancora maggiore al PS e ai Verdi, l'hanno sostenuta. Chi si colloca a destra o nel centro-destra tende ad essersi opposto alla modifica. Chi ha meno fiducia nel Consiglio federale (*) e si ritiene meno soddisfatto dall'offerta radio-televisiva della RSI tende a collocarsi fra i contrari della riforma.

L'indagine svolta nella Svizzera italiana mostra inoltre che chi non segue mai ne' i canali televisivi ne' i canali radio della RSI ha respinto a larga maggioranza la modifica legislativa (rispettivamente con il 71,7% e il 62,2% di No).

Al di la' del voto, le valutazioni verso la RSI e il servizio pubblico emerse dall'inchiesta mostrano tendenze in chiaro-scuro. Da un lato, la fiducia nelle televisioni e radio pubbliche RSI appare maggiore di quella nei confronti della stampa, dei giornalisti in generale, nonche' delle televisioni e radio private. Il 3/4 degli interpellati considera l'offerta radiotelevisiva della RSI abbastanza o molto adeguata, quasi 9 su 10 condividono abbastanza o molto l'opinione secondo cui "i programmi d'informazione sono equilibrati e permettono di farsi un'idea chiara dell'attualita' ", mentre l'83,6% concorda, abbastanza o molto, con l'affermazione per cui "nell'informazione, i giornalisti della RSI dimostrano oggettivita' ed equilibrio".

Se l'84,1% ritiene che "la Svizzera italiana ha diritto, come le altre due regioni linguistiche a due canali tv e tre canali radio", l'82,5% concorda con l'opinione "bisogna tutelare e difendere la RSI come secondo datore di lavoro piu' importante della Svizzera italiana". Dall'altro, non mancano elementi di criticita': il 67,6% si dice abbastanza o molto d'accordo con l'opinione secondo cui "la politica e' spesso presentata in modo tendenzioso"; il 72,2% tende inoltre a ritenere che "l'informazione lasci troppo spazio all'internazionale e non pone abbastanza l'accento sui fatti locali"; una forte minoranza (46,8%) ritiene inoltre che "la RSI dispone di troppe risorse economiche che non sa gestire e sfruttare", mentre il 52,3% degli intervistati si dice abbastanza o molto d'accordo con l'opinione per cui "i giornalisti e in generale i dipendenti della RSI godono di troppi privilegi".
Infine, piu' del 76% dei rispondenti ritiene che la RSI debba "migliorare il contatto con il pubblico della Svizzera italiana".

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(*) governo

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Da:
http://www.liberatv.ch/articolo/32064/studio-mazzoleni-sulla-rsi-luigi-pedrazzini- l'esito-del-sondaggio-deve-portare-la

Quarto Potere
Studio Mazzoleni sulla RSI, Luigi Pedrazzini: "L'esito del sondaggio deve portare la direzione cosi' come la CORSI a darsi da fare"
La CORSI (*) diffonde un'intervista al suo Presidente che commenta gli esiti della ricerca sulla radiotelevisione: "A noi sta a cuore l'oggettivita', e allo stesso modo anche la professionalita' e l'indipendenza dei giornalisti RSI"

1 marzo 2016

Luigi Pedrazzini, in qualita' di Presidente della CORSI, ci puo' spiegare come e' nata l'iniziativa di svolgere un sondaggio sul voto del 14 giugno 2015 nella Svizzera italiana?
"L'esito del voto nella Svizzera italiana ha suscitato commenti sia nella nostra regione che nel resto della Svizzera. C'e' chi ha detto e scritto che la maggioranza degli svizzero italiani ha voluto "sanzionare" la RSI, chi ha affermato (oltralpe) che gli svizzero italiani non tengono piu' di tanto alla "loro" radiotelevisione, chi, ancora, ha commentato il voto sostenendo che si e' rifiutata una nuova tassa... A noi e' sembrato importante capire meglio le motivazioni, per raccogliere informazioni da elaborare costruttivamente per svolgere la nostra missione di rappresentanti del pubblico".

Perche' vi siete rivolti all'Universita' di Losanna?
"Perche' all'interno di questa universita' opera l'Osservatorio della politica regionale diretto dal prof. Oscar Mazzoleni, che ben conosce la nostra realta' e che a piu' riprese, con i suoi collaboratori, ha dato prova di grande professionalita', competenza e indipendenza".

Dal sondaggio emerge che il numero di cittadini che esprime poca fiducia nella RSI e' esiguo anche fra chi ha votato No alla revisione della legge sulla radiotv. Tenuto conto delle vicende e delle polemiche degli ultimi due mesi lo studio sembra arrivare nel momento piu' opportuno, quasi ad assolvere la RSI dalle critiche interne ed esterne. Allora, "tout va bien Madame la Marquise"?
"Lo studio e' stato commissionato prima della "bufera" che ha investito la RSI e la sua pubblicazione non ha lo scopo di calmare le acque. E' vero che alcune conclusioni divergono in parte da cose che sono state dette e scritte nelle ultime concitate settimane. Io penso che si tratti oggi di prendere atto innanzitutto che il voto negativo sulla modifica della riscossione del canone non e' stato determinato da un diffuso sentimento anti-RSI. C'e' fiducia nell'azienda e agli svizzeri italiani importa molto del suo futuro e della futura offerta SSR. Queste constatazioni sono di stimolo per affrontare con decisione i problemi e le tensioni emersi recentemente e per ulteriormente lavorare sulla qualita' dell'offerta. L'esito del sondaggio deve portare la direzione della SSR e della RSI, cosi' come la CORSI (per quelle che sono le sue competenze), a darsi da fare per non disperdere un capitale cosi' importante di credibilita'!".

I risultati dello studio evidenziano come buona parte degli intervistati che percepiscono come tendenziosa l'informazione alla RSI siano vicini alle posizioni di Lega e UDC. Si tratta di una
fascia di pubblico di cui tenere conto e che alle urne puo' fare la differenza. Cosa dice loro?

"Cercare l'oggettivita' e' il compito di ogni giornalista serio. Per i collaboratori della RSI questo ha ancora piu' importante perche' il loro lavoro e' finanziato dal canone, che con il nuovo sistema sara' pagato da tutti. Indipendenza e neutralita' e essere pronti a discutere apertamente del proprio lavoro soprattutto con chi lo critica e lo considera tendenzioso e' oggi un atto dovuto. Nella misura in cui questo discorso interessa la CORSI, siamo pronti a fare la nostra parte a beneficio di tutte le aree di pensiero. Mi si consenta pero' di aggiungere che il risultato finale non deve essere una RSI che si lascia condizionare e rinuncia a lottare per una comunicazione completa e trasparente! Alla CORSI sta a cuore l'oggettivita', e allo stesso modo anche la professionalita' e l'indipendenza dei giornalisti RSI".

L'80% degli intervistati concorda sul fatto che il servizio pubblico di qualita' ha i suoi costi. Contemporaneamente l'84% e' convinto che l'informazione non debba dipendere da interessi commerciali, quindi debba essere finanziata con fondi pubblici. Se nel 2018 il canone venisse davvero abolito, come si potrebbero conciliare queste due posizioni?
"Sarebbero di fatto inconciliabili! Bene percio' capire, come sembra essere il caso per la maggioranza degli svizzero italiani, che l'esistenza di un servizio pubblico radiotelevisivo ha, fra gli altri, lo scopo di garantire una voce giornalistica indipendente e di qualita' ed e' comunque soggetto, a differenza di entita' private, a una vigilanza istituzionale".

La CORSI come intende utilizzare i risultati di questo studio? Pensa che potra' modificare alcune lacune rimproverate alla RSI?
"La CORSI e' ponte fra la RSI e la Svizzera italiana. Questo studio e' fonte di molte informazioni da far transitare sul "ponte", non tanto per modificare lacune ma per avere una RSI che conosce a fondo le aspettative del suo pubblico e che e' capace di considerarle nella sua offerta mantenendo al contempo un respiro nazionale".

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(*) Cooperativa per la Radiotelevisione della Svizzera Italiana; chiunque puo' diventarne socio e cosi' partecipare all'assemblea annuale. Non si illuda troppo di aver voce in capitolo, pero'.


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