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Torte in faccia ai divieti


Salvathor
Noble Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 1182
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Di Lucia Quaglino
http://www.chicago-blog.it

Chi è che non ricorda una festa di compleanno fatta in classe? Di solito, duravano il tempo di un intervallo, la torta veniva portata da casa e tutti bimbi erano satolli e felici. Di solito, anche le mamme, perché la scelta della torta fatta in casa è economica e sana.

Per le mamme che, poi, sono cuoche particolarmente capaci, questa poteva anche essere un’occasione imprenditoriale, avendo la possibilità di venderle ad amici o qualche gastronomia o, ancora, di usarle per una vendita di beneficienza.

Ora questo non è più possibile, a meno che la torta non sia preparata senza creme, incartata per bene nella plastica, scrivendo tutti gli ingredienti e decidendo una data di scadenza sensata e prudente, oltre che trasformando la cucina in un ambiente a norma come laboratorio di cucina. Se, com’è lecito dubitare, questa scelta fosse considerata troppo onerosa, dal punto di vista tanto economico quanto organizzativo, allora alle feste e alle vendita di beneficenza converrà portare le torte già pronte e confezionate.

Il divieto di vendere le torte è l’ennesima dimostrazione di come questo stato imbrigli anche ogni minima iniziativa imprenditoriale – anche quella finalizzata alla beneficenza – senza, cosa di non poco conto, avere gli strumenti pratici per fare i controlli necessari: sarebbe decisamente poco pratico e conveniente disporre di personale per controllare ogni torta portata nelle scuole, oppure tutti i banchetti di beneficenza o, ancora, verificare che alla cena dell’amica la torta sia stata acquistata da una pasticceria e non dalla vicina di casa.

Un paradosso, questo, nell’era del cibo biologico, a km zero, del salutismo a tutti i costi e della tassa sui cibi spazzatura. Da una parte, vorrebbero che questi ultimi costassero di più per ridurne i consumi, dall’altra ostacolano quanti vorrebbero preparare gli alimenti in casa, scelta che servirebbe sia a consumare cibi meno dannosi per la salute, sia a incrementare i redditi in periodo di crisi economica. Prima si fa in modo che i cibi industriali siano considerati alla stregua di vizi da punire e si sceglie uno strumento che indirizzi il consumo verso quelli fatti in casa, poi anche questi ultimi vengono colpiti. Insomma, un paternalismo sempre più diffuso e invadente, ma anche frutto di burocrati parecchio confusi sull’orientamento da seguire, per cui alla fine di alternative per i cittadini ne restano sempre meno, a svantaggio della libertà di scelta e della libera iniziativa personale.

Se con le tasse sul cibo spazzatura lo stato si invitava alla nostra tavola, ora entra direttamente nella cucina di casa. E se non è gradito, non possiamo neanche più prenderlo a torte (fresche) in faccia.

Fonte: http://www.chicago-blog.it/2013/01/31/torte-in-faccia-ai-divieti/

http://informazioneconsapevole.blogspot.it/2013/02/torte-in-faccia-ai-divieti.html


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No_Fear87
Reputable Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 415
 

bèh...fa parte del lobbismo europeo...niente di strano


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ficodebahia
Estimable Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 214
 

Le Torte sono sempre molto temute anche in carcere, dove speesso si trovava una lima per tagliare le sbarre della finestra......
Imparare fin da piccoli a non mangiare torte....a non aspettarsi le feste inattese al ritorno a casa....solo finzione e teatro.


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Kazonga
Trusted Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 67
 

Regolamenti, prescrizioni, diffide, norme CE, leggi fatte per lobbies, assicurazioni, norme del catzo sulla privacy per cui non si può più vedere una faccia di un bambino se non squadrettata...non se ne può veramente più.


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