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Tranquilli, il Brexit è irreversibile


oldhunter
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TRANQUILLI, IL BREXIT È IRREVERSIBILE. LO DICE IL BARONE DI RICHMOND

Maurizio Blondet

5 luglio 2016

Come? Il popolo vota “leave”, e si dimette il premier Cameron; si ritira Boris Johnson, e adesso se ne va anche Nigel Farage. “Da qui se ne vanno tutti”, come dice una canzoncina. Un mio lettore mi scrive nel panico: “Il Brexit sarà una catastrofe; chi guiderà la Gran Bretagna?”. Panico comprensibile in un italiano, che non sa cosa sia una classe dirigente nazionale, un’aristocrazia capace di garantire la “continuity of government” da cinque secoli in qua. Di fronte a quello che controlla silenzioso il Regno Unito, qualunque altro “Stato profondo” è una superficiale imitazione. Lì, si può grosso modo identificare coi “Lord” e con “Buckingham Palace”, con lo MI6 sempre gestito da un Pari (mai che ci mettano un plebeo), con il Rito Scozzese legittimista e fedelissimo alla Corte. Di rado questo stato profondo si manifesta. Stavolta s’è manifestato.

Con una colonnina scritta sul Telegraph da Sir William Hague, barone Hague di Richmond, con un seggio ereditario alla camera dei Lord, da sempre ministro degli esteri della monarchia. Titolo: “We Conservatives are all Leavers now. We must unite to build a new and better Britain”. Traduzione: “Noi Tories siamo tutti per il Brexit, adesso. Dobbiamo unirci per costruire una Gran Bretagna nuova e migliore”.

http://www.telegraph.co.uk/news/2016/07/04/we-conservatives-are-all-leavers-now-we-must-unite-to-build-a-ne/

Lo si legga, per apprezzare il tono sovranamente placato di questa chiamata all’ordine e all’unità. “Chiunque sia il prossimo leader conservatore, noi stiamo lasciano l’Unione Europea”, assevera il barone di Richmond. Chi manifesta per chiedere un nuovo referendum, chi spera che si tornerà indietro, si illude. La decisione è “irreversibile”, martella. E delinea per sommi capi la strategia di governo dei prossimi anni. Occorreranno “due forti posizioni di Segretario di Stato, una per gestire il negoziato con la UE e l’altra per i trattati commerciali con resto del mondo e fare del regno un campione a tempo pieno di esportazioni”. Sdoppiamento del ministero degli esteri, dunque.

Imprese inglesi temono di venire chiuse dal mercato unico europeo? E’ un sacrificio che William Hague consiglia di accettare serenamente: “Non c’è modo di rassicurare queste imprese sull’accesso continuato al mercato unico europeo, dal momento che quasi certamente sarà incompatibile col controllo dell’immigrazione”. Ascoltino, tali imprenditori, “la gara nel dibattito conservatore per sviluppare nuove idee per mantenere la Gran Bretagna alta nella classifica delle grandi nazioni con cui fare affari”. Per intanto, propone una tassazione sulle imprese inferiore al 15%; anzi “del 12.5% come nella repubblica d’Irlanda”, ciò che certamente diminuirà la tentazione delle aziende di trasferire la sede a Francoforte. “Tutti in Gran Bretagna – conclude Hague – compresi quelli di noi che hanno votato ‘Remain’, devono ora fare il salto mentale di accettare ciò che è accaduto e lavorare a come compensare quel che abbiamo perso con nuovi vantaggi nazionali”.

Meyssan ha dunque ragione?

Questo conferma la tesi lanciata due settimane fa da Thierry Meyssan, e che allora è sembrato troppo campato in aria: che il Brexit sia una decisione strategica della “Gentry” e di “Buckingham Palace”, allo scopo di riposizionare la City come centrale globale dove si negozia lo yuan, la moneta cinese. Lo Stato profondo si allontanerebbe non solo dalla UE ad egemonia tedesca, ma soprattutto dagli Stati Uniti, che ormai giudica superpotenza finita, e senza futuro.

“La City di Londra non è direttamente influenzata dal Brexit – ricorda Meyssan – . Dato il suo status speciale di Stato indipendente sotto l’autorità della Corona, non ha mai fatto parte dell’Unione europea. Certo, non potrà più ospitare le sedi sociali di certe aziende che ripiegheranno verso l’Unione, ma al contrario potrà utilizzare la sovranità di Londra per sviluppare il mercato dello yuan. Già ad aprile, ha ottenuto i privilegi necessari firmando un accordo con la Banca centrale della Cina. Inoltre, dovrebbe sviluppare le sue attività di paradiso fiscale per gli europei”.

Una tesi affascinante e intelligente, tutta da leggere:
http://www.voltairenet.org/article192535.html

Forse troppo intelligente, mi son detto – anche se Meyssan, che è stato uomo dei servizi francesi per parte di padre, non è mai da prendere sottogamba. A sostegno della sua tesi, ci sono alcuni indizi. La Regina Elisabetta s’è battuta a favore del Brexit, dalla sua neutralità super partes con astute fughe di notizie accuratamente gestite da Buckingham Palace per farle giungere ai tabloid popolari, per far capire alle plebi monarchicissime cosa pensava sua maestà.

La Hong Kong Shanghai Bank (HKSB, la storia banca imperiale della Guerra dell’Oppio) si è recentemente riposizionata a Hong Kong; l’interscambio del Regno con la Cina è passato in pochissimo tempo da 20 a 80 miliari di sterline. Soprattutto, nel 2014 Londra ha voluto fortemente entrare – sorprendendo lo stesso governo cinese – come “socio fondatore” nella AIIB, Banca Asiatica di Investimenti e Infrastrutture creata dal governo di Pechino per lo sviluppo della zona asiatica di sua egemonia, infischiandosene dell’altolà di Washington irritatissima, perché la AIIB farà concorrenza al Fondo Monetario e alla Banca Mondiale, gli storici strumenti del potere globale, finanziario e imperiale, anglo-americano. “La City diverrà la prima clearing house per lo yuan fuori dell’Asia”, annunciò allora il ministro economico, Gerge Osborne, conservatore.
https://next.ft.com/content/d33fed8a-d3a1-11e4-a9d3-00144feab7de

Poi è arrivata la visita di Xi Jin Pin alla Regina, accolto con tutti gli onori, e con la decisione di farsi finanziare nel Regno Unito due centrali atomiche di fabbricazione cinese ( il che ha segato le gambe alla europea Areva). Un cambio di paradigma del potere britannico, con un cambio di “relazione speciale” dagli Usa alla Cina? Una “relazione speciale” a cui il Regno Unito porta alla Cina una dote ragguardevole. Come ricorda Meyssan, Elisabetta II è – nel Commonwealth – regina anche di Australia e Nuova Zelanda, delle Isola Salomone e Papua New Guinea – nella zona pacifica di interesse di Pechino – e per di più delle Bahamas, Belize, Grenadine e relativi paradisi fiscali, Canda e Giamaica, Saint Lucia e Tuvalu….insomma il Regno Unito, abbandonato dall’Europa, non resta solo soletto; torna al Commonwealth, che ha propaggini importanti nell’area di Pacifico a cui la Cina ha bisogno di riversare i suoi capitai in surplus, per farne l’epicentro mondiale del nuovo secolo – che non sarà più americano.

“Il Brexit redistribuisce la politica globale”, per Meyssan. Il quale giunge paragonare l’evento al crollo del Muro di Berlino nel 1989, che provocò quel che sapete; nel dicembre 1991 si dissolveva l’URSS, sei mesi dopo il Patto di Varsavia finiva, e si scioglieva il Comecon, il “mercato comune” fra paesi comunisti. La UE, dice il francese, farà la fine del Comecon, di cui non fu nemmeno necessario negoziare lo scioglimento, perché il paese che lo guidava non esisteva più – e la stessa Urss veniva smantellata, anzi la stessa Russia ha corso il pericolo di smembramento, a cui Putin si oppone con la guerra alla Cecenia. Spero che Meyssan abbia ragione, e non scambi i suoi (e nostri) desideri per realtà. Temo che la UE sia intessuta da interessi più forti e intricati
del Comecon; basti dire che da quello tutti speravano solo di sfuggire, mentre qui – a parte tutte le classi politiche e le potenti burocrazie il cui destino è legato alla UE – , persino nei paesi europei più depredati dall’egemonia di Berlino persiste una maggioranza popolare a favore del “Remain” nella prigione dei popoli chiamata UE: e che i caso di referendum voterebbe per restare.

Un altro punto in cui Meyssan forse non coglie nel segno: la Brexit annuncerebbe lo smantellamento della NATO e, con il riavvicinamento del Regno Unito al gigante cinese, anche i rapporti con la Russia miglioreranno, e sarà la fine delle provocazioni belliciste che Usa, Londra e seri europei stanno attando contro Mosca. Lo Stato Profondo britannico ha da secoli un incubo, e una mira strategica fondamentale, che si esprime più o meno così: impedire alla Russia di affacciarsi sui “Mari caldi”, siano l’Oceano Indiano, il Pacifico, persino il Mediterraneo; lo ha fatto costantemente alleandosi nel caso coi più discutibili alleati (come ottomani, savoiardi e francesi nella guerra di Crimea), tentando di occupare l’Afghanistan per sottrarlo allo Zar (subendo uno storico disastro imperiale). E’ questo stato profondo che ha elaborato a teoria geopolitica che va sotto il nome di Sir Halford John Mackinder, e si esprime così: “Chi controlla l’Heartland comanda l’Isola-Mondo: chi controlla l’Isola-Mondo comanda il mondo ». Lo Heartland, questa immane distesa di terra che dal Baltico a Vladivostok, è l’incubo inglese – perché irraggiungibile dal mare e non controllabile con la flotta imperiale; la Russia con la Cina controllano lo Heartland; dunque, sono l’inciampo storico e inamovibile al potere globale britannico.

Londra inoltre – Lord Rotschild, precisamente – fornì a Khodorkovski le centinaia di milioni d dollari che bastarono allora impadronirsi de cespite petrolifero sovietico; era anche quello un modo geniale di impadronirsi della Heartland e dunque di controllare il pianeta; Putin ha mandato monte quel progetto. Londra non dimentica. Se davvero il dislocamento del Regno Unito cambierà i rapporti con Pechino, certo non li cambierà con Mosca. Anzi, temerei che uno degli scopi del grande “salto di paradigma” che Buckingham Palace ha operato, voltando le spalle ai neocon americani, possa essere di staccare la superpotenza cinese dalla Russia. Dopotutto, la Cina – materialista, edonista, assetata di speculazione finanziaria e di tutti gli altri giochi d’azzardo -è più “occidentale” della Russia. Nel senso in cui “occidentale” coincide col capitalismo terminale.

Maurizio Blondet

P.S. ricordo qui i messaggi pro-Brexit della Regina al suo popolo: il 18 maggio, in un “fuori-onda” astutamente sfuggitole mentre aveva già appuntato sull’abito il microfono della BBC News, secondo uno dei giornalisti presenti, “Ha detto che concrete informazioni dai massimi livello militari dicono che se noi non ‘Brexit’, si entra in uno scenario inevitabile di terza guerra mondiale”.
Ne ho dato notizia, unico in Italia, qui:
http://www.maurizioblondet.it/anche-elisabetta-vede-la-guerra-mondiale/
Il 21 giugno, pochi giorni prima del voto, durante una cena – come ha fatto sapere Buckingham Palace – la vecchia sovrana avrebbe detto: “Datemi tre ragioni perché dobbiamo restare nella UE”. Tutti i tabloid l’hanno ripresa. La Corte ha precisato: “SI è trattato di una domanda, non di una dichiarazione (statement)”. Supremo understatement britannico.
http://www.maurizioblondet.it/elisabetta-datemi-tre-ragioni-perche-dobbiamo-restare-nella-ue/

Fonte: http://www.maurizioblondet.it/tranquilli-brexit-irreversibile-lo-dice-barone-richmond/

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Rosanna
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A conferma che la tesi di Meyssan è intelligente e azzeccata ... infatti anch'io l'avevo ripresa nel mio articolo

http://www.voltairenet.org/article192723.html

La nuova politica estera britannica
di Thierry Meyssan

La stampa occidentale continua a ripetere così: nel lasciare l’Unione Europea, i britannici si sono isolati dal resto del mondo e dovranno affrontare terribili conseguenze economiche. Tuttavia, il calo della sterlina potrebbe risultare un vantaggio in seno al Commonwealth, una famiglia più vasta rispetto all’Unione e presente in sei continenti. Pragmatica com’è, la City potrebbe presto diventare il centro mondiale dello yuan e impiantare la valuta cinese all’interno stesso dell’Unione.

http://www.comedonchisciotte.org/site/modules.php?name=News&file=article&sid=16609

BREXIT: IL VIZIO ASSURDO DELLA DEMOCRAZIA…

8) 8)


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AlbertoConti
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Dio salvi la regina! Fino al brexit, ovviamente, poi deciderà per il meglio.


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PietroGE
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Dal punto interrogativo e dai dubbi, deduco che anche Blondet non condivide fino in fondo l'interpretazione di Meyssan.
Io mi ero già espresso facendo notare che la Cina non si allea mai con nessuno, che ha già i suoi centri finanziari e che, al contrario di quello che dice Meyssan, avrebbe tutto l'interesse a ché la GB restasse in Europa per garantire il flusso delle merci cinesi ed evitare i Dazi.
Dazi che sono presenti in tutti i programmi della destra, da quella austriaca al FN francese a Salvini.

Ormai solo la Germania è favorevole all'apertura totale dei mercati perché con il surplus commerciale che ha se lo può anche permettere. Questo andrà avanti fino a quando la Cina non comincerà ad esportare automobili in Europa tagliando profitti e posti di lavoro anche in Germania. Allora vedremo.

Le obiezioni riguardo alla NATO sono ancora più importanti. LA GB non va da nessuna parte senza la NATO e le speciali relazioni con gli americani. Non credo che possa lanciare i missili nucleari dai suoi sottomarini senza permesso degli americani.

Che la strategia secolare degli inglesi fosse : "impedire alla Russia di affacciarsi sui “Mari caldi” lo apprendo solo ora. Per quello che so io di storia, e non sono uno storico, la strategia secolare degli inglesi è sempre stata il 'Balance Of Power', cioè impedire che sul continente si formi un soggetto capace di dominare l'Europa. Per questo hanno iniziato la prima e, soprattutto, la seconda guerra mondiale, sacrificando alla sconfitta della Germania l'Impero Britannico. Praticamente hanno fatto come i kamikaze islamici.
Alla fine si sono dichiarati vincitori, ma guardando indietro 100 anni non si capisce che cosa abbiano vinto, mentre si vede bene quello che hanno perso. Ma già, la seconda guerra mondiale è per gli inglesi 'Britain's finest hour'. Contenti loro......


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venezia63jr
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Il sito di terry meyssan, secondo la buona anima del dottor Giantonio Valli,
e' sponsorizzato dai servizi segreti e il suo sponsor e' un figlio di levi di
nazionalita' francese.
Blondet inizia a pardere colpi, l'ira gli acceca l'intelletto.


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Rosanna
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Dal punto interrogativo e dai dubbi, deduco che anche Blondet non condivide fino in fondo l'interpretazione di Meyssan.
Io mi ero già espresso facendo notare che la Cina non si allea mai con nessuno, che ha già i suoi centri finanziari e che, al contrario di quello che dice Meyssan, avrebbe tutto l'interesse a ché la GB restasse in Europa per garantire il flusso delle merci cinesi ed evitare i Dazi.
Dazi che sono presenti in tutti i programmi della destra, da quella austriaca al FN francese a Salvini.

Ormai solo la Germania è favorevole all'apertura totale dei mercati perché con il surplus commerciale che ha se lo può anche permettere. Questo andrà avanti fino a quando la Cina non comincerà ad esportare automobili in Europa tagliando profitti e posti di lavoro anche in Germania. Allora vedremo.

Le obiezioni riguardo alla NATO sono ancora più importanti. LA GB non va da nessuna parte senza la NATO e le speciali relazioni con gli americani. Non credo che possa lanciare i missili nucleari dai suoi sottomarini senza permesso degli americani.

Che la strategia secolare degli inglesi fosse : "impedire alla Russia di affacciarsi sui “Mari caldi” lo apprendo solo ora. Per quello che so io di storia, e non sono uno storico, la strategia secolare degli inglesi è sempre stata il 'Balance Of Power', cioè impedire che sul continente si formi un soggetto capace di dominare l'Europa. Per questo hanno iniziato la prima e, soprattutto, la seconda guerra mondiale, sacrificando alla sconfitta della Germania l'Impero Britannico. Praticamente hanno fatto come i kamikaze islamici.
Alla fine si sono dichiarati vincitori, ma guardando indietro 100 anni non si capisce che cosa abbiano vinto, mentre si vede bene quello che hanno perso. Ma già, la seconda guerra mondiale è per gli inglesi 'Britain's finest hour'. Contenti loro......

Certo ... non tutta la tesi di Meyssan era condivisibile, e infatti Blondet fa alcuni distinguo su posizioni che anche a me erano sembrate eccessive, e infatti non le avevo riprese:

- Meyssan giunge paragonare l’evento al crollo del Muro di Berlino nel 1989, che provocò quel che sapete; nel dicembre 1991 si dissolveva l’URSS, sei mesi dopo il Patto di Varsavia finiva, e si scioglieva il Comecon, il “mercato comune” fra paesi comunisti. La UE, dice il francese, farà la fine del Comecon, di cui non fu nemmeno necessario negoziare lo scioglimento, perché il paese che lo guidava non esisteva più – e la stessa Urss veniva smantellata, anzi la stessa Russia ha corso il pericolo di smembramento, a cui Putin si oppone con la guerra alla Cecenia. Spero che Meyssan abbia ragione, e non scambi i suoi (e nostri) desideri per realtà.

- la Brexit annuncerebbe lo smantellamento della NATO e, con il riavvicinamento del Regno Unito al gigante cinese, anche i rapporti con la Russia miglioreranno, e sarà la fine delle provocazioni belliciste che Usa, Londra e seri europei stanno attando contro Mosca. Lo Stato Profondo britannico ha da secoli un incubo, e una mira strategica fondamentale, che si esprime più o meno così: impedire alla Russia di affacciarsi sui “Mari caldi”, siano l’Oceano Indiano, il Pacifico, persino il Mediterraneo; lo ha fatto costantemente alleandosi nel caso coi più discutibili alleati (come ottomani, savoiardi e francesi nella guerra di Crimea), tentando di occupare l’Afghanistan per sottrarlo allo Zar (subendo uno storico disastro imperiale). E’ questo stato profondo che ha elaborato a teoria geopolitica che va sotto il nome di Sir Halford John Mackinder, e si esprime così: “Chi controlla l’Heartland comanda l’Isola-Mondo: chi controlla l’Isola-Mondo comanda il mondo ». Lo Heartland, questa immane distesa di terra che dal Baltico a Vladivostok, è l’incubo inglese – perché irraggiungibile dal mare e non controllabile con la flotta imperiale; la Russia con la Cina controllano lo Heartland; dunque, sono l’inciampo storico e inamovibile al potere globale britannico.

- Se davvero il dislocamento del Regno Unito cambierà i rapporti con Pechino, certo non li cambierà con Mosca. Anzi, temerei che uno degli scopi del grande “salto di paradigma” che Buckingham Palace ha operato, voltando le spalle ai neocon americani, possa essere di staccare la superpotenza cinese dalla Russia. Dopotutto, la Cina – materialista, edonista, assetata di speculazione finanziaria e di tutti gli altri giochi d’azzardo -è più “occidentale” della Russia. Nel senso in cui “occidentale” coincide col capitalismo terminale.

Quindi Blondet salva solo la prima parte della tesi di Meyssan, quella che anche a me era sembrata la più accettabile, e cioè che che il Brexit sia una decisione strategica della “Gentry” e di “Buckingham Palace”, allo scopo di riposizionare la City come centrale globale dove si negozia lo yuan, la moneta cinese. Lo Stato profondo si allontanerebbe non solo dalla UE ad egemonia tedesca, ma soprattutto dagli Stati Uniti, che ormai giudica superpotenza finita, e senza futuro.

Bisogna anche considerare che il mercato delle valute è molto più consistente del mercato finanziario, il Foreign Exchange Market più noto come Forex o mercato delle valute infatti è il più grande mercato del mondo.
Già nell’aprile del 2010 gli scambi su questo mercato avevano raggiunto i 4.000 miliardi di dollari al giorno! Si tratta di una montagna di denaro pari a più di un quarto di tutto il Prodotto interno lordo degli Stati Uniti di quello stesso anno e ben oltre il doppio del Pil italiano del 2010.

Esiste però una piazza che domina sulle altre: è quella di Londra con più di un terzo degli scambi globali. Seguono New York (17,9% del mercato valutario mondiale), Tokyo (6,2%), Singapore (5,3%), Svizzera (5,2%) e Hong Kong (4,7%).

http://www.borsaitaliana.it/notizie/speciali/valute/mercato-valute/forex/forex.htm


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Rosanna
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Il sito di terry meyssan, secondo la buona anima del dottor Giantonio Valli,
e' sponsorizzato dai servizi segreti e il suo sponsor e' un figlio di levi di
nazionalita' francese.
Blondet inizia a pardere colpi, l'ira gli acceca l'intelletto.

Non credo che sia vero, infatti è molto tempo che leggo Meyssan e l'ho sempre trovato piuttosto corretto ... anche se un po' complottista ... e si è sempre schierato contro gli Usa, soprattutto a proposito dell'Is e dell'11 settembre, tant'è che fu uno dei primi a scrivere un libro di divulgazione sui fatti del Pentagono ...

http://www.ibs.it/code/9788887517347/meyssan-thierry/incredibile-menzogna-nessun.html


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