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Travaglio - Cattive compagnie (di bandiera)


mastermind
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Per accontentare Silvio Berlusconi Emma Marcegaglia si è cacciata in un bel guaio. Per Alitalia ha rinnegato principi come libero mercato e concorrenza

S'è cacciata in un guaio, Emma Marcegaglia, nell'ansia di portare la sua razioncina d'oro alla Patria. Cioè il suo oboletto all'AliSilvio. Strapazzata perfino sul giornale confindustriale dall'economista liberale Alberto Alesina, concorre col penultimo predecessore Antonio D'Amato al record di servilismo filogovernativo in viale dell'Astronomia. Quando parlerà di libero mercato, qualcuno le ricorderà che è entrata in una compagnia aerea nata dalla sospensione delle regole antitrust con modifica ad hoc di tre leggi.

Quando esalterà il rischio d'impresa, qualcuno le rammenterà che il governo le ha consegnato la nuova Alitalia ripulita da debiti ed esuberi. Quando siederà a trattare col governo per conto degli imprenditori sarà sospettata di ripagare il governo della grazia ricevuta. Quando un socio di Confindustria rischierà il crac, Emma dovrà spiegargli come mai la sua impresa deve fallire, mentre Alitalia no. Solo pochi mesi fa, sotto Montezemolo, l'associazione degli industriali aveva mollato alla classe politica uno schiaffo morale, cominciando a espellere i soci che pagano il pizzo anziché denunciare il racket mafioso.

Ora quel patrimonio di legalità va rapidamente evaporando. Questione di coerenza. Il gruppo Marcegaglia, pochi mesi fa, ha patteggiato per corruzione al Tribunale di Milano a proposito di una tangente pagata nel 2003 a un manager dell'Enipower in cambio di un appalto: pena pecuniaria 500 mila euro e 250 mila di confisca alla Marcegaglia Spa, pena pecuniaria di 500 mila euro e 5 milioni di confisca alla controllata NE Cct Spa, 11 mesi di reclusione patteggiati dal vicepresidente Antonio Marcegaglia (fratello di Emma). Il padre Steno, invece, è stato condannato dal Tribunale di Brescia a 4 anni per la bancarotta Italcase-Bagaglino. Nello stesso processo di primo grado, sono stati condannati Roberto Colaninno (4 anni) e Cesare Geronzi.

Colaninno è il presidente della nuova Alitalia, mentre Geronzi è indicato fra i grandi sponsor dell'operazione. Ma la cordata è impreziosita da un altro condannato in primo grado, il costruttore Marcellino Gavio (già arrestato nel '93 per Tangentopoli, dopo mesi di latitanza all'estero, s'è appena buscato 6 mesi per violazione di segreto investigativo) e dal pregiudicato Salvatore Ligresti (2 anni e mezzo definitivi per Tangentopoli). Ora, espellere chi non denuncia il racket mafioso è un'ottima idea. Ma chi paga il pizzo in Sicilia, di solito, ha la lupara alla tempia. Chi paga mazzette in Lombardia no. Con che faccia la Confindustria caccia chi subisce il racket (e per la legge è vittima di un reato) e non chi sgancia tangenti (e per la legge è colpevole di un reato)? Sarebbe come se il ministro Gelmini denunciasse le promozioni facili al Sud e poi volasse a Reggio Calabria per dare l'esame da avvocato. Per dire.

Marco Travaglio
Fonte: L'Espresso
Link: http://espresso.repubblica.it/dettaglio/Cattive-compagnie-(di-bandiera)/2040700/18
12.09.2008


Citazione
Anonymous
Illustrious Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 30947
 

Leggere gli articoli del buon Marco significa affondare il coltello sulla piaga, almeno per le persone tenutarie di qualche rimasuglio di moralità.
Con un presidente della repubblica crestarolo, un presidente del consiglio politburizzato e a scendere tutte le istituzioni, per qualche verso, bacate,
la fonte d''ispirazione per articoli di tale tono, temo, sarà inesauribile.


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indo
 indo
Active Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 16
 

vediamo se ho capito:
in un qualsiasi mercato (libero!) Alitalia dovrebbe fallire.
C'è il signor Berlusconi che propone una soluzione alternativa cioè:
- NON la facciamo fallire ma creiamo DUE società, una che comunque FALLIRA' ed una che invece SOPRAVVIVERA'
- quella che fallirà si porterà dietro tutti i debiti di Alitalia (quindi chi è in credito con Alitalia, comunque i suoi soldi li perderà!)
- quella che SOPRAVVIVERA' farà arricchire 16 persone che, essendo italiani (anche lo svizzero Aponte è ... napoletano!) daranno l'illusione che la compagnia resti italiana.
Per realizzare questo meraviglioso progetto (meraviglioso per lui e per i suoi 16 amici ...!) pone delle condizioni per cui:
- o i sindacati ACCETTANO le loro condizioni (e chissenefrega dei diritti dei lavoratori)
- oppure i sindacati NON ACCETTANO le loro condizioni (così ALITALIA fallirà ma lui/loro potranno dire che la colpa è dei sindacati)
Insomma alla fine:
(1) qualunque cosa succeda ... i MERITI saranno solo dei 16 ... (che - ribadisco - non sono disposti a comprarsi Alitalia ... ma solo a comprarsi la parte BUONA di Alitalia)!
(2) qualunque cosa succeda ... le COLPE saranno solo dei sindacati!
Certo che sedersi ad un tavolo delle trattative sapendo che la ragione è solo da una parte, non può permettere di negoziare alcunché.
Allora, non parliamo più di negoziazione, parliamo di cosa succede veramente: in italiano si chiama RICATTO!
Chi siano i ricattati e chi i ricattatori, decidetelo voi.
Paolo
http://paolofederici.splinder.com/post/18390095/Alitalia


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