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Travaglio - Formidabili quei danni


Tao
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Tenetevi forte: Mastella chiede i danni. Anziché ringraziare questo Paese demente che non ha ancora organizzato una class action per chiedergli i danni, lo statista di Ceppaloni, momentaneamente ai box, strilla su giornali e tv che vuol esser risarcito e si appella a Napolitano. Perché mai? Perché la Procura di Roma ha archiviato l'inchiesta a carico suo e di Rutelli per abuso d'ufficio a proposito del volo di Stato al Gran Premio di Monza, svelata dall'Espresso. E il gip di Catanzaro ha archiviato la sua posizione nell'inchiesta Why Not. Ma intanto lui ha perso il posto.

Ora, lui s'è dimesso per l'inchiesta di S. Maria Capua Vetere, più che mai aperta, e non per le altre due. Quanto al Gran Premio, non si capisce letteralmente di che parli Mastella: l'archiviazione non cancella il fatto, non significa che lui non fosse sull'aereo di Stato col figlio Elio per vedersi la Formula Uno a spese dei contribuenti. Significa che tutto ciò non è reato. E chissenefrega: nessuno aveva detto che lo fosse. S'era detto che è uno scandalo l'uso personal-familiare di risorse pubbliche, e lo si può ripetere tranquillamente oggi. In un paese serio non sarebbe Mastella a chiedere i danni: sarebbero i cittadini a chiedergli, in solido con Rutelli, di pagare la benzina dell'Air Force One.

Ma perché Mastella era stato indagato da De Magistris? Secondo Carlo Macrì del Corriere, solo “per una presunta amicizia con Antonio Saladino” e perché “il suo numero di telefono era nell'agenda di Saladino”. Ma le cose non stanno così. Per un anno De Magistris indaga su alcune società legate al capo della Compagnia delle opere calabrese, Antonio Saladino, rimpinzate di denaro pubblico poi finito - nell'ipotesi d'accusa - nelle tasche di vari politici. Il sistema è talmente consolidato che di casi Why Not - vedi ultima puntata di Report- se ne contano a centinaia in tutto il Sud. Intercettando Saladino e altri indagati, come il piduista pregiudicato Luigi Bisignani, il generale Poletti, il costruttore Carducci, emerge che i suddetti erano in stretti rapporti con Mastella.

Mastella gioca d'anticipo e il 20 settembre 2007 chiede al Csm di cacciare De Magistris da Catanzaro. Il Csm non l'accontenta, non subito almeno. Il pm continua a lavorare (a fine anno scadono i termini dell'indagine) e interroga vari testimoni, tra cui l'ex consigliere regionale del Psdi Giuseppe Tursi Prato, in carcere per mafia, voto di scambio e corruzione, che ha deciso di collaborare. Tursi Prato gli descrive il trasversalissimo sistema di potere di Saladino & C., con presunti scambi di favori e voti con vari politici, tra cui Mastella, eletto proprio in Calabria. Notizie di possibili reati che il 14 ottobre impongono al pm di iscrivere Mastella sul registro degli indagati per le ipotesi di truffa allo Stato italiano e all'Unione Europea, abuso d'ufficio e finanziamento illecito dei partiti: un atto dovuto a garanzia dello stesso inquisito, anche in vista della perquisizione che dovrà presto scattare nella sede del Campanile, l'organo Udeur finanziato dallo Stato e finanziatore della famiglia Mastella. De Magistris prende ogni precauzione per evitare fughe di notizie, informandone solo il procuratore aggiunto.

Ma “qualcuno” spiffera tutto a Libero, che il 19 ottobre titola: “Mastella indagato?”. Il Pg Dolcino Favi non aspetta di meglio e lo stesso giorno avoca l'inchiesta per un grottesco “conflitto d'interessi” del pm: siccome Mastella vuol trasferire De Magistris, allora De Magistris ce l'ha con lui. Pare la fiaba del lupo e dell'agnello. Per legge il Pg non conosce le indagini, dunque non potrebbe avocare il fascicolo per un fatto - l'iscrizione di Mastella - a lui ignoto. Ma provvede Libero a informarlo, dandogli il destro per bloccare il pm titolare. Come aveva previsto, sempre su Libero, il profeta Renato Farina, già “agente Betulla”, amico di Saladino, 8 giorni prima dell'avocazione e 3 giorni prima dell'iscrizione. Da Catanzaro, lo stesso 19 ottobre, trapela la notizia che proprio per quel giorno De Magistris aveva fissato perquisizioni al Campanile e alla ditta Carducci. Ma il Pg Favi le rinvia al 25, quando tutti ormai se le aspettano. L'effetto sorpresa è svanito, l'inchiesta su Mastella è rovinata.

Alla fine l'unico a pagare è De Magistris, censurato e trasferito dal Csm. I danni dovrebbe chiederli lui. Mastella dovrebbe accendere un cero alla Madonna di Ceppaloni, per grazia ricevuta.

Marco Travaglio
Fonte: www.unita.it
3.04.08


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