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Tuor: negativo per la Svizzera, ma positivo per il Ticino


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"Negativo per la Svizzera, ma positivo per il Ticino"
L'economista Alfonso Tuor commenta l'esito del voto italiano. "Non ci saranno elezioni nei prossimi mesi"

di AS - 05 dicembre 2016

La bocciatura della riforma costituzionale da parte del 60% degli italiani rischia di avere un effetto negativo per la Svizzera, ma positivo per il nostro piccolo Ticino.

Ad affermarlo è l'economista Alfonso Tuor, da noi raggiunto per un commento sul voto che ha sancito l'uscita di scena del premier Matteo Renzi.

"A mio parere non vi saranno elezioni anticipate nei prossimi mesi, poiché è necessario riscrivere la legge elettorale, ma il grande successo del no avrà un grande peso sia sul tasso di cambio dell'euro, sia sui rendimenti dei titoli statali italiani" esordisce Tuor.

"L'euro stamattina ha già toccato un minimo nei confronti del dollaro ed è probabilmente destinato a scendere ancora" evidenzia Tuor. "Questo movimento non è assolutamente positivo per la Svizzera, poiché la BNS sarà costretta a intervenire massicciamente sul mercato dei cambi per evitare che il franco si rafforzi ancora. La prospettiva è che molto probabilmente tra alcune settimane avremo un franco svizzero, un dollaro statunitense e un euro che si scambieranno attorno alla parità."

"Ma l'effetto più grande dell'esito del referendum italiano si avrà sui rendimenti dei titoli di Stato e sulla crisi bancaria" prosegue l'economista. "Molte banche italiane, come scritto spesso nel mio blog, sono sull'orlo della bancarotta. Il movimento al rialzo dei tassi acuisce questi problemi. Infatti le obbligazioni statali, di cui sono imbottiti i loro bilanci, perdono di valore, poiché i corsi delle obbligazioni si muovono inversamente all'andamento dei rendimenti. Quindi dato che sono obbligate a contabilizzarle a prezzi di mercato, dovranno alla fine dell'anno mettere in evidenza notevoli minusvalenze. Inoltre il movimento al rialzo dei tassi spinge e spingerà ancor di più gli investitori privati e istituzionali a vendere le obbligazioni in loro possesso, accentuando questo movimento al rialzo dei tassi e acuendo quindi la crisi bancaria, che è comunque determinata da 200 miliardi di euro di sofferenze, che vuol dire di crediti non esigibili."

"Le operazioni previste di fare degli aumenti di capitale per Unicredit, per Monte dei Paschi di Siena e per UBI Banca diventano estremamente difficili e ancor più onerose" fa notare Tuor. "Ancora più difficile diventa per il fondo Atlante, costituito dal Governo italiano, di alleggerire le banche grazie all'acquisto dei crediti deteriorati. Dunque il tutto fa immaginare che vi sarà un'accelerazione della crisi bancaria italiana, che sarebbe avvenuta con qualsiasi esito del referendum. È però probabile che politici e organi di stampa italiani addebitino nelle prossime settimane questo processo al No espresso dalla maggioranza degli italiani. Si tratterebbe di un'operazione intelettualmente non corretta."

"Per la Svizzera l'esito del referendum italiano ha conseguenze negative sul tasso di cambio del franco, che tenderà a salire rispetto all'euro" conclude Tuor. "Per il piccolo Ticino potrebbe invece essere molto positivo: l'acuirsi della crisi bancaria italiana spingerà molto probabilmente un numero considerevole di piccoli e grandi risparmiatori italiani a spostare i loro averi nelle banche svizzere. Saranno soldi dichiarati al fisco che potrebbero rilanciare una piazza finanziaria che oggi ha il fiato grosso."

AS


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