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Tutti abbiamo delle piccole manie


kawataxi
Estimable Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 181
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Tutti abbiamo delle piccole manie. Alcuni di noi toccano costantemente i propri capelli, togliendosi le doppie punte o attorcigliandoseli attorno al dito, altri controllano più e più volte di aver chiuso la porta della propria auto. Sembrano aspetti poco rilevanti, ma che dicono tanto della propria personalità. Quali, tra le centinaia di manie, sono quelle più frequenti?

Scarabocchiare

Trovarsi dinanzi un foglio bianco, magari mentre si parla al telefono, e scarabocchiarci su. Questa mania indica un forte desiderio di libertà, di comunicare le proprie emozioni troppo spesso nascoste. Ma non solo! Una ricerca condotta dalla Stanford University su un campione di 300 studenti evidenzia che ogni scarabocchio ha un suo intrinseco significato. Alcuni esempi? I soggetti che disegnano grovigli o piccoli labirinti evidenziano stress ed il bisogno di uscire da una situazione poco piacevole. Chi invece si sente particolarmente determinato ed ambizioso, di frequente, disegna gradini (o scale) solitamente partendo dal basso del foglio. Inutile dirvi di chi disegna cuoricini.

Essere in ritardo

Non essere mai puntuale agli appuntamenti rileva la necessità di affermare il proprio io, sminuendo colui che ci aspetta ed evidenziando un forte rifiuto dei limiti (qualunque essi siano!).
E’ possibile distinguere tre tipologie di persona ritardataria:

L’inconsapevole: Incapace di gestire il proprio tempo. Evidenzia solitamente tratti infantili e la sua scusa più frequente è “Scusami, non mi sono reso conto dell’orario”.
Il ribelle puro: Identifica la puntualità come un’imposizione sociale Difficilmente chiede scusa per i propri ritardi, essendo convinto che il suo sia un atto di libertà.
Il disorganizzato: Incapace di programmare la propria vita, assume più impegni di quanti ne possa portare a termine riducendosi sempre all’ultimo momento.
Gli psicologi in questi casi consigliano di preparare una tabella di tutti i propri impegni senza perdersi nei dettagli.

Bere molto caffè

Un eccessivo consumo di caffè indica il costante bisogno di sentirsi stimolati, una personalità in parte insicura ed una bassa stima di sé. Un consumo limitato a due, tre tazzine di Caffè al giorno può avere effetti psico-fisici positivi, come ad esempio attivazione mentale (attenzione, memoria e concentrazione) e tonicizzazione cardiaca. Tuttavia un uso ripetuto, prolungato e quantitativamente eccessivo di Caffeina comporta gravi conseguenze alle molteplici sfere vitali della persona. Con dosi elevate i sintomi psicopatologici sono: ansia, flessione dell’umore, disturbi del sonno, confusione mentale, suscettibilità.

Masticare un chewing gum

Le persone che non riescono proprio a fare a meno di masticare un chewing-gum sono delineate da una personalità costantemente indecisa, che spesso si rifiuta di agire e di prendere decisioni (in campo scolastico, universitario o lavorativo). La dipendenza deriva da un noto effetto benefico della nota “gomma da masticare”. Uno studio condotto in Inghilterra presso la Northumbria University evidenzia infatti che la gomma tiene a bada il cortisolo, l’ormone prodotto dalle ghiandole surrenali in situazioni di stress, riducendo i livelli di circa il 17%.
L’assenza del chewin-gum in soggetti dipendenti comporta un aumento esponenziale dei livelli d’ansia.

Mangiarsi le unghie

È la tipica mania che rileva il nervosismo. Mangiarsi continuamente le unghie definisce una personalità timida, stressata e nervosa. Conosciuta anche come “onicofagia”, è un comportamento molto comune, di tipo compulsivo, che riguarda in particolare i bambini (30%) e gli adolescenti (45%) spesso come manifestazione visiva di un disagio sviluppato nell’ambito familiare. L’onicofagia continua ad essere presente anche da adulti, lo troviamo nel 5% della popolazione. Essa si manifesta soprattutto nelle donne o in soggetti timidi e remissivi che esprimono la loro aggressività rivolgendola verso sé stessi piuttosto che all’esterno. Si tratta infatti di una forma di autolesionismo.

Lavarsi spesso le mani

Quest’azione indica un bisogno di tener tutto sotto controllo ed il desiderio di mostrare che va o che andrà tutto bene. Molto spesso, però, lavarsi spesso le mani indica anche un rifiuto delle esperienze quotidiane. E’ spesso considerato un vero e proprio Disturbo Ossessivo-Compulsivo di Personalità, caratterizzato da un’esigenza di perfezionismo in ogni ambito della propria esistenza: affettivo, familiare, sociale e lavorativo. I soggetti con questo disturbo sono inflessibilmente guidati da un forte senso della disciplina, che tendono ad imporre a sé stessi e agli altri, e da un rigido senso del dovere, che li inducono a sentirsi continuamente in obbligo a corrispondere nel migliore dei modi alle richieste esterne.

Perdere le chiavi

Chi perde spesso le chiavi è una persona ansiosa, che ha bisogno di protezione perché nasconde la paura del futuro e non è in grado di risolvere i propri problemi da sola. Un consiglio utile ci viene fornito dai Buddhisti Zen: dedicatevi un po’ più al vostro corpo ed alla vostra mente. Gli esperti ed i guru di questa materia parlano di Pilates e Yoga, per uscire fuori dal tran tran quotidiano e recuperare quella quiete interiore che ci permetterebbe di essere più focalizzati in tutto senza sprecare tante energie… come fa l’uomo moderno.


Citazione
MM
 MM
Noble Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 1555
 

Sarebbero un po' tutti almeno da ampliare. Non sempre però questi comportamenti corrispondono a "manie".

Ad esempio chi usa masticare chewing gum può presentare una malocclusione dentale, quando questa viene corretta è piuttosto comune una diminuzione nell'uso di chewing gum, a volte anche una cessazione completa.

L'utilizzo di caffè in eccesso può anche evidenziare difficoltà nelle fasi della detossicazione epatica e un metabolismo lento, come può esserlo in presenza di un ipotiroidismo subclinico; il caffè offre una discreta protezione epatocellulare anche da infezioni virali oltre ad attivare la peristalsi intestinale e in generale agire come tonico nervino (la cosiddetta dipendenza da caffeina può quindi vedere questi aspetti, di solito concomitanti). E' certamente da considerarsi come bevanda psicoattiva, interagendo con la chimica dei neurotrasmettitori, e le dosi elevate possono raggiungere l'attività farmacologica con le conseguenze tossiche del caso.

Non di rado terapie mirate agli organi e alle funzioni in difficoltà hanno consentito la cessazione spontanea del consumo di caffè in eccesso.

Una cosa non esclude comunque l'altra.


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