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Una Civiltà Materiale


il_navigante
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Sono nuovo in questo frequentato Forum e con l'occasione do il mio saluto a tutti.

Non so se è già stato trattato l'argomento in oggetto ed eventualmente potete segnalarmelo.

Un grande Metafisico francese Renè Guènon già nel 1927 descriveva alcuni mali dell'Occidente moderno e ne riporto qui alcuni stralci, con l'augurio che possono essere utili.

Una Civiltà Materiale

(...) D'altra parte, se la massa orientale (riferita al 1927 ai tempi di Ghandi e probabilmente al desiderio di indipendenza dell'India dagli inglesi, ma pur sempre valido ai nostri giorni con situazioni simili) finisce con l'essere davvero ostile agli Occidentali dopo averli, per un lungo periodo, considerati con indifferenza, chi ne è responsabile?
Forse quella élite che, presa tutta dalla contemplazione intellettuale, si tiene risolutamente fuori da ogni agitazione esterna, o non sono proprio piuttosto gli Occidentali che hanno compiuto tutto quel che occorreva per rendere odiosa e intollerabile la loro presenza? Basta che il problema sia posto come deve esserlo a che chiunque possa senz'altro risolverlo; ammettendo che gli Orientali, i quali fino ad oggi hanno dimostrato una pazienza a tutta prova, vogliano essere alla fine padroni in casa loro, chi potrebbe pensare sinceramente a bíasimarli?

E' vero che quando certe passioni si mescolano alla cosa, identici rivolgimenti, secondo le circostanze, vengono apprezzati in modo diversissimo e perfino opposto. Cosí quando la resistenza di fronte ad una invasione straniera riguarda un popolo occidentale, essa si chiama « patriottismo » ed è degna di tutti gli elogi; quando essa riguarda un popolo orientale perfino di millenarie tradizioni, essa si chiama « fanatismo » e « xenofobia » e non merita piú che odio e disprezzo.

D'altronde, non è in nome del « Diritto », della « Libertà », della « Giustizia » e della « Civiltà » che gli Europei hanno preteso di imporre dappertutto la loro dominazione e di interdire ad ognuno di vivere e pensare in modo diverso dal loro?

Si converrà che il « moralismo » è davvero una cosa mirabile, a meno che non si preferisca concludere semplicemente con noi che, salvo rare eccezioni, tanto piú degne di lode per quanto piú esse sono rare, in Occidente vi sono solo due specie di persone, ben poco interessanti le une quanto le altre:

- gli ingenui che si lasciano ubriacare dalle parole grosse e che credono nella loro « missione civilizzatrice », incoscienti come sono della barbarie materialista in cui sono immersi;

- e gli abili, che sfruttano questo stato d'animo per il soddísfacimento dei loro istinti di violenza e di cupidigia.

In ogni caso, certo è che gli Orientali veri non minacciano nessuno e per il momento hanno fin troppo da fare per difendersi contro l'oppressione europea e il disgregamento interno a che pensino di invadere l'Occidente nell'uno o nell'altro modo.

(tratto da: - La crisi del mondo moderno - Capitolo 7) Una Civiltà Materiale,
di René Guénon, scritto nel 1927)


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il_navigante
Eminent Member
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Aggiungo che questo altro passaggio:

Una Civiltà materiale

(...) Poniamoci tuttavia un momento dal punto di vista di coloro che ripongono il loro ideale nel "benessere" materiale e che, per tal via, si compiacciono di tutti i miglioramenti che il «progresso» moderno ha apportato all'esistenza. Sono essi ben sicuri di non essere degli illusi? Forse che gli uomini sono felici oggi piú di prima per il fatto di disporre di mezzi di comunicazione piú rapidi o di altre cose del genere, e per avere una vita piú agitata e complícata? Proprio il contrario ci sembra vero: lo squilibrio non può esser la base di una vera felicità.

D'altronde, piú un uomo ha bisogni, piú rischia di mancare di qualche cosa e quindi di essere infelice. La civiltà moderna mira a moltiplícare i bisogni artificiali e, come dicevamo poco fa, essa creerà molto piú bisogni di quanto possa soddisfarne, perché, una volta presa questa via, è difficile arrestarvisi, e nemmeno vi è una ragione per arrestarsi ad un dato punto.

Gli uomini non potevano soffrire per non avere cose alle quali essi mai avevano pensato; essi invece soffrono di necessítà se queste cose vengono a mancare dopo che essi le hanno conosciute, dato che si sono abituati a considerarle come necessarie e che esse son divenute loro veramente necessaríe. Onde cercano con ogni mezzo di ottenere quel che può procurar loro tutte le soddisfazioni materiali, le sole e che essi siano capaci di apprezzare. Si tratta soltanto d «guadagnar danaro», essendo il danaro quel che permette di ottenere tali cose, e piú se ne ha, piú se ne desidera, perché si scoprono ininterrottamente bisogni nuovi; e questa passione diviene l'unico scopo della vita.
Donde la concorrenza feroce, che certi «evoluzionisti» hanno innalzata alla dignità di legge scientifica col nome di «lotta per la vita» e la cui conseguenza logica è che i piú forti, nel senso piú ristrettamente materiale dei termine, sono i soli ad aver diritto all'esistenza. Donde anche l'invidia e perfino l'odio di cui sono l'oggetto coloro che posseggono la ricchezza da parte di coloro che ne sono sprovvisti.

Come è possibile che uomini, ai quali sono state predicate le teorie «egualitaríe», non si rivoltino constatando d'intorno l'ineguaglianza nella forma per essi piú sensibile, perché dell'ordine piú grossolano? Se la civiltà moderna un giorno dovesse crollare sotto la spinta degli appetiti disordinati che essa ha inoculati nella massa, bisognerebbe esser ciechi per non vedere, in ciò, il giusto castigo del suo vizio d'origine o, per esprimersi senza fraseologie morali, il « rimbalzo » della sua stessa azione proprio nel dominio in cui essa si è esercitata.

E' detto nel Vangelo: «Chi di spada ferisce, di spada perisce»; chi ha scatenato le forze brute della materia perirà schiacciato da queste stesse forze, di cui ha cessato di essere davvero il signore dal momento in cui le ha messe imprudentemente in moto e di cui egli non può nemmeno presumere di frenare indefinamente la marcia fatale. Forze della natura o forze delle masse umane, o le une e le altre insieme, poco importa; son sempre le leggi della materia che qui agiscono e esse travolgono inesorabilmente chi ha creduto di dominarle senza essersi elevato di là dalla materia. L'Evangelo dice in piú: «Ogni casa divisa in sé stessa crollerà». Questo detto si applica a perfezione al mondo moderno, con la sua civilizzazione materiale che, per la sua stessa natura, non può che suscitar dovunque lotte e divisioni.

La conclusione è fin troppo facile a trarsi e non occorre passare ad altre considerazioni per predire, senza tema di errore, che questo mondo va incontro ad una fine tragica, a meno che un cambiamento radicale, sviluppantesi fino ad una vera e propria revulsíone, non si produca a breve scadenza.

(tratto da: - La crisi del mondo moderno - Capitolo 7 Una Civiltà Materiale, di René Guénon - scritto nel 1927 )


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rutzboy
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Mbè che dire, cominciamo subito bene, citando uno dei più influenti massoni dell'800/900, non ci poteva essere inizio migliore...


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Primadellesabbie
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Si, lo Shaykh 'Abd al-Wahid Yahya ha spiegato come nessun altro, soprattutto in un lavoro su questo particolare argomento, la deriva che la Tradizione, quindi anche quella massonica, stava e sta subendo in Occidente ed i modi per distinguerne gli aspetti e le cause.


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il_navigante
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vi ringrazio per la vostra partecipazione,
preferirei però rimanere sull'oggetto di questo thread: una Civiltà materiale, e sentire le varie 'opinioni'.
Non cerco approvazione su quanto ho riportato, che è solo uno spunto per stimolare un franco e sincero dibattito di opinioni.
Chiedersi e cercare di "capire" dove siamo e dove siamo diretti, o dove vogliono farci andare, penso che sia cosa doverosa per chi ha il dono dell'intelletto.
grazie


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Anonymous
Illustrious Member
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vi ringrazio per la vostra partecipazione,
preferirei però rimanere sull'oggetto di questo thread: una Civiltà materiale, e sentire le varie 'opinioni'.
Non cerco approvazione su quanto ho riportato, che è solo uno spunto per stimolare un franco e sincero dibattito di opinioni.
Chiedersi e cercare di "capire" dove siamo e dove siamo diretti, o dove vogliono farci andare, penso che sia cosa doverosa per chi ha il dono dell'intelletto.
grazie

Non sarebbe meglio cercare di capire innanzitutto " Chi siamo ? " Che dici "?


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il_navigante
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Non sarebbe meglio cercare di capire innanzitutto " Chi siamo ? " Che dici "?

Perché no? puoi pure iniziare tu, e vediamo poi se interessa anche ad altri.
grazie


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