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Vattimo - La nuova PidUE


Tao
 Tao
Illustrious Member
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Il 30 marzo 2011 presentavo, insieme con Sonia Alfano e alcuni colleghi dell’Alde, un’interrogazione parlamentare alla Commissione europea e al Consiglio dei ministri in merito alla revisione della costituzione presentata al parlamento ungherese dal premier Viktor Orban. In particolare, chiedevamo ai due organi se a loro parere il testo della carta dovesse essere considerato come portatore di un deciso contrasto con il trattato dell’Unione europea. La nuova costituzione, approvata l’altro ieri con la maggioranza dei due terzi dell’aula (e scarso rispetto, sostengono le opposizioni – quella di sinistra si è polemicamente allontanata dall’aula stessa –, delle procedure di consultazione), esalta “un’idea di unità nazionale dell’Ungheria”, fondata sui valori del Cristianesimo e sul ruolo di quest’ultimo nel preservare appunto la nazionalità ungherese; limita fortemente i poteri della Corte costituzionale e modifica il mandato dei suoi membri (così come dei presidente della Corte dei conti e del governatore della banca centrale); potenzia il controllo governativo sui media e sulla magistratura; riduce il concetto di famiglia in modo tale da escludere ogni riferimento alle famiglie monoparentali, alle coppie conviventi e dello stesso sesso; vieta la discriminazione, ma non per motivi di orientamento sessuale, età e caratteristiche genetiche; chiede che “la vita del feto” sia tutelata fin dal concepimento; estende il diritto di voto ai minori o alle loro madri, così come agli Ungheresi che risiedono all’estero (ciò che ovviamente preoccupa le nazioni confinanti).

“Dio, patria e famiglia”, riassumono correttamente i principali organi di stampa. Un episodio agghiacciante di quella che appariva, fino a poco fa, come la storia quasi conclusa dell’Unione europea, ormai ridotta a inseguire obiettivi stabiliti troppi anni fa, percorsa come sempre da divisioni interne che sembrano però sempre più difficili da neutralizzare, ancora vittima dei divergenti interessi nazionali in materia di politica estera, e dell’ormai scontata subalternità nei confronti delle potenze emerse (gli Stati Uniti) ed emergenti (Cina, Bric, ecc.). Curiosamente, tuttavia, l’episodio ungherese ristabilisce l’attualità (troppo facilmente venuta meno) delle osservazioni di Asor Rosa a proposito del caso italiano. Come notano alcuni quotidiani (La Repubblica, ad esempio), l’Europa intervenne con decisione ai tempi di Haider (la cui colpa era più semplicemente quella di essere stato eletto), ma è prevedibile che stenti a farlo oggi con l’Ungheria. Difficile intervenire, in generale, quando una democrazia decide, (più o meno) democraticamente, di limitare la democrazia stessa. Ancora più difficile è farlo quando l’ente sovranazionale europeo è debole, e tale si presenta agli occhi di cittadini ai quali il sogno europeo dice ormai troppo poco.

Soprattutto, però, quello che ci preoccupa è che il caso ungherese prefigura, mutatis mutandis, il futuro (che è però già tra noi) del caso italiano. È utile ricordare che il nostro presidente del Consiglio è stato un membro della P2, così come il capogruppo alla Camera (l’innominabile Cicchitto) del suo partito; e che il Piano di rinascita democratica di Licio Gelli (si veda la lucida analisi compiuta da Marco Travaglio dei progressi attuativi del piano stesso a opera dei vari governi di B. dal 1994 a oggi, che contiene precise indicazioni delle volontà politiche dell’esecutivo italiano). Si noti poi la somiglianza tra i nuovi dettami della costituzione ungherese e i pilastri del Piano stesso; e la convergenza tra i valori ispiratori della carta di Budapest e i nuovi slogan dell’invadente B., che vorrebbe sottrarre i giovani ai professori di sinistra per restaurare i valori della famiglia. Se un tempo l’Europa era il futuro dei paesi europei ex comunisti, oggi questi ultimi potrebbero essere il futuro di non pochi paesi europei (si ricordi la Finlandia), nei quali la democrazia si ribella a se stessa ma in nome del fantomatico sostegno degli elettori, non a caso sbandierato dal regime italiano ogniqualvolta lo si critichi. A quando l’istituzione di un nuovo ministero per l’attuazione del Piano anziché del Programma? Nel frattempo, si studi bene la nuova costituzione ungherese; tanto vale prepararsi. E, soprattutto, si cominci seriamente a riflettere sul da farsi: in fondo, con buona pace dei tanti che l’hanno demolito, quello di Asor Rosa non è che un tentativo di ripensare gli anticorpi (mai come ora la metafora è calzante) che la democrazia dovrebbe possedere contro la sua stessa degenerazione.

Gianni Vattimo
Fonte: www.ilfattoquotidiano.it
Link: http://www.ilfattoquotidiano.it/2011/04/20/la-nuova-pidue/105729/
20.04.2011


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trotzkij
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Ci mancava il guitto filosofico. Tutto va in vacca. In Ungheria, si afferma la brutale dittatura clerico-fascista? Colpa di Berlusconi! La povera UE è debole (le risate di commiserazione verso il guitto filosofico sono d'obbligo), il progetto europeista viene deviato in Ungheria per colpa dei clerico-xenofobi. Come no! E l'UE che applaude alla caccia al comunista in Polonia-Cekia e alla caccia al russo nel Baltico, con tanto di monumenti nazi approvati dal marchio di qualità CE, lì non deviava.
Per il guitto filosofico, cacciare russo-comunisti è attività gradevole, e per questo non ha mai profferito parolina. Solo quando si toccano le voglie e i desideri dei culattoni (come lui) allora arrivano il fascismo e i fascistoni, e l'UE è debole (mica si presume che l'UE voglia proprio questo. Sia mai! Essa è l'isola della bontà bancario-finanziaria. Semmai di 'europeismo' non ce n'è mai abbastanza...)
Ora dopo ventidue anni di martellamenti di coglioni sulla fine del Comunismo, di smantellamento del sistema socialista cantato e celebrato dallo spettro (nel senso di fantasmi) partitico-elettorale occidentale, dall'ex-sinistra gaglioffa all'ex-destra eterna prostituta, si affermano i coerenti e logici risultati, ci si lamenta?
Fin quando si sorseggia thè british all'ombra di Bruxelles, i guitti filosofici non hanno mai avuto nulla da dire. L'UE bancario-pagana andava benone. Appena soffia il vento dell'est, figliato dalla catastrofe dell'89, questi gentlemen brittano-torinesi ululano come sirene antiaeree, chiedendo cosa? Il golpe dell'onorevole asor-tritoni-rosa? La democrazia è in pericolo in Europa, minacciata dalle famigliole con prole!! Allarmi! Tutto il potere golpistico (perchè quello elettorale non è democratico), ai sex-alternativi di scuola hollywoodiana Vendola, Guitto-Vattimo e Bindi! Veri baluardi contro l'assalto clerico-familistico dall'Est, ...e come non dubitarne?


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Truman
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Sempre qui nei forum c'è l'articolo correlato di Massimo Congiu sul Manifesto, La nuova Costituzione che piacerebbe a Silvio:

www.comedonchisciotte.org/site/modules.php?name=Forums&file=viewtopic&t=34555

Ambedue tendono a sostenere l'idea che la situazione italiana abbia molte analogie, con particolare riferimento al premier.

Come minimo, mi sentirei di aggiustare il tiro sulla Lega Nord, al posto del PdL. E' la lega che tende a spingere idee razziste e nazionaliste.
Il PdL si comporta in modo analogo al PD (per chi riesce a distinguerli) in un piano che tende a levare identità collettive ai cittadini. Tutti devono essere continuamente in gara tra di loro per il profitto.

In un periodo di politica spersonalizzante, dove i cittadini perdono tutti i riferimenti, le identità collettive tendono comunque a ricrearsi con i mezzi che trovano.

E qui ritorna il concetto che sostenevo con Bifo su Through Europe
( http://th-rough.eu/writers/bifo-ita/dalla-piazza-di-bologna-allinizio-del-secondo-decennio )
secondo me bisogna costruire un'identità europea a partire dal basso, accettando le differenze e confrontandole. Le normative europee che piovono dall'alto imponendo l'assimilazione a modelli precostituiti (che poi sono solo modelli liberisti) sono solo deleterie e provocano il ritorno di modelli identitari che sembravano superati.

No, i nazionalismi non sono superati. Saranno superati solo se si riuscirà a fornire qualcosa di meglio. E dubito fortemente che potrà essere l'attuale classe politica a fornire qualcosa di meglio.


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dana74
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Registrato: 2 anni fa
Post: 14348
 

i nazionalismi sono in viso alla global elite.
Mi pare ovvio il perché, una politica nazionale che mira alla propria sovranità nel rispetto della sovranità altrui è quanto di più temibile possa esistere per i poteri globalizzanti.

"David Rockefeller nella convinzione di parlare a orecchie fidate, nel 1991, ha asserito che "una cospirazione esiste da quaranta anni"; che essa ha lo scopo di instaurare nel segreto "un governo mondiale" e "la sovranità nazionale" dei banchieri; che il nemico dei cospiratori è "la autodeterminazione nazionale."

http://www.vocidallastrada.com/2011/04/politica-massoneria-e-satanismo.html#more

inutile spiegare perché i nazionalismi sono un abominio per costoro, lo spiega rockefeller, un filantropo DOC..


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Pellegrino
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i nazionalismi sono in viso alla global elite.
Mi pare ovvio il perché, una politica nazionale che mira alla propria sovranità nel rispetto della sovranità altrui è quanto di più temibile possa esistere per i poteri globalizzanti.

"David Rockefeller nella convinzione di parlare a orecchie fidate, nel 1991, ha asserito che "una cospirazione esiste da quaranta anni"; che essa ha lo scopo di instaurare nel segreto "un governo mondiale" e "la sovranità nazionale" dei banchieri; che il nemico dei cospiratori è "la autodeterminazione nazionale."

http://www.vocidallastrada.com/2011/04/politica-massoneria-e-satanismo.html#more

inutile spiegare perché i nazionalismi sono un abominio per costoro, lo spiega rockefeller, un filantropo DOC..

!!!!!!


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